Missione nel regno dei kowka

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  1. Zalya
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    Hikaru Nakasawa
    Classe: Mago Rosso Razza: Demone Numero Stanza: 109 Fama: 5 Affinità: 15 (Ahrën)

    Ruolata
    Quelle tizie non volevano proprio lasciami in pace. Ero quasi sul punto di spingerle via per passare quando una freccia passo sopra la testa della tizia principale che mi importunava, portandole via una ciocca di capelli. "Ma che ca-" guardai verso dove la freccia era stata lanciata e notai che c'era una persona incappucciata. Guardai meglio e... era Ahren! "Ma non le avevo detto di restare con Jean? Che ragazza cocciuta! Però in effetti ci ho messo un po' troppo a tornare. Si sarà preoccupata?" Discusse un po' con quelle ragazze, mentre io restavo in silenzio a guardare la scena, esasperato dalla situazione. Infine Ahren mi si avvicinò e mi afferrò per una manica, trascinandomi via con lei. La tizia però si parò davanti a noi. "E che palle!" pensai tra me e me. Poi... una frase... - Aaaaaahhhh ora capisco! Siamo gelose del fidanzatino, eh? - Divenni di tutti i colori, imbarazzatissimo e... mi spuntarono le orecchie e la coda da gatto. Per fortuna essendo incappucciato non si notò e la coda la tenni nascosta sotto la giacca. "Ci mancava solo questa..." Quelle tizie poi andarono via e Ahren lasciò andare la manica della mia giacca, incrociando le braccia e non guardandomi in faccia. - Hai finito qui? - Mi domandò. Esitai qualche secondo a risponderle... poi, cercando di apparire il più normale possibile le risposi. -S-Sì. Andiamo via.- ero ancora piuttosto imbarazzato e agitato al momento stesso: se si fosse accorta delle orecchie da gatto avrei dovuto spiegarle tutto e... non ne avevo proprio voglia.

     
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    Ahrën Wolfrun
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    Ruolata
    Mi chiedevo perchè mi sentissi così imbarazzata: le parole della ragazza mi rimbombavano ancora in mente, e più ci ripensavo, più mi sentivo le guance calde. Anche il fatto che mi fossi preoccupata per Hikaru, in quella situazione, mi faceva quasi sussultare dall'imbarazzo; e mi rendevo conto che quella reazione non era normale, ma non riuscivo a trovare il coraggio di scavare più a fondo nei miei sentimenti e trovare a una risposta a quella mia reazione. Non riuscivo neanche a guardare il ragazzo in faccia, tanto era l'imbarazzo che provavo; forse avevo anche un po' avevo timore della sua reazione. Però, quando rispose alla mia domanda, tutto mi aspettavo, tranne che fosse... Agitato. Si avvertiva appena la vena imbarazzata nella sua voce, ma quando mi decisi a guardarlo in voto, notai che era un po' rosso anche lui. -S-Sì. Andiamo via.- disse, e in quel momento mi sembrò che ci fosse qualcosa sotto il suo cappuccio; poi però mi dissi che probabilmente la stanchezza e la situazione di prima avevano influenzato anche la mia vista, e per il momento lasciai perdere. Avevo timore che il cuore mi battesse così forte che si potesse addirittura sentire; così tornai a fissare a strada, cercando di fare qualche respiro per calmarmi. Quando riuscii a ritrovare una parvenza di normalità, mi sistemai meglio il cappuccio e mi voltai nuovamente verso Hikaru; poi gli presi una delle due sacche che teneva sotto braccio e mi incamminai verso l'uscita della città. - Q.. Questa la porto io... - dissi soltanto, e minacciai di arrossire di nuovo; però il cappucciomi nascondeva interamente il volto, e per fortuna nessuno riusciva a vedere la mia faccia. Il sonno di poco prima era sparito, e anche il dolore alla caviglia sembrava essersi attenuato; non sapevo se esserne felice o preoccuparmi per l'intensità dell'imbarazzo che mi colpiva in quel momento, ma sperai che con il passare dei minuti sarebbe passato da solo. Non ci disturbò più nessuno; riuscimmo a lasciare la città senza intoppi, e quando fui fuori dalle mura di Ranelia, mi sembrò che mi si fosse tolto un macigno dal cuore. Trattenni a stento un sospiro di sollievo, mentre mi avvicinavo a Jean e lo scioglievo: il cavallo era rimasto buono fino a quel momento, anche se... Si era mangiato parte della legna che avevo raccolto prima. Lo guardai male, ma notai che c'era ancora abbastanza legno per accendere il fuoco; almeno, non avremmo passato la notte al freddo. Anche se freddo ormai non ne avevo più... Mi gettai nuovamente il cappuccio sulle spalle, mentre spostavo le provviste nelle bisaccie legate sul dorso di Jean; notai che c'era poca roba, ma tanto ci sarebbe bastata per i giorni restanti. - Allora, dove ci accampiamo? - chiesi, raccogliendo la legna e prendendo Jean per le briglie, per poi guardare Hikaru; il ragazzo non si era ancora tolto il cappuccio... Che stesse nascondendo qualcosa? - Beh, se non riguarda la missione, non sono comunque affari miei... - pensai, anche se avvertii una punta di curiosità farsi largo tra le varie emozioni.

     
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  3. Zalya
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    Hikaru Nakasawa
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    Uscimmo della città senza avere ulteriori problemi. Sfortunatamente avrei dovuto tenermi il cappuccio in testa per molte ore: Quelle maledetta orecchie comparivano in un secondo ma per scomparire ci avrebbero messo ore... speravo solo che Ahren non se ne accorgesse. Arrivò il momento di scegliere dove accamparci, mi guardai un po' intorno. Poco lontano trovai un posto adatto vicino a un albero, indicai quel punto con una mano. -Là.- Riuscii a tornare calmo e di poche parole, fortunatamente. Una volta raggiunto il punto prestabilito cominciai a radunare alcune pietre disponendole a terra formando un cerchio e poi radunai i rami dentro di esso. Ora bisognava solo accenderlo. Aprii il palmo della mano dirigendolo verso i rami e feci uscire una lieve fiammella dalla mano. Per fortuna prese subito. Mi sedetti a gambe incrociate istigando il fuoco con un bastoncino in modo di alzare le fiamme, nel frattempo osservavo Ahren camminare un po' più facilmente. "Che le sia passato il dolore alla caviglia? Dovrei chiederle come sta? Però non sa che ho capito... mmhhh..." Feci spallucce, tornando a guardare il fuoco. -Ah sì... grazie per prima.- Almeno quello dovevo dirlo, dopotutto mi aveva risparmiato di alzare le mani su delle donne, una cosa che non vorrei mai fare. Di colpo successe una cosa inaspettata: un forte vento inaspettato passò fra noi due togliendomi il cappuccio e facendomi assumere un'aria sconvolta: ero fritto.

     
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    Ahrën Wolfrun
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    Hikaru sembrava davvero strano: più passava il tempo più sembrava restio a togliersi il cappuccio, cosa che mi dava non poco da pensare; ormai eravamo usciti dalla città, e non dovevano esserci altri problemi; allora perchè si ostinava a tenere il capo coperto? Più passavano i minuti, più ero convinta che stesse nascondendo qualcosa. - Qualunque cosa sia, è successo solo adesso... Prima non stava nascondendo la testa. - pensai, mentre il ragazzo mi indicava un albero con un cenno della mano e ci dirigevamo sotto di esso. Una volta arrivati, lui cominciò ad accendere il fuoco con delle pietre e i rami che avevo recuperato; intanto io tirai fuori dalle bisaccie qualche pezzo di carne e una pagnotta ciascuna, recuperando due pietre piatte e ponendovi sopra la nostra cena. Non era un granchè, ma almeno ci avrebbe fatto arrivare alla mattina dopo; ormai ero anche fin troppo stanca per cercare di preparare qualcosa di più buono, e dubitavo che avrei avuto anche il tempo per gustarmi il cibo: avevo decisamente troppa fame per pensare a una cosa del genere in quel momento. Per qualche strana ragione mi sentii fissata, ma quando alzai lo sguardo, Hikaru stava guardando il fuoco. - Mh? Me lo sarò sognato... - pensai, mettendomi a sedere accanto al fuoco e attizzandolo un po' con un bastoncino. -Ah sì... grazie per prima.- disse il ragazzo, sempre lo sguardo rivolto sulle fiamme. Arrossii un po'; la mente mi riportava alla situzione di poco prima, e mi bastava poco per imbarazzarmi di nuovo. - Ah... Prego. - risposi, mentre controllavo la carne; ormai sembrava essere pronta, così avvicinai la pietra e la pagnotta a Hikaru. - Ecco qua.. Buon appetito. - aggiunsi poi, cercando di sorridere al ragazzo e spezzando a metà la mia pagnotta. Ma prima ancora che potessi addentare il primo boccone, successe qualcosa di ancora più inaspettato; una folata di vento attraversò l'accampamento, così forte da far muovere il fuoco - che per poco non si spense - e far scivolare il cappuccio a Hikaru. Bastò guardare un attimo la testa del ragazzo, per capire perchè aveva portato il cappuccio tutto il tempo: un paio di orecchie gli spuntavano dalla sommità del capo; orecchie che assomigliavano in particolar modo a quelle di un gatto. Rimasi un po' a bocca aperta, senza sapere cosa dire: prima quelle orecchie non c'erano! Mi cadde il pane di mano dalla stupore. Che fosse un mezzosangue tra un Kowka e un Demone, quindi? - Ma... Ma.... - balbettai, senza riuscire a trovare una risposta i miei interrogativi. - ... Ma che ti è successo!? - dissi poi, fissando prima le sue orecchie, poi la faccia sconvolta del ragazzo. Vedendo la faccia di Hikaru, non potei impedirmi di ridere; cercai di soffocare le risate prima che si sentissero, ma ormai il danno era fatto. Era veramente scioccato: era evidente che aveva provato a nascondere quelle orecchie per tutto il tempo, e in un attimo, il vento aveva rovinato tutto.



    Edited by «Anhÿlia; - 30/5/2014, 17:09
     
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  5. Zalya
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    Hikaru Nakasawa
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    La cosa che tentavo di nascondere a tutti alla fine venne a galla... Ahren mi guardava a bocca aperta, le cadde addirittura la pagnotta dalle mani. Purtroppo la domanda venne spontanea: - ... Ma che ti è successo!? -
    Ero ancora mezzo sconvolto, ma dopo poco mi ripresi, rimettendomi il cappuccio e cercando di non incrociare il suo sguardo.
    -E'... una storia lunga.- fissai il fuoco con sguardo assente -Ma immagino di doverti dare delle spiegazioni. Cercherò di essere il più breve possibile. Prima di tutto... NON sono un mezzo sangue. Semplicemente in uno dei miei viaggi un tizio mi ha lanciato una maledizione e...- Mi bloccai. "Un momento... non posso dirle che mi spuntano orecchie e coda da gatto quando provo forti emozioni... cosa mi invento, ora?!" -E niente. Ogni tanto mi sbucano. Tutto qui.- Avevo fatto a meno di dirle che quando starnutivo mi trasformavo in un gatto. Era già imbarazzante di suo la situazione, e poi... beh, non volevo farmi conoscere troppo.

