In Laboratorio...

Lewys Silyen e Yindi Suraj

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    Lewys Silyen
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    Le lezioni erano appena finite: era ormai una settimana che mi trovavo all'Accademia, e dopo i primi giorni di disorientamento, mi ero abituato in fretta alla routine. Non contavo molto sulla mia capacità di adattamento: dati i trascorsi, avevo anche un po' paura di cambiare. Ma in fondo, avevo appena iniziato un capitolo della mia vita, che si prospettava decisamente migliore di quello appena finito. Mi impegnavo sempre al massimo nello studio, per cercare di migliorare anche come combattente: non avevo avuto modo di testare molto i miei poteri, dato che non mi ero quasi mai trovato in una situazione in cui dovessi usarli, ma nonostante tutto, dopo appena una settimana riuscii a vedere i primi progressi. Avevo perfezionato il mio elemento predominante, la terra; combattevo principalmente con incantesimi offensivi che riguardavano quella, anche se a poco poco approfondivo maledizioni e arti oscure. Avevo imparato a lanciare sortilegi e mi ero avvicinato all'Alchimia, materia che non avevo mai considerato fino a quel momento: pensavo importasse di più saper lanciar incantesimi, ma evidentemente anche trasformare oggetti in qualcos'altro delle stesse dimensioni era utile. E estremamente affascinante: non ricordavo di essermi mai dedicato così felicemente allo studio. I libri riempivano anche il vuoto che mi si era creato dentro: ormai li consideravo degli amici, anche se non potevo parlarci. Respirai l'aria fresca dell'Accademia, una volta uscito dall'aula del professore di Storia di Evesaje: nonostante tutto... Non sopportavo quella materia! Non riuscivo a fare a meno di pensare che il docente era decisamente inquietante. Con la sua pelle bianca e quella lingua vischiosa che tirava fuori ogni volta che parlava... Sembrava quasi un serpente, e mi faceva venire i brividi. Mentre gli altri studenti si dirigevano nella Caffetteria per la merenda, nei propri dormitori o nel Giardino, io andai verso il Laboratorio. Quando non c'erano lezioni, quel posto era quasi vuoto: infatti era uno dei miei posti preferiti... Lì potevo esercitarmi e studiare senza seccature. Mi diressi verso il posto quasi con fretta, come se volessi tornare a studiare il prima possibile: nonostante l'Accademia fosse maestosa e ben arredata, ormai il periodo in cui fissavo tutte le cose a bocca aperta era passato già da qualche giorno. Avevo persino imparato quasi tutti i posti di quella scuola a memoria: non c'erano più problemi ormai, che mi perdessi. - Magari domani potrei andare al Santuario... Devo ancora provare quel piano che hanno là. - pensai, arrivando finalmente all'entrata del laboratorio; lo frequentavo da quando l'avevo scoperto, e ormai era quasi diventata una necessità fermarmi per almeno un'oretta in quel luogo. Entrai a passo leggero, vedendo se ci fosse qualcuno; ma il posto era deserto, esattamente come mi ero aspettato. Persino con i miei sensi di demone all'allerta, non riuscivo a captare nessuno... Soltanto gli studenti che erano in giro per il Giardino, che si tenevano ben alla larga da quel luogo di studio. Presi un profondo respiro, percorrendo la navata principale e sedendomi a un tavolo vicino alle scale che portavano ai piani successivi. Infatti, quel luogo era strutturato su più piani: alamabicchi, ampolle, provette e pozioni di ogni genere occupavano i primi tre piani, mentre venivano lentamente sostituiti da libri e cartine di ogni forma e volume negli altri tre piani. Si arrivava a ogni piano tramite una scala a chiocciola, che si snodava fino in fondo; poi, sul tetto, una vetrata decorata lasciava filtrare la luce del sole, illuminando ogni banco e l'enorme lavagna attaccata al muro del primo banco. Posai la mia cartella, aprendola e frugando all'interno; infine recuperai un piccolo quaderno rilegato in pelle nera, che conteneva le maledizioni che mi ero appuntato sin da quando avevo memoria. Infatti, inventare e scoprire maledizioni e sortilegi di ogni sorta era la mia passione: ma potevo praticarla soltanto in luoghi nascosti dove non entrava mai nessuno, perchè... La gente aveva molti pregiudizi. Noi demoni eravamo disprezzati e temuti; se qualcuno mi avesse visto armeggiare con la magia nera, per la mia reputazione sarebbe stata la fine. Ma non potevo abbandonare le maledizioni; era più forte di me. Anche se mi trattenevo dal scagliarle verso esseri umani, gli insetti che tanto odiavo - e temevo - erano le mie cavie principali. Frugai un altro po' nella mia borsa, la mano che tremava un po': poi recuperai un barattolo, nel quale era rinchiusa una farfalla bianca. Rabbrividii non appena la vidi, e solo grazie a un ENORME sforzo di volontà riuscii a non scagliare via l'ampolla - anche perchè sennò avrei liberato l'insetto, e allora si che ci sarebbe stato da disperarsi. Poggiai l'ampolla sul pavimento, sfogliando le pagine del libro e leggendo qualche rigo. - Uhm... Questa è interessante... - mormorai, una strana luce negli occhi. - Forse se cambio questa parola qui... E questo disegno... Potrebbe venire qualcosa di diverso... - dedussi, tirando fuori un gessetto bianco e ricopiando sul terreno l'intricato disegno che era riprodotto sulla pagina del mio quaderno: anch'esso era stato ideato sulla base di un modello già esistente, ma l'avevo modificato anni e anni fa. Provai a cancellare una linea, così da poterne unire altre due vicine insieme; poi disegnai un triangolo rovesciato in ogni spazio vuoto, e posata l'ampolla con la farfalla proprio al cento, mi misi in ginocchio e poggiai le mani sui lati delle linee esterne che costituivano il sigillo. - Atra gülai un ilian tauthr du sùndavar freohr! - ripetei la formula, prima a voce più bassa, poi sempre più alta; finchè il sigillo che avevo imposto sul terreno cominciò a brillare del colore del sangue, e un'aura violacea usciva lentamente dal mio corpo, impedendomi di vedere: era tutto normale. La maledizione stava avendo effetto. Ma, proprio quando ero sul punto di compierla... Un rumore mi distrasse, e tutto il lavoro che avevo fatto fino a quel momento, andò in frantumi.

     
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  2. Zalya
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    Yindi Suraj
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    Finalmente le lezioni erano terminate! Tirai un groooosso sospiro di sollievo. Saltellai fuori dalla classe noncurante degli altri studenti che per evitare di scontrarsi con me si scansavano maledicendomi. "Mmmhhhhh, vediaaamooo! Cosa potrei fare? Oh, ma che domande! E' ovvio... MERENDAAA!" cominciai a correre verso la caffetteria, ma con la coda dell'occhio notai un ragazzo entrare nel laboratorio. "Mhh? Ma che fa, quello? Non ci sono lezioni, ora..." Di natura sono molto curiosa, quindi non riuscii a fare a meno di sbirciare cosa volesse fare. Così mi inoltrai nella stanza senza farmi notare nascondendomi in modo che lui non potesse vedermi. Dopotutto ero di classe ladra, lo stealth faceva parte di me! Notai che il ragazzo tirò fuori con la mano tremante un'ampolla, sembrava quasi... terrorizzato. "Caspita, deve esserci dentro qualcosa di terrorizzante! Chissà cosa." Aguzzai lo sguardo e notai che dentro di essa c'era... una farfalla. "Ma cosa... ha per caso paura di QUELLA? Miah ah ah ah! Che ragazzo stranoooo!" Il ragazzo poi cominciò a scarabocchiare per terra con un gessetto e infine mise l'ampolla con dentro la farfalla al centro di esso. Io restavo nel mio nascondiglio ad osservare curiosa quel che faceva, inclinando leggermente la testa da un lato, con sguardo curioso. La sua ultima mossa fu inginocchiarsi poggiando le mani sulle linee esterne. Tutto cominciò a brillare di rosso e dal ragazzo (che stava pronunciando parole molto strane) cominciò a uscire un'aura violacea. Non riuscii a trattenermi dallo stupore e mi alzai in piedi dal mio nascondiglio per vedere tutto meglio "Ooooohhhhh! Che forzaaaaa!" Alzandomi però, urtai per sbaglio un'ampolla, facendola cadere. Il rumore lo distrasse e tutto sembrò andare in fumo. Accorgendomi del guaio che avevo appena combinato, tornai a nascondermi nel nascondiglio, ma in quel momento fui così sbadata da non accorgermi che le mie orecchie da gatto stavano sbucando fuori: Mi avrebbe sicuramente vista.

     
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    Lewys Silyen
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    Inizialmente fui avvillito e sorpreso allo stesso tempo dal risultato negativo della mia maledizione: non... Non mi era mai successo di sbagliare! - Nè di lasciarmi distrarre così facilmente... Che cosa mi succede? - pensai, passandomi una mano sulla fronte e sospirando; avrei dovuto ricominciare da capo. Senza contare che avevo quasi dimenticato le parole.. Le avevo inventate sul momento, quindi, non avevo avuto modo di studiare nè la pronuncia esatta nè il vero potere della formula. Però era comunque decisamente troppo strano: ogni maledizione, seppur con qualche imprecisione, dopo anni e anni di studio ormai mi riusciva bene; poi però, mi resi conto che non era colpa mia... - Ci dev'essere qualcuno qui... - pensai, guardandomi attorno velocemente: eppure non sembrava esserci nessuno. Sospirai, alzandomi e strusciandomi le mani sporche di gesso sulla giacca. Non badai più di tanto a quel che stavo facendo; non mi ero mai curato particolarmente nell'abbigliamento, così decisi che una manata in più di gesso non avrebbe fatto la differenza. Tanto, avrei lavato la divisa quella sera, come ormai facevo ogni giorno. Mi girai ancora una volta, cercando di notare qualcosa; ma ancora una volta la mia ispezione era troppo frettolosa, e non ebbi modo di notare alcunchè di strano. Recuperai il mio quaderno, ragionando qualche minuto buono sulla maledizione; poi però mi accorsi di un errore di calcolo, che se avessi ignorato avrebbe fatto più male a me che alla mia cavia. - Qualsiasi cosa sia stata a farmi distrarre... - pensai, chiudendo il quaderno e tastando il terreno in cerca del gessetto - che sembrava - sparito -, - mi ha appena evitato qualche giorno in Infermeria. -. Osservai attentamente il disegno, cercando di impegnarmi di più, quella volta: la prima mi ero lasciato prendere troppo dall'entusiasmo di esercitarmi ancora, senza prendere le dovute precauzioni per la mia salute. - Quindi... Se rimuovo quella... E poi però faccio un altro segno qui... E cancello questi triangoli qui... Uhm... - pensavo a voce alta, mentre mi davo da fare per perfezionare il sigillo: era un "vizio" che avevo sin da quando ero piccolo, e ormai era diventato normale per me, esporre i miei ragionamenti a voce. Notavo molte più imprecisioni e errori, se parlavo mentre riflettevo: e dato che molto spesso la mia concentrazione non era al massimo, mi era di aiuto agire in quel modo. Non appena ebbi finito, mi alzai nuovamente e arretrai per ammirare il mio lavoro; in quel momento, il mio piede urtò qualcosa di piccolo, e quando sentii il rumore di qualcosa che si spezzava, tornai alla realtà. Un pezzo di vetro mi era finito sotto la scarpa, e sparsi in giro per la stanza, ce n'erano anche degli altri; quindi mi voltai, e capii che provenivano da un'ampolla rotta, il cui contenuto era rovesciato per terra. - Ma cosa...? Non sono stato io, me lo ricorderei se avessi urtato qualcosa... - pensai, mentre spostavo il mio sguardo sull'ampolla; mi avvicinai un po', e a quel punto, un guizzo attirò la mia attenzione; in quel momento qualcosa mi solleticò il naso, e percepii la presenza di qualcun altro, in quella stanza. Alzando lo sguardo, notai un paio di orecchie arancioni dietro la rientranza di un muro; incuriosito mi avvicinai, e quando aggirai la parete, mi trovai di fronte a una ragazza alta quasi quanto me, dagli occhi viola e con un paio di orecchie - le stesse che avevo notato poco prima - sulla sommità del capo. Con la coda dell'occhio notai pure una coda da gatto. Rimasi qualche minuto a fissarla, per poi assumere un'espressione confusa: che cosa ci faceva lì? - Chi... Chi sei tu? - mi venne in mente la cosa più ovvia - e la più stupida - da dire, e senza quasi pensarci parlai. - Ti serve qualcosa? - le chiesi, accennando un sorriso; eppure quella ragazza sembrava strana... O forse era per via del fatto che si stava nascondendo.

     
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  4. Zalya
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    Yindi Suraj
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    Come ci si aspettava, il ragazzo era molto avvilito. Mi sentii un tantino in colpa. Lo vidi alzarsi e pulirsi le mani sporche di gesso sulla giacca della divisa. Sembrava molto buffo, in quel momento! Nonostante tutto, nonostante il rumore che feci distrandolo rimasi ancora lì a osservarlo. Non sapevo nemmeno io il perchè. Ero ancora troppo curiosa? Probabile. Poi, mente rifletteva, lo sentii parlottare tra se e sè. - mi ha appena evitato qualche giorno in Infermeria. - A quanto pare la distrazione che gli avevo provocato involontariamente l'aveva salvato da qualcosa. Tirai un sospiro di sollievo, finalmente non mi sentivo più tanto in colpa. Poco dopo lo vidi tornare a trafficare con quello strano disegno per terra, parlava anche da solo! Era proprio buffo! Una volta che ebbe finito di rialzò arretrando e fu in quel momento che calpestò un vetro dell'ampolla che feci cadere poco prima. "Oh, no!" A quel punto tentai di fuggire, ma appena mi voltai, me lo ritrovai davanti, completamente confuso. - Chi... Chi sei tu? - Mi chiese confuso, poi accennò un sorriso. - Ti serve qualcosa? - Lo fissai per qualche secondo, un po' intimorita: Chissà quanto sembravo strana, in quel momento! Ma poi perchè mi ero messa a sbirciarlo così insistentemente? Arrossii dall'imbarazzo, forse era meglio se me ne fregavo e andavo direttamente alla cafetteria. Abbassai le orecchie, prendendomi la coda tra le mani. -Ehm... io...- "Ma che mi prende?! Non sono la tipa da fare la timida! Riprenditi, Yindi!" Rialzai le orecchie, sorridendo -Sono Yindi, piacere! Scusa se mi sono messa a spiarti in quel modo, ma mentre andavo alla cafetteria ti ho visto entrare qui e siccome non era ora di lezione mi sono incuriosita! Scusa il disturbo, non era mia intenzione disturbarti!- Misi una mano dietro la testa ridendo. D'improvviso mi resi conto che ora avevo la possibilità di chiedere direttamente cosa stesse facendo. -Ma comunque... perchè disegni per terra? Ti allenavi a disegnare o cosa?- Gli chiesi incuriosita, poi sorrisi di nuovo. -O stavi giocando?- Mi si illuminarono gli occhi e mi avvicinai parecchio, con le mani messe a pugno sotto il mio mento. -Posso giocare anche io?? Ti pregooooo! Giochiamo, giochiamo!- Mi resi conto che non gli diedi il tempo di dire o fare niente e che mi ero presentata solo a metà. -O... Ops, scusami! A volte sono un po' troppo impulsiva!- Dissi mettendomi di nuovo una mano dietro la testa. -Per intero mi chiamo Yindi Suraj, ma tutti mi chiamano Yinni! E tu? Come ti chiami?- Domandai infine sfoggiando un grosso sorriso.

