In Laboratorio...

Lewys Silyen e Yindi Suraj

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  1. Zalya
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    Yindi Suraj
    Classe: Ladra Razza: Mutaforma (Kowka) Numero Stanza: 125 Fama: 0

    Ruolata
    Lewys levò le mie mani dalla sua faccia e vide l'enorme farfalla. Il mio tentativo di non farlo terrorizzare era fallito! Poverino, chissà come si sentiva in quel momento... Mi sentivo così in colpa! Sembrava tenere a stento la paura, aveva il volto terrorizzato. Lo notai guardarsi intorno, probabilmente in cerca dell'uscita. -Hey... non preoccuparti, in fondo è solo un'innoqua far_- mi interruppi quando mi strinse a sè, cominciando ad arretrare di qualche passo. In quel momento, non sapevo cosa pensare. Lo avevo già abbracciato io, ma era stata una cosa veloce in preda all'euforia... questo era diverso. Stare così stretta a lui mi provocò un rossore allucinante. "M-ma cosa fa?! Sta... sta cercando di proteggermi?" in quel momento lo sentii calpestare un pezzo dell'ampolla rotta. Subito la farfalla si girò di scatto. Lewys urlò dal terrore e mi sollevò tra le braccia cominciando a fuggire. Spalancò la porta, poggiandomi sul prato e chiudendo la porta bloccandola con un sasso. Poco dopo si lasciò cadere a terra. Mi sentivo sempre più in colpa, era terrorizzato! - Uff... Pant... Yindi... Come stai? Scusa se ti ho afferrata a quel modo... Ma appena ho visto quella farfalla non ho ragionato più... - -Ma... ma no, non scusarti! Sono io che dovrei scusarmi... io... non ne combino mai una giusta, mi dispiace tanto, Lewys...- Ma era talmente sotto shock che mi sa che non mi sentì, infatti poi disse che avrebbe dovuto guidarmi meglio e che ora doveva rimediare. -Ma... ma non...!- - Bene... Vado. Tu resta qui, è pericoloso! - Rientrò dentro, subito mi alzai in piedi raggiungendo la porta... per scoprire che l'aveva appena chiusa a chiave! "Ma è pazzo?! Se gli viene un attacco di panico è la fine! Cosa faccio?! Oh... giusto..." Misi una mano dentro una tasca della mia divisa, estraendo un grimaldello. Dopotutto ero di classe ladro! Credeva di tenermi fuori dalla faccenda? La colpa non era solo sua! In pochi secondi scassinai la porta, entrando e chiudendola subito dietro di me. Poggiai una mano sulla spalla di Lewys, girandolo verso di me e guardandolo fisso negli occhi. -HEY! Non cercare di fare l'eroe! La colpa non è solo tua, ma anche mia! E poi quando può essere pericolosa? E' solo una farfalla troppo cresciuta! E se poi fosse pericolosa, non mi perdonerei mai di averti lasciato ad affrontarla da solo! Se proprio ci vuoi combattere... ci combatteremo insieme!- spostai lo sguardo verso la farfalla. Quella guardò me. Io e la farfalla ci fissammo a lungo, finchè essa non mosse le antenne e la spiritromba. Mi si rizzarono le orecchie e la coda: Viste così ingrandite le farfalle facevano DAVVERO paura! Sembrava letteralmente un MOSTRO! Abbassai le orecchie e emisi un urletto nascondendomi dietro a Lewys.-IIIHHHH! MA E' UN MOSTROOOOO!!!- Poi però mi resi conto che era lui ad avere la fobia delle farfalle, non io. Almeno uno di noi doveva mantenere la calma, così mi misi IO davanti a LUI. -G_giusto! Quello che ha più paura ora sei tu! Ti... ti proteggo io, Lewys! Non aver paura!- La scena sembrò piuttosto comica dato che ero molto più bassa di lui!

     
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    Lewys Silyen
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    Ero stato più spavaldo di quel che il mio carattere preveda: avevo provato a non sembrare un fifone completo agli occhi di Yindi, ma adesso ne pagavo le conseguenze. Mi ero sentito subito meno sicuro, quando avevo messo piede nella stanza: come rividi la farfalla, non desiderai altro che uscire da quella stanza, correre via e chiedere l'aiuto di qualche insegnante. - Forse è anche la cosa migliore da fare... - mi ritrovai a pensare poco dopo, mentre cercavo di uscire nuovamente: ma la porta era chiusa, e della chiave nemmeno l'ombra. Quando la farfalla passava vicino a me, mi abbassavo e mi appiattivo contro la porta, come se riuscissi a scardinarla soltanto grazie al peso morto con cui mi lasciavo andare su di essa. In quel momento, anche se avessi ritrovato la chiave, non avrei avuto la calma e il sangue freddo per infilarla nella serratura e sbloccare l'uscita. In parole povere, ero in trappola. E mi ero cacciato in quella situazione io stesso, cercando di compiere un passo che non ero pronto a fare. - Sono un'idiota. - realizzai, mentre mi rimettevo in piedi dopo l'ennesimo attacco di panico e cercavo di allontanarmi dalla porta. - No. Così non va! Devo almeno provarci. In fondo, è soltano un inseeeeeeee_- il mio pensiero venne interrotto quando la farfalla si gettò su di me: riuscii a evitarlo soltanto grazie ai miei riflessi, ma in quel momento ero troppo spaventato per fare altro, e mi lasciai a cadere per terra, cercando così di evitare il contatto con quel mostro. Mi girai sulla schiena, osservando il soffitto. Avevo il cuore in gola dalla paura. - Dannazione... Perchè tutte a me!? - mi chiesi mentre mi rialzavo, stremato. - Basta! Non posso farmi sconfiggere così da un insetto! Certo... E'un insetto grande dieci volte di più di uno normale... Ma non posso lo stesso! - cercai di rassicurarmi così, svuotando la mente e cercando la fonte del mio potere: era arrivato il momento di combattere, e dovevo evocare la magia in quel momento, o non ci sarei più riuscito. Chiusi gli occhi, immergendomi a fondo; dovevo mantenere la calma... O avrei usato soltanto incantesimi inutili, che difficilmente avrebbero arrecato qualche danno al mostro. Il mio obiettivo, in quel momento, era soltanto uno: uccidere il mostro e uscire da quel luogo prima che qualcuno notasse quel che avevo fatto. Scovai l'origine della magia, e mentre mi accingevo a portarlo in superficie per liberarlo e impiegarlo in qualche incantesimo, sentii la serratura di una qualche porta sbloccarsi e dei passi nella stanza. - Ma... Cosa!? Eppure ero sicuro di aver chiuso la porta a chiave! - pensai, cercando di non distrarmi: altrimenti avrei dovuto ricominciare da capo, e tempo in quel momento non ne avevo. Ma quando sentii tirarmi per una spalla e dovetti abbassarmi, ritrovandomi a fissare gli occhi viola di Yindi, non potei non deconcentrarmi: sentii le guance in fiamme, mentre la ragazza mi parlava. Mi disse che non dovevo fare l'eroe - ma si era mai visto un eroe che si facesse sconfiggere da una comune farfalla? -, e che dato che la colpa era anche sua mi avrebbe aiutato a farla fuori. - Io... Uhm.... Ecco... Si, hai ragione.... Ho esagerato troppo! - ammisi, realizzando che la mia fobia mi segnava molto più di quanto pensassi. Quando Yindi fissò il mostro, però, ebbe un moto di paura anche lei, e dopo un urletto di terrore, si nascose dietro di me. IIIHHHH! MA E' UN MOSTROOOOO!!!- disse, ma non la stavo ascoltando: ero imbarazzato per via della nostra vicinanza, e distolsi velocemente lo sguardo dalla ragazza, cercando di riprendermi. Yindi, però, sembrò riscuotersi tutto d'un tratto: si parò davanti a me, con l'intento di proteggermi. -G_giusto! Quello che ha più paura ora sei tu! Ti... ti proteggo io, Lewys! . Non seppi se essere divertito - dato che la ragazza era molto più bassa e minuta di me - o lusingato dal suo comportamento; in ogni caso, non riuscii a trattenere un sorriso, e misi le mani sulle spalle della ragazza, voltandola verso di me e fissandola dritto negli occhi. - Grazie... Grazie Yindi. Mi sento già un po' meglio, non preoccuparti... - cominciai, e rimasi un po' sorpreso nel notare quanto mi ero rassicurato, dopo la sua comparsa: che fosse vero che grazie alla compagnia di un amico si ragionasse meglio? - Però.... Quella cosa è enorme e spaventosa. Non voglio che ti faccia del male... Quindi... - dissi, spostandola al mio fianco e levando un braccio nella sua direzione, come a impedirle di mettersi in mezzo di nuovo, - ci proteggeremo a vicenda! -. Le sorrisi un'ultima volta, per poi tornare a fissare la farfalla: dovevo trovare un modo per metterla fuori gioco... E in fretta: ogni secondo che passava, più sentivo il terrore aumentare e i brividi impossessarsi del mio corpo. "-Ahahahah, che carina che è, però! Spero di non doverla uccidere, sarebbe un peccatoooo!-" all'improvviso, le parole di Yindi mi tornarono in mente: e grazie a quel suo pensiero... Mi resi conto che, in fin dei conti, un mdo per neutralizzare il mostro senza ucciderlo c'era. Solo che... Solo che non ci avevo mai provato. . Ho un'idea.. Per poter salvarci e non uccidere l'insetto... - mormorai, voltandomi verso Yindi e fissandola, non convinto del tutto. - Forse... - cominciai la frase, ma non riuscii a finirla; avevo le idee un po' troppo confuse, e non sapevo neppure se il piano che andava lentamente formandosi nella mia testa avrebbe avuto successo. Ma valeva la pena provare. Mi guardai intorno, in cerca del quaderno e del gessetto: li vidi in lontanza, dall'altra parte della stanza... Proprio nell'area dove si aggirava la farfalla. Mi sentii mancare, e riuscii a non cadere soltanto grazie al sostegno della porta dietro di me. - No... Non posso cedere proprio adesso! Se tutto va bene, entro qualche minuto sarà tutto finito... - mi dissi, deglutendo e puntando lo sguardo verso il quaderno. - Aspettami qui, torno subito... Dopo ti spiego. - dissi a Yindi, senza spostare lo sguardo dal luogo che dovevo raggiungere: poi mi allontanai dalla ragazza e mi misi a correre, più veloce di quanto avessi mai riuscito e più nervoso di quanto fossi mai stato. Il cuore mi batteva più veloce che mai, ma questa volta non era soltanto a causa del terrore: bensì dell'ansia che si provava prima di fare qualcosa che non si era mai provato. Infatti... Avevo intenzione di annullare la maledizione semplicemente rimuovendola. - La lettera che Yindi ha sbagliato ha soltanto modificato i termini del sortilegio... In questo modo l'insetto è cresciuto ed è cambiato di più, rispetto a come doveva essere! In sostanza, è sempre una maledizione... Quindi basterà toglierla... - pensai, mentre mi abbassavo e mi coprivo il viso con le braccia per non essere sfiorato dalla farfalla: tutto sembrò andare bene... Finchè la mia schiena non toccò il bordo di un'ala dell'insetto. Quello si voltò verso di me, inferocito, e io dalla paura mi nascosi sotto il banco: avevo il cuore in gola ed ero ancora tremante, ma almeno riuscivo a non urlare dal terrore. Alzai una mano da sotto il tavolo, andando a tentoni: riuscii a afferrare ciò che mi serviva soltanto dopo parecchi tentativi, e quando ebbi quaderno e gesso tra le mani, sfrecciai nuovamento verso Yindi, se possibile, ancora più veloce di prima. - ... C'è soltanto un problema... - pensai, fermandomi davanti a Yindi e poggiando una mano al muro, abbassando la testa e ansimando vistosamente per via della corsa; mi ero avvicinato inconsapevolmente a lei, ma in quel momento, ero troppo provato per curarmene. - ... Io... Non ho mai rimosso una maledizione. -. Mi passai una mano sul volto, e quando mi resi conto della vicinanza tra noi, arrossii violentemente, alzando la testa per non farmi notare e porgendo il gessetto alla ragazza. - Allora... Ascoltami, Yindi; ne va della nostra incolumità. Forse ho un piano... Ma ho bisogno del tuo aiuto. Devi soltanto ricopiare questo sigillo, quello di poco fa... - cominciai a spiegare, aprendo il quaderno alla pagina della maledizione che avevamo appena effettuato e mostrando nuovamente il disegno alla ragazza. Dopo qualche secondo girai il quaderno, così che il sigillo apparisse rovesciato. - ... Soltanto, dovrà essere rovesciato. E molto, molto più grande di quello di prima: dovrà essere in grado di contenere l'intera farfalla. Io intanto, la distrarrò: così, per te sarà più facile lavorare. - dissi, mettendole il quaderno in mano e sorridendole. Però ricordavo la paura che l'aveva assalita quando aveva visto l'insetto.... Che non fosse concentrata abbastanza da riuscire nell'impresa? Quello era un ruolo chiave. Dovevo essere sicuro che riuscisse a farcela. Poggiai una mano sulla spalla della ragazza, abbassandomi alla sua altezza e sorridendole. - Puoi farcela. Io credo in te e nelle tue capacità... - le dissi, sorridendole un'ultima volta e voltandomi verso la farfalla: avevo sprecato fin troppo tempo nelle chiacchere, e dovevo adempiere alla mia parte del piano senza cedimenti. Anche se mi tremavano le gambe solo a guardare quella cosa...
    Evocai ancora una volta la magia: questavolta mi fu più facile, e subito dopo la concentrai in due Dryas, due spiriti delle Terra. Era un'antica magia che avevo imparato nel corso del tempo; utilizzando quell'incantesimo richiamavo gli spiriti, con cui però riuscivo a ferire materialmente il nemico. In fondo, quegli spiriti si manifestavano sotto forma di semplici zolle di terra, che però avevano un potente impatto sull'avversario. Presi bene la mira, cercando di non sbagliare: questo mi fu meno facile, ma dopo aver controllato la mia paura con qualche respiro, ci riuscii. Scagliai l'attacco contro il nemico, e mentre lo facevo, corsi contro la farfalla. - HEY! SEI COSI' LENTO CHE NON RIESCI NEANCHE A SCHIVARLI!? FORZA, PRENDIMI SE CI RIESCI! - gridai, caricando un'altra Dryas e scagliando anche questa contro la farfalla. Dopo l'ennesimo attacco, finalmente il mostro si decise a inseguirmi: ma non ci volle molto perchè la corsa per distrarre il nemico si trasformasse in una fuga disperata. - Almeno lo sto distraendo... Non darà noia a Yindi così! -.

     
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  3. Zalya
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    Yindi Suraj
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    Ruolata
    Lewys vedendomi rimase sorpreso, dopotutto non sapeva che fossi di classe ladra e che sapessi aprire facilmente le serrature. Dopo che mi parai davanti a lui dicendo che lo avrei protetto mi mise le mani sulle spalle, voltandomi verso di lui e guardandomi negli occhi. Quante volte era già successo? Ne stavo quasi per perdere il conto... eppure ogni volta arrossivo. E lo conoscevo appena! Disse di non preoccuparmi e che quella cosa era troppo enorme e spaventosa, non voleva che mi facessi male. - Quindi... ci proteggeremo a vicenda! - disse mettendomi affianco a lui e sollevando un braccio davanti a me, sorridendomi e tornando a fissare la farfalla. Dovevamo trovare un modo per risolvere quel guaio. Guardando tutte le cose che stava facendo cadere la farfalla quasi mi sentii male... se il professor Ravainne avesse visto tutto quel casino ci avrebbe fatto pulire TUTTA l'accademia con la lingua! Sarebbe stato il minimo! Rabbrividii al solo pensiero. La mia disperazione venne interrotta dalla voce di Lewys. Diceva di avere un'idea per salvarci la pelle e per non dover uccidere l'insetto. -Davvero? Che idea?- Non riusciva però a spiegarsi bene. Lo vidi guardarsi intorno, per poi dirmi - Aspettami qui, torno subito... Dopo ti spiego. - io lo guardai stranita, dove voleva andare? -Uh? E dove vorresti anda_ L-Lewys?! Perchè stai correndo verso la farfalla?! L-LEWYS!!!- ero andata nel panico! E se quella bestiaccia gli avesse fatto del male?! Però mi aveva detto di restare lì... forse faceva già parte del piano? O no? Non sapevo più quel che dovevo fare. Sembrava andar tutto bene, finchè Lewys non toccò con la schiena il bordo di un'ala del mostro. Il mostro si voltò verso Lewys, sembrava inferocito! Non persi tempo e raccolsi un libro tirandolo addosso alla farfalla mentre Lewys si nascondeva sotto il banco. Ma quella sembrava interessata più a lui che a me, in quel momento. Dopo un po' Lewys riuscì a tornare da me. Si fermò proprio DAVANTI a me, poggiando la mano al muro e abbassando la testa ansimante. Probabilmente non se ne era reso conto. Io però avevo il volto totalmente in fiamme. Si passò una mano sul volto e appena si rese conto della nostra vicinanza, alzò la testa. Probabilmente per non far notare che era arrossito pure lui. Il fatto mi fece leggermente ridacchiare, eravamo proprio degli sciocchini. Mi porse un gessetto, cominciando a spiegarmi cosa avrei dovuto fare. - Io intanto, la distrarrò: così, per te sarà più facile lavorare. - Lo guardai un po' preoccupata. -Ma... Ma Lewwy, sei sicuro di volerla distrarre tu? Dopotutto io prima ho sbagliato, e...- Mi poggiò una mano sulla spalla, abbassandosi alla mia altezza e sorridendomi. - Puoi farcela. Io credo in te e nelle tue capacità... - quel momento, quella frase... mi sembravano così nostalgici. Il carattere e la dolcezza di quel ragazzo mi ricordavano tanto mio fratello maggiore, l'unica persona al mondo che mi voleva bene. Solo in quel momento mi rendevo conto di quanto mi mancasse. Però anche Lewys in quel momento sembrava tenere molto a me, anche se ci conoscevamo solo da un'ora o due. Forse eravamo simili? Chi lo sa. Non era però il momento di pensare a quelle cose, avevo una cosa importante da fare e stavolta non potevo permettermi di sbagliare. Gli sorrisi a mia volta, annuendo determinata. -Questa volta non ti deluderò, vedrai!- Gli risposi per poi pattargli la testa, era abbassato verso di me, quindi riuscivo ad arrivarci. Lewys cominciò a distrarre la farfalla, mentre io mi affrettai cominciando a fare il disegno a terra col gessetto. Questa volta lo disegnai perfettamente, non tremolante come la prima volta. Stavo quasi per completarlo, quando successe una cosa imprevista. La grossa farfalla si era stufata di dar la caccia a Lewys, così mentre i due passavano poco lontani da me... la farfalla si diresse verso di me, che ero accovacciata di spalle. Mi si buttò addosso attaccandosi alla mia schiena, facendomi cadere in avanti e facendomi cadere il gessetto di mano. -A... AAAHH! T-Togliti di dosso, bestiacciaaaaaaaa!!!- cominciai a urlargli mentre mi agitavo cercando di togliermela di dosso. Avevo paura! Mi avrebbe mangiata?!!?? Quella bestiaccia era troppo forte e pesante per me, cosa avrei dovuto fare? Sforzandomi, riuscii ad allungare il braccio abbastanza da recuperare il gessetto, riuscendo a completare l'ultima riga del cerchio magico. Almeno quello ero riuscita a farlo. Ma ora? "Forse in fondo... è meglio così? Dopotutto se morissi, chi ci soffrirebbe? Beh, sì... mio fratello ci soffrirebbe... ma... soffrirebbe solo lui, no?" Già cominciavo a pensarla tragica... ero proprio... un'idiota.

     
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    Lewys Silyen
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    Mentre correvo, non potevo non provare una paura colossale: più di una volta avevo sognato di essere inseguito da uno stormo di farfalle o da farfalle giganti... Era sempre stato l'incubo che odiavo di più: avevo una fobia particolare per le farfalle, e quelle erano gli insetti che detestavo di più in assoluto. Rabbrividii al solo pensiero. Ma quella volta... Non era un sogno! Era tutto vero... Come il terrore che provavo e la fatica che sentivo! Accelerai la corsa, e cercai di allontanarmi dal luogo in cui Yindi stava disegnando il sigillo: imboccai le scale, dirigendomi all'ultimo piano, il quinto. Come avrei fatto a scendere? Non ne avevo la più pallida idea. Più cercavo di fuggire, più però l'insetto sembrava meno determinato a inseguirmi: più di una volta dovetti ricorrere nuovamente alla magia per neutralizzarlo, e più la usavo, più il mio etere si esauriva. Di lì a poco, sarei rimasto senza... E dopo? Cosa avreif atto?Non avevo pensato a un modo per combattere anche senza magia... Avevo imparato a vivere principalmente con quella. - Qualsiasi cosa accada.... Non posso lasciarmi prendere dalla paura. Non ancora. - pensai, mentre raddoppiavo la corsa e mi voltavo per controllare che la farfalla mi stesse ancora inseguendo. Oltre al terrore degli insetti, infatti... Dentro di me stava nascendo un'altro timore, che lentamente andava sostituendosi alla fobia per gli insetti. - Riuscirò a salvare qualcuno, questa volta? L'ultima volta che ci ho provato... Sono quasi morto. -.
    Nonostante quella situazione fosse nata per un piccolo errore in una maledizione di poco conto.... Non facevo a meno di ricollegarla al mio passato. Infatti, quella era la prima volta in cui mi trovavo nuovamente in pericolo... Da quel giorno. Era la prima volta, dopo tanto tempo, in cui provavo paura per lavita di qualcun altro. Avevo paura, paura di non riuscire a fare niente, di nuovo. Mai mi ero sentito impotente come allora: chi poteva decidere cosa sarebbe successo, quindi, in quel momento!? - Ero soltanto un bambino, allora... Non avrei potuto fare niente lo stesso. - pensai, amaramente. Però... - ... Però non è un'argomentazione valida. Sono stato soltanto un vigliacco... -. Era vero; nonostante avessi provato a fermarlo... Non ci ero riuscito, anzi... Avevo guadagnato una cicatrice sul petto, che mi ricordava costantemente quant fossi debole e inutile. Non serviva a niente migliorare; non sarebbe cambiato nulla, se non avessi modificato il mio carattere e non fossi diventato più coraggioso. Avrei potuto nuovamente paralizzarmi dal terrore in qualsiasi istante; nonostante la paura fosse normale... Non riuscivo a perdonarmi quel mio comportamento. - Non posso permetterlo ancora... Ci saranno altri casi più pericolosi oltre questo... -. Era palese: quell'Accademia si basava su delle missioni a cui dovevano partecipare gli studenti.... Più si era bravi e più queste erano difficili. Lo sapevo, però.. Speravo di poter fuggire dai miei demoni in qualche modo. Eppure, sembrava più un vicolo buio... Una corsa senza fine. - Corsa? Oh, dannazione! La farfalla! - pensai, mentre mi voltavo appena in tempo per vedere l'enorme insetto smettere di inseguirmi e volare verso Yindi. Mi sentii gelare: ero stato così preso dai pensieri che non mi ero curato di quel che facevo... Ma le mie azioni, in quel momento, non avevano effetto soltanto su di me! Ne andava della vita di Yindi! Ma... Non riuscivo a muovermi. Vedevo quel mostro dirigersi verso Yindi, ma non riuscivo a far niente per impedirlo; avrei voluto muovermi da lì, ma all'improvviso le mie gambe erano diventate di piombo. - Basta! FERMATI! - A chi mi stavo rivolgendo? A me stesso, all'insetto, o a...
    Quando Yindi gridò, spaventata, riuscii a tornare in me: non pensai nè riflettei più: mi dimenticai persino di poter usare la magia, mi scordai della mia fobia: chiamai a raccolta tutte le mie forze, e prima che avessi il tempo di realizzare quel che stavo per fare, corsi verso la farfalla e, saltando dal quinto piano del Laboratorio, atterrai proprio sulla schiena dell'essere. - FERMATI! -. Cominciai a dimenarmi, menando calci e pugni a più non posso, nel tentativo di attirare l'attenzione dell'insetto su di me: sembrai riuscirci, perchè quella soffiò, dolorante, e dopo aver sbattuto le ali un paio di volte, mi scaraventà sul muro del Laboratorio: lasciai la presa, atterrando proprio su uno dei pochi pezzi di mobilia ancora in piedi. Più precisamente, su una mensola ricolma di ampolle: non potei evitare che mi si rovesciassero addosso, e oltre al dolore causato dalla caduta, adesso si aggiungevano anche le fitte inviatemi dalla miriade di pezzetti di vetro che mi laceravano la pelle. Non me ne curai; mi rialzai in piedi come se nulla fosse, passandomi una mano su una spaccatura del labbro. - Così non durerò a lungo... Devo ragionare! Devo pensare al piano! - mi dissi, caricando due Dryas e scagliandole verso il nemico: non mi ero posto il problema di poter ferire Yindi, dato che con quel balzo sconsiderato ero riuscito ad allontanare la bestia da lei. Mi diressi nuovamente verso la farfalla, saltandogli addosso e cercando di trascinarlo più a destra. Proprio al centro del sigillo. Strinsi con più forza l'insetto, che cercava di liberarsi dalla mia presa il più in fretta possibile. - Yindi, ora! Effettua il sortilegio e pronuncia le stesse parole di prima! Non ti preoccupare per me! - dissi, notando che... A quel modo, gli effetti della maledizione che veniva annullata avrebbe colpito me. C'era un modo per rendersi immuni... Delle parole... Ma non le ricordavo, al momento.

     
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    Yindi Suraj
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    Pensavo che per me ormai fosse finita, e invece... - FERMATI! - Riuscii a vedere Lewys saltare giù dal quinto piano del laboratorio, atterrando proprio sulla grossa farfalla. Vederlo saltar giù da un'altezza del genere mi fece arrivare il cuore in gola, era totalmente impazzito?! Però in quel modo riuscì a salvarmi e per quello gli ero molto grata! la farfalla lo scaraventò su un mobile pieno di ampolle, che si rovesciarono su di lui. -Oh no, Lewys! Stai... stai bene?!?!- Urlai preoccupata. La situazione ci stava totalmente sfuggendo dalle mani... Però mi stupii vedendolo rialzarsi come se niente fosse. Già, mi ero scordata che i demoni erano molto più resistenti degli umani. Balzò di nuovo sulla farfalla portandola al centro del sigillo- Yindi, ora! Effettua il sortilegio e pronuncia le stesse parole di prima! Non ti preoccupare per me! - Mi avvicinai e feci per aprir bocca, ma... - se la tieni a contatto con il tuo corpo la maledizione potrebbe avere effetto anche su di te... - Mi bloccai. E se gli fosse successo qualcosa? Sarebbe stata totalmente colpa mia, non me lo sarei mai perdonata! Già ero etichettata come mostro dalla mia famiglia... ci mancava solo che venivo etichettata in quel modo pure in accademia! E poi Lewys mi sembrava un bravo ragazzo, per colpa mia in quel momento era ferito e stava affrontando una delle sue fobie peggiori. "Forse... forse sono davvero un mostro..." - Puoi farcela. Io credo in te e nelle tue capacità... - le parole di qualche minuto prima mi risvegliarono dal torpore, se avessi esitato ancora la situazione sarebbe peggiorata di più, così mi feci forza, chiusi gli occhi e, col cuore in gola e con l'ansia alle stelle e tra le lacrime, pronunciai le parole... -Atra waìse vardo nosu fra eld hòrmia...- Il sigillo si illuminò, provocando una luce accecante che mi costrinse a mettermi un braccio davanti gli occhi per proteggermi gli occhi dall'accecatura. Avevo... avevo paura a guardare. Mi chiedevo se Lewys era sano e salvo. Mi chiedevo se tutto aveva funzionato correttamente. Tremavo come una foglia e piangevo singhiozzante. Quella situazione mi aveva stremata e avevo appena avuto un assaggio di quel che sarebbe potuto succedere in una missione dell'accademia. Volevo sapere com'era andata ma allo stesso tempo avevo paura. Una paura folle.

     
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    Non sapevo come sarebbe andata: la situazione era degenerata in una maniera assurda, e non sapevo se fossi riuscito a fare qualcosa o comunque a salvarmi a causa dell'impatto poco potente che poteva avere su di me la maledizione. Però... Avevo paura: poteva andare tutto storto, potevo aver dimenticato un passaggio... Le ipotesi erano tante. Ormai avevo imparato che non dovevo escludere un esito disastroso: potevo uscirne indenne, come potevo perdere la ragione, sparire o qualsiasi altro effetto collaterale avesse avuto la rimozione della maledizione. Mentre Yindi poggiava le mani sul sigillo e pronuciava le parole che avrebbero risvegliato il potere del sortilegio, non potei impedirmi di provare paura. La sensazione di scappare di voler scappare da quel luogo si fece più intensa: ma sapevo che ormai era troppo tardi, e non avrei potuto far niente per impedire quel che stava accadendo. Anche sapendo come, non ne avrei avuto l'autorità: non ero stato forse io a pensare a quel piano strano, rischiando la mia vita e quella di Yindi soltanto perchè non volevo uccidere una farfalla? - E dire che trovo ripugnanti questi cosi... - ammisi, mentre anche soltanto il contatto con quell'insetto mi fceva rabbrividire. Avevo paura di quell'insetto, avevo paura della situazione in generale: nessuno mi avrebbe biasimato se avessi tentato di fuggire... In fondo, non potevo non provare quelle sensazioni, in quel momento. Però, anche se gli altri mi avrebbero perdonato... Non ci sarei riuscito io. Ero sempre stato severo con me stesso, soprattutto dopo la distruzione del villaggio: lasciare che tutto si "risolvesse" da solo era soltanto un'altra prova della mia debolezza, e in quel momento non potevo permettermelo. Non c'ero di mezzo soltanto io. - Potrei davvero... Morire per un motivo così stupido? - non feci a meno di pensarlo, mentre stringevo l'insetto a me più del dovuto. Non dovevo lasciarlo andare. - Degno proprio di un'idiota come me... Cosa penserebbe mia madre? E Hikaru? Ma che dico...? Forse non è più vivo neanche lui... -. Non potevo fare a meno di pensare a quelle cose, durante quelli che probabilmente erano i miei ultimi istanti: non ero riuscito a far niente in fondo... Non avevo riscattato il villaggio, non avevo ritrovato il mio migliore amico... E a stento ero migliorato nella magia. Forse, non ero altro che un fallimento... - Fallimento...? Aspetta un attimo... - quella parola mi riportò alla mente il suo corrispondente nella lingua usata per le maledizioni, l'Antica Lingua; "Fricai"... Una parola che in quel momento poteva salvarmi dall'oblio. - Ma certo... Era... Atra ... Atra nosu waìse... fricai. - pensai tra me e me, deglutendo e cercando di tenere fermo l'insetto. Che la maledizione sia un fallimento su di me. Non avevo più molto tempo: Yindi stava pronunciando le parole magiche, e se non mi muovevo... - ... Atra nosu waìse fricai! - gridai, mentre la maledizione faceva il suo effetto e un'aura violacea, così potente da non riuscire neanche a vederla, avvolgeva ogni cosa. Chiusi gli occhi, mentre sentivo i sensi abbandonarmi... - Sono... Sono arrivato tardi? - fu l'ultima cosa che riuscii a pensare. Dopo un leggero sfarfallio tra le mie mani, sentii il terreno venirmi incontro, e poi... L'oblio.

    Dei singhiozzi disperati mi riportarono alla realtà. Rinvenni dopo qualche minuto, e la prima cosa che vidi fu il sigillo, tornato ormai del suo colore originale, sul quale ero cascato poco prima di perdere i sensi. - Dannazione... Riesco a svenire persino per una cosa così semplice... - pensai, massaggiandomi la guancia che era rimasta a contatto con il terreno per tutto quel tempo, fredda come il marmo. Solo dopo mi resi conto che non sembrava essere cambiato nulla: ero rimasto lo stesso, la mia mente era integra e i miei ricordi anche. Sospirai di sollievo, piegando la testa verso il basso e chiudendo gli occhi dal sollievo: avevo avuto davvero paura, e tutti quei pensieri strani erano risultati decisamente inutili... Mi preoccupavo decisamente troppo. Mi accorsi che però c'era qualcosa che non andava: sembrava che i capelli mi coprissero la visuale.... Mi toccai la testa, soltanto per scoprire che il nastro con cui legavo abitualmente i capelli era sparito. - Oh no... Ci mancava pure questa... - pensai,guardandomi intorno in cerca del nastro blu: ma sembrava essere sparito. - Dannazione... - pensai, ma un singhiozzo mi fece dimenticare quei dettagli inutili: davanti al sigillo, Yindi stava piangendo disperata, tremante. Spalancai gli occhi a quella vista, stupito, non capendo perchè si comportasse così; preoccupato, mi avvicinai a lei, mettendole le mani sulle spalle e staccandola dal terreno. - Yindi, tutto bene...? Perchè piangi? - le chiesi, sollevando il suo mento con due dita e guardandola negli occhi: non capivo il perchè... Ma forse potevo immaginarlo. Che fosse spaventata per quello che era successo? Le sorrisi, mente ogni secondo che passava mi sentivo sempre più in colpa; le avevo chiesto troppo, e probabilmente non era abituata a tutto quel casino. Le asciugai le lacrime con un pollice, sorridendole teneramente. - Su su... Va tutto bene adesso. Non c'è bisogno di piangere! - le dissi, mentre alzavo gli occhi giusto in tempo per vedere la farfalla, tornata al suo aspetto originale, svolazzare per la stanza e infilarsi sotto l'apertura di una finestra semiaperta.

     
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  7. Zalya
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    Yindi Suraj
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    Sentii delle mani poggiarsi sulle mie spalle, e poi due dita sollevarmi il mento. Mi trovai davanti i due occhi rossi di Lewys. - Yindi, tutto bene...? Perchè piangi? - stavo ancora singhiozzando, non capivo se era tutta un'illusione o se Lewys stava bene davvero. Mi asciugò le lacrime con un pollice, sorridendomi in un modo così tenero che non feci a meno di arrossire come una babbea. - Su su... Va tutto bene adesso. Non c'è bisogno di piangere! - stava bene, non era un'illusione. Lo abbracciai disperata, stringendolo forte. -L... Lewys mi dispiace!! E' tutta colpa mia!! Sigh... sigh... sob... sono un'incapace, ho avuto così paura che la m-maledizione ti avesse fatto del male! Sigh! Mi dispiace! Mi dispiace tantooooooo!!- Mi staccai tenendo la testa bassa. -S... Scusa, non dovevo abbracciarti... magari ora... magari ora mi odi...- Ero abituata ad essere odiata dalla gente, quindi avevo già tirato la conclusione che lui ora mi odiasse. "Però... mi ha sorriso così dolcemente, poco fa... magari mi sto sbagliando?" Mi asciugai le lacrime con la manica della divisa, tenendo sempre la testa bassa. Forse era meglio che toglievo il disturbo? No... l'aula era in condizioni tremende. Per colpa MIA. -Se ora mi odi, ti posso capire bene... ti ho messo davanti a un grosso pericolo e a una delle tue fobie... se mi odi... fa niente... io... i-io ci sono abituata...- Gli diedi le spalle. -Se vuoi vai pure, in fondo la colpa di tutto questo è solo mia... metterò a posto e poi me ne andrò...- Dissi cominciando ad avvicinarmi ai vetri rotti degli alambicchi del laboratorio. Oggi l'avevo proprio combinata grossa. In tutta la mia vita non ne avevo mai combinata una giusta. Mi sentivo... così inutile... Mi abbassai cominciando a raccogliere i vetri

    "Sei un mostro! Non sei mia sorella! Sparisci dalla mia vista!"

    "Vorrei che non fossi mai nata! Mostro! Mostro!"


    In quel momento le voci delle mie sorelle mi riecheggiavano nella testa. Che fosse quello il motivo per cui non combinavo mai niente di giusto? Ero... un mostro? -Sono... davvero un mostro?- Sussurrai leggermente tra me e me. Ero proprio... a pezzi.

     
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    Lewys Silyen
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    Mentre le parlavo, Yindi mi abbracciò e si mise a singhiozzare sul mio petto; disse che le dispiaceva tantissimo, e che aveva avuto paura... Per me. Rimasi un po'imbarazzato da quel comportamento, ma non potei fare a meno di notare che quella ragazza era estremamente sensibile: non sapevo che dirle, dato che quelle mi sembravano paure normali, dopo l'esperienza appena avuta. Mi limitai a darle dei colpetti sulla schiena, sperando che si calmasse. - Su su, non mi è successo niente! Piuttosto, tu... Stai... Stai... - cominciai, ma la mia timidezza mi impedì di parlare oltre. - Oh... No| Non riesco più a spiccicare parola! Penserà che sono un completo idiota! Sono... - pensai, arrossendo, - ... Preoccupato per lei? Penso sia normale... In fondo l'ho esposta a un grande pericolo... Però... - pensai, mentre la osservavo singhiozzare, impotente, - ... Forse sono più preoccupato adesso che è tutto finito... Perchè non smette di piangere? Le ho fatto qualcosa di male? -. Non facevo a meno di pensare che l'avessi ferita in qualche modo: non conoscevo Yindi da molto, ma mi ero abituato a vederla sempre sorridere... Quel comportamento mi lasciava spiazzato. Non riuscii più a finire la frase che avevo cominciato prima, perchè la ragazza si scostò da me, tenendo però la testa bassa. - Sta cercando di evitare il mio sguardo? - ipotizzai, mentre osservavo la ragazza, che continuava a fissare il terreno. -S... Scusa, non dovevo abbracciarti... magari ora... magari ora mi odi...- quasi sussultai a quelle parole, stupito; perchè avrei dovuto odiarla? Per un abbraccio? No... C'era qualcosa di più dietro a quelle parole. E la giustificazione di quelle parole non tardò ad arrivare. . -Se ora mi odi, ti posso capire bene... ti ho messo davanti a un grosso pericolo e a una delle tue fobie... se mi odi... fa niente... io... i-io ci sono abituata...- disse Yindi, per poi voltarsi, dandomi le spalle, e dire che avrei potuto andarmene, e che avrebbe pensato lei a rimettere a posto. Non seppi che pensare: per qualche secondo rimasi soltanto a fissarla, chiedendomi perchè... - Cos'ha dovuto passare.... Per arrivare a pensare di essere odiata per uno sbaglio che ho commesso io?. Ma forse... Potevo intuirlo. Per quanti anni ero stato odiato? Le altre persone evitavano noi demoni; all'orfanatrofio ero sempre stato escluso da tutti, e con il passare degli anni, mi ero convinto che non era solo la mia natura di demone, ma anche il mio carattere; ero arrivato a pensare che anche gli altri abitanti del villaggio avessero potuto odiarmi, a causa della mia debolezza e della mia inutilià. Perchè mi ero salvato io, quando gli altri erano morti tutti? Perchè qualcuno di debole come me?
    Forse, proprio perchè conoscevamo entrambi quella sensazione... Non potevo permettere che Yindi si portasse ancora dietro quel peso. Non volevo che qualcun altro soffrisse come stavo facendo io: se potevo fare qualcosa per lei... Mi alzai e mi diressi verso la ragazza, che aveva cominciato a raccogliere dei pezzi di vetro. - Forse... Siamo simili? Forse... Proprio per questo non faccio come mi ha detto? - pensai, abbassandomi al suo livello e levandole i vetri dalle mani. - Così ti taglierai... Lascia fare a me. - le dissi, senza alzare lo sguardo su di lei e raccogliendo anche gli altri. Non sapevo cosa dirle: non sapevo cosa dirle per confortarla, senza sembrare invadente. In fondo, non conoscevo nulla di Yindi, ma per qualche ragione... Non riuscivo a lasciarla lì. Non era per la mole incredibile di lavoro che c'era da fare, e neanche a causa dei sensi di colpa che mi avrebbero afflitto se l'avessi lasciata lì, pulendo tutto lei: era perchè pensavo che fossimo simili... E in qualche modo, non sapendo neanche da dove cominciare, sentivo che dovevo aiutarla. - Tu non sei un mostro... Non lo sei mai stata. Ti conosco poco, Yindi... - alzai la testa, incontrando il colore ametista dei suoi occhi e inchiodandola con lo sguardo, serio in volto, - ... Ma sento che tu non sei il tipo di persona da poter far male a qualcuno intenzionalmente. I veri mostri... Sono quelli che ti si fingono amici e poi ti pugnalano alle spalle... Non so chi ti abbia messo in testa questa idea che adesso hai di te... Nè chi ti abbia portato a pensare quelle cose... Ma se sei qui adesso, dovresti lasciar perdere! Non prendere sul serio ogni cosa che ti dicono gli altri su chi tu sia. Soltanto tu puoi saperlo con certezza... Non farti tormentare troppo dal passato... Non servirà a cambiare niente... - dissi, per poi rendermi conto che le avevo appena dato un consiglio che non ero mai riuscito a seguire; ma in fondo, lei non mi conosceva, e non avrebbe potuto saperlo. La tirai verso di me, abbracciandola delicatamente... Non volevo che vedesse il mio volto in quel momento; i ricordi erano ancora troppo vividi, e se non stavo attento, chiunque avrebbe potuto capire che c'era qualcosa che non andava. - ... Non pensare che io ti odi. Per cosa, poi? Sono stato io a trascinarti in tutto questo. Ti ho proposto io di aiutarmi a eseguire la maledizione... E ti ho lasciata da sola quando avevi bisogno di aiuto. Se c'è qualcuno che dovrebbe essere odiato, qui... - dissi, sospirando leggermente e fissando un punto lontano della stanza, guardando senza vedere realmente quel che si trovava davanti a me. - ... quello sono io. Scusami... -. La lasciai andare, per poi alzarmi e cominciare a raccogliere gli altri vetri. Quella stanza era un disastro!

     
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  9. Zalya
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    Yindi Suraj
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    A quel punto mi aspettavo che Lewys se ne andasse via. Dopotutto che ragioni avrebbe avuto per restare ad aiutarmi? Però... non andò via. Mi si avvicinò abbassandosi al mio livello, togliendomi i vetri dalle mani, dicendo che rischiavo di tagliarmi e che ci avrebbe pensato lui. -M... ma...- Non sapevo come ribattere, così abbassai la testa. Come mai era restato? Non riuscivo a darmi una spiegazione plausibile - Tu non sei un mostro... Non lo sei mai stata. Ti conosco poco, Yindi... - disse alzando la testa e guardandomi negli occhi, aveva uno sguardo molto serio. Spiegò che sentiva che io non ero il tipo di persona da poter far male intenzionalmente a qualcuno, che i veri mostri erano quelli che si fingevano amici e poi ti pugnalavano alle spalle. Mentre mi parlava cercavo di sostenere il suo sguardo, ma a stento ci riuscivo. A volte distoglievo inconsapevolmente il mio sguardo dal suo, tenendo le orecchie abbassate ed ascoltandolo attentamente. - Non farti tormentare troppo dal passato... Non servirà a cambiare niente... - In effetti era vero... ma... come potevo non farmi tormentare dal passato? Era quasi impossibile, con quel tormento ci ero cresciuta... ma forse una speranza c'era? Mentre ci pensavo, mi sentii tirata verso di lui, mi strinse in un abbraccio molto delicato, mentre il mio cuore minacciava di decollare via dal petto. - ... Non pensare che io ti odi. Per cosa, poi? Sono stato io a trascinarti in tutto questo. Ti ho proposto io di aiutarmi a eseguire la maledizione... E ti ho lasciata da sola quando avevi bisogno di aiuto. Se c'è qualcuno che dovrebbe essere odiato, qui... quello sono io. Scusami... - disse infine sciogliendosi dall'abbraccio per poi alzarsi e cominciare a raccogliere i vetri. "Non... non mi odia?" pensai, mentre rimanevo a fissarlo, con la testa inclinata. Era la prima volta che qualcuno oltre mio fratello maggiore mi diceva che NON mi odiava... Nel mio petto, sentivo una strana sensazione... che fosse... felicità? Mi alzai avvicinandomi dietro a lui, afferrando un lembo della sua divisa e tirandola leggermente. -Non... non mi odi? Davvero?- abbassai timidamente le orecchie arrossendo, facendolo voltare verso di me ma senza riuscire a guardarlo direttamente negli occhi. Guardai in basso, giocherellando con le mie dita delle mani. -A... Allora vuoi...- abbassai inconsapevolmente la voce, quasi come se avessi paura di fargli la domanda. -Vuoi essere... mio amico?- Dissi, tentando di guardarlo in faccia ma riabbassando subito lo sguardo, abbassando di nuovo le orecchie. Ero così imbarazzata... perchè gli feci una domanda del genere? Chissà come sembravo stupida, in quel momento!

     
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    Lewys Silyen
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    Non sapevo quale effetto avrebbero avuto le mie parole su Yindi: non conoscevo il suo passato, e non volevo intromettermi... A pensarci, se soltanto qualcuno, qualche anno prima, si fosse azzardato a farmi un discorso così, non avrei fatto altro che odiare quella persona. Avevo vissuto per molto tempo nella paura e nel rancore... Avevo troncato i rapporti con tutti, pur di non ferire e di non essere più ferito; però, anche senza che nessuno me lo dicesse, avevo capito che quel comportamento non era quello giusto da seguire: avevo provato a migliorarmi, ma nonostante tutto, non riuscivo ancora a liberarmi degli incubi e dei sensi di colpa. - Che diritto ha uno come me... Di parlare così a qualcun altro? - mi chiesi, mentre finivo di raccogliere anche l'ultimo pezzo di vetro e lo buttavo nella pattumeria lì accanto. - In fondo... Io non sono cambiato da quel giorno... Ho soltanto fatto finta di migliorarmi; non riesco a capire chi sono... E do consigli che non sono mai riuscito ad ascoltare. - era impossibile negare il contrario: se ero ancora vivo.... Forse lo dovevo proprio al mio passato. Forse era quella sensazione di "dovere" verso qualcun altro che mi impediva di abbattermi al punto da pensare che sarebbe meglio morire. Anche se più di una volta ci avevo ragionato sopra... Ma non ne avevo mai avuto il coraggio. Nonostante tutto... La vita mi era troppo cara per lasciarla andare così facilmente. Forse, potevo considerare i ricordi e il mio passato come una condanna ma anche come l'ancora di salvezza che mi aveva sostenuto tutti quegli anni; però... Non ero mai riuscito a non farmi condizionare da esso. Gran parte delle scelte che mi trovavo davanti, erano dettate e guidate dalla consapevolezza di non poter più mostrarsi debole... Non volevo più sentirmi così... - Solo? Si, forse è solitudine, in fondo... Una solitudine in cui ho scelto di vivere per tutti questi anni... E'troppo tardi ormai per me... - pensai, cominciando a spazzare il pavimento, distrattamente. Nonostante la mia maschera, e tutte le precauzioni che avevo preso... Era comunque un senso di enorme smarrimento quello che provavo: non trovavo altri sinonimi adatti, e non sapevo più come relazionarmi con gli altri a causa di quella corazza. - Forse era tutto inevitabile, in fondo... Non ha senso perdere tempo a rimpiangere il passato. - pensai, sospirando. - Però... però... Non potevo fare a meno di ripensare con nostalgia a quei momenti che avevano segnato la mia infanzia, ma che ormai erano andati perduti per sempre. Non avrei potuto fare niente nemmeno se lo avessi voluto: in quel momento, persino la mia idea di riscattare gli altri mi sembrò inutile e fuori programma. Che senso avrebbe avuto? Avrebbe riportato in vita qualcuno? Avrei potuto vedere nuovamente mia madre sorridermi, o divertirmi nuovamente quando le mie maledizioni, totalmente innocue, spaventavano Eiko, mentre Hikaru se la rideva della grossa? No... Non avrei potuto riportare indietro niente. Quei momenti erano destinate a restare ricordi, che però con il passare del tempo diventavano sempre più dolorosi. A un tratto, il mio flusso di pensieri venne interrotto quando mi sentii tirare per un estremo della giacca, e una voce flebile mi parlò, distogliendo la mia mente dalle pulizie - che effettivamente sembravano contribuire a rendere quella stanza ancora più sporca del normale - e dai pensieri poco felici nel quale ero capitato; ci misi qualche secondo a capire a cosa si stesse riferendo la ragazza, ma quando capii, sentii una fitta nel profondo del cuore. - Non... non mi odi? Davvero? A... Allora vuoi... Vuoi essere... mio amico?- disse, arrossendo e fissando il terreno, probabilmente imbarazzata. Amico...<i> quanto tempo era passato dall'ultima volta che avevo pronunciato quella parola? Troppi, troppi anni... Eppure li ricordavo tutti con una nitidezza incredibile... Forse soltanto i primi mesi dopo l'assalto e l'attacco stesso erano confusi. <i>Amici... una parola così semplice, che eppure sapeva farmi rabbrividire e mancare il fiato. Avevo paura? Paura che potesse andare in frantumi tutto nuovamente? Un legame solido e stabile come un'amicizia... Avevo imparato che persino quella poteva spezzarsi in un secondo: e non si poteva sapere se si sarebbe potuta recuperare oppure no? Però... Era rassicurante avere un amico... Sentivo che avrei fatto di tutto per proteggere le vite di quelli che le persone chiamano "amici". Forse perchè, in fondo... La compagnia di qualcun altro è l'unica cosa che impedisce a un essere umano di cadere nel baratro della disperazione. Per qualche secondo sentii le lacrime salirmi agli occhi; perchè quella decisione era così dolorosa? Però... Non mi stavo arrendendo; non avrei mai smesso di cercare, finchè non fossi morto o finchè non avessi raggiunto il mio obiettivo. - Si... - dissi, fissando Yindi e sorridendole, - Si... Mi piacerebbe molto diventare tuo amico, Yindi. - dissi, per poi ridere: sentii una sensazione calda avvolgermi... Felicità? - Non la provavo da molto... E'così che ci si sente con un amico? Era tanto tempo... - pensai, pattando la testa di Yindi e ritornando a pulire, un po' più allegro di prima. Eppure, anche se si era affievolito... Il dolore dentro di me non accennava a sparire.

     
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  11. Zalya
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    Yindi Suraj
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    - Si... Mi piacerebbe molto diventare tuo amico, Yindi. -
    Quelle parole mi scaldarono il cuore in maniera impressionante. Seppure ero sempre stata una ragazza allegra, in realtà era tutta una finzione. Ma finzione o no, in quell'accademia tutti mi ignoravano. Lewys era diverso e questo mi rendeva davvero... felice. Feci un gran sorriso e mi affiancai a lui a pulire il disastro di prima. -Ahahahah! Certo che l'abbiamo combinata grossa, eh? Se il professor Lavi vedesse il laboratorio in queste condizioni per noi sarebbe la fine! Ahahahah!- Cominciai a raccogliere i libri e rimetterli a posto canticchiando. La mia maschera da persona allegra e spensierata era tornata. Ci volle molto tempo prima di risistemare tutto, in quel lasso di tempo parlavamo del più e del meno e non mancarono innumerevoli domande sceme da parte mia. Quando finimmo di mettere a posto, ormai era quasi tutto buio ma feci fatica ad accorgermene dato che i kowka vedono al buio. Sistemai l'ultima cosa e mi stiracchiai. -Uff! Accidenti, che faticaccia! Ora però è tutto a posto, per fortuna! E i professori non ci hanno beccato!- Rivolsi lo sguardo verso Lewys. -Spero di non averti disturbato troppo, dopotutto eri qui tutto solo... però... la prossima volta che torni a fare le maledizioni posso venire pure io? Sono proprio curiosa di vedere cosa farai!- dissi sfoggiando un enorme sorriso, poi continuai -Ah, tranquillo non ti chiederò di farne una io! Credo di aver creato abbastanza danni, oggi... però se ne facessimo uno insieme non dovrebbero esserci problemi, giusto? Quello sì allora! Eheheh! Non vedo l'oraaa!- Alzai lo sguardo, guardando attraverso il soffitto in vetro. -Oh, com'è tardi! E' un peccato... avrei voluto stare ancora un po' a chiacchierare con te...- affermai con un filo di tristezza mentre guardavo in basso imbronciata. Finora stare in sua compagnia era stato molto piacevole, ora che era tardi mi dispiaceva dover andar via. Avrei voluto tanto restare con lui ancora un po'... Ma probabilmente aveva da fare, quindi sicuramente ci saremmo salutati di lì a poco.

