Una passeggiata in solitudine..o quasi.

Eris Raventille&Lestat Morgenstern

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  1. Selëne
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    Ruolata
    C'era una cosa che non riuscivo proprio a sopportare della mia nuova vita in accademia: la folla. Un infinità di persone, schiamazzi, spintoni, urletti e talvolta imprecazioni, spesso avevo l'impressione di essere finita in una mandria di bestie imbufalite. Così, non era raro che mi isolassi dal resto del mondo nei luoghi che nessuno frequentava, in particolar modo in un piccolo sentiero nascosto del Cortile, che conduceva nel piccolo bosco dell'Accademia, un posto perfetto per chi volesse rimanere solo immerso nella tranquillità. Per l'occasione, mi ero portata il mio flauto in modo da poter strimpellare qualche nota e rilassarmi un pò, cosa che iniziai subito a fare non appena trovai un masso, abbastanza liscio da potermici sedere. Cominciai a suonare senza troppo impegno le melodie che ormai sapevo a memoria, perlopiù inventate da me o ricordate ad orecchio; nessuno mai mi aveva insegnato a suonare e io non avevo alcun interessa a diventare una professionista, mi piaceva solo sentire il soave suono di quel piccolo strumento bucherellato. Tra una nota ed un'altra, a volte mi fermavo a pensare, osservando la luce che filtrava tra le foglie degli alberi, pensavo a come sarebbe stata la mia vita d'ora in poi, come sarebbe stata una vita normale. Niente più streghe, nient epiù intrighi, niente più lotte per la sopravvivenza, solo io e il mio potere, solo io e la mia disperata ricerca di una famiglia in cui appartenere. Le lezioni erano spesso tante e lo studio parecchio impegnativo, per questo avevo seri dubbi per trovarmi del tempo da impiegare nella mia ricerca, ma sicuramente un'accademia era un ottimo punto di partenza, considerando le diverse missioni per tutta Evesaje che deve eseguire -Credo che dopo farò un salto in bibleoteca..- pensai mentre valutavo l'idea di cercare qualcosa anche tra i libri antichi che la scuola accudiva. Talmente ero immersa nei miei pensieri e nelle mie melodie, che non mi accorsi minimamente del rumore di passi che si avvicinavano proprio dove mi trovavo...


    Edited by Selëne - 16/7/2014, 23:07
     
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    Lestat
    Lestat MorgensternRazza: Mezzo-Sangue Classe: Mago Rosso
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    Da quando mi trasferii ufficialmente in accademia nessuno mi vide per parecchio tempo.
    Certo, si era sparsa la voce dell'arrivo di uno nuovo... e si raccontava anche il modo in cui ero giunto fin li.
    Molte erano le versioni, alcune più verosimili, altre decisamente più romanzate ed esagerate.
    Le ascoltavo tutte, senza farmi vedere e senza smentire o confermare e ridendo sotto i baffi a quelle più astruse e improbabili.
    Solo una volta un paio di ragazzi riuscì a vedermi, in mensa mentre terminavo il pranzo, ma fui talmente lesto ad andarmene che non diedi loro il tempo di avvicinarsi, figuriamoci rivolgermi la parola.
    Ormai conoscevo la scuola come le mie tasche e mi divertivo a farmi scorgere per poi sparire nel nulla subito dopo.
    Gioco stupido?
    Forse per chi lo subiva, per me era un ottimo allenamento .
    Però oggi anche quel passatempo mi era venuto a noia, camera mia l'avevo esplorata da cima a fondo i primi giorni e ormai potevo dire di conoscere ogni singola fessura, angolo e nascondiglio.
    Sapevo dove potevano celarsi formiche, mosche, zanzare, cimici...
    Non che ne avessi mai trovate, la pulizia di quel luogo era esemplare... anche se non avevo mai visto nessuno degli addetti alle pulizie!
    Forse avevo trovato qualcuno bravo quasi quanto me a muoversi in silenzio, velocemente e senza farsi notare dagli altri... forse!
    Voglia di starmene in camera zero!
    Esplorazione quotidiana già fatta...
    (Giardino...)
    pensai mentre, silenzioso come un gatto, scivolavo lungo i corridoi per raggiungere il portone che mi avrebbe portato all'esterno!
    Li all'esterno passare inosservato era più difficile.
    La nuova sfida mi fece passare all'improvviso la noia e l'apatia che mi erano piombate addosso mentre camminavo guardandomi attorno con aria guardinga.
    Mi stavo divertendo a seminare un paio di ragazzi facendo zig zag tra le colonne del portico quando qualcosa attirò la mia attenzione.
    In mezzo al vociare, al chiacchiericcio e agli schiamazzi si faceva strada la melodia di un flauto.
    Incuriosito seguii il suono fino a individuarne la fonte.
    Una ragazza dai capelli del colore più particolare che avessi mai visto stava suonando seduta su un masso.
    Aspettai che, finita la pausa che aveva fatto, riprendesse a suonare prima di iniziare a muovermi.
    Silenziosamente, feci un giro largo in modo da arrivarle alle spalle.
    Avevo voglia di ascoltare la sua musica, novità piacevole in quella giornata così uguale a tutte le altre, ma non volevo attaccare discorso.
    Salii quindi sull'albero che si trovava alle sue spalle raggiungendo in pochi secondi il terzo ramo visibile da terra.
    Mi misi seduto, allungando le gambe e appoggiando la schiena al tronco quando...
    con un piede urtai una pigna che cadde su un sasso rompendosi con un tonfo secco .
    «Acc...»
    Mormorai mentre mi mettevo, sulla punta dei piedi, in posizione accovacciata attaccato all'albero.
    Le braccia aperte all'indietro attaccate al tronco per evitare di cadere contavo i secondi sperando non si fosse accorta di nulla.