     
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    Ahrën Wolfrun
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    Mentre il ragazzo mi raccontava a cos'erano dovute quelle orecchie, un po' mi sentii in colpa per aver riso: sembrava una questione decisamente seria, e a giudicare dalla faccia del mio compagno, anche piuttosto imbarazzante. -Prima di tutto... NON sono un mezzo sangue. Semplicemente in uno dei miei viaggi un tizio mi ha lanciato una maledizione e... E niente. Ogni tanto mi sbucano. Tutto qui.- Hikaru sembrò indeciso sul dirmi in quali circostanze gli apparivano quelle orecchie da gatto; mi venne il sospetto che non mi avesse raccontato tutto, ma lascai perdere. In fondo, era già abbastanza strano che mi avesse raccontato qualcosa in più su di sè. - Dev'essere parecchio fastidiosa questa maledizione... - dissi, mentre recuperavo la mia cena e mi mettevo a mangiare; nonostante potesse apparire quasi divertente agli occhi di qualcun altro, intuivo quanto potesse essere seccante una maledizione che trasformava il suo possessore senza neanche una ragione ben precisa. La conversazione, di lì in poi, cadde nel vuoto; ripensavo a tutto quello che era successo quella giornata, e ogni tanto ravvivavo il fuoco con il bastoncino di prima. Notai che ormai era notte fonda; tra qualche ora sarebbe sorta nuovamente l'alba, e per allora, saremmo dovuti partire nuovamente. Era meglio approfittare delle ore che ci separavano dal giorno dopo per riposare; quella giornata - almeno per me - era stata decisamente stancante, e quella che si preannunciava probabilmente era simile. - Beh, direi che sia ora di dormire. Buonanotte, Hikaru. - dissi, sorridendo al ragazzo e allontanandomi un po' dal fuoco; mi fermai vicino alle radici dell'albero, dove mi slacciai il mantello dalle spalle e lo misi a terra, come a imitare una coperta. Una volta slacciata l'armatura che tenevo sul braccio e sopra la tunica, mi sdraiai sopra il mantello, mentre scioglievo il nastro che mi legava i capelli; ero sempre stata abituata a dormire con i capelli sciolti, e anche se la notte non sembrava troppo fredda, mi avrebbero comunque riscaldato un po'. Alzai le braccia e le incrociai dietro la testa, fissando così il il cielo: mi sembrava di essere tornata a qualche mese addietro, quando dell'Aninthea non conoscevo neanche il nome. Se non fosse stato per il fatto che stavo viaggiando per conto dei maestri dell'Accademia, avrei potuto giurare di essere ancora a vagabondare in giro; non avevo fatto altro per molti anni, dato che non mi era rimasto più nessun parente con cui vivere, e quello era lo stile di vita che più mi era familiare.
    Per qualche strana ragione, anche se ero decisamente stanca, non riuscivo a dormire; le palpebre non volevano proprio volerne sapere di chiudersi, e la mia mente continuava a vagare tra i pensieri e i ricordi. - Mi sa che non riuscirò a dormire tanto presto... Di nuovo. - pensai, liberando un mezzo sospiro e continuando a fissare il cielo. Non era la prima volta che mi capitava di restare sveglia a pensare; quel fenomeno si era ripetuto più che altro nei primi anni dopo la distruzione della mia casa, ma a volte ancora nel presente la mia mente continuava a tormentarmi, non lasciandomi prendere sonno.

     
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  7. Zalya
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    Hikaru Nakasawa
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    Ruolata
    Pensavo che Ahren si sarebbe messa a ridere, dopotutto la mia era una sfiga allucinante... invece sembrò capire quanto fosse grave la cosa. Di lì a poco non ci fu più niente da dire e mangiammo in silenzio, senza dire più una singola parola. E a me andava benissimo. Il buio calò presto, Ahren mi diede la buonanotte e andò a dormire ai piedi dell'albero. Io non dormivo mai molto, quindi restai ancora un po' accanto al fuoco. Dopo un po' mi stufai e mi alzai facendo un giro nei dintorni, senza allontanarmi troppo, ovviamente. Alzai lo sguardo al cielo, pensando al mio passato: tanti ricordi malinconici attraversarono la mia mente. E tra tutti quei ricordi, sbucò fuori la figura della mia sorellina, così piccola ma con un grandissimo sorriso. Chissà se era ancora viva... chissà se l'avrei mai rivista... mi venne il magone, a momenti rischiavo di piangere. Abbassai la testa sospirando. "Fino a che non avrò prove che non è morta... continuerò a cercarla. Sono passati tanti anni, non si può mai sapere cosa le sia successo... Eiko... ti ritroverò, lo giuro!" Dopo un po' tornai dal focolare, mi arrampicai sull'albero e mi misi a dormire su un ramo abbastanza spesso.
    La mattina arrivò presto e alle prime luci dell'alba partimmo per proseguire il nostro viaggio, arrivando finalmente a Nran, il luogo della missione.
    Appena arrivati scesi dal cavallo e come sempre aiutai Ahren a scendere. Ma di colpo, sentii toccarmi le gambe più volte, e mi irrigidii. Guardai giù e vari gatti si erano messi a strusciarsi sui miei pantaloni. Ma bene. Oltre che ai mezzi gatto c'erano pure gatti veri e propri. A causa della mia maledizione ho cominciato a detestare un tantino i gatti, anche perchè per qualche motivo percepiscono quel che posso diventare e mi restano appiccicati come piovre. Cercai ai allontanarli, ma senza successo. Allora sbuffai seccato, incrociando le braccia. -Odio già questo posto...- borbottai tra me e me.