     
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    Lewys Silyen
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    Ruolata
    Per qualche strana ragione, non facevo a meno di sorridere: le sensazioni di poco prima non mi avevano ancora abbandonato, e nonostante quella decisione fosse anche un po' dolorosa, a causa del mio passato, non potevo fare a meno di sentirmi... Felice. Avevo trovato qualcuno su cui fare affidamento... Qualcuno che, in qualche modo, sentivo di dover proteggere. Anche se conoscevo Yindi soltanto da poche ore, non potevo impedirmi di pensare che eravamo simili; se i problemi che la tormentavamo erano uguali ai miei, allora... Forse sarei riuscito a darle una mano a risolverli. - Proprio io, che non riesco a fare chiarezza in me stesso, mi permetto di pensare queste cose... - mi dissi, mentre pulivo e cercavo di riassettare come meglio potevo. Quella stanza era un disastro: finalmente mi ero deciso a vedere in che condizioni avessi ridotto il Laboratorio, e quando lo feci, me ne pentii subito. Anche se le ampolle erano state rimosse, il loro liquido era ancora sparso per tutto il pavimento: i libri erano rovesciati su tutto il terreno, alcuni erano persino macchiati... E molti degli ingredienti necessari alle pozioni erano stati persi. - Dannazione... Dovrò dirlo a qualche professore in ogni caso... - pensai, dirigendomi verso lo sgabuzzino lì vicino e chinandomi a raccogliere un secchio e uno straccio, con cui avrei ripulito il terreno. Ma prima che potessi farlo, come mi accovacciai sentii una fitta dolorosa alla schiena, e il sangue caldo rigarmi la pelle: avevo dimenticato di essere stato ferito, e che i pezzi di vetro erano ancora incastrati nel mio corpo. - Dannazione... Ma non è questo il momento di pensarci... - pensai, mascherando il dolore come meglio riuscivo e cercando di pulire: più mi sforzavo e più mi sentivo male, ma per fortuna, la conversazione con Yindi mi distraeva quel tanto che bastava. Più che dolore, era fastidio: non era piacevole sentir muovere quei dannati vetri a ogni spostamento, e anche se sapevo che avrei dovuto toglierli il più presto possibile, al momento consideravo la pulizia di quella stanza decisamente più importante delle mie condizioni. Quello era un luogo pubblico: non lo usavo soltanto io, e dovevo ripulire il casino che avevo combinato, se in caso ci fosse venuto qualcuno. E poi, per sistemarmi... Avrei dovuto togliermi la divisa... La sola idea di farlo davanti a Yindi mi imbarazzava. Era pur sempre una ragazza, anche se ormai era mia amica!
    Passarono molti minuti, che a me parvero ore: dopo quasi un'ora di pulizie, infine potei posare lo straccio, e mi lasciai cadere su una delle sedie lì presenti, sfinito e provato dall'intera situazione. Mi abbandonai sulla sedia, piegando la testa indietro e volgendo la testa al soffitto, chiudendo gli occhi: finalmente era finita, e ora, l'ultima cosa da fare... Era salutare Yindi e andarmene. Eppure... Perchè provavo un po' di tristezza a quell'idea? -Spero di non averti disturbato troppo, dopotutto eri qui tutto solo... però... la prossima volta che torni a fare le maledizioni posso venire pure io? Sono proprio curiosa di vedere cosa farai!- disse Yindi, stiracchiandosi. A un tratto, mi accorsi di non riuscire più a vederla bene: allarmato, mi tirai immediatamente su, preoccupato. - Sto pure perdendo conoscenza!? - pensai, allarmato: poi il mio sguardo cadde sulle finestre, o meglio, sul paesaggio fuori di esse: il cielo era completamente scuro, segno che ormai il pomeriggio era passato da un pezzo. Riportai lo sguardo su Yindi, che in quel momento mi stava dicendo che non avrebbe avuto intenzione di provare nuovamente una maledizione... Ma di farne una insieme. Sorrisi all'idea, annuendo con la testa, troppo stanco per fare un discorso sensato. - Certo... Potrei insegnarti passo dopo passo, se ti va! In fondo... Ora siamo amici no? - dissi, sorridendole di nuovo e guardando fuori dalla finestra. Quella frase appena pronunciata... Era troppo nostalgica. Quante volte avevo tartassato Hikaru con le mie maledizioni, quando avevo scoperto che non fuggiva di paura come gli altri? - Così non va... Meglio se torno in camera mia e mi riposo un po'... Sto pensando troppo al passato, ultimamente... - pensai, arrancando verso il mio banco e sistemando i miei oggetti nella borsa. Per fortuna non si era rotto niente; il quaderno era ancora integro, così come i libri di testo, che se l'erano cavate con qualche spiegazzatura e una macchia sul tomo di Pozioni. -Oh, com'è tardi! E' un peccato... avrei voluto stare ancora un po' a chiacchierare con te...- disse Yindi, e a quelle parole, non ebbi cuore di lasciarla lì, da sola: per quanto stessi soffrendo, sia fisicamente che moralmente, in quel momento... Preferivo passare del tempo con lei che restarmene rinchiuso nella mia stanza a pensare a ciò che non avrei potuto cambiare o riportare indietro. -"Non farti tormentare troppo dal passato... " ... Già, a volte delle cose intelligenti le dico anche io.... Perchè diamine non seguo i miei consigli? - pensai, sospirando e sorridendo alla ragazza, dopodichè mi misi la borsa a tracolla, gemendo dal dolore quando il laccio passò proprio sulle ferite che avevo alle spalle e alla schiena. - Possiamo stare ancora un po' insieme, se vuoi.. Penso sia ora di cena. Come minimo, per farmi perdonare, dovrei darti metà delle mie porzioni! - le dissi allegramente, avvicinandomi a lei e afferrando la sua mano, per poi dirigermi verso la porta. Sistemai un po' meglio la borsa, infastidito dalla posizione che aveva assunto per non farmi male. Non l'avessi mai fatto: si posò proprio su un vetro rimasto un po' più in fuori degli altri, spostandolo più in profondità e facendomi sussultare dal dolore. - Aaahhh... -soffocai a stento un urlo, lasciando andare la mano di Yindi e posando la mia sulla spalla ferita, cercando di trattenere il sangue che cominciava a macchiare la divisa. - Non... Non è niente. Forse dovrei prima andare a cambiarmi... Ma non è importante. S... Sto bene.. - dissi, la voce flebile; non era assolutamente vero, ma non volevo scaricare la responsabilità della mia salute su qualcun altro, così come non volevo che qualcun altro si preoccupasse per me.

     
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  13. Zalya
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    Yindi Suraj
    Classe: Ladra Razza: Mutaforma (Kowka) Numero Stanza: 125 Fama: 0

    Ruolata
    Sentivo uno strano odore di sangue, ma non capivo da dove provenisse. Magari era l'odore mischiato di qualche pozione che era caduto, nella lotta molti liquidi erano caduti per terra e anche se avevamo asciugato tutto e lavato gli odori più forti non se ne erano andati. Tutti quegli odori insieme mi stavano facendo impazzire, avendo l'olfatto molto sviluppato mi davano un po' fastidio. - Certo... Potrei insegnarti passo dopo passo, se ti va! In fondo... Ora siamo amici no? - Rispose Lewys alla domanda che gli feci poco prima. In qualche modo ero davvero felice di sentirglielo dire. Gli sorrisi a mia volta, per poi mettermi a osservarlo mentre guardava il paesaggio fuori dalle finestre. Aveva uno sguardo così malinconico... mi chiedevo se per colpa della mia parlantina avevo detto qualcosa che lo avesse scosso. Lo vidi mettersi la borsa a tracolla - Possiamo stare ancora un po' insieme, se vuoi.. Penso sia ora di cena. Come minimo, per farmi perdonare, dovrei darti metà delle mie porzioni! - Mi disse allegramente mentre si avvicinava a me. -Siiiii! Stiamo ancora un po' insiemeee!- dissi tutta saltellante e vispa. Però, più si avvicinava a me e più l'odore di sangue si faceva forte. "Ma cosa... non è che..." Mentre pensavo, mi prese per mano portandomi verso la porta del laboratorio. Era così strano camminare mano nella mano con qualcuno, era una cosa normale farlo? Non sapevo perchè ma arrossii parecchio. Allo stesso tempo mi cresceva l'ansia... quell'odore di sangue non smetteva di cessare, che si fosse ferito ma non volesse dirmelo? I miei pensieri furono presto confermati: Mentre sistemava meglio la borsa lo vidi improvvisamente, facendolo gemere dal dolore mentre soffocava un urlo. Mi mollò la mano e cominciò a tenersi la spalla. L'odore del sangue stava aumentando, lo sentivo fin troppo bene! Lo guardai sconvolta. -L... Lewys? Tutto bene?!- gli domandai allarmata mentre poggiavo una mano sul suo braccio. - Non... Non è niente. Forse dovrei prima andare a cambiarmi... Ma non è importante. S... Sto bene.. - A quel punto, mi arrabbiai. Era davvero necessario continuare a fingere di star bene quando invece non era vero? -Non... non prendermi in giro! Lo sento bene l'odore del sangue! Prima pensavo fosse l'odore delle pozioni tutte mescolate insieme ed ero confusa, ma ora lo sento provenire proprio da te! Sei ferito, perchè non me l'hai detto subito? L-Le ferite non si devono prendere troppo alla leggera! Ecco!- dissi guardandolo male. Poi però la mia espressione cambiò, diventando preoccupata.-Fammi vedere!- Senza aspettare il suo consenso gli levai la mano dalla spalla e gli levai la giacca. Non c'era bisogno di togliere anche la camicia, era tutta insanguinata. -C... Cielo! Qui ci vuole l'infermeria! Al più presto!- Lo afferrai per una mano cominciando a trascinarlo via. -Dannazione Lewys, devi prenderti più cura di te stesso! Cos'è, volevi tenerti la ferita senza curarla? Insomma, devi volerti più bene!- lo rimproverai mentre camminavo. Sembravo quasi una mammina premurosa. Però in fondo ora era mio amico, e ci si deve prendere cura dei propri amici, no? Avrei fatto tutto il possibile. Era il mio unico amico, quindi mi sarei presa cura di lui. Qualsiasi cosa accada!

     
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