    Edited by .:Kym:. - 2/10/2014, 18:07
     
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  3. Selëne
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    Ruolata
    Avrei continuato per ore a suonare o a trastullarmi in quel piccolo angolo di paradiso, ma un piccolo tonfo, destò la mia attenzione. Riaprii gli occhi, per scrutare i dintorni, ma non vidi nulla di strano o anomalo, tranne una pigna che rotolava alla mia sinistra; evidentemente era caduta da un albero, sebbene forse ancora un pò prematuramente. Decisi di approfittare dell'occasione per vedere se potevo ricavarne dei pinoli da sgranocchiare, ma non appena mi avvicinai per prenderla in mano notai che la pigna era ancora "viva". Non era secca come avrebbe dovuto, ma c'era ancora linfa che scorreva dentro di sè, era ovvio quindi che era stata violentemente staccata da qualcuno o qualcosa. Alzai quindi lo sguardo, ma i fitti arbusti e le foglie rigogliose rendevano difficile capire cosa fosse stato. Molto probabilmente non ne sarei mai venuta a capo se non fosse stato per Noir che intanto era volato su per la traettoria della pigna. -Intruso, intruso!- furono, infatti, i suoi schiamazzi non appena individuò qualcosa, o meglio, qualcuno. Iniziò quindi a picchietterlo con le zampe, nella speranza di farlo cadere, ma decisi che non era il caso di reagire con violenza visto che infondo non aveva fatto nulla di male -Basta così Noir...- dissi, quindi, facendo reintrare l'animale che si poggiò sulla mia spalla per poi sistemarsi il piumaggio -Sei lì da molto tempo?- dissi poi rivolgendomi all'intruso di cui ancora non riuscivo a vedere l'aspetto -..puoi scendere se vuoi, Noir non ti darà più alcun fastidio...- aggiunsi tornando a sedermi sul mio masso, aspettando che quello strano individuo scendesse e mi desse qualche spiegazione.


    Edited by Selëne - 16/7/2014, 23:06
     
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    Forse la caduta della pigna sarebbe passata inosservata alla ragazza...
    Dopotutto non era mica la prima volta che un uccello o un colpo di vento faceva cadere frutti, fiori foglie, pigne e qualsiasi altra cosa dai rami degli alberi!
    Non era una novità quindi per quale motivo la ragazza si sarebbe dovuta sorprendere di quel fatto?
    Infatti non se ne sarebbe senz'altro accorta se non fosse stato per quel simpatico corvo che sembrava accompagnarla...
    Già se non fosse stato per lui io sarei potuto passare inosservato ancora per molto tempo e avrei potuto continuare ad ascoltare la sua musica.
    E invece...
    «Buono...
    Stai buono...»

    bisbigliai mentre con una mano cercavo di allontanare l'indesiderato ospite.
    Ma il nero pennuto insisteva, attirando l'attenzione della ragazza con la sua voce che gracchiava senza sosta intruso, intruso
    Non ebbi il tempo per sorprendermi del fatto che quel corvo parlava meglio di un pappagallo, dovevo preoccuparmi di non perdere l'equilibrio per evitare di ruzzolare giù come un sacco di patate.
    Per fortuna la voce della ragazza venne in mio soccorso richiamando a se il suo pennuto amico.
    Una volta allontanato l'animale potei recuperare l'equilibrio
    (Per un pelo...)
    pensai con un sospiro di sollievo mentre tornavo a sedermi appoggiando il tronco all'albero.
    La mia tranquillità durò poco perché la ragazza, affermando che il corvo non mi avrebbe più dato fastidio, mi invitò a scendere.
    «Ti ringrazio ma sono comodo qui...»
    risposi appoggiandomi meglio al tronco aspettando che riprendesse a suonare o facesse qualsiasi altra cosa.
    Passarono diversi secondi e non successe niente, mi affacciai leggermente e vidi che la ragazza se ne stava seduta sul masso.
    Il corvo appoggiato alla sua spalla mi guardava con aria torva, sembrava medi tare un secondo attacco
    «Forse è megli scendere...
    Non è poi così comodo l'albero...»

    Afferrai con le mani il ramo e mi lasciai ciondolare giù prima di lasciare la presa e atterrare leggermente sulle punte dei piedi e accucciarmi per terra.
    Un'ulteriore sguardo al corvo mi convinse che era meglio non avvicinarsi troppo.
    Così mi sedetti sul parto appoggiandomi con la schiena al tronco.



