Tra libri e incontri

Eamon Basaran & Keyla Treasa

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    Eamon Basaran

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    Ticchettio di pioggia. Dapprima leggera, dopo qualche minuto le gocce che cadevano sul libro che stavo leggendo mi costrinsero a chiuderlo e a riporlo nella borsa che avevo abbandonato al mio fianco. Portai istintivamente una mano sopra gli occhi, come a pararmi il viso dalla pioggia, e allo stesso tempo alzai la testa verso il cielo plumbeo. La pioggia cadeva fitta in quel mite giorno d'ottobre, e nonostante tutto avevo deciso comunque di studiare all'aperto. Avevo sempre mal sopportato gli spazi chiusi e senza neanche una finestra, e odiavo i luoghi bui e stretti. Ma adesso mi toccava rientrare in Accademia, o mi sarei preso un brutto raffreddore. Mi alzai dall'albero dove mi ero seduto, dirigendomi senza fretta dal giardino alla struttura intera dell'Accademia, diretto chissà dove. Non avevo voglia di tornare in dormitorio, e dato che di amici non ne avevo, non sapevo che fare. Però già un luogo mi balenava in mente...

    Varcai la soglia della Biblioteca con circospezione, stando attento a non disturbare i visitatori che stavano studiando. Lì, il silenzio e la discrezione erano le parole d'ordine; ecco forse, perché mi piaceva tanto quel posto. Portai una mano alla tracolla della borsa, stracolma di libri, e mi diressi subito verso il tavolo più vicino alla finestra, posando la borsa sulla sedia vuota accanto alla mia e aprendo un poco la finestra. Subito le gocce d'acqua mi schizzarono il viso, ma non ci feci caso. Tanto, ero già zuppo, essendomi trovato all'esterno proprio quando il temporale era scoppiato. Ripresi il libro che stavo leggendo, continuando la lettura di poco prima... Ma un rumore mi distrasse, e voltai la testa nella direzione in cui mi era parso di sentire qualcosa.
     
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    Keyla TreasaRazza: metà Fata e Sereniti// Classe: Arciere// Numero Stanza: 140 Smeraldo// Fama: 0// Ero giunta da poco nella struttura,perciò non avevo la minima idea di cosa fare ,nè dove andare.Mi lasciai guidare dalla semplice ispirazione e curiosità,vagando per i corridoi ,passando per colonne,busti di alcune statue e finestre che facciavano su angoli dell'accademia sempre di grande effetto.Indossavo un vestito lungo fin sopra il ginocchio ,bianco e sbracciato ,ma niente paura! uno scialle è posto con cura sulle spalle.Sotto stivali di media lunghezza in cuoio con lacci,niente super tacco,giusto un poco come rialzo.Le scarpe piatte non sono molto comode e non rientrano tra le mie preferite.Comunque..giunsi davanti la porta di una biblioteca e decisi di entrarci per dare uno sguardo.Un sacco di tomi posti accuratamente sugli scaffali,un silenzio quasi anomalo e una luce particolare entrare nelle alte e belle finestre presenti nella sala...
    Perfetto! resterò qui per un pò
    Pensai con ampio sorriso e così iniziai a gironzolare incuriosita e nel modo più silenzioso possibile.Sentii un rumore che colse la mia più totale attenzione,volsi lo sguardo fuori dalla finestra e notai cadere della pioggia dal cielo.E si! pioveva e anche bene!a quella visione..mi emozionai,tanto che il cuore poteva uscirmi dal petto.Non c'era un secondo da perdere,fogli e matita,subito!trovai questo materiale al volo e così mi appostai davanti una finesta,seduta sul davanzale,disegnando alla velocità della luce ,rifinendo i dettagli con estrema cura.Non so quato tempo passò,ero troppo concentrata e immersa nel disegno per rendermene conto,ma dopo un pò sentii una leggera brezza provenire dal tavolo poco più avanti a me.Un ragazzo aveva aperto la finestra dal suo lato, e una finestra aperta dove lascia cadere le gocce sul davanzale interno..è da immortalare! inoltre sentire il rumore può solo che rendere più piacevole il lavoro,almeno per me che amo l'elemento stesso.Raccolsi alla svelta ogni cosa per schizzare su quel tavolo con la presenza del ragazzo,provocando un poco di rumore,purtroppo.Scelsi il lato opposto per accomodarmi,in pratica stavo davanti al giovane
    Ah! scusa..perdonami,non recherò altro disturbo,giuro.
    dissi per guardare il ragazzo a malapena,ero troppo presa dal soggetto da ritrarre ,e mettere tutto in ordine per riprendere a disegnare il prima possibile.Per mia fortuna sono un tipo ordinato,perciò non occupai un granchè di spazio sul tavolo e nemmeno invasi il suo spazio.Presi un nuovo foglio e poggiai quelli già completi vicino al mio braccio,dopo di che iniziai a buttare giù il disegno.
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    Edited by _*-Dark Angel-*_ - 26/10/2014, 23:03
     
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    Il rumore che avevo sentito altro non era che quello delle matite sparse sul tavolo; una ragazza dai lunghi capelli del color del mare, infatti, si era appena avvicinata alla parte opposta del tavolo dove ero seduto. Sembrava avere molta fretta; appena arrivata lasciò andare tutto il materiale che aveva in grembo, e probabilmente la mia reazione l'aveva messa un po' a disagio; infatti, si scusò e promise di non disturbare più. Alzai le spalle, come per dire che non m'importava, e riprendendo il libro che aveva appoggiato sul tavolo momentaneamente, cercai di ritrovare il punto in cui mi ero interrotto. - Non importa, non mi hai disturbato. - dissi semplicemente, per poi tornare a leggere. Mi chiedevo perché si fosse spostata così precipitosamente; mi sembrava di averla intravista a qualche tavolo più indietro, mentre disegnava qualcosa. Scossi la testa; dopotutto, non erano affari miei e non mi interessava. Ripresi a leggere, ignorando sia la pioggia sia la ragazza, che si era messa a disegnare e ogni tanto guardava verso la finestra.
    Passò qualche minuto, prima di venire interrotto di nuovo. Questa volta fu colpa di una folata di vento, così forte da far sventolare le pagine del libro posato sul tavolo, così da interrompere la mia lettura e oltretutto farmi perdere il segno; cercai pazientemente la pagina che stavo leggendo,
    mentre la folata di vento faceva svolazzare altri fogli non miei.
    Non me ne curai tantissimo; ero piuttosto preso a cercare il segno, e fu soltanto quando uno di quei fogli mