Missione nel regno dei kowka

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    Ahrën Wolfrun
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    Ruolata
    Mentre ci dirigevamo verso la locanda, non facevo altro che chiedermi il motivo che aveva spinto quel ragazzino a rubare; era davvero molto piccolo, e mi sembrava decisamente strano che un bambino così piccolo fosse costretto a vivere a quel modo. - Evidentemente tutti hanno i propri scheletri nell'armadio... Non penso ci rivelerà così facilmente tutta la storia. - pensai, mentre camminavamo verso la locanda. Ormai era finita, eppure sentivo ancora un po' di ansia dentro me: gettai un'occhiata verso Hikaru, eppure lui sembrava essere apparentemente tranquillo. Mi tornò a mente la nostra vicinanza di prima, e arrossi lievemente; quella scena era ancora decisamente troppo imbarazzante.
    Per fortuna la locanda si trovava poco lontano; ci furono non pochi problemi quando il locandiere notò Hikaru, ma quando il ragazzo gli soffiò contro quello mollò ogni tentativo di accusa. - Che tizio senza spina dorsale... - pensai, mentre ci dirigevamo verso la nostra stanza e incespicavo un po' con le chiavi; non era facile recuperarle mentre trasportavo un ragazzino che mi dormiva sulla schiena - perchè durante il tragitto il suo respiro si era fatto più pesante, e aveva cominciato persino a russare - e portavo una sacca grande quasi quanto me. Ma infine ci riuscii, e la prima cosa che feci fu poggiare il ragazzino sul letto. - Uff, che dolore! - mi lamentai, portandomi le mani al bacino e stirandomi la schiena. Non sembrava, ma era stato davvero faticoso trasportare il ragazzino giù per i tetti di Nran e poi fino alla taverna. Mi sedetti su un angolo del letto, incrociando le mani e trattenendo a stento uno sbadiglio: ero davvero stanca, e soltanto adesso in quel momento di quiete me ne rendevo conto. Fissai Hikaru, che si era acciambellato su una sedia; sembrava che stesse pensando a qualcosa, e infatti qualche secondo dopo espresse la stessa domanda che mi facevo da ormai qualche minuto; perchè quel ragazzino aveva cominciato a rubare? - Chi lo sa... Probabilmente è stato costretto... Non penso lo faccia per svago. - mormorai, azando gli occhi sulla figura che dormiva beatamente nel letto. Almeno mentre dormiva sembrava sereno; mi sfuggì un sorriso, anche se per colpa sua ne avevamo passate di tutti i colori, non ce la facevo proprio ad arrabbiarmi con un bambino. Poi la stanchezza tornò a farsi sentire, e quando cominciai a pensare alla sistemazione, Hikaru mi interruppe ancor prima che potessi escogitare qualcosa. -Ma... se il bambino dorme sul letto... noi dove dormiamo? Suppongo che mi convenga restare gatto per un po', a questo punto...- chiese. Lo fissai con aria preoccupata; in effetti, non ci avevo pensato. Ma quella situazione giovava più a lui che a me. Fissai per qualche secondo il ragazzino e poi Hikaru, e quando il mio sguardò finì sulla poltrona che faceva da arredamento alla stanza, ebbi la risposta in pugno. - Beh, tu in questa forma sei piuttosto piccolo... Potresti pure dormire sul letto, c'è spazio a sufficenza. - dissi, per poi alzarmi dal materasso e dirigermi verso la poltrona. - Io invece passerò la notte qua. E farò anche il primo turno di guardia: se il bambino si sveglia, probabilmente proverà a fuggire... - aggiunsi poi, spostando il mobile accanto al letto e sistemandomici sopra. Come la sera prima, slacciai il mantello per poterlo usare per coprirmi, ma mentre lo stavo facendo... Mi ricordai che probabilmente nell'armadio c'erano alcune coperte. Così mi alzai e andai a controllare, approfittandone anche per chiudere a chiave la porta e la finestra; faceva decisamente freddo quella notte, e non avrei rischiato che il ladro fosse scappato. Non sapevo per quanto sarei riuscita a restare sveglia... Era meglio prendere tutte le precauzioni necessarie. Presi due coperte: ne lanciai una sul mio giaciglio, per poi stendere quell'altra sul letto e fissare Hikaru. - Ecco... Nel caso tu avessi freddo. - dissi, arrossendo terribilmente e voltandomi per sedermi sulla poltrona. - Ti sveglio tra qualche ora... Buona notte. - mormorai, coprendomi con la coperta e sciogliendomi nuovamente i capelli. Dato che dovevo restare sveglia, però, cominciai a fissare la luna fuori dalla finestra, sperando che le tenebre coprissero il rossore sul mio viso.