    Edited by .:Kym:. - 2/10/2014, 18:09
     
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    Ruolata
    Nonostante fosse stato beccate in fragrante, il ragazzo, di cui sentivo soltanto la voce, rimase sull'albero aggrappato al tronco,
    parecchio restio a scendere e, visto come lo aveva accolto Noir, non potevo dargli torto. Ad ogni modo rimasi tranquilla seduta
    sul mio masso, mentre con un fazzoletto estratto dal mio taschino, cominciai a pulire i flauto, il cui interno si era inumidito.
    «Forse è megli scendere...Non è poi così comodo l'albero...» disse infine il giovane, convintosi a scendere, così io accarezzai il
    capo a Noir, per tranquillizzarlo e comunicargli di stare buono sulla mia spalla.
    Finalmente potei vedere completamente l'aspetto del giovane, le cui sembianze erano di un normale umano, se non fosse per
    gli occhi di un anomalo color granato, rossi, ma con forti tonalità rosee. I suoi capelli invece erano castani e di anomalo
    avevano solo il taglio, corti fino al collo con una lunga frangia e due ciocche più lunghe ai lati del viso. Era anche molto alto e con un fisico slanciato, sicuramente riscuoteva l'attenzione di molte ragazzine frivole, ma nel mio caso, mi limitai
    a scrutarlo con uno sguardo, per poi tornare a pulire il faluto; l'unica cosa che mi interessava era sapere cosa stesse facendo sopra
    quell'albero. «Di un pò, di solito spii molte ragazze in quel modo?» dissi ad un certo punto, senza destare lo sguardo dal flauto.
    Ero curiosa, ma anche abbastanza indispettita, speravo vivamente che si trattasse di un semplice maniaco e non di qualche
    strana spia mandata ad uccidermi. «Maniaco kyah!» lo punzecchiò Noir, sbattendo le ali freneticamente. «Shh, buono buono» lo placai io «allora non vorrai certo passare per un maniaco no? Dimmi cosa ti ha portato qui» aggiunsi poi volgendo finalmente lo sguardo al ragazzo, inchiodandolo.


    Edited by Selëne - 16/7/2014, 23:06
     
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    Lestat
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    Avrei preferito di gran lunga starmene appollaiato sull'albero ad ascoltare la musica senza essere visto.
    Molto probabilmente sarebbe andata così se la ragazza, fonte della musica, non fosse stata accompagnata da un corvo che sembrava essere meglio di un qualsiasi agente dei servizi segreti.
    Il volatile sembrava obbediente verso la sua padrona, ma lo sguardo che mi stava lanciando non prometteva niente di buono.
    Meglio scendere e mettersi al sicuro da una brutta caduta, che sarebbe stata anche poco elegante davanti ad una ragazza.
    Decisi di starmene comunque per conto mio, lontano dagli artigli e dal becco affilato del corvo.
    Un silenzio irreale era sceso nel piccolo spazio delimitato dalla chioma dell'albero, nel quale rientrava anche il masso su cui stava seduta e in silenzio la fanciulla dall'insolito colore di capelli.
    Puliva il flauto, lentamente e senza proferire parola alcuna.
    Il motivo per cui mi ero avvicinato era la sua musica e se questa non riprendeva potevo anche andarmene...
    anche se trovare una scusa plausibile, senza rendermi ridicolo, sarebbe stato alquanto difficile...
    La voce della ragazza mi riscosse dai miei pensieri.
    Mi voltai verso di lei giusto in tempo per vedere i suoi occhi.
    Erano di un rosa più scuro e acceso rispetto ai capelli ma altrettanto particolari e molto belli.
    «Non è mia abitudine spiare le ragazze!»
    risposi in tono piccato mentre strappavo un lungo stelo d'erba
    «Non è mia abitudine spiare nessuno!»
    aggiunsi mentre con due dita lisciavo il lungo stelo verde
    (E non è mia abitudine farmi sorprendere in maniera così stupida...)
    pensai lanciando un'occhiata di fuoco verso il corvo appollaiato sulla sua spalla che intanto aveva ripreso ad agitarsi.
    Alla sua seguente domanda non risposi subito, dovevo pensare ad una risposta plausibile.
    Mi portai il filo d'erba alle lebbra e vi soffia sopra producendovi una flebile musica per qualche secondo.
    Staccai il filo d'erba dalla bocca e sorrisi, avevo trovato quello che mi serviva...
    «La musica...
    Ho seguito la musica!»

    risposi agitandomi il filo verde davanti agli occhi
    «Non volevo disturbarti...
    per questo mi sono arrampicato sull'albero...»

    ma soprattutto non volevo essere disturbato.... pensai mentre riportando il filo d'erba alle labbra riprendevo a suonare.