     
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    Ahrën Wolfrun
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    La mattina dopo arrivò forse anche troppo velocemente: non mi ero mai accorta di essermi addormentata, e quando i raggi del sole nascente mi svegliarono, rimasi non poco sorpresa. Avevo avuto una notte senza incubi strani, per fortuna: ma nonostante ciò, mi sentivo ugualmente stanca; forse, era per via del giorno prima, che si era rivelato non poco pesante. Poco dopo io e Hikaru partimmo: ma, dopo la discussione avuta con la ragazza della sera prima, stargli così vicino mi imbarazzava un po'...
    Per fortuna, quella volta, il viaggio continuò senza intoppi: niente mostri mangia-uomini e fughe disperate ad accompagnarci verso Nran.
    - Menomale... - pensai tra me e me, mentre Hikaru ci guidava entrambi verso la meta, - non penso di poter riuscire a combattere in una maniera più sicura.. mi dissi, ripensando al giorno prima. Come previsto, arrivammo alla città sul calar della sera: ormai il sole stava tramontando, e probabilmente, il tempo per le ricerche sul ladro misterioso sarebbe stato davvero poco. - Forse è meglio aspettare domani mattina... - pensai, mentre mi appoggiavo a Hikaru per scendere dal cavallo e osservavo le alte mura della città. Però erano già passati due giorni del tempo a nostra disposizione; non avevamo tempo da sprecare, senza contare che probabilmente il ladro avrebbe agito preferibilmente di sera... - Forse ho solo paura... Non so cosa fare... - realizzai, osservando Nran: quella era la prima volta che dovevo risolvere dei problemi. Quindi quell'ansia era normale... O no? Non sapevo che pensare. Sapevo soltanto che a lungo andare quell'ansia non avrebbe fatto altro che crescere: quando per un fatto, quando per un altro. Non me ne sarei più sbarazzata. Dovevo liberarmene subito, eppure... Non ci riuscivo. - Non c'è bisogno di essere così tesi. Vedi di tranquilizzarti. Non avere la mente lucida potrebbe costarti la vita. - tutt'a un tratto, le parole che Hikaru mi aveva rivolto il giorno prima mi tornarono in mente: sospirai, rendendomi conto anche da sola che tutta quella paura non faceva bene nè a me nè alla missione. In qualche modo riuscii a calmarmi, ma sapevo che quell'ansia era soltanto sopita da qualche parte all'interno del mio animo; sarebbe tornata nei momenti peggiori... Ma non riuscivo ad eliminarla; forse quella paura mi rendeva guardinga nei confronti di tutto, e poteva fare anche bene... Se la mia non fosse stata una preoccupazione decisamente eccessiva.
    Il mio sguardo cadde su una delle guardie che sorvegliavano il cancello che faceva d'entrata a Nran: o meglio, sulla leva che la sentinella stava girando... E che stava facendo chiudere il cancello. - Ma cosa!? - pensai, ma non potei fare niente per impedire che il cancello venisse chiuso: quando mossi i primi passi verso la guardia, esso era già stato chiuso del tutto. - Evidentemente qui la notte chiudono le entrate della città... - mormorai tra me e me, mentre pensavo sul da farsi, - Ovvero: siamo bloccati qui fino a domani mattina.- . Ormai non potevamo più uscire: avremmo dovuto aspettare la mattina dopo per rivedere la piana di Evesaje, e per quella notte, eravamo rinchiusi tra le mura di quella città. Ero più che sicura che anche le altre uscite fossero bloccate: forse da qualche parte esisteva un'uscita secondaria, magari per i canali di scolo, e sicuramente era troppo piccola per far passare Jean; senza contare che non essendo mai stata in quel luogo, non avrei neanche saputo da che parte cominciare. In ogni caso, la missione veniva prima. Sicuramente avremmo dovuto prenotare una stanza a una qualche locanda: anche decidendo di cercare il ladro di notte, non avremmo potuto portarci dietro Jean e sperare di passare inosservati; in questo caso, le stalle di cui erano fornite le taverne si rivelavano molto utili. Però, su come cercare il ladro, non avevo idee... Forse avremmo dovuto parlare con qualche abitante della città e informarci meglio sull'obiettivo della nostra missione? Il foglio rilasciatoci dall'Accademia diceva di indagare, si, ma non dove e non come farlo. Per caso dovevamo invece perlustrare la città e aspettare finchè il ladro misterioso non si fosse fatto sentire? Non saremmo riusciti a risolvere quel caso in un giorno soltanto. - Forse è meglio affittare una stanza a una qualche locanda... - dissi a Hikaru, mentre cercavo il mio marsupio per contare quanti soldi avevo con me; ma per poco, quello - proprio come la pagnotta della sera precedente - non mi cascava di mano. Il ragazzo era attorniato da gatti, che si strusciavano su di lui e miagolavano felici. Inutile dire che lo stato d'animo era tutt'altro che felice: anzi, sembrava guardare quei gatti quasi con odio... - Comprensibile, dato la maledizione che lo affligge... Ma anche questi gatti saranno giunti qui a causa sua? - pensai, fissando sbalordita i gatti che circondavano Hikaru.

     
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  9. Zalya
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    Hikaru Nakasawa
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    A un certo punto notai che Ahren mi guardava sbalordita. Le lanciai un'occhiata come per dire: guai a te se ti metti a ridere. Tutte le volte che venivo accerchiato dai gatti tutti mi prendevano in giro, quindi avevo imparato a minacciare con lo sguardo chiunque potesse provarci. -Sì. Andiamo ad affittare una stanza e poi mettiamoci al lavoro. I ladri agiscono la notte, quindi non sarà difficile individuarlo.- Forse sarebbe stato meglio chiedere prima informazioni in giro, ma l'istinto mi diceva che sarei riuscito a stanarlo anche senza. Cercammo per un po', alla fine trovammo una locanda con prezzi molto bassi. Non sembrava tanto accogliente e il tizio che segnava le prenotazioni se la dormiva sempre, ma meglio di niente. Una volta usciti, guardai Ahren dritta negli occhi.
    -Ascoltami, probabilmente questo ladro vaga sui tetti per non essere visto troppo. Ok, sicuramente quasi TUTTI i kowka si fanno i giretti sui tetti, ma è già qualcosa. Ora però devi scegliere: O vieni con me sui tetti o resti giù a cercare informazioni. Sinceramente credo di poterlo trovare anche senza. Cosa decidi, dunque?- Le diedi una scelta da fare, dopotutto era una squadra e non potevo decidere per tutti. Magari aveva un modo diverso di agire.

     
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    Ahrën Wolfrun
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    L'occhiataccia che mi rivolse Hikaru non appena si accorse della mia espressione mi lasciò un po' interdetta: non ero affatto divertita dalla sua condizione... Ma soltanto curiosa. Non capitava spesso di incontrare persone con una maledizione: ancor meno con una maledizione così particolare. Per fortuna però, la situazione mi fece dimenticare presto di quei gatti che seguivano il ragazzo ovunque andasse; dovevamo prima trovare una locanda, e poi cercare il ladro. Evidentemente, dovevamo indagare di sera: come avevo intuito era il momento più propizio in cui il ladro avrebbe agito, e quindi, avremmo dovuto muoverci con il calare delle ombre. Perlustrammo praticamente tutta la città, in cerca di una locanda a basso prezzo: quando la trovammo la notte stava già ricoprendo ogni cosa, e quindi non avevamo molto tempo per sistemarci: il ladro avrebbe agito da un momento all'altro, e non c'era tempo da perdere. Unendo i soldi di entrambi, come proposto da Hikaru la sera prima, riuscimmo a prendere una stanza, e anche a farci avanzare qualche secondo. - Menomale... Pensai... - mentre il locandiere, ancora mezzo addormentato - che non sembrava avere molti clienti, a giudicare dal suo comportamento e dalla "cura" con cui teneva la taverna -, faceva condurre Jean nelle stalle da un suo dipendente. Non avevamo neanche il tempo di ambientarci nella stanza: ma a giudicare dalle mura scrostate e dall'aspetto cadente della locanda... Potevamo immaginare che aspetto avrebbe avuto la camera assegnataci. - Però almeno il cibo sembra buono... E non abbiamo pagato poi così molto. - pensai, mentre prendevo la chiave della stanza e la mettevo nel marsupio, insieme ai miei altri pochi averi. Infatti era pressapoco ora di cena, e l'odore che proveniva dalle cucine delle locande era invitante... Ma non c'era tempo per riposare; Hikaru si era già diretto fuori dalla taverna, e così lo seguii. Non ebbi neanche il tempo di pensare da quale luogo saremmo dovuti partire, che lo sguardo del ragazzo mi inchiodò sul posto. Ascoltami, probabilmente questo ladro vaga sui tetti per non essere visto troppo. - disse, e mi spiegava la situazione: probabilmente tutti i gatti si arrampicavano sui tetti, e forse per quello era il primo luogo in cui cercare. Nonostante tutto, dovevo fare una scelta: o seguirlo sui tetti, o restare a cercare informazioni. Sembrava una scelta su cui c'era bisogno di pensare, ma in cuor mio avevo già deciso: in fondo, probabilmente molti mi avrebbero dato della pazza se mi fossi messa a chiedere informazioni a destra e a manca senza neanche un documento ufficiale: non pensavo proprio che la pergamena della missione, che neanche aveva un timbro riconoscibile, sarebbe servita a molto. Inoltre, non avevo la minima idea di dove cominciare a cercare... Hikaru sembrava avere le idee molto più chiare di me, quindi decisi di fare affidamento su di lui. In fondo eravamo una squadra, no? - Vengo con te... In effetti non saprei da dove cominciare... - dissi, spiegando anche le ragioni della mia scelta; era quanto più sincera riuscivo ad essere senza passare per una completa idiota. Cominciai subito a incordare l'arco: se avessimo avvistato il ladro subito, non potevo perdere l'occasione di bloccarlo con una freccia, anche se non avevo intenzione di ferirlo; in fondo non sembrava pericoloso, dato che comunque restituiva le cose che rubava. Però andava fermato comunque.

     
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  11. Zalya
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    Hikaru Nakasawa
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    -Ok. Ma non credere che resterò ad aspettarti nel caso rimani indietro.- A quel punto approfittando di alcune casse messe a scaletta lungo un muro con pochi salti arrivai sui tetti della città. Come temevo, c'erano non pochi Kowka su di essi. Sarebbe stato un grosso problema. Mi guardai intorno, escogitando qualche idea. "Vediamo... essendo un ladro, dovrebbe essere vestito come tale... no?" però poi guardai i kowka poco lontani da me. "Aspetta un secondo... ma... la maggior parte dei kowka SONO ladri! E adesso?" Guardai Ahren perplesso -Qualche idea? Io direi di appostarci da qualche parte, anche se... beh... quasi tutti i kowka sono ladri. Come facciamo?- fu in quel momento che notai un ragazzino piuttosto sospetto allontanarsi dal gruppo cominciando a saltellare via. Il mio istinto... mi mise in allerta, così senza dir niente ad Ahren partii subito a inseguirlo. Ahimè sembrò accorgersi di me e aumentò la velocità. Mi fermai, non potevo riuscire a stargli dietro. A meno che... "Avrei voluto non dover ricorrere a questo, ma..." mi voltai cercando Ahren, e appena la vidi -Presto! Aiutami a starnutire!-

     
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    Ahrën Wolfrun
    Classe: Arciere Oscuro Razza: Angelo Numero Stanza: 110 Fama: +5 Affinità: +15 (Hikaru)

    Ruolata
    -Ok. Ma non credere che resterò ad aspettarti nel caso rimani indietro.- detto questo, il ragazzo cominciò a arrampicarsi su delle casse poste lì vicino: assunsi un'aria imbronciata, mentre seguivo Hikaru sui tetti con qualche salto; sapevo che la situazione attuale non accettava ritardatari, e se mi fossi persa, avrei dovuto cavarmela da sola. Lì non sembravano esserci troppi problemi, a parte il ladro che comunque seminava soltanto un po' di scompiglio; quindi, anche se la mia goffaggine mi avesse ostacolato, non avrei rischiato più del dovuto. Forse non sembrava, ma grazie all'addestramento che mi era stato impartito, avevo sviluppato una certa agilità: anche se, ovviamente, non era neanche comparabile a quella che possedevano i Kowka. Più di una volta quella caratteristica mi aveva salvato da morte certa; speravo almeno di poter rimanere dietro al mio compagno di missione. Ma poco dopo, contrariamente alle mie aspettative, Hikaru si fermò, perplesso, e poco mancò che non andassi a sbattere contro la sua schiena. -Qualche idea? Io direi di appostarci da qualche parte, anche se... beh... quasi tutti i kowka sono ladri. Come facciamo?- chiese, e lì non seppi che rispondere; non avevo proprio idea di come riconoscere un ladro in un covo di ladri. - Io non... - cominciai a dire, ma subito dopo una serie di supposizioni mi interruppero: forse... - Beh, ho già rubato qualche volta... E facevo di tutto per passare inosservata; in fondo, un ladro non deve fare rumore, figuriamoci farsi vedere. E'probabile che il nostro obiettivo non sia neanche un Kowka, e che abbia cominciato a rubare qui per camuffarsi... Forse... - pensai, mentre cominciavo a guardarmi attorno; si, i Kowka erano tutti ladri... Ma probabilmente il ladro che cercavamo noi voleva passare più inosservato degli altri. - ... Dovremmo cercare qualcuno di più furtivo degli altri... Non credo serva a molto appostarci, forse dovremmo continuare a perlust... - venni interrotta di nuovo, ma questa volta non era nè un'idea in più nè qualche pensiero strano. Il mio interlocutore se ne stava andando: guardando nella direzione in cui Hikaru stava correndo, notai un ragazzino del tutto simile all'ideale che mi ero fatta. Veloce, furtivo e guardingo: solo guardandolo, non avevo più dubbi. Mi misi a correre anche io, cercando di fare più veloce che potevo; ma sembrava che i miei sforzi fossero inutili, dato che non riuscivo ad accorciare la distanza che c'era tra me e il ladro, nonostante avessi quasi raggiunto Hikaru. - Uff... Dannazione se quel tizio è veloce! E adesso? - pensai, e per un attimo fui anche tentata di prendere Aren e usufruire delle ali: in fondo, se non volavo in alto... Potevo anche riuscire a prendere il ladro. - Ma è comunque pericoloso... E se mi comporto nuovamente in maniera spericolata questa volta non me la caverò con una sgridata... - pensai, fissando la sciarpa di Hikaru e prendendola come punto di riferimento: così anche se mi perdevo nei miei pensieri, almeno non mi sarei persa. Ma prima che potessi decidere se mi importava più della riuscita della missione o della reazione del ragazzo, quello si fermò di scatto nuovamente, e questa volta, non riuscii a evitare di sbattergli contro, anche se riuscii - per fortuna -, a non cadere. -Presto! Aiutami a starnutire!- gridò il ragazzo, e prima ancora che potessi lamentarmi per le sue fermate improvvise, la sua richiesta mi lasciò senza parole. - ... Eh!? - esclamai, ma non c'era tempo per le spiegazioni: la fiducia era la base per ogni squadra... E non c'era tempo per domande idiote. Più tempo sprecavo lì, più il ladro si allontanava. Così misi una mano nel marsupio, cercando qualcosa che potesse aiutarmi a far starnutire il ragazzo. - Che richiesta strana.. Ma perchè, poi!? Forse si sente male? Che abbia avuto qualche idea per risolvere questo caso? Aaah, non c'è tempo per pensare! - mi dissi, mentre le mie dita si chiudevano su un lingo stiletto; lo tirai fuori dalla borsa, e notai che era la mia penna d'oca preferita, quella che usavo per scrivere. La piuma con cui era costituita avrebbe fatto comodo al caso nostro. Richiusi la borsa, tenendo fisso lo sguardo sul ladro: sembrava essersi stancato, e infatti, la sua corsa era rallentata. - Ora o mai più! - mi dissi, avvicinandomi a Hikaru: ma mi resi conto di un piccolo, seppur cruciale inconveniente... - ... Sei troppo alto, non ci arrivo.. - mormorai, in preda al panico. Peccato che la mia voce fosse troppo bassa per essere sentita, in quel momento. - ... Potresti abbassarti un po'? - chiesi poi, con voce più alta, ma non appena finii la frase, mi resi conto che a occhi esterni quella situazione poteva sembrare decisamente intima... Sembrava quasi che volessi dargli un bacio! Arrossii senza nemmeno rendermene conto, per poi fissare il ragazzino che fuggiva con la coda dell'occhio: si stava dirigendo verso dei tetti più lontani, in direzione di un incrocio; e sembrava avere tutte le intenzioni di sparire dietro l'angolo destro di quest'ultimo. Ma anche concentrarmi sulla missione non mi aiutava a far sbollire l'imbarazzo che mi aveva preso. - N... Non c'è tempo ora per le spiegazioni! - dissi, afferrando la spalla di Hikaru e abbassando il ragazzo a un'altezza a me più conveniente: poi gli strofinai la piuma sul naso, cercando di ignorare la vicinanza tra i nostri volti e sperando che il piano improvvisato avrebbe avuto successo. - Deve... DEVE funzionare! Non ho più tempo per pensare a un altro metodo... E questa situazione è già abbastanza strana di suo... -.

     
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  13. Zalya
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    Hikaru Nakasawa
    Classe: Mago Rosso Razza: Demone Numero Stanza: 109 Fama: 5 Affinità: 15 (Ahrën)

    Ruolata
    La situazione era diventata decisamente... strana. Ahren era così bassina che non riusciva a raggiungermi e quando mi chiese di abbassarmi un po'... provai un goccio di imbarazzo. A chi ci guardava poteva sembrare una richiesta un po' intima. L'imbarazzo stava salendo così forte che le orecchie e la coda da gatto minacciavano di sbucare da un secondo all'altro, ma per fortuna riuscii a trattenermi. Per poco. Molto poco. Mi afferrò per una spalla abbassandomi lei, i nostri visi erano così vicini che riuscivo a sentire il suo respiro su di me. Inevitabilmente le orecchie e la coda mi sbucarono subito e la mia espressione cominciava ad essere strana dato che tentavo il più possibile di nascondere il mio imbarazzo. Odio ammetterlo, ma in fondo sono un ragazzo molto timido, trovarmi così vicino a una ragazza... mi mette agitazione. E non poca. Ma non c'era tempo per pensare a quelle cose! La piuma stava avendo l'effetto desiderato, ed ero sul punto di starnutire. -E... E... ETCIU'!- Una nuvola bianca mi avvolse in un lampo e quando pochissimo dopo si dissolse... ero trasformato. Ero diventato un semplice gatto nero con una sciarpa rossa avvolta al collo. Sospirai pesantemente: odiavo quella forma. Però in fondo la mia maledizione poteva tornarci utile. -Ora cerca di starmi dietro, quel gattastro lo acchiapperò in un secondo!- Le dissi partendo a razzo verso il ladruncolo. In poco tempo riuscii a raggiungerlo e con un salto degno di un vero felino mi aggrappai alla sua testa, coprendogli la visuale usando le zampe. -HA! TI HO PRESO!- In quel momento mi accorsi che il tizio stava andando dritto dritto contro un muro. -OH CAZ- FERMO! FERMATI! C'E' UN MURO! FERMATIIIIIIII!!!- Il tizio non si fermò e pochi secondi prima che sbattessimo entrambi contro il muro, scesi. Il tizio sbattè contro il muro perdendo i sensi e io rimasi a fissarlo. -Oh beh... almeno s'è fermato...-

     
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    Ahrën Wolfrun
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    Ruolata
    Più passavano i secondi, più mi sentivo imbarazzata: a momenti il cuore minacciava di uscirmi dal petto; ormai sembrava quasi un rimbombo. - Dannazione... Non mi è mai capitato di sentirmi così in imbarazzo vicino a un ragazzo... - pensai. L'esperienza del giorno prima non si poteva contare: in quel caso forse sarebbe stato anche nomale imbarazzarsi... Ma non capivo perchè, in quel momento sentivo le guance farsi calde, nè perchè, improvvisamente, non riuscivo a sostenere lo sguardo di Hikaru per più di qualche frazione di secondo. - Non c'è tempo! - continuavo a ripetermi; eppure, ogni secondo trascorreva con una lentezza inesorabile. Quando al ragazzo sbucarono le orecchie da gatto, per qualche ragione incomprensibile, diventai ancora più paonazza: riuscii a sentire le mie guance farsi ancora più rosse, così tanto che temetti che la mia faccia fosse diventata dello stesso colore dei miei capelli. Sapevo che era per via della maledizione che aveva... Ma ogni cosa, in quel momento, avrebbe contribuito a farmi arrossire di più. Ormai non avrebbe avuto senso nascondere la mia faccia: non ci sarei riuscita nemmeno se avessi voluto. -E... E... ETCIU'!- per fortuna, la piuma riuscì nel suo intento: quando riuscii a far starnutire il ragazzo, per un po' sospirai di sollievo, ma subito tornai ad agitarmi: una strana nuvola bianca aveva avvolto il ragazzo, e sembrava essere accaduto qualcosa.... Non potei far altro che assistere con faccia preoccupata a quel qualcosa che si era inghiottito Hikaru, e quando finalmente la coltre si dissolse, al suo posto c'era un gatto nero, con la stessa identica sciarpa che portava il ragazzo al collo. Inutile dire che rimasi a bocca aperta non appena il gatto mi si presentò davanti, ma quando quello parlò con la voce di Hikaru, temetti davvero di avere le visioni. -Ora cerca di starmi dietro, quel gattastro lo acchiapperò in un secondo!- disse, e in un attimo, era già saltato via. - Ma... Ma... - cominciai a dire, completamente shockata. Poi mi ricordai che c'era una missione da portare a termine,e cercai di svuotare la mente dai pensieri, in quel momento; non c'era assolutamente tempo, e il ladro non era certo rimasto lì ad aspettare mentre facevamo i nostri comodi. Anzi, sembrava essere sparito: ma per fortuna Hikaru riuscì a trovarlo e a raggiungerlo... Solo che prima che riuscissi a capire cosa stesse succedendo, lui si mise a gridare e il ragazzino andò a sbattere contro un muro. Non riuscivo a comprendere appieno la situazione, dato che ero lontana; così chiesi uno sforzo supplementare alle mie gambe, evitando all'ultimo tutti i Kowka che mi si paravano davanti. Quando infine arrivai nel luogo in cui il ladro era caduto, per qualche secondo fui costretta a fermarmi e a riprendere fiato. - Uff... Pant... Anche questa... Stai bene? - chiesi al ragazzo - o al gatto? -, mentre mi gettavo indietro i ciuffi della frangia che mi stavano finendo negli occhi. - Fa sempre parte della maledizione? - chiesi poi, cercando di non far pesare troppo quella frase a Hikaru: se era così, un po' ero dispiaciuta che non si fosse fidato abbastanza da rivelarmi tutti i particolari della sua situazione. Probabilmente, se fossimo stati in una situazione più pericolosa, il mio ritardo a causa dello shock avrebbe potuto nuocere a qualcuno... E se per colpa mia qualcuno ci avesse rimesso, non me lo sarei mai perdonata. Poi notai che il ladro, sbattendo contro il muro, aveva perso i sensi; così lo recuperai, e scoprendogli il capo, notai che era addirittura più piccolo di me. - Ma questo qui avrà dieci anni o poco più! - contastai, mentre cercavo di rianimare il bambino - senza successo - e prendevo la sacca che gli era caduta; come volevasi dimostrare, era piena di oggetti tutti diversi tra loro, segno che il ladro era proprio lui. - Chissà cosa lo spinge a rubare... - pensai, mentre mi alzavo nuovamente; quel ragazzino non sembrava avere intenzione di svegliarsi, e probabilmente, una dormita su un letto al posto delle tegole del tetto gli avrebbe fatto bene. - Direi di tornare nella locanda... Ho paura che dovremmo aspettare domani mattina per risolvere questo caso. - dissi a Hikaru, raccogliendo la sacca e caricandomi il ragazzino sulle spalle: il demone non sembrava in condizioni di trasportare oggetti o persone, e tanto, la taverna si trovava poco lontano.

     
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  15. Zalya
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    Hikaru Nakasawa
    Classe: Mago Rosso Razza: Demone Numero Stanza: 109 Fama: 5 Affinità: 15 (Ahrën)

    Ruolata
    Dopo un po', arrivò Ahren. Solo in quel momento cominciai a sentirmi in imbarazzo: il segreto che stavo tentando di nascondere a tutti era inevitabilmente svelato. Mi chiese se stessi bene, e: - Fa sempre parte della maledizione? - Annuii con la testa. Poco dopo recuperò il ladro e togliendogli il cappuccio - Ma questo qui avrà dieci anni o poco più! - Mi girai di scatto avvicinandomi -Come?!- Osservai il ladro e in effetti era molto piccolo. -Assurdo! Ci siamo dovuti smuovere per un mocciosetto?!- Ahren consigliò di portarlo alla locanda, probabilmente avremmo dovuto aspettare domani per avere delle risposte. Annuii senza obbiettare e dopo che Ahren prese il ragazzino sulle spalle, ci dirigemmo verso la locanda. Una volta arrivati, ci fu qualche problema, dato che non facevano entrare gli animali. Ma... seppi convincere bene il locandiere (spaventandolo a morte). Una volta entrati nella nostra camera, il bambino fu appoggiato sul letto. Io saltai su una sedia accovacciandomi. -Chissà... cosa l'ha spinto a fare il ladro a un'età così piccola...- Potevo solo supporre, ma per le risposte avrei dovuto aspettare. Ora però, restava un grosso problema. -Ma... se il bambino dorme sul letto... noi dove dormiamo? Suppongo che mi convenga restare gatto per un po', a questo punto...-

     
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