     
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  2. Zalya
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    Hikaru Nakasawa
    Classe: Mago Rosso Razza: Demone Numero Stanza: 109 Fama: 5 Affinità: 15 (Ahrën)

    Ruolata
    Si vedeva lontano un chilometro che Ahren stava morendo dal sonno. Così scossi la testa. -No, il primo turno lo farò io. Dopotutto sembra che fra noi due quello che ha sonno sei proprio te, Ahren. Farò io da guardia. Tu riposati, ne hai bisogno.-Detto questo mi accovacciai sul letto, senza nemmeno dare la buonanotte. Cominciai a osservare il bambino e non riuscivo a fare a meno a pensare cosa l'abbia potuto spingere a rubare a una così giovane età. "Sarà stato abbandonato?" Pensando a questo, mi intristii un po': essere abbandonati non doveva essere molto bello. Un po' quella sensazione la conoscevo... quando, due anni dopo il disastro al mio villaggio mi svegliai completamente da solo in un luogo sconosciuto, mi sentii letteralmente abbandonato. Ed ecco che mi ritrovavo a pensare al mio passato. Cercai di nuovo di ricordare qualcosa, ma... niente di niente. Anzi, più cercavo di ricordare e più la mia testa mi faceva male... quasi come se non volessi ricordarmi di niente. Dopo un'oretta, il bambino si svegliò di soprassalto. -AHH! M-MAMMA! ... Oh? Dove... dove sono?- Restai accovacciato dov'ero, guardandolo con sguardo inquisitore. -Oh... noto che ti sei svegliato, moccioso.- il piccolo kowka mi guardò sopreso -WHOA! Un gatto che parla!- lo guardai non poco male -... disse il bambino kowka.- il bimbo si mise una mano dietro la nuca, ridacchiando. -Eh eh eh... ops!- Era ora di far qualche domanda al bambino. -Allora... perchè stai combinando guai, eh? Monellaccio che non sei altro!- Il viso del bambino si fece cupo. I-Io… io… sentivo papà lamentarsi dicendo che non riusciva a guadagnare abbastanza e così io… io decisi di rubare delle cose… però… però io… non riuscivo a trovare il coraggio di venderle e così alla fine tornavo a restituire le cose… m-mi dispiace… io… io non volevo… io… ueeeeeeehhhhhhhhhh!!- cominciò a piangere. Sospirai pesantemente, passandogli con la zampa un fazzoletto prima che avesse l'idea di usare la MIA sciarpa per soffiarsi il naso. In fondo non voleva far male a nessuno, voleva solo aiutare i propri genitori. Cosa avremmo dovuto fare, ora? Cosa avremmo detto all'accademia?

     
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    Ahrën Wolfrun
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    Ruolata
    Nonostante mi stessi sforzando per restare sveglia... Le palpebre mi si abbassavano contro la mia volontà; ogni volta temevo che non mi sarei più risvegliata, ma non riuscivo proprio a lasciarmi andare e addormentarmi come si deve; ormai avevo fatto una promessa, e sarei riuscita a mantenerla, in un modo o nell'altro. Però non potevo impedirmi di ciondolare dal sonno; era sata comunque una giornata pesante, quella, e gli sbadigli venivano quasi naturali a quell'ora della notte. Dalla stanchezza mi ero persino dimenticata la cena! - Vorrà dire che mangeremo di più a colazione, domani mattina... - pensai, cercando di distrarmi anche con fatti inutili come quello: se avessi tenuto la mente sgombra mi sarei addormentata senza neanche accorgermene... E dato che ciò accadeva anche mentre pensavo, dovevo assolutamente trovare un modo per migliorare la mia resistenza al sonno! -No, il primo turno lo farò io. Dopotutto sembra che fra noi due quello che ha sonno sei proprio te, Ahren. Farò io da guardia. Tu riposati, ne hai bisogno.- le parole di Hikaru mi risollevarono dal filo di pensieri che mi stavo costruendo per restare sveglia: inzialmente obiettai un po' su quella sua decisione, ma la mia condizione mi impedì di fare altro. - No... Io non ho sonno... Yawn! Ugh... Grazie, Hika_... - non riuscii nemmeno a finire la frase; come appoggiai la testa sul cuscino della poltrona la mente mi si svuotò del tutto, e il sonno mi avvolse e mi trascinò con sè. Ma non in sogni tranquilli...

    Canti e balli, gente che rideva e scherzava; la città era arredata in modo molto più suntuoso che negli altri giorni, e i sorrisi delle figlie del duca irradiavano ogni angolo. Gli ultimi ricordi felici di Tamhylein, quelli del suo quattordicesimo compleanno. Ma non era a causa del suo compleanno; bensì della cerimonia di iniziazione, che poi si sarebbe evoluta nel corso degli anni, fino a culminare con l'ingresso nell'età adulta. Infatti, l'intera festività si svolgeva a causa della cerimonia dell'anello; ogni anno era la stessa storia, quando qualcuno della sua età raggiungeva i quattordici anni, e anche se la ragazzina aveva più volte partecipato a quelle feste, ora che era lei la protagonista... Si sentiva agitata. Ormai sapeva a memoria ogni parte di quell'inutile cerimonia, al termine della quale le sarebbe stato consegnato il suo anello protettore; eppure quell'ansia non ne voleva sapere di sparire. Certo, era nel suo carattere preoccuparsi... Ma aveva un brutto presentimento. - Hylein muoviti! Aspettano solo te! - una voce frettolosa distrasse l'angelo dai suoi pensieri, e aperta violentemente la porta, un angelo dai lunghi capelli color zaffiro entrò nella stanza. Gli occhi dello stesso colore di quelli della sorella, sembrava essere decisamente più nervosa della ragazzina. Non appena la vide ancora a guardare il paesaggio alla finestra, non fece a meno di sospirare dallo sconforto; se ne stava ancora lì a rimuginare!? - Oh, Xaphya... EHM! Stavo arrivando... - cercò di giustificarsi Tamhylein, scostandosi dal balcone e sorridendo alla sorella. Xaphya sbruffò, incrociando le braccia e guardandola strano. - Uffa, sei così dolce che non mi riesce arrabbiarmi con te... Forza vieni! Persino al tuo compleanno vuoi arrivare in ritardo!? -.

    ***


    La situazione era degenerata da un momento all'altro. Ormai della cerimonia non si ricordava più nessuno: Tamhylein, ancora troppo scioccata per capire qualcosa, da quando l'anello l'aveva rifiutato, a malapena notò che i demoni avevano invaso il Farhen Du. Provò a scappare, ma quando i demoni uccisero suo padre e le sue sorelle, la paura la paralizzò completamente, e non riuscì a far altro che inginocchiarsi di fronte ai cadaveri della sua famiglia, mentre le lacrime le scorrevano dal viso. Perchè stava succedendo tutto quello? Perchè le persone morivano, senza che lei potesse far niente? Era troppo debole per fare alcunchè, ma non poteva restare a guardare la sua gente che moriva, senza nemmeno provare a far qualcosa per cambiarlo. Ma cosa? Senza la guida dell'anello, non poteva niente: la legge parlava chiaro, gli angeli non riconosciuti erano costretti a abbandonare la comunità. Per un attimo pensò che quella tradizione fosse semplicemente idiota: che senso aveva dipendere da un sigillo? Perchè in fondo, quell'anello non era altro che un sigillo... Un sigillo che però aveva la capacità di risvegliare la vera fonte di potere in ogni creatura. Anche se di prerogativa della razza angelica, Tamhylein era più che sicura che quel sigillo si potesse applicare a qualsiasi persona, indipendentemente dalla razza. Ma la sua comunità, ormai dipendeva decisamente troppo da quegli anelli. - Che cosa devo fare? - si chiedeva la ragazzina, ma quando anche l'ultima delle sue sorelle venne uccisa, smise di ragionare: impugnò l'arco, che ormai si portava sempre dietro, e con una freccia mirata al collo, riuscì a uccidere il demone che aveva messo fine alla vita di sua sorella. Ma era ancora troppo inesperta e incerta; infatti, pensò di sorvolare la zona in volo, ma in quel momento, un compagno del demone appena caduto, accecato dall'ira, le tranciò un pezzo d'ala...


    Soffocai un urlo, risvegliandomi nel cuore della notte. Sbarrai gli occhi, ma riuscivo a vedere veramente poco; le immagini del mio villaggio erano ancora troppo vivide, e per un attimo, pensai di essere tornata a casa. Poi mi resi conto che la mia casa non esisteva più. Mi asciugai il sudore che mi imperlava la fronte; il cuore mi batteva forte, ma questa volta, era la paura ad assalirmi. Mi portai una mano al petto, ma quindi incontrai qualcosa di umido sulla mia tunica, mi insospettii: quindi mi portai una mano al viso, e solo in quel momento mi accorsi di avere le guance bagnate. - Ecco... E'successo di nuovo... - pensai, asciugandomi le lacrime e tirando su con il naso; sentivo una malinconia assillante nel petto, ma ormai era quasi normale. Respirai profondamente più volte, finchè non mi calmai; avevo imparato a convivere con quei momenti di debolezza, dato che non ero mai riuscita a eliminarli del tutto, ma quando mi risvegliavo impaurita e tremante, non facevo a meno di pensare che ero soltanto una vigliacca... -...io… io non volevo… io… ueeeeeeehhhhhhhhhh!!- il pianto di un bambino mi riportò alla realtà: solo in quel momento mi ricordai di essere in missione, e provai ancora più vergogna di me per essermi lasciata andare in quel modo. Sperai vivamente che la notte avesse nascosto tutto; non avevo voglia di spiegare le ragione di quel mio comportamento a qualcuno, dato che era ancora troppo difficile per me confidare il mio passato... Sentii un sospiro, e mi resi conto che Hikaru aveva appena ascoltato tutta la conversazione del bambino; mi tirai su dalla poltrona, e dai singhiozzi del bambino, riuscii a capire più o meno la situazione: il bambino aveva cominciato a rubare a causa delle scarse risorse dei genitori, ma poi si sentiva in colpa e non riusciva a vendere gli oggetti rubati, quindi li restituiva. In fondo non voleva fare de male a nessuno... Stava soltanto cercando di aiutare i suoi genitori. Cominciai a dargli delle pacche sulla schiena, cercando di calmarlo; sembrava veramente in colpa per quel che stava facendo, e non potevo rimanere impassibile. - Su su... Va tutto bene... Domani però dovremo parlarne ai tuoi genitori, hanno tutto il diritto di sapere cosa stai facendo. - dissi, prendendogli il fazzoletto dalle mani e asciugandogli le lacrime. Un lampo di terrore passò sul viso del bambino. - Ma... Se glielo dico poi mi mettono in castigo! Sigh... Non voglio! Ueeeeh! - singhiozzò, ricominciando a piangere. Sbruffai divertita, asciugandogli nuovamente le lacrime. - Non penso proprio... Se spieghi loro la situazione bene come hai fatto con noi, di certo non potranno metterti in punizione! Su su, va tutto bene... Però adesso devi smetterla di rubare, hai capito? Anche se qui sembra una cosa piuttosto normale... - dissi, calmando di nuovo il ragazzino, - ... Non sono cose da fare. Forza, adesso torna a dormire, ne discuteremo meglio domattina... - dissi, aiutando il bambino a soffiarsi il naso e scompigliandogli i capelli. Lui annuì con fare preoccupato, ma alla fine promise di non rubare più. Soddisfatta, tornai ad accoccolarmi sotto la coperta. - Bene, in questo caso... Buonanotte a tutti... - dissi, chiudendo gli occhi; ma il sonno sembrava passato del tutto... O ero io che avevo paura di addormentarmi di nuovo?

     
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  4. Zalya
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    Hikaru Nakasawa
    Classe: Mago Rosso Razza: Demone Numero Stanza: 109 Fama: 5 Affinità: 15 (Ahrën)

    Ruolata
    I piagnistei di quel moccioso non riuscivo più a sopportarli. Così mentre Ahren lo consolava, io mandavo occhiatacce -Ma insomma, quanto frigni, marmocchio! La smetti?!- Però... in quel modo non facevo altro che farlo piangere ancor di più, così cominciai a starmene zitto e a lasciar fare ad Ahren. Sistemate le cose, arrivò il tempo di dormirsene tutti tranquilli, finalmente. Mi acciambellai sul letto, ma notai che Ahren pur avendo gli occhi chiusi, sembrava non essersi addormentata. La fissai per lungo tempo, indeciso se chiederle come stava o meno. Alla fine, a forza di pensare, mi addormentai senza dir nulla.
    La mattina dopo mi svegliai presto. Era il momento di decidere cosa farne del ladruncolo. -In fondo è un bambino. Lo porteremo a casa sua, ci penseranno i suoi genitori a raddrizzarlo.- Il bambino deglutì, ma si fece coraggio e annuì -O... Ok... Sono pronto ad affrontarli...- Sorrisi soddisfatto, cosa molto rara. -Bravo, sei un ometto coraggioso- gli avrei scompigliato i capelli, ma ero ancora in forma felina. Lo accompagnammo a casa sua, dove i genitori lo accolsero preoccupati non avendolo visto tutta la notte. Spiegammo brevemente l'accaduto e ci assicurarono che avrebbero provveduto loro. Una volta fuori dalla loro casa, rivolsi lo sguardo verso Ahren. -Bene, direi che possiamo torn...- Non finii la frase perchè dietro Ahren, in lontananza... vidi una chioma blu sparire da dietro un angolo. "Capelli blu! Che sia... no, non può essere...." Restai immobile fissando l'angolo in cui era sparita quella chioma. "Ma... ma se non controllo non potrò mai saperlo!" Partii a razzo di nuovo senza dir niente alla mia compagna. In poco tempo raggiunsi l'angolo, per vedere di nuovo quella chioma, di nuovo lontana, girare un altro angolo. Senza perdere tempo, arrivai in poco tempo anche in quel punto, per vedere infine una ragazza dai capelli blu, di spalle. -EIKO! Eiko, sei tu?!- La ragazza fece per girarsi, ma sparì tra la folla. Tentai invano di ritrovarla, ma sembrava davvero sparita. Mi allontanai dalla folla per evitare di essere schiacciato e ritrovai Ahren. Ero a dir poco atterrito, ma cercai di non darlo a vedere. -Torniamo all'Accademia....- Una volta usciti, chiesi ad Ahren di aiutarmi di nuovo a starnutire e ci mettemmo in viaggio. Anche il viaggio di ritorno fu molto lungo e durante esso parlai ben poco. Dopo il lungo viaggio, finalmente tornammo all'Aninthea senza nessun intoppo. -Bene... non ci resta altro che reportare la missione, ora.-



    Edited by Zalya - 7/6/2014, 22:47
     
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    Ahrën Wolfrun
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    Ruolata
    Alla fine, riuscii ad addormentarmi... Nonostante tutto la stanchezza tornò a farsi sentire, e questa volta non riuscii a resisterle. Poco prima di scivolare nel mondo dei sogni, sentii qualcuno fissarmi... Ma quando aprii gli occhi per controllare, Hikaru si era addormentato e il bambino da quanto era stanco stava persino russando. Così tornai a riposare, e dopo un bel po' riuscii a prendere sonno. Arrivata la mattina, dopo una breve colazione alla mensa della locanda, io e il mio compagno riaccompagnammo il bambino a casa sua. La strada non era particolarmente lunga... Ma a causa del sonno agitato della scorsa notte, non vedevo l'ora di aver finito anche quell'ultima scartoffia, e di poter così tornare in Accademia. A dire il vero, forse un po' mi dispiaceva che la missione fosse ormai finita... Non avrei avuto più modo di vedere Hikaru, e lui era la persona con cui avevo legato di più, all'Accademia. Ma avrei fatto fatica ad ammetterlo, anche solo a me stessa... Finalmente arrivammo alla casa dei genitori del Kowka, grazie alle sue indicazioni. Notai una giovane donna sull'uscio, che scrutava la folla con aria apprensiva, e quando il suo sguardo incrociò quello del figliolo e lui corse tra le sue braccia a darle un grosso bacio, mi sentii stringere la gola da una sensazione strana... - Nostalgia? No.. E'invidia... - pensai, portandomi una mano al collo per cercare di far passare quel groppo che quasi mi impediva di respirare. Io non avrei più avuto l'occasione di vedere la mia famiglia... Ormai erano passati molti anni, eppure non riuscivo a fare a meno di pensarci... Se fossi riuscita a fare qualcosa? In fondo era colpa mia... Ero l'unica sopravvissuta; sarebbe stato mio dovere almeno proteggerli... Forse, se avessi avuto un po' più prontezza di riflessi, adesso non mi sarei sentita male fissando un bambino coccolato dai suoi genitori. A malapena mi accorsi della conversazione tra Hikaru e la famiglia... Restai in un angolo a fissare il tutto, come se fossi stata stordita da quella situazione. Quando i genitori promisero di riportare il ragazzino sulla retta via e la conversazione finì, seguii il ragazzo fuori dall'abitazione, cercando di riprendermi: in fondo non potevo permettere che le mie emozioni trasparissero in maniera così chiara in area di missione, ne andava della mia serietà. E se eravamo sotto attacco anche della mia incolumità e di quella di chi mi stava intorno. Forsei avrei dovuto allontanarmi da tutti... Prendere le distanze... Ma non ci sarei riuscita; nonostante tutto riuscivo ancora a aprirmi troppo al prossimo, e il mio carattere non sarebbe cambiato facilmente. -Bene, direi che possiamo torn...- la voce di Hikaru mi riscosse dai miei pensieri; ma quando posai il mio sguardo su di lui, qualcosa lo bloccò. Vidi che sembrava sorpreso, ma anche spaventato, da qualcosa... Mi venne quasi naturale girarmi. Ma dietro di me non c'era niente degno di nota. - Cosa...? - mormorai, frastornata, ma quando il mio compagno mi sfrecciò accanto, senza degnarmi di uno sguardo, rimasi ancora più sorpresa. Rimasi a fissare qualche secondo la direzione dove era sparito, per poi cominciare a inseguirlo; ma avevo perso completamente ogni sua traccia, dato che era ancora in forma di gatto e non riuscivo a vederlo più tra la folla. - Ma... Che gli è preso!? - pensai, seccata ma anche preoccupata allo stesso tempo; sapevo che ci doveva essere una buona ragione dietro il suo comportamento... Ma dubitavo che avrei saputo quale. Torniamo all'Accademia....- la voce di Hikaru mi fece sobbalzare; mi ero così concentrata a cercarlo che non avevo notato che era tornato indietro. - V.. Va bene... - risposi, un po' preoccupata; sembrava che il ragazzo avesse fatto una qualche scoperta... E a giudicare dalla sua espressione - che cercava in ogni modo di celare -, non sembrava essere stata una circostanza particolarmente felice. Evitai di chiedergli qualcosa; ero comunque preoccupata, ma non intendevo ficcare il naso nei suoi affari. E dubitavo che avesse voglia di parlarne... Una volta fuori dalla città lo aiutai a tornare normale, e ancora una voltai lasciai che fosse lui a guidare Jean verso l'Accademia. A pensarci, non avrei avuto nè la forza fisica nè quella morale per condurre il cavallo nella giusta direzione; anche se mi sentivo in colpa per lasciargli fare tutto il lavoro, sicuramente avremmo impiegato meno tempo a tornare, in quel modo. Ci fermammo una sola volta e parlammo giusto per decidere dove sistemarci; i pensieri mi impedivano di sostenere una conversazione adeguata, e non sembrava il caso di mettersi a parlare del più e del meno. La giornata dopo fu più facile, almeno per me; riuscimmo a intravedere i cancelli dell'Accademia sul tardo pomeriggio, e una volta lasciato Jean alle scuderie, ci dirigemmo verso l'Aula Magna, luogo dove avremmo dovuto riportare i fatti avvenuti durante la missione. Mi stavo già preparando mentalmente all'ennesima sgridata... Non avrei potuto mentire sul fatto che avevo perso un cavallo durante il viaggio di andata, quindi tanto valeva prepararsi a una ramanzina in più. -Bene... non ci resta altro che reportare la missione, ora.