    Edited by .:Kym:. - 2/10/2014, 18:09
     
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    Ruolata
    Il ragazzo rispose più positivamente del previsto alle mie piccole provocazioni. Credevo si sarebbe arrabbiato o offeso per averlo preso per
    un maniaco e invece rimase in silenzio, forse per scegliere con cura le parole da dire. Alla fine si decise di scendere
    dall'albero e mentre ripulivo il flauto notavo con la coda dell'occhio come fosse titubante nel rispondermi.
    «Non è mia abitudine spiare le ragazze!» rispose infine con tono piccato mentre strappava un lungo stelo d'erba
    «Non è mia abitudine spiare nessuno!» aggiunse poi mentre con due dita lisciava il lungo stelo verde.
    -Beh, forse un pò si è offeso- pensai subito mentre notavo la reazione del ragazzo, ancora restio a spiegarmi cosa ci
    facesse la sopra. La mia curiosità non era dovuta tanto al fatto che fossi seccata dall'essere stata spiata, ma perchè volevo
    capire come avesse fatto a trovarmi in mezzo a quel boschetto lontano da tutto e da tutti. Prima di iniziare a suonare mi
    ero accertata di non essere nè vista nè seguita, quindi mi sorprendeva come, nonostante tutto, qualcuno fosse riuscito a
    trovarmi e, sopratutto, come io non me ne sarei mai accorta se non fosse stato per Noir. Il tutto mi preoccupava per le mie
    doti combattive, se fosse stato un nemico sarei stata in netto svantaggio.
    Mentre mi facevo prendere da questi pensieri un pò militari, fui riportata alla realtà dalla voce del ragazzo.
    «La musica...Ho seguito la musica!» disse ad un certo punto. (La musica? suonavo davvero così forte?) Certo, l'idea che
    qualcuno potesse sentirmi o, peggio, essere attratto dalla mia musica, non mi era minimamente passata per la mente, specie
    perchè ero molto lontana dall'accademia e il flauto non emette certo un suono assordante come quello di una tromba. L'unico
    in grado di sentire la mia musica doveva stare minimo a pochi metri di distanza da dove mi trovavo, ergo doveva già trovarsi
    nel boschetto quando iniziai a suonare. La piccola rivelazione mi sollevò un pò. Ora si spiegava perchè non me ne ero accorta,
    lui non mi stava seguendo, ero io che ero andata vicina a lui, senza rendermene conto.
    Quindi era ovvio che questo ragazzo, amava la solitudine quanto l'amavo io.
    «Non volevo disturbarti...per questo mi sono arrampicato sull'albero...» disse infine iniziando a suonare il suo piccolo
    filo d'erba. Io non risposi, mi limitai ad osservarlo senza interrompere la sua piccola "sinfonia".
    «Capisco..» fu l'unica cosa che sibillai mentre riportavo il flauto alla bocca accompagnandolo.
    Suonammo insieme per qualche minuto, finchè non mi bloccai per prendere fiato e presa da una sete improvvisa. Mi alzai
    lentamente dalla roccia, riponendo il flauto nel taschino cucito al mio fianco, e mi avviai verso un torrente lì vicino
    senza, apparentemente, degnare di uno sguardo il giovane intruso.
    «Sei un demone anche tu, vero?» gli chiesi poi improvvisamente, tenendogli sempre le spalle «riesco a sentire la tua aura anche se molto debole. Come ti chiami?» aggiunsi poi, questa volta, girando la testa di qualche grado per poter rivolgergli lo sguardo. Era vero, la sua aura era la prima cosa che notai quando lo vidi per la prima volta su quell'albero, ma era molto debole, come se non fosse del tutto completa, e per questo non l'avevo percepita stando semplicemente seduta su quella roccia, immersa nella mia musica. Nonostante tutto, fu proprio la sua aura a farmi capire che le sue intenzioni dovevano essere più serie di quanto non apparissero in realtà, ed ora ero curiosa di conoscere la sua storia.


    Edited by Selëne - 16/7/2014, 23:05
     
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    Che seccatura!
    Essere sorpreso in maniera così stupida da un semplice corvo non mi andava proprio giù!
    Ma in fondo gli animali erano quelli meno facili da imbrogliare perché anche loro erano abituati a stare sempre all'erta, era una questione di sopravvivenza per loro...
    Se il nero pennuto non fosse stato presente molto probabilmente la ragazza non si sarebbe accorta della mia presenza, così come ero arrivato, in silenzio, avrei potuto tranquillamente andarmene.
    E invece eccomi qui a rispondere alle domande della ragazza che si era messa in testa chissà che cosa.
    (Avrei dovuto evitare di entrare nel boschetto... )
    pensai mentre continuavo a lisciare lo stelo d'erba.
    Dopotutto la musica potevo continuare ad ascoltarla anche da lontano, da dove mi trovavo quando avevo avvertito le prime note, grazie al mio udito più sviluppato.
    Volendo però allontanarmi dal cortile, che stava diventando troppo affollato per i miei gusti, mi ero addentrato nel boschetto pensando che in cima all'albero non avrei dato fastidio a nessuno, ma soprattutto nessuno mi avrebbe dato fastidio.
    Non avevo fatto i conti con il corvo!
    Per fortuna la ragazza sembrò soddisfatta delle mie risposte e prese a suonare insieme a me, flauto e filo d'erba; strana accoppiata!
    Fu la ragazza a porre fine a quella melodia improvvisata alzandosi dal suo masso e allontanandosi di qualche metro.
    (Se ne va?)
    pensai mentre la osservavo riporre il flauto in una custodia che portava al fianco.
    Dispiaciuto? Sollevato?
    Forse ero io quello che doveva andarsene visto che, in fin dei conti, ero stato io ad invadere il suo spazio privato disturbandola mentre suonava.
    No, non se ne stava andando, almeno per il momento, semplicemente si era alzata per dissetarsi al ruscelletto che scorreva li vicino
    (Chissà da quanto tempo era qui a suonare?)
    La osservai bere, incurante che i lunghi capelli rosati potessero bagnarsi nelle acqua cristalline del torrente, aspettando la sua mossa successiva.
    «Sei un demone anche tu, vero?»
    la domanda mi colse di sorpresa e mi fece stringere leggermente gli occhi mentre la osservavo da un altro punto di vista.
    Più di una volta mi era capitato di avvertire aure simili alla mia, alcune erano più deboli, altre più forti... ci avevo impiegato diversi giorni a capire che dovevo stare più rilassato, in quella scuola poteva accedere chiunque e nonostante tutto non sembravano esserci problemi.
    Forse c'era un campo magico, o qualcosa di simile, che teneva tutti calmi evitando incidenti.
    «Anche tu?»
    chiesi di rimando mettendo l'accento sulla parola Anche, alzando un sopracciglio con aria interrogativa.
    «Non sembri un demone sai?»
    dissi con un sorrisetto mentre suonavo un paio di note con il filo d'erba
    «Lestat, mi chiamo Lestat»
    risposi alla sua domanda e continuai a suonare qualche secondo
    «Lui è Noir...»
    dissi interrompendomi e indicando il corvo
    «Mentre tu sei?»
    chiesi indicandola con il filo verde.



    Edited by .:Kym:. - 2/10/2014, 18:10
     
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    «Non sembri un demone sai?»
    Inchiodai il giovane con lo sguardo, mentre mi confermava la sua natura demoniaca.
    Lo scrutai in silenzio per qualche istante, come se cercassi di conoscerne i più intimi segreti, per poi avvicinarmi lentamente a lui. Quelle parole forse avrebbero dovuto in qualche modo schernirmi, ma io ne fui stranamente sollevata; essere un demone dichiarato portava solo guai, per questo era tutto di guadagnato se riuscivo a nascondere questa parte di me, anche ad un mio simile.
    «Lestat, mi chiamo Lestat» aggiunse poi, presentandosi.
    -Che nome bizzarro, forse straniero, ma..interessante- pensai mentre ripetevo tra me e me la melodia del suo nome. Come prevedibile, poco dopo, fu il mio turno di presentarmi, così tesi delicatamente la mano destra verso di lui, guardandolo dritto negli occhi.
    «Eris, piacere»
    Da quella distanza, potei osservare attentamente i suoi lineamenti, e mi resi conto che erano molto belli e delicati. Sicuramente riscuoteva successo tra le oche dell’accademia, non che la cosa mi turbasse più di tanto, ma iniziai a chiedermi se in quel momento, anche io non fossi per lui una delle tante “oche”. Decisi comunque di reggere il gioco, sempre che ce ne fosse uno.
    «Non sembro un demone? » ridacchiai «nemmeno tu se per questo, ma non è forse questo il fascino di essere demoni? Nessuno lo sa finché non è troppo tardi...» aggiunsi guardandolo maliziosamente.
    Strinsi la mia mano intorno alla sua, era calda e forte, chissà che tipo di poteri possedesse e avesse mai scagliato proprio con quella mano, o magari utilizzava qualche arma in particolare o si trasformava, proprio come me, in qualcosa di molto più potente per combattere. Mi sorpresi di me stessa, non era da me essere così curiosa di faccende altrui, ma era altresì vero che raramente avevo incontrato demoni nei miei viaggi, miei simili, e forse questo tipo di incontri mi rendeva nervosa. Continuai a fissarlo con interesse per un paio di minuti buoni, senza pensare un solo istante che forse lo stavo mettendo a disagio.
    Poi, presa coscienza di quello che stavo facendo, tornai sui miei passi cercando Noir con lo sguardo. Con due dita, diedi due leggeri colpetti sulla mia spalla sinistra, invitandolo a posarivisi, e poco dopo il corvo nero come la pece volò gracchiando verso di me, adagiandosi come richiesto.
    «Ora conosci il mio piccolo segreto» dissi accarezzando delicatamente la testa al pennuto «e io il tuo» aggiunsi rivolgendo di nuovo lo sguardo verso di lui.
    «Questo fa di noi..come si dice…amici? »
    Frase che poteva sicuramente suonare piuttosto ingenua, ma in realtà celava in sé un’egoistica bramosia di conoscenza; volevo assolutamente sapere tutto di lui, anche se non riuscivo a capire bene il perché ci tenessi tanto...


    Edited by Selëne - 16/7/2014, 23:04
     
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    Offesa?
    Forse si, almeno a giudicare dal piglio con cui mi guardava.
    Poco importava se con quella affermazione, e la domanda di rimando fatta pochi attimi prima, le avevo confermato la mia natura demoniaca; l'espressione del suo volto era impagabile.
    Era passata dallo scioccato al sollevato in pochi secondi e la cosa m'incuriosiva parecchio.
    Scioccata potevo anche capirlo... non essere presa sul serio come demone doveva infastidirla parecchio, eppure....
    Era anche sollevata, come se il fatto di non assomigliare ad un demone la tranquillizzasse e questa cosa solleticava parecchio la mia curiosità!
    Rimasi fermo mentre la ragazza scrutava il mio volto anche se sembrava voler andare più a fondo, fino a sondare la mia anima.
    «Eris...»
    ripetei lentamente, mentre osservavo come la sua mano spariva nella mia.
    «No Eris, non sembri affatto un demone!»
    confermai alla sua domanda continuando a tenerle la mano per qualche secondo.
    Ripresi a suonare lentamente il mio filo d'erba aspettando la prossima mossa della ragazza.
    Era davvero offesa?
    Come avrebbe reagito in quel caso?
    Se davvero c'era una specie di scudo magico, per tenere a freno i bollenti spiriti di tutti, non avrebbe dovuto succedermi niente di grave ma...
    (Meglio stare in guardia...)
    anche se all'apparenza sembrava una ragazzina fragile e indifesa, non dovevo farmi ingannare dalle apparenze, si trattava pur sempre di un demone...
    La frase successiva della ragazza mi sorpresa a tal punto da farmi uscire una nota stridula simile ad un fischio
    «Il fascino segreto di noi demoni...
    Non sembrarlo!»

    dissi scoppiando in una risata che si spense dopo pochi secondi
    «Qualcuno potrebbe non essere d'accordo...»
    dissi scuotendo la testa
    «Ed offendersi terribilmente per questa tua affermazione...»
    aggiunsi sottovoce mentre lisciavo distrattamente lo stelo perso in ricordi lontani
    «Però penso che tu abbia ragione!»
    aggiunsi facendo un cenno affermativo con la testa.
    La osservai allontanarsi di qualche passo mentre, dopo aver richiamato il corvo lo invitava a posarsi sulla sua spalla.
    Amici... secondo lei il fatto d conoscere la nostra rispettiva natura faceva di noi due amici.
    Non le dissi che secondo me in quella scuola erano presenti molti altri demoni, magari più bravi di noi a celare la loro vera natura, e questo non voleva dire essere amici di tutti i demoni.
    (Già, chissà perché non glielo dico....
    Per non offenderla?)

    non mi era mai importato molto dei sentimenti e stati d'animo altrui e allora perché?
    Forse perché in qualche modo quella ragazzina mi assomigliava....
    «Amico...
    Non ho mai avuto un amico, o un'amica....»

    dissi socchiudendo leggermente gli occhi
    «Strana parola per definire un altro demone non trovi?»
    mi alzai battendo le mani sui pantaloni, per pulirli dall'erba e dalla terra
    «Io direi più che altro complici...
    La trovo una definizione più adatta a noi

    misi l'accento sulla parola noi per sottintendere che mi riferivo ai demoni in generale
    «Non trovi anche tu Eris?»
    chiesi osservandola con un leggero sorriso, mentre tentavo di ignorare completamente il corvo che mi guardava torvo dalla sua spalla.



    Edited by .:Kym:. - 2/10/2014, 18:11
     
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  11. Selëne
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    Ruolata
    Come previsto, la mia ultima affermazione provocò una certa reazione in Lestat che non riuscivo a capire se fosse imbarazzo o indignazione, il solo fatto di aver insinuato il fascino umano di noi demoni lo aveva fatto ridere a crepapelle per poi riconoscere del vero nelle mie parole, ma la stessa cosa non avvenne quando parlai di “amicizia”. Non che io fossi tanto stupida da ritenerlo tale, semplicemente mi ero finta interessata a lui in quel senso perché, per diversi altri aspetti, lui era effettivamente interessante per me.
    «Io direi più che altro complici...La trovo una definizione più adatta a noi.» disse accentuando l’ultima parola. “Complici” era sicuramente una parola migliore di “amici” e mi piaceva, ma non era la sua semplice complicità quella che cercavo.
    «Si, è una parola che avrei usato piacevolmente anche io, se non fosse che spesso complicità implica anche tradimento» risposi portando una ciocca di capelli dietro l’orecchio «nemmeno io ho mai avuto amici o qualcosa di simile, a parte questo stupido corvo» punzecchiai Noir all’altezza del collo, facendolo gracchiare sonoramente «questo perché io non voglio amici». Accentuai la parola “non” volgendo lo sguardo verso di lui. «Perciò capirai che quando faccio affermazioni di questo tipo, assai rare, è perché riconosco chi merita il mio aiuto e chi no»
    Mi stavo dilungando forse un po’ troppo, ma ero ormai arrivata al punto, così iniziai a camminare lentamente intorno a lui con le mani dietro la schiena fissando la punta dei miei piedi.
    «Chiamala come ti pare, ma io ti offro la mia più sincera fedeltà in cambio della tua; copriamoci le spalle a vicenda in questa gabbia di matti che chiamano “accademia” » Continuai a camminare sullo stesso cerchio per due o tre volte per poi fermarmi di nuovo di fronte a lui «Sono sicura che come me, anche tu hai persone, fantasmi del tuo passato, che vuoi tener lontano, altrimenti mi sfugge il motivo per cui un cupo e misterioso demone come te sia venuto in un posto tanto frivolo» Avvicinai il mio viso pericolosamente al suo per potergli sussurrare le mie parole «Io posso aiutarti a respingerli».
    Detto questo lo osservai un attimo in silenzio per vedere la sua reazione, per poi allontanarmi di qualche centimetro, come se volessi lasciarlo respirare un po’ dopo averlo soffocato di domande. Non sapevo bene se le mie erano buffonate o effettivamente ci avevo azzeccato, ma il mio istinto mi diceva che dietro a quei occhi rosa granato, si nascondeva un passato affascinante e turbolento e sapevo con assoluta certezza che io avrei avuto un disperato bisogno d'aiuto il giorno in cui le streghe mi avrebbero trovata.
    «Al contrario, se non sei interessato a questa…collaborazione, beh allora puoi anche dimenticarti di me» aggiunsi infine, prendendo il mio flauto e strimpellando qualche nota mentre mi avvicinavo di nuovo al masso da cui mi ero alzata minuti prima.