     
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    Lewys Silyen
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    Ruolata
    La ragazza sembrò intimorita quando le apparsi davanti; un po' mi sentii in colpa... in fondo probabilmente non voleva aver nulla a che fare con me, e probabilmente era rimasta in quella stanza per qualche motivo che non aveva nulla a che fare con le mie maledizione. Per qualche motivo ella arrossì, e quando abbassò le orecchie e si prese la coda tra le mani, per qualche secondo arrossii pure io. Chiusi gli occhi e scossi il capo, cercando di calmarmi. - No... Così non va! Non posso arrossire alla sola vista di una ragazza! - mi dissi, allontanandomi un po' e lasciandole lo spazio libero per farla andare via, se avesse voluto. Girando l'angolo le avevo praticamente impedito di uscire, rintandandola in quel pezzetto di muro. Probabilmente, le avevo messo un po' di paura... In fondo ero un demone; per me era normale spaventare gli altri... Anche se non volevo: non avrei mai voluto far del male al prossimo, e quando capitava che qualcuno si spaventasse alla mia vista, mi sentivo decisamente in colpa. -Ehm... io...- la ragazza sembrò incerta, mentre parlava; per un attimo si interruppe, e poi dovette farsi forza, perchè raddrizzò le orecchie e si mise una mano dietro la testa, ridendo. - Le faccio così paura che deve sforzarsi? - pensai, mentre sentivo il senso di colpa crescere; forse era meglio se raccoglievo le mie cose e me ne andavo... -Sono Yindi, piacere! Scusa se mi sono messa a spiarti in quel modo, ma mentre andavo alla cafetteria ti ho visto entrare qui e siccome non era ora di lezione mi sono incuriosita! Scusa il disturbo, non era mia intenzione disturbarti!- disse poi, per poi chiedermi perchè stessi disegnando per terra e sorridermi. Arrossii un po' : ero di nuovo imbarazzato... Era forse la prima volta che mi trovavo a conversare con una ragazza... Ed era la prima volta che una ragazza era interessata alle mie maledizioni. Abbandonai l'idea che le facessi paura; aveva la possibilità di andarsene, eppure sembrava più interessata a me che alla sua merenda, ormai. Mi sentii un po' in colpa; non volevo portarle via del tempo prezioso... - P... Piacere... Yindi. Io mi chiamo Lew_- cominciai a dire, ma la ragazza mi interruppe di nuovo, chiedendomi se stavo giocando e pregandomi di poter giocare insieme a me. Quando si avvicinò a me arrossii parecchio e assunsi un'aria incerta, allontanandomi di qualche passo. Era decisamente troppo vicina. - Ehm no... Non stavo giocando... - dissi, mentre lei si scusava per la sua impulsività e mi diceva il suo nome per intero, Yindi Suraj. Solo allora mi accorsi che ero stato interrotto sul mio nome... E che ne avevo pronunciato soltanto una metà; ovvero l'odioso soprannome che ormai quasi detestavo. - ... Io mi chiamo Lewys, Lewys Silyen. Non stavo giocando... Stavo recitando una maledizione! Però si potrebbe considerare un gioco... In effetti la cosa mi diverte parecchio. Sai, è da quando ero piccolo che mi piace scoprire maledizione e inventarne di nuove! Anche se non penso di essere molto bravo... Ho ancora tanto da imparare. - dissi, mentre partivo in quarta e discutevo con la ragazza di quella mia strana passione; avevo quasi persino dimenticato il mio imbarazzo... Finchè non mi accorsi che la mia era una passione un po' malsana; in fondo, le maledizioni erano spesso viste come fatti oscuri, e molte di quelle erano proibite. A me in effetti affascinavano anche per quel loro lato tenebroso... Ma a Yindi molto probabilmente, non interessava una singola parola di quello che avevo detto; avevo cominciato nuovamente a parlare a vanvera, e sicuramente adesso le sarei sembrato strano o addirittura pazzo. Arrossii violentemente, distogliendo lo sguardo dalla ragazza. - Ehm... Scusa... In effetti sono una mia grande passione, e non riesco a fare a meno di parlarne con chi me lo chiede... - dissi, ridendo nervosamente. - Ma lei non te l'ha chiesto, idiota! - mi fece una voce nella mia mente, e non potei fare altro che darle ragione. Probabilmente adesso se ne sarebbe andata, stranita; anzi, forse era meglio se me ne andavo io... - Ehm... Se comunque ti interessa posso insegnartene una semplice! - dissi, sorridendole e tendendole la mano, così da poterla condurre al mio tavolo. Non seppi perchè lo feci; probabilmente le sarei risultato ancora più strano in quel momento; ma ormai avevo cominciato, tanto valeva finire. E quella ragazza mi interessava... Non avevo mai conosciuto nessuno interessato a me... Forse mi stavo sbagliando su tutto, e forse avrebbe accettato di passare un po' di tempo con me; ma era soltanto una possibilità molto, molto remota.

     
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  6. Zalya
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    Yindi Suraj
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    Ruolata
    Quel ragazzo sembrava davvero timido! Ma appena gli chiesi se stava giocando, mi disse il suo nome completo e cominciò a spiegarmi che stava recitando una maledizione. Restai ad ascoltarlo curiosa. Poco dopo lo vidi arrossire tantissimo, scusandosi per averne parlato tanto. Sorrisi -Ahahahah! Non ti preoccupare! In fondo non c'è niente di male!-
    Poi mi disse che se volevo, poteva insegnarmene una semplice. I miei occhi si illuminarono di nuovo e mi avvicinai di nuovo come poco prima. Forse avevo fatto male perchè poco prima sembrò essere a disagio avendomi così vicina. Ma non sapendone nè comprendendone la ragione, feci finta di nulla. -WAAAAHHHH!! Davverooo? Posso davvero?? Grazie, Lewy!- Dissi dandogli un abbraccio veloce per poi saltellare verso il cerchio. Ecco che ricominciavo! Da sempre avevo il vizio di dare nomignoli a qualsiasi persona, anche quelle conosciute da poco. A volte poteva dar fastidio, ma ADORAVO dar soprannomi alla gente! Mi avvicinai all'ampolla con la farfalla, prendendola in mano. -Dunqueeee! Cosa devo fare con la farfalla??- Pensavo che sarebbe servita per la maledizione. Guardai bene l'ampolla. -Mmmmhhh... però non c'è il rischio di rompere l'ampolla? Ci potremmo far male! Ci penso io!- Così... aprii l'ampolla e presi la farfalla in mano, avvicinandomi a Lewys e avvicinandogliela alla faccia. -Ecco! Se la teniamo così libera non ci faremo male nel caso l'ampolla esploda! Ahahahah, che carina che è, però! Spero di non doverla uccidere, sarebbe un peccatoooo!-

     
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    Lewys Silyen
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    Ruolata
    Stavo già cominciando a sentirmi stupido. - Ma cosa mi prende!? Adesso si che passerò per quello strano.. - pensai, a disagio. Chissà quanto dovevo sembrare anomalo! Stavo già per ritirare la mano e chiedere scusa a Yindi, quando la ragazza mi si avvicinò, emozionata, e mi ringraziò per quella proposta. Arrossii per la vicinanza della Kowka, ma mi sentii comunque... Quasi sollevato. La sua faccia sembrava troppo sincera perchè stesse mentendo soltanto per farmi piacere; e poi non ne avrei capito il motivo... Infondo non mi conosceva neppure. Yindi mi diede un abbraccio veloce, e a quel punto non seppi più cosa fare; non ero mai stato abbracciato da una ragazza... Senza contare che io e lei ci conoscevamo appena. Avevo sempre trovato un'azione di quel genere decisamente intima... Ero molto, molto confuso. Ma prima che potessi decidere di fare qualcosa, la ragazza si staccò da me e si allontanò in direzione dell'ampolla. - Ma... Cosa...? - pensai, cercando di mascherare l'imbarazzo; in fondo non potevo rivelare troppo le mie emozioni: anche se la mia compagna era decisamente espansiva nei miei confronti, io ero restio a confidare ciecamente in qualcuno, e perciò dovevo mantenere quantomeno una maschera di freddezza. Solo che durava poco, e anche situazioni "normali" come quelle mi mettevano in soggezione. A momenti dimenticavo persino che mi aveva appena affibbiato un soprannome: ma l'imbarazzo del momento superava di gran lunga la seccatura per quel comportamento. Non mi era mai piaciuto particolarmente il mio nome; quindi non ero mai riuscito neanche a farmi piacere i soprannomi. E odiavo in maniera categorica qualsiasi nomignolo corto che mi veniva dato, anche se scherzosamente. Per questo anche, mi guardavo bene dal soprannominare le altre persone; temevo che poi loro per ripicca cominciassero a chiamarmi in un altra maniera. Forse però, dopo la distruzione del mio villaggio... Avevo cominciato a odiare di più il mio nome e i soprannomi, che mi ricordavano momenti felici, che però con il tempo erano diventati decisamente troppo nostalgici. Persino cose banali come quelle riuscivano a distrarmi facilmente; non potevo fare a meno di rivedere tutti gli abitanti che venivano uccisi... E ancora non sapevo per mano di chi. Non ero riuscito a vedere nè fare niente... Per quanto avessi tentato di riportare ogni dettaglio alla luce, durante gli anni seguenti a quella tragedia, non ci ero mai riuscito. E forse quella era la cosa che più mi faceva rabbia; non ero riuscito a proteggere nessuno... E non sapevo nemmeno chi cercare; tutti gli abitanti, almeno meritavano di sapere per mano di chi erano morti. -Dunqueeee! Cosa devo fare con la farfalla??-Mmmmhhh... però non c'è il rischio di rompere l'ampolla? Ci potremmo far male! Ci penso io!- la voce di Yindi mi riportò alla realtà, e solo in quel momento mi resi conto di quanto ero stato stupido; alla fine mi ero nuovamente perso nei miei pensieri, distaccandomi dagli altri. Le sorrisi timidamente, incerto su quel che stava facendo; nonostante avessi sentito le sue parole, non le avevo capite del tutto... - Uh? Rompere l'ampoll_- il pensiero mi morì in gola; Yindi aveva stappato la fiala nella quale era rinchiusa la farfalla, e adesso l'insetto zampettava allegramente sulla sua mano. Sbarrai gli occhi, allontanandomi di qualche passo e tenendo lo sguardo fisso sulla farfalla; io... Io ne avevo una paura matta! Tutti gli insetti volanti, in realtà, mi avevano sempre intimorito... Ma per le farfalle nutrivo una vera e propria fobia. Che con il tempo forse si era trasformato un po' in odio; erano, infatti, i miei bersagli preferiti per le maledizioni. Tenevo lo sguardo fisso sull'insetto... Ma sembrava che si stesse avvicinando sempre più! Mi arrischiai a spostare lo sguardo sulla figura di Yindi, e notai che la ragazza si stava avvicinando a me: a quel punto sbiancai completamente, immobile come una roccia. -Ecco! Se la teniamo così libera non ci faremo male nel caso l'ampolla esploda! Ahahahah, che carina che è, però! Spero di non doverla uccidere, sarebbe un peccatoooo!- disse la ragazza, ma mi arrivarono metà delle parole che aveva pronunciato; all'improvviso guardai la ragazza con sguardo completamente terrorizzato... Non riuscivo a muovermi. Ma quando la farfalla sbattè le ali, e minacciò di prendere il volo, improvvisamente mi sbloccai: il respiro mi tornò, e la paura soffocata fino a quel momento quasi mi fece rabbrivvidire. - AAAAHHH! - gridai, mentre mi allontanavo il più velocemente possibile; poi però inciampai su qualcosa, e caddi all'indietro. Sentii una fitta alla caviglia, e rialzandomi a sedere, notai che uno dei pezzi di vetro dell'ampolla precedentemente fatta erroneamente spaccata da Yindi - i cui resti mi avevano appena fatto cadere - mi aveva graffiato la pelle, da cui cominciava già a sgorgare qualche goccia di sangue. Ma non m'importava più di tanto; il mio obiettivo principale in quel momento era la farfalla, che se ne stava calma e buona tra le mani di Yindi. - Ugh... Ecco... I.. Io... Potrei dire di a... Avere un po' di p... Paura, e... Ecco! - balbettai, cercando più o meno di spiegare alla ragazza la situazione, mentre mi rialzavo e ripulivo il pavimento dai resti dell'ampolla, usando una granata e un cencio lì vicino; il tutto mentre tenevo lo sguardo fisso sull'insetto, cercando di non farmi più prendere dalla paura come poco prima. Quando ebbi finito, chiusi gli occhi e presi qualche respiro; cercavo di calmarmi così, e quando sentii che andava un po' meglio, mi avvicinai a Yindi. Non riuscii a fare a meno di portare una mano all'altezza del viso: quel mostro avrebbe anche potuto decidere di attaccarmi... - E... Ehm... Seguimi... Portando la farfalla. Non ti preoccupare, la maledizione che ho intenzione di mostrarti non dovrà ucciderla... - dissi, con un sorriso tirato, - ... Ma le cambierà soltanto il colore e la forma delle ali. Niente di che... Eppure il mutamento di forma e colore rientra nei sortilegi! Eheh... Non tutte le maledizioni sono malvagie! - aggiunsi poi, con un sorriso un po' meno falso; parlare di quella mia passione mi aiutava persino a superare la mia fobia verso gli insetti.

     
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  8. Zalya
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    Yindi Suraj
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    Notai che Lewys aveva assunto un'espressione di puro terrore sul suo volto. Appena mi avvicinai abbastanza con la farfalla e quella sbatte le ali, il ragazzo tirò un urlo cercando di allontanarsi il più possibile, inciampando all'indietro e, a quanto pare, facendosi male. Come facevo a saperlo? L'olfatto dei kowka era molto sviluppato, sentii l'odore di sangue. Mentre ripuliva il disastro che feci poco fa, mi confessò che aveva paura. -Eeehhhh? Paura?! Ma le farfalle sono carinissime e innoque! Come puoi averne paura?- Poco dopo mi disse di seguirlo, avremmo cambiato il colore e la forma delle ali della farfalla. -Oooohhhhh! Che bello! Grazieeeee!- Dissi saltellando e seguendolo come... una cagnolina! Ahahahah! Poi però mi fermai di colpo, con una faccia un po' colpevole. -Oh... però per colpa mia ti sei fatto male! E' tutto a posto la ferita che ti sei procurato con il coccio di vetro?- Dissi avvicinandomi di nuovo, stavolta tenendo la farfalla il più lontano possibile da lui. Dopotutto una paura è una paura! Non avevo intenzione di spaventarlo ancora. Anche se ammetto che la sua reazione era stata piuttosto divertente! Mi abbassai per controllargli la caviglia, non era niente di grave ma mi sentivo tremendamente in colpa! Abbassai le orecchie assumendo un'aria molto triste. -Dei... ti deve far così male... sigh... scusami!- Mi rialzai, guardandolo tristemente. -Dopo per scusarmi se vuoi divido la merenda con te! E... uhmm... giusto! Ti fascerò il graffio!- Ma che stavo dicendo? I graffi non si dovevano mica fasciare! Aaaahhhh, quanto ero scema!

     
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    Lewys Silyen
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    La mia fobia senza dubbio era decisamente divertente; per gli altri le farfalle erano insetti carini e dolci... A me invece, incutevano terrore e paura. Non sapevo perchè; era sempre stato così da quando ne avevo memoria, ma tutto forse cominciò quando da piccolo mi ritrovai una farfalla sul naso... Per qualche strana ragione, quella volta ero rimasto paralizzato dalla paura, e da allora, non ero più riuscito a riprendermi; gli insetti mi ettevano decisamente molta angoscia, e quel mio comportamento il più delle volte veniva frainteso. Per quello quando Yindi mi chiese come potevo aver paura delle farfalle, non la biasimai; in fondo la mia era una paura decisamente strana, dato che quello che per gli altri era grazioso, io lo trovavo orribile e terrorizzante. Sospirai, affranto; non riuscivo a spiegarmi proprio quella paura... Sarebbe stato strano riuscire a parlarne a qualcun altro! - Eh... E'da quando ero piccolo che ne ho paura... Lo so, è piuttosto strano! ammisi, un po' imbarazzato, mentre mi portavo una mano dietro la testa e distoglievo lo sguardo da Yindi. La riaggunsi al tavolo, alzandomi le maniche della giacca per lavorare meglioe sistemando gli oggetti che poco prima avevo buttato alla rinfusa nella fretta di cominciare a esercitarmi con le maledizioni. Una volta che ebbi finito di riassettare le mie cose e che mi fui rassicurato che fosse rimasto tutto al suo posto, recuperai il mio quaderno di pelle nera e cominciai a sfogliarne le pagine. Nonostante fosse piccolo, la mia calligrafia era minuta e avevo cominciato ad aggiungere pagine all'indice ogni volta che finivo lo spazio per scrivere; non era facile trovare velocemente quel che cercavo! E molte volte dimenticavo dove avevo appunto una determinata cosa, il che mi rendeva ancora più difficile cercarla tra tutte le pagine che avevo scritto durante gli anni. Eppure, non avrei mai cambiato quaderno; quell'ammasso di fogli rivestito di nero costituiva tutti i miei ricordi, e ormai contenevano un pezzo della mia vita. Potevo considerarlo un oggetto fondamentale; ogni pagina aveva la sua storia, e nonostante fosse intricata e piena di segni, per me era comunque importante. -Oh... però per colpa mia ti sei fatto male! E' tutto a posto la ferita che ti sei procurato con il coccio di vetro? la voce di Yindi mi riportò alla realtà: alla fine mi ero perso a trovare la maledizione giusta, e anche dopo che ci ero riuscito, avevo perso tempo prezioso a pensare. Ero così assorto che avevo persino dimenticato la ferita. - Eh...? Oh si, tutto bene... In fondo è solo un piccolo taglietto! - dissi, sorridendo alla ragazza e avvicinandomi a lei. - .... Ma... Aspetta, tu come lo s_- mentre mi rendevo conto che non avevo parlato del taglio alla Kowka, la ragazza si abbassò e mi controllò il taglio. Arrossii un po', interrompendomi; poi cominciai a fissare Yindi, che si stava scusando per il taglio. Inclinai un po' la testa, confuso; ma non era stata colpa sua! In fondo, se mi ero ferito, era successo tutto per via della mia distrazione e della mia fobia verso gli insetti. Non riuscii a trattenere un sorriso vedendo l'espressione preoccupata di lei. - Mannò, non preoccuparti non è niente! Davvero, non serve... Sto bene. Meglio se la merenda la mangi tu, io non ho mai fame a quest'ora del pomeriggio. Eheh! - risposi, ridacchiando appena e pattando la testa di Yindi. Non sapevo ancora perchè l'avevo fatto; forse era per via della tenerezza di quella ragazza? Sorrisi un'ultima volta alla Kowka, per poi recuperare il quaderno abbandonato poco prima sul tavolo e leggere a malapena i dettagli della maledizione che stavamo per compiere; in fondo mi bastava conoscere le parole o la forma del sigillo, il resto sarebbe venuto da sè. - Uhm... Quindi... Si allora dovrei averne uno anche qui... - la mia cura di poco prima si rivelò inutile; tirai fuori nuovamente tutti i libri e i quaderni alla ricerca della scatola con i gessetti, dato che avevo perso quello che stavo usando poco prima. - Yindi, potresti rimettere la farfalla nell'ampolla? Non ci sono problemi che si rompa, tranquilla. Anzi, se la tieni a contatto con il tuo corpo la maledizione potrebbe avere effetto anche su di te... - dissi alla ragazza, recuperando l'ampolla e porgendola alla ragazza. Poi presi nuovamente il quaderno, mettendoglielo sotto il naso e avvicinandomi, in modo che potesse vedere la pagina che le stavo mostrando. - Ecco, poi dovresti ricopiare questo motivo sul pavimento... - dissi, indicandole il sigillo ricopiato sulla pagina, mentre sentivo il viso andarmi in fiamme; stavo nuovamente arrossendo per la vicinanza con la ragazza.

     
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  10. Zalya
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    Yindi Suraj
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    Il demone ammise di avere la fobia degli insetti da quando era piccolo. In effetti sì, era piuttosto strano, ma questo lo rendeva parecchio interessante! Quando poi mi preoccupai per il suo taglio mi disse che non era niente e ridacchiando leggermente mi pattò la testa. Cose del genere le faceva solo mio fratello, vedere un ragazzo farmi una cosa del genere mi fece uno strano effetto. Arrossii molto, assumendo un'aria sicuramente molto goffa. Ora che ci pensavo, Lewys finora era stata la seconda persona a trattarmi bene in tutta la mia vita. Forse era per quello che ero ancora lì? Mentre mi rialzavo e facevo di tutto per non apparire strana, Lewys mi passò l'ampolla dicendo di rimetterci la farfalla e che l'ampolla non si sarebbe rotta. Addirittura mi disse che se tenevo la farfalla a contatto con il mio corpo durante il rituale la maledizione avrebbe potuto avere effetto anche su di me! L'idea non mi piaceva per niente. -OH!- Rimisi subito la farfalla dentro l'ampolla chiudendola il più veloce possibile. Poco dopo mi mise il suo quaderno sotto il naso, spiegandomi che dovevo ricopiare il motivo sul pavimento. -Oh, non sembra diffi_- Mentre gli parlavo, mi voltai verso di lui e solo in quel momento notai quanto eravamo vicini. I nostri visi erano davvero vicini, così vicini che perfino io divenni rossa come un pomodoro maturo! Lo fissai per qualche secondo completamente rossa e le orecchie abbassate, per poi ritornare subito con lo sguardo fisso sul quaderno, cercando di far finta di nulla. -Non sembra per niente difficile, no no! Ahahahahha! Ora... ora ci provo, sì!- Afferrai in fretta un gessetto fiondandomi lontana più che potevo. "Ma che mi prende?! Non mi sono mai comportata in questo modo! Sembrerò una stupida, sicuro!" Mi inginocchiai per terra cominciando a ricopiare il disegno, ma ero così agitata che facevo errori banali e il tratto mi veniva tutto tremolante. Una volta finito, osservai il mio pasticcio, abbassando nuovamente le orecchie, completamente atterrita. "Forse non fa per me..." Pensai sospirando affranta.

     
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    Lewys Silyen
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    Più i secondi passavano, più mi sentivo a disagio e in imbarazzo; non ero mai stato così vicino a una ragazza prima d'ora, e sebbene già più di una volta io e Yindi ci eravamo trovati parecchio vicini, quella volta sembrava esserci qualcosa di diverso... Forse perchè anche la Kowka sembrava turbata: era impossibile non notare la sua espressione da quella vicinanza, e quando scorsi il rossore sul suo viso, il mio cuore cominciò a perdere qualche battito. - Ma cosa!? - pensai, mentre allontanavo la testa di qualche centimetro: non era possibile che provassi qualcosa per una persona appena conosciuta, in fondo... Di quella ragazza conoscevo soltanto il nome. Era praticamente impossibile una cosa del genere; sicuramente quelle reazioni eccessive erano causate dalla mia timidezza e del mio carattere... Ma allora perchè anche Yindi era arrossita? -Non sembra per niente difficile, no no! Ahahahahha! Ora... ora ci provo, sì!- disse, e anche se provavo a convincermi che si trattava soltanto di un caso, la sua voce era decisamente nervosa; quasi come se fosse davvero agitata... - Dannazione, ma che mi salta in mente di avvicinarmi così!? - mi dissi, mentre Yindi si allontanava bruscamente e cominciava a ricopiare il disegno. - Sono proprio un'idiota... - pensai, mentre trattenevo un mezzo sospiro di rassegnazione e tornavo al mio tavolo di lavoro; una volta appogiato il libro sul banco, mi misi una mano sotto il mento e cominciai a pensare. Non era la prima volta che facevo una maledizione del genere, però.... Però era passato tanto tempo dall'ultima volta che ne avevo fatta una così semplice! In fondo, quella che stavo per fare era una base per principianti, e ormai mi potevo definire se non un professionista, quantomeno un mago nero esperto. In fondo, studiavo magia e maledizioni sin dalla mia infanzia... La mia famiglia discendeva da una grande stirpe di maghi neri: ero stato iniziato alla magia sin da quando ero nato. Quindi, anche non volendo, alla fin fine avevo imparato a usarla e avevo sviluppato il mio potenziale. - Quindi allora... Prendendo di riferimento il sigillo, le parole dovrebbero essere Mutare, nonchè il soggetto della maledizione e la cosa che si vuole cambiare... - pensai, mentre prendevo una penna e andavo all'ultima pagina libera del quaderno. Come sempre, dopo aver intriso la punta della piuma nella boccetta d'inchiostro, annotai la data del giorno nel quale mi trovavo, e una volta finito di pensare e modellare le parole che avrebbero dato luogo alla maledizione, le annotai sul quaderno accanto al nome della maledizione che stavo per effettuare. - Atra waìse vardo nosu fra eld hòrnia. - mormorai, e quando lo feci, mi sembrò che lo svolazzare della farfalla nell'ampolla si fosse fatto più intenso. - Bene, non dovrebbero esserci errori... - mi dissi, ormai convinto che sarebbe andato tutto bene e ripetendo le parole; corressi anche la pronuncia di qualche parola, quando mi resi conto di averne sbagliato il suono. Ormai era tutto pronto... Andai a prendere l'ampolla con la farfalla, trattenendo un moto di ribrezzo non appena quella si spiaccicò contro la parete del vetro, cercando di fuggire; per poco non lasciai cadere la fiala dal terrore. Poi mi voltai e, libro alla mano per insegnare le parole anche alla mia compagna, tornai verso Yindi. Ma mi accorsi subito che c'era qualcosa che non andava; la ragazza teneva le orecchie abbassate, sembrava tremare e aveva un'aria spaventata. Mi chiesi cosa fosse successo, e quando notai il sigillo, una risposta al quel comportamento alquanto strana, ma che comunque ormai era familiare quando gli altri mi vedevano trafficare con la magia nera, mi si formò nella mente. Mi avvicinai alla ragazza, inginocchiandomi al mio fianco e cercando di sorriderle. - Hai paura? - le chiesi, prendendole il gessetto di mano e sorridendole di nuovo. - Non sei costretta, se non vuoi... - dissi poi, osservando il sigillo; non sembravano esserci errori gravi, e a parte il tratto tremolante, sembrava ben fatto. - Però hai del potenziale... Wow! E'la prima volta che disegni un sigillo? - chiesi, stupito; ricordavo la mia prima volta... Era stato un disastro. Non avevo azzeccato una linea, e quando avevo pronunciato le parole, mi ero ritrovato mezzo bruciacchiato e pieno di dolori. Mi chinai sul disegno, cancellando qualche segno e ridisegnando qualche linea particolarmente storta; quando ebbi finito, ormai il sigillo era perfetto. - Tutto merito della bravura della mia compagna. - pensai, soddisfatto. Poi però mi ricordai dell'espressione agitata di Yindi, e mi resi conto che forse non voleva continuare. - Beh, comunque se hai paura non ci sono problemi! In effetti queste cose possono intimorire un po'... Soprattutto perchè le maledizioni hanno effetto anche sugli esseri umani. - aggiunsi poi, mettendo una mano sulla spalla della ragazza, cercando di rassicurarla, sorridendole.

     
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  12. Zalya
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    Yindi Suraj
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    Ruolata
    Mentre guardavo rassegnata il sigillo tutto tremolante, Lewys si inginocchiò al mio fianco, chiedendomi se avevo paura e prendendomi il gessetto di mano, sorridendomi. A quanto pare non aveva capito che la mia agitazione era a causa della nostra vicinanza di poco fa. -No, io non ho paura...- dissi quasi timidamente. Strano da parte mia comportarmi così, non era proprio da me. Ma a volte chiunque può diventare timido, no? Poi, guardando il sigillo mi chiesee se era la prima volta e che avevo del potenziale. Quelle parole mi fecero tornare in me, tornando la solita. -WAHH! DAVVEROOOOO?! Che bello! No, non ne avevo mai fatti prima, eheheh!- dissi ridacchiando soddisfatta. Dopo Lewys mi disse - Beh, comunque se hai paura non ci sono problemi! In effetti queste cose possono intimorire un po'... Soprattutto perchè le maledizioni hanno effetto anche sugli esseri umani. - Mi disse mettendomi una mano sulla spalla. Paura? Io non avevo MAI detto di aver paura, così gli risposi. -IOOO? Paura?! Hah! Ma noooooo! E' che prima eri così vicino che sono arrossita e mi sono agitata! Ahahah... ah...- solo dopo mi accorsi di quel che avevo appena detto, la risata mi morì in gola facendomi arrossire come un pomodoro mentre in volto avevo un'espressione alquanto buffa. Ahimè, la mia schiettezza colpiva ancora. A volte ero anche fin TROPPO sincera. Ma... in fondo era normale arrossire se si aveva una persona così vicina... no? Abbassai lo sguardo fissando il cerchio. La situazione stava diventando davvero molto, molto strana!

     
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    Lewys Silyen
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    Yindi rispose negativamente alle mie parole, dicendomi che non aveva affatto paura; mi sentii un po' rincuorato, mentre sistemavo il gessetto nella scatola e riprendevo il libro, lasciando libera la spalla della ragazza. A volte mi facevo trasportare fin troppo... Cercavo sempre di curarmi di come si sentivano gli altri quando erano in mia compagnia; però ogni tanto me ne dimenticavo, e capitava che le reazioni degli altri mi lasciassero sorpreso. Con il tempo avevo provato a migliorarmi, ma non ci ero riuscito neanche un po'; per quello forse, quando avevo visto Yindi tremante, era quasi stato istintivo pensare che si fosse spaventata per qualche mio strano comportamento. Perchè riuscivo ad essere molto strano; forse perchè praticavo la magia nera, forse perchè ero timido e taciturno, mi aveva sempre evitato tutti; avevo ricollegato questo fatto alla mia stranezza... Ma ci avevo anche quasi fatto l'abitudine, ormai...
    Per qualche ragione, mi sembrò che Yindi fosse una ragazza sincera, e mi risultò molto facile credere che le sue parole fossero vere, e non dette soltanto per rassicurarmi; così quando mi disse che non aveva paura, mi sentii immediatamente più sollevato, e cominciai a cercare il mio quaderno, così da poter cominciare la maledizione. Ma proprio quando l'ebbi trovato, dall'imbarazzo mi cadette di nuovo sul pavimento; -IOOO? Paura?! Hah! Ma noooooo! E' che prima eri così vicino che sono arrossita e mi sono agitata! Ahahah... ah...- le parole di Yindi mi avevano lasciato allibito, e anche lei sembrò rendersi conto di quel che aveva appena detto; ringraziai che avesse scelto di abbassare lo sguardo, perchè in quel momento ero diventato più rosso del rosso stesso. Il cuore mi batteva più velocemente del normale, e cominciai a pensare che qualcuno avesse alzato la temperatura della stanza di colpo; ripensando alle parole della ragazza, non facevo a meno di arrossire, e allo stesso tempo mi dannavo per il mio comportamento. Prima che potesse notare la mia reazione a quelle parole, voltai la testa e, recuperato il libro, mi concentrai a fissare la prima pagina che mi capitò tra le mani; cercavo in ogni modo di nascondere la mia espressione, calmandomi con qualche respiro. Come potevo rispondere a quelle parole? La situazione aveva preso una piega decisamente anomala e imbarazzante... Ed era tutta colpa mia! In fondo era vero... Anche io mi ero sentito a disagio quando, poco prima, mi ero avvicinato a lei senza preavviso. - Dev'essere una cosa normale... Giusto, dev'essere così! Si, non ci sono altre spiegazioni; scommetto che chiunque si sentirebbe così! - mi dissi, mentre riabbassavo il libro e, con gli occhi chiusi, facevo qualche altro respiro per calmarmi. Non avevo idea di come apparisse la mia faccia in quel momento; non sapevo neanche se m'importava, ma in fondo, speravo che i raggi del tramonto bastassero a nascondere il rossore. Mi schiarii la gole con un colpo di tosse, mentre mi voltavo verso Yindi e accennavo un sorriso. - S.. Scusa per prima. Non pensavo di averti messo in imbarazzo... In effetti sono stato un po' rude! - dissi, ridendo e sedendomi sul pavimento. Alzai lo sguardo al soffitto ricoperto dalle vetrate, e sospirai, notando come il sole si stesse già abbassando oltre l'orizzonte; in fondo non sembrava... Ma era già passata più di un'ora da quando mi ero recato nel Laboratorio! Sarebbe stato meglio muoversi, o prima o poi i professori avrebbero notato la nostra assenza. - Uhm... Meglio sbrigarci, si sta facendo tardi... - dissi a Yindi, abbassandomi al suo livello e avvicinandomi un poco, guardandola fisso negli occhi; volevo che fosse concentrata, perchè quella era la parte più complicata - e interessante - di tutto il procedimento. - Bene... - cominciai, con un sorriso, - ... Le parole sono queste: "Atra waìse vardo nosu fra eld hòrnia." Sono un po' strane, già...- dissi, ridacchiando un po', - ... Ma suonano così soltanto a una prima impressione. Quindi l'accento su Atra va sulla seconda a... E su nosu va sulla o... E il resto dovrebbe essere comprensibile. - le dissi, alzandomi e allontandomi; poi mi feci da parte e mi appoggiai al muro, incrociando le braccia e fissando la ragazza. Si, il piano iniziale era di compiere la maledizione insieme... Ma, se l'intuito non mi ingannava, Yindi aveva un potenziale nascosto per la magia nera; sembrava strano per una Kowka, eppure... Avevo questo sentore. Ero curioso di vedere cosa sarebbe riuscita a fare; e dato che forse era la prima e l'ultima volta che ci incontravamo... Non avei avuto altre occasioni. In caso contrario, l'avrei aiutata; in fondo, ero lì per quello. - Bene, adesso tutto quello che devi fare è poggiare l'ampolla al centro e mettere i palmi delle mani sul sigillo, e poi... Dovrai soltanto pronunciare le parole. - spiegai, spostando lo sguardo dalla ragazza al sigillo.

     
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  14. Zalya
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    Yindi Suraj
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    Ruolata
    Come previsto, le mie parole misero a disagio Lewys, in quel momento avrei voluto sparire! Non se ne accorse ma lo sbirciai, era quasi più rosso di me. Passò un po' di tempo, lo sentii schiarirsi la voce. Lo guardai, stava accennando un sorriso. - S.. Scusa per prima. Non pensavo di averti messo in imbarazzo... In effetti sono stato un po' rude! - disse ridendo. Risi a mia volta, sistemandomi meglio sul pavimento. -Ma no, tranquillo! Credo... credo che sia una cosa normale, dopotutto!- Rivolsi lo sguardo verso l'ampolla. Mi chiedevo se sarei riuscita davvero a compiere la maledizione. Non avevo MAI praticato la magia! Cominciavo a temere di sbagliare qualcosa. "Però... Lewys sembra essere sicuro che non ci sia nessun pericolo... credo che mi fiderò di lui. Dopotutto ne sa più di me!" Il mio sguardo si fece deciso, ero pronta! Proprio in quel momento, Lewys mi diceva che si stava facendo tardi e che dovevamo sbrigarci. SI abbassò al mio livello, avvicinandosi un pochino e guardandomi dritta dritta negli occhi. Forse mi voleva concentrata, ma come potevo se mi fissava in quel modo? In quel momento il mio cuore minacciava di fermarsi. I raggi del tramonto lo illuminavano da dietro e quegli occhi rossi sembravano quasi brillare di luce propria. Ero rimasta ammaliata, fissandolo quasi come se fossi stata intontita, sentendo a malapena quel che mi stava dicendo. "Cosa... cosa mi succede? Sento... sento una sensazione così... strana... ma poi, cosa sta dicendo? Non riesco a concentrarmi!"
    - E il resto dovrebbe essere comprensibile. - No! Non lo era! Si alzò facendosi da parte, dandomi le ultime istruzioni - Bene, adesso tutto quello che devi fare è poggiare l'ampolla al centro e mettere i palmi delle mani sul sigillo, e poi... Dovrai soltanto pronunciare le parole. - Non ero molto sicura, ma non so perchè non volevo deluderlo! -Ok! Posso farcela!- Quella frase, però, era più un incoraggiamento per me stessa... poggiai l'ampolla al centro del disegno poggiando i palmi e cominciai a pronunciare le parole. -Atra waìse vardo nosu fra eld hòrmia.- Mi accorsi di aver pronunciato male la parola, così levai subito le mani dal cerchio. -AHHH! Scusaaaa! Ho sbagliato l'ultima parola!! S-Spero che non succeda niente di brutto!!!- Ero disperata! Che figuraccia! Però notai che la forma e il colore della farfalla stavano cambiando, ci ero riuscita ugualmente! -WAH! Ce l'ho fatta! SIII!!! CI SON RIUSCITAAA!!!- Dissi alzandomi in piedi e andando ad abbracciare Lewys saltellando. Quando ero contenta non sapevo proprio trattenermi! Però, poco dopo... sentimmo un suono a dir poco sinistro. CRACk Mi voltai con la testa e... notai che l'ampolla si stava sgretolando. La farfalla stava diventando sempre più grossa! Così grossa che l'ampolla scoppiò ed essa diventò sempre più grande. Guardai scioccata quel che avevo appena combinato e... mi ricordai della fobia di Lewys! Anche se ormai era troppo tardi, gli misi le mani davanti agli occhi. -Non... NON GUARDARE!-
    "DIAMINE, MA COS'HO COMBINATO?!" pensai disperata tra me e me.

     
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    Lewys Silyen
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    Yindi mi sembrò da subito molto agitata; non sembrava sicura di quel che doveva fare. Ma disse che comunque che poteva riuscirci. Io però ero dubbioso: sembrava incerta, e a pensarci... Anche mentre le insegnavo la corretta pronuncia delle parole sembrava avere lo sguardo intontito, come se stesse pensando ad altre cose. - Mmmhh... Forse è stata soltanto una mia impressione... - pensai, mentre annuivo come segno di incoraggiamento e osservavo attentamente le mosse della ragazza: fece come le avevo detto, poggiando l'ampolla al centro del sigillo e rivolgendo i palmi verso il terreno. Si, probabilmente mi ero sbagliato: sembrava essere sicura di quel che stava facendo, e ormai mi dicevo che la maledizione sarebbe stata un successo. Mi staccai dal muro, avvicinandomi quel tanto che bastava per far lavorare Yindi in pace e per permettermi di osservare meglio: non volevo perdermi neanche un dettaglio, e anche se quella era una maledizione semplice... Era comunque affascinante: e vedere qualcun altro che la effettuava, mi rendeva ancora più curioso. Di solito, quando le persone mi vedevano mentre effettuavo una maledizione, quelle se ne andavano via, inorridite e spaventate; Yindi era stata la seconda persona che si era interessata a quel che facevo, e in qualche modo, stavo cominciando a considerarla una persona speciale. Seppur la conoscessi da poco e potevamo stare insieme per ancora poco tempo, mi stava facendo dimenticare tutti i problemi che avevo avuto... Era forse grazie al suo carattere allegro e spiritoso, se stavo così bene in sua compagnia? Ancor prima che me ne rendessi conto, mi ritrovai a fissarla, senza nemmeno accorgermi di quel che stavo facendo. -WAH! Ce l'ho fatta! SIII!!! CI SON RIUSCITAAA!!!- la voce felice della ragazza mi distolse dai miei pensieri, e quando mi accorsi di avere tenuto lo sguardo su di lei tutto il tempo, arrossii molto, soprattutto quando mi abbracciò, contenta. Il male era che non avevo seguito proprio niente! Non sapevo come fosse andata... Però in effetti, la maledizione sembrava riuscita. - Oh... Brava! Sapevo che ci saresti riuscita! - le dissi, sorridendole e scompigliandole affettuosamente i capelli. Però, c'era qualcosa di molto, molto strano... - Un attimo... Perchè il sigillo non si è attivato? - mi chiesi, notando che i segni sul terreno erano rimasti del solito colore. E non c'era neanche la solita aura violacea in giro; più potente era la maledizione e più aura si produceva. Anche se la maledizione appena effettuata era semplice, mi ero aspettato di vedere quella nebbia; eppure l'aura non era neanche comparsa. - No, così non va... Non va proprio... - pensai, e qualche secondo più tardi, accadde qualcosa di cui non mi sarei neanche lontanamente preoccupato: sentii il rumore di un'ampolla spezzarsi, e subito dopo, senza avere neanche il tempo di capire quel che stava succedendo, mi ritrovai delle mani sul volto, che mi impedivano di vedere quel che succedeva. -Non... NON GUARDARE!- la voce disperata di Yindi mi avvertì che ra meglio non sapere cosa stesse succedendo, ma non potevo restare così: oltre all'imbarazzo che si stava impadronendo di me a causa della nostra vicinanza, non potevo restare così, nell'ignoranza; se c'era qualche problema, era bene che capissi qual'era. Non c'erano problemi di sorta: se la maledizione era andata male, l'avremmo rifatta. - Yindi... Lasciami... - le dissi, mentre portavo la mani sulle sue e mi liberavo dalla sua stretta: notai che l'espressione sul volto della ragazza era completamente atterrita, e non mi ci volle molto a capirne la ragione: una grossa farfalla dalle ali nere come la pece, con una delle forme più strane e bizzarre che avessi mai visto, si aggirava per tutto il laboratrio, rovesciando ampolle su ampolle e facendo cadere anche i libri. A croce e occhio, era abbastanza alta da arrivarmi ai fianchi ed era larga quanto un mio braccio aperto. Per poco non svenni: se una singola farfalla poteva farmi paura, quella riusciva a terrorizzarmi mille volte di più. Lasciai perdere tutto: non m'importava più della maledizione, di come si fosse generata quella farfalla, nè delle ampolle rotte, o della punizione che mi sarebbe spettata dopo: volevo soltanto allontanarmi da quella cosa, e il più in fretta possibile. Mi trattenni dall'urlare - non volevo certo attirare l'attenzione di quel mostro-, e mi girai intorno, cercando l'uscita. La trovai quasi subito. Il cuore in gola, strinsi Yindi a me - più che per proteggerla per cercare di nascondermi dietro di lei -, mentre arretravo di qualche passo, con l'equilibrio di un febbricitante. Non riuscivo affatto a controllarmi in momenti simili. Ma urtai un pezzo dell'ampolla rotta, e la farfalla si voltò di scatto: a quel punto non riuscii più a trattenermi, e dopo un urlo di terrore, mi gettai a rotta di collo verso l'uscita del Laboratorio, sollevando Yindi tra le braccia dalla fretta di fuggire. - AAAAAAAAAAAHHHHH! CI INSEGUEEEEEEEEE! - gridai, spalancando la porta con un calcio e uscendo. Lasciai andare Yindi, poggiandola sul prato, e, prima ancora di pensare a qualsiasi altra cosa, richiusi la porta e vi poggiai la schiena contro, cercando di fare da peso. Appena in tempo: come ebbi finito, sentii un tonfo contro la porta, che mi fece sobbalzare di qualche centimetro, e un ronzio assordante di ali che provavano a uscire. - No no no no... Non deve uscire... Chissà quanti casini farà! - mi dissi, mentre con una mano raccoglievo un sasso e lo incastravo tra le maniglie della porta. Come si rese conto di essere intrappolato, il mostro si allontanò dalla porta. Sospirai; dopo le mie gambe non resistettero più, e mi lasciai cadere a peso morto sull'erba. - Uff... Pant... Yindi... Come stai? Scusa se ti ho afferrata a quel modo... Ma appena ho visto quella farfalla non ho ragionato più... - balbettai, mentre i battiti del mio cuore non accennavano a rallentare. Riuscivo ancora a vedere gli occhi di quella bestia puntati su di me, e i brividi e il terrore non sembravano voler lasciarmi stare. Ma non era ancora finita: non potevo lasciare quella cosa là dentro. Avrebbe distrutto tutto. - E'colpa mia, avrei dovuto guidarti meglio.... Scusa, Yindi. Ora però... D.... Devo rimediare. - dissi, e mentre parlavo, già le forze mi venivano meno: non volevo assolutamente rientrare là dentro... Ma dovevo. Mi rialzai a malfatica, e quando sentii che le gambe avrebbero retto il mio peso, mi avvicinai alla porta. Chiamai a raccolta il mio potere magico, e per testare i miei poteri alzai una zolla di terreno: ci riuscii alla grande, e rimasi soddisfatto delle mie capacità combattive. - Solo che in questo modo distruggerò ancor di più il laboratorio... - pensai, avvicinandomi ancora di più al portone e levando il sasso che bloccava l'entrata. Appoggiai poi la mano sulla maniglia, fissando l'entrata e deglutendo. - No... Non ce la faccio! - mi dissi, e feci per arretrare di qualche passo; ma qualcosa mi fermò. - Però... Se uscisse... Potrebbe far male a delle persone... Non posso lasciare che giri indisturbato per l'Accademia. Potrebbe ferire Yindi... E anche lui, se si trova qui. - mi dissi e, cercando di calmarmi, poggiai una mano sulla maniglia. Bastava una piccola spinta... - Bene... Vado. Tu resta qui, è pericoloso! - dissi, e aprii la porta: se avessi continuato a rimuginarci su, non avrei più trovato il coraggio. Entrai dentro e chiusi la porta, usando anche la chiave che si trovava all'interno per bloccarla: non volevo che la ragazza venisse coinvolta. E poi, dovevo superare la mia fobia, in un modo o nell'altro... Anche se questo significava combattere contro una farfalla! - Bene, a noi due, bestiaccia! - gridai, più che altro per incoraggiarmi a combattere.

     
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