- disse Hikaru; annuii con la testa, troppo stanca per parlare. Arrivammo in Aula Magna, alla cui cattedra siedevano due professori che stavano parlottando tra loro; al nostro ingresso, uno di loro, un uomo dalla pelle e dai capelli grigi e pallidi, si alzò e ci scrutò per qualche minuto. - Appena tornati da una missione? - chiese, aprendo un cassetto dalla cattedra e prendendo un grosso registro dall'aria pesante. - Si... - risposi, sistemandomi una ciocca di capelli e stringendo l'impugnatura sull'arco, che portavo a tracolla, - Ahrën Wolfrun e Hikaru Nakasawa dalla spedizione al villaggio Nran del Sottoregno Kowka, signore. - aggiunsi poi. - Ah si... Beh, com'è andata? Avete risolto con il ladro? - chiese, svogliatamente, per poi cercare qualcosa all'interno del registro. - Uhm si... Non c'erano problemi particolari, dato che era soltanto un bambino... Con una chiaccherata si è_ - venni interrotta subito dopo la mano del professore, che mi faceva cenno di stare zitta. - Bene, bene... Basta così. I dettagli potrete scriverli qua dentro e consegnare il foglio domani mattina. - disse poi, alzandosi dalla sedia su cui era seduto e consegnando un foglio sia a me che a Hikaru. Rimasi allibita dalla sua reazione: davvero potevamo già andarcene? Non c'era altro da fare? Evidentemente avrei dovuto informarmi meglio, prima di partire per una nuova missione. Il professore, osservando la mia faccia stranita, scoppiò in una risatina divertita. - Su su, non cè bisogno di essere così formali! E poi, tra poche settimane si terrà il ballo della scuola! Rilassatevi un pochino, signorina Wolfrun! Possibile che voi due non sappiate ancora niente di questa festività? L'intera Accademia ne parla da mesi! - disse poi, con aria divertita. Il professore lì accanto - che più che un professore sembrava un bambino, data la sua scarsa altezza- si passò una mano sulla faccia, seccato. - Wardsky, possibile che tu non riesca a stare serio per più di cinque minuti? Mi chiedo perchè la preside Azalea abbia permesso a un incapace come te di prendere la cattedra di Storia... - disse, fissando con aria truce il pallido professore. Quello scoppiò a ridere, rivelando la lingua guizzante. Su su Lavi, non ti scaldare! Sempre così attento alle formalità e altre buffonate varie! Ci vuole un po' di umorismo da queste parti! Oh... Ma voi non eravate già andati via? - disse poi, fissando me e Hikaru con aria sorpresa, quasi fossimo apparsi lì da soltanto qualche secondo. Assunsi un'aria confusa, per poi indietreggiare un po', imbarazzata: avevo fatto l'ennesima gaffe. Quasi senza accorgermene afferrai la manica di Hikaru, trascinandolo con me fuori dalla stanza. - Ehm... Scusi il disturbo! - fu l'ultima cosa che dissi, prima di sparire dall'Aula Magna. Camminai ancora per qualche secondo; poi mi accorsi di aver afferrato il ragazzo senza neanche un motivo valido, e lasciai andare il suo braccio immediatamente, arrossendo un po'. - Ehm... Scusa... - mormorai, per poi scostarmi da lui. Per un po' scese il silenzio tra di noi; non sapevo che altro dire, nè come andarmene da lì. Ormai eravamo tornati in Accademia; non c'era più motivo per restare insieme. - ... Ecco... Uhm... Beh... Allora ciao. - dissi, balbettando un po' e fissando l'arcata che delimitava il cortile dell'Accademia. - ... Arrivederci. - aggiunsi poi, salutandolo con un sorriso tirato e voltandomi, dato che il mio dormitorio si trovava nella direzione opposta a quella in cui ero rivolta. Mossi qualche passo; ma non riuscivo ad andarmene, senza nemmeno chiedergli come stasse. Non sapevo cosa era successo a Nran; eppure non ero riuscita a togliermi dalla mente la sua espressione atterrita, e non riuscivo a fare a meno di pensarci... - Stai bene? - mormorai, senza neanche voltarmi; poi, se possibile, arrossii ancora di più, accelerando il passo e sparendo dietro l'angolo. Sperai che non avesse sentito la mia ultima frase. - Ma cosa mi è saltato in mente!? -.

     
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  6. Zalya
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    Hikaru Nakasawa
    Classe: Mago Rosso Razza: Demone Numero Stanza: 109 Fama: 5 Affinità: 15 (Ahrën)

    Ruolata
    Rimasi taciturno per tutto il tempo. Non ascoltai nemmeno quel che dissero gli insegnanti. La mia mente... era troppo affollata dai pensieri. Quella ragazza... che fosse mia sorella? Purtroppo credevo che non l'avrei mai saputo. Di colpo, un flashback si fece strada nella mia mente.

    Una città era in fiamme e un ragazzo dai capelli blu si stava facendo strada tra il fuoco. -Madre! Padre! Eiko! Kuraishi! Lewys!- gridava disperato in cerca della sua famiglia e il suo unico amico. Arrivò alla propria casa, anch'essa in fiamme. Entrò senza esitare e dentro vi trovò i suoi genitori, per terra, avvolti dalle fiamme. Il ragazzo indietreggiò dall'orrore e inciampò su una trave caduta dietro di lui. Cadendo all'indietro sul proprio posteriore. -N... No... non... non può...- Si mise una mano davanti, cercando di trattenere le lacrime. In preda al panico totale, si rialzò in piedi, continuando, a stento, a cercare in casa. Senza trovare nessun'altro. Allora uscì e continuando a correre in cerca del resto della famiglia, con la coda dell'occhio notò qualcosa di viola. Si fermò di scatto, voltandosi. Vide a terra un ragazzo dai capelli viola. Suo fratello gemello Kuraishi. -KURAISHI!!!!!- Lo raggiunse in poco tempo, prendendolo tra le braccia. Ma anche lui era morto. A quel punto, il ragazzo non riuscì più a trattenere tutta la sua tristezza, così scoppiò a piangere. -Deve... deve essere un incubo... chi... chi è stato... a...- Prese in braccio suo fratello, portandolo al sicuro dalle fiamme, anche se ormai non sarebbe servito a niente. Più tardi gli avrebbe dato una degna sepoltura. Restavano solo Eiko e il suo amico Lewys da cercare. Sperava che almeno loro si fossero salvati. Corse a perdifiato per tutto il villaggio, ovunque potesse. Arrivato alla fontana, seduta sul bordo, vide la sua sorellina Eiko, mentre piangeva disperata. -Eiko!- Corse verso di lei, ma...

    Tornai alla realtà appena mi sentii afferrare per una manica e trascinato via. Era Ahren che mi aveva appena portato fuori dall'aula con i professori. Mi chiese scusa e dopo avermi salutato mosse qualche passo, sussurrando qualcosa. Le orecchie dei semplici umani non avrebbero mai percepito per bene quelle parole, ma essendo un demone, le sentii forti e chiare: - Stai bene? -
    Accelerò il passo, sparendo dietro un angolo. Rimasi a fissare il punto in cui era sparita. Non me ne ero reso conto, ma quella missione ci aveva avvicinati parecchio, anche se ci conoscevamo da poco. L'idea di non rivederla più in effetti un po' mi dispiaceva. Sospirai, guardando in lontananza una fontana, rivedendo in testa la mia sorellina che piangeva.
    "Sto bene? Magari..."

     
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  7. Selëne
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    Bellissima role *Q*
    Affinità +50
    Fama +10
     
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36 replies since 23/5/2014, 23:06   257 views
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