    Edited by Selëne - 16/7/2014, 23:03
     
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    Amicizia...
    Quando mi ero avventurato in cortile tutto cercavo tranne che un rapporto di amicizia!
    Tranquillità, solitudine, isolamento dalla curiosità della gente che mi osservava ogni passo facevo...
    Certo se fossi stato un po' più socievole, rispondendo a qualcuna delle domande che mi facevano forse avrebbero smesso di essere così curiosi, forse...
    Ma perché la gente non poteva vivere tranquilla per i fatti suoi senza impicciarsi degli affar altrui?
    Ovvio che poi quelli come me si isolavano in cerca di tranquillità e solitudine... un po' meno ovvio invece è che facessero richiesta di amicizia al primo che incontrano..
    Perché quella strana, improvvisa, richiesta di amicizia mi era stata fatta da un demone come me!
    Anche se la ragazza dai rosei capelli era il demone più strano che avessi incontrato.
    Non voleva amici, a parte il corvaccio che portava sulla spalla, secondo lei la complicità comportava anche il tradimento; per questo aveva usato il termine amici invece di complici.
    Non potei che assentire, ma anche gli amici tradiscono e se lo fanno è ancora più doloroso...
    «Vero!
    Però il tradimento di un amico fa ancora più male...»

    non potei trattenermi da dire
    (E forse è proprio per questo che non vogliamo, o abbiamo, amici...)
    mi ritrovai a pensare per la prima volta mentre con la coda dell'occhio la osservavo muoversi in cerchio attorno a me.
    «Il tuo aiuto?»
    chiesi alzando un sopracciglio con aria tra lo scettico e il divertito.
    Quella ragazzina più che offrire aiuto sembrava aver bisogno di aiuto.
    Decisi di stare al gioco e vedere fin dove si sarebbe spinta.
    La cosa si stava facendo interessante, ed erano poche le cose che attiravano il mio interesse.. soprattutto in quel posto!
    «Fedeltà...»
    pronunciai lentamente e quasi sottovoce quella parola
    «La fedeltà implica un rapporto molto stretto tra due persone...
    Chiamalo amicizia, complicità... o come vuoi...»

    La vidi avvicinare il viso al mio mentre affermava di potermi aiutare a tenere a bada i fantasmi del passato dal quale stavo fuggendo.
    Inclinai la testa di lato e avvicinai di più il viso
    «E tu da cosa stai scappando Eris?»
    sorrisi prima di allontanare il volto dal suo.
    La osservai allontanarsi, tirare di nuovo fuori il flauto, dopo aver sentenziato che potevo anche dimenticarmi di lei se non ero interessato alla sua offerta.
    Affondai la mani nelle tasche mentre ascoltavo le note dello strumento della ragazza
    (In fondo perché no...)
    mi trovai a pensare mentre lentamente la raggiungevo alle spalle
    «D'accordo...»
    abbassai il volto e avvicinai le labbra al suo orecchio
    «Ma non mi tradire Eris...»
    dissi in un soffio prima di rialzarmi e lanciare un'occhiataccia al corvo.



    Edited by .:Kym:. - 2/10/2014, 18:12
     
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  13. Selëne
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    Ruolata
    Ero quasi certa che Lestat, dopo quella bizzara proposta, avrebbe girato i tacchi e se ne sarebbe andato senza dire una parola, ma rimasi piacevolmente sorpresa dal vedere che, invece, iniziò a valutarla seriamente. Anche lui non ammetteva l’idea di un possibile tradimento futuro, sottolineando che, con questo accordo, se ci fosse stato, sarebbe stato anche peggiore, io comunque non avevo alcuna intenzione di giocargli brutti scherzi, la mia era una sincera richiesta d’aiuto, e probabilmente se ne era accorto pure lui.
    «La fedeltà implica un rapporto molto stretto tra due persone...Chiamalo amicizia, complicità... o come vuoi...» fu ciò che mi disse mentre proponevo il nostro “piccolo” patto. Ripensai a quella frase cogliendone un significato più profondo; si fidava già di me? Stentavo a credere che di lì a poco si sarebbe confidato con una perfetta sconosciuta, perciò cercai di non illudermi e non mi ci volle molto prima di intuire che forse stava vivendo tutto questo come un gioco, esattamente come me.
    Da cosa stavo scappando? Era una bella domanda, ma ovviamente non avrebbe avuto una risposta concreta, non per il momento almeno. Toccai delicatamente il mio ciondolo di rubino acceso, quasi pulsante, provando un certo sollievo nel vedere parte della mia aura demoniaca, la peggiore, contenuta in quel fragile cimelio.
    Mi rendevo conto che prima o poi avrei dovuto anche mostrargli la mia vera forma, ma ogni cosa doveva essere rivelata a tempo debito, non volevo certo farlo scappare a gambe levate. Mentre, con la coda dell’occhio, notavo che il giovane demone si avvicinava verso di me, forse per dare una risposta alla mia proposta, scostai delicatamente il flauto dalle mie labbra, portando poi lo sguardo fisso davanti a me, scrutando l’orizzonte, in attesa.
    «D'accordo...» sentii un dolce tepore vicino al mio orecchio «Ma non mi tradire Eris...» mi sussurrò infine, mentre le mie labbra si aprivano in un sorriso compiaciuto.
    «Non mi tradire kyah! » lo imitò Noir, due o tre volte, mentre svolazzava in giro per poi adagiarsi su un ramo. Lo guardai per qualche secondo, pensando a cosa dire ora che il nostro accordo era stato “stipulato”.
    «Hai la mia parola» mi voltai verso di lui « e io mantengo sempre le mie promesse» sorrisi, cercando di sembrare il più sincera possibile. Mi alzai leggiadra dal masso, lasciando appoggiato il flauto, e mi avvicinai a lui, in modo da poter osservare ancora i suoi occhi.
    «Ma se non ti fidi possiamo “sigillare” il nostro patto alla vecchia maniera, cosa preferisci? Un pegno di sangue, un sigillo sul corpo, un giuramento magico, un bacio..?» scherzai, pensando ai “veri” patti, quelli che ero solita fare con umani e altri esseri insignificanti bisognosi d’aiuto in cambio di valide offerte.
    «Ad ogni modo prometto di esserti…fedele» ridacchiai «..si, fedele proprio come un cagnolino, ma tu dovrai aiutarmi quando te lo chiederò, cosa che per tua fortuna potrebbe accadere tra molto, moltissimo tempo. Le… persone da cui sono scappata sono molto pericolose e scaltre, ma credo che due demoni come noi saranno in grado di fronteggiarli senza troppi problemi.» Avrei accennato alla stregoneria a tempo debito, prima ero curiosa di sapere quali poteri nascondeva Lestat, sicura che si trattava di qualcosa di potente, tanto era unica e affascinante la sua aura.
    Lo fissai un pò, di nuovo, con un mezzo sorriso stampato in faccia. Notai che il soffermare il mio sguardo sui suoi lineamenti mi piaceva non poco, ma presi la cosa con molta leggerezza e mi rallegrai pensando che presto avrei passato molto tempo con quel "bel faccino".


    Edited by Selëne - 16/7/2014, 23:02
     
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    Lestat MorgensternRazza: Mezzo-Sangue Classe: Mago Rosso
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    Quella mattina ero uscito con la speranza di restarmene tranquillo in disparte ignorato da tutti.
    L'idea di fare nuove conoscenze, chiacchierare amabilmente con persone sconosciute che si divertivano a ficcare il naso negli affari altrui non rientrava nei miei progetti del giorno...
    anzi non rientrava proprio nei miei progetti di qualsiasi giorno!
    Colore degli occhi e unghie nere... questi erano gli unici argomenti che affrontava chi lo incontrava per la prima volta.
    Sempre quelli... banali, prevedibili, noiosi...
    Niente da stupirsi quindi se evitavo i contatti con gli estranei!
    E allora perché mi ero avvicinato a quel masso?
    Era molto probabile che sarei stato scoperto...
    Incantato dalla musica?
    Si, non era male ma ne avevo sentite di migliori...
    Era forse l'aura della ragazza che mi aveva attirato?
    O la strana combinazione tra la sua aura e la musica tutt'altro demoniaca che stava suonando?
    Difficile dirlo... così com'era difficile dire perché non mi ero allontanato subito dopo essere stato scoperto.
    Curiosità? Si, ero decisamente un tipo curioso...
    Ma difficilmente venivo scoperto... e questa cosa mi incuriosiva ancora di più e acuiva ancora di più il mio interesse nei confronti di quello strano demone.
    Agitai una mano per allontanare il corvo che più che altro sembrava un pappagallo travestito visto che ripeteva quello che avevo appena detto, mentre la osservavo alzarsi lentamente dal masso.
    Non mi tradire! le avevo detto e lei mi diede la sua parola aggiungendo che manteneva sempre le promesse
    «Molto bene...»
    dissi con un leggero sorrisino a metà tra il malizioso e il compiaciuto.
    Alzai un sopracciglio divertito quando mi propose vari tipi di patti per suggellare il nostro accordo.
    «Un bacio?»
    ripetei con un nota divertita nella voce.
    Strinsi leggermente gli occhi e abbassai il mio viso verso il suo, avvicinai le mie labbra alle sue e rimasi fermo per qualche secondo per poi spostarmi di qualche centimetro e proseguire verso il suo orecchio
    «Strano demone davvero...
    Ma molto interessante!»

    mormorai prima di rialzarmi e affondare le mani nelle tasche dei pantaloni.
    «Per me la parola data vale più di mille patti!»
    aggiunsi mentre osservando il corvo che si divertiva a sbeffeggiarmi mi ritrovai a pensare che un sacrifico animale avrei potuto accettarlo!
    La ragazza intanto era tornata a ribadirmi la sua totale fedeltà, come un cagnolino, in cambio del mio aiuto contro alcune persone che avrebbero potuto darle fastidio.
    (Interessante...)
    pensai mentre stavo rivalutando la mia opinione sulla scuola e i suoi studenti.
    «E sia allora!
    Io aiuterò te, ma tu aiuterai me se ce ne fosse bisogno!»

    le dissi mentre con il pollice giocherellavo con l'anello che era diventato improvvisamente freddo.
    Era capitato altre volte e non era mai stato un buon segno, il buon senso mi diceva di annullare il patto ed allontanarmi da Eris.... ma io non avevo mai seguito la voce del buon senso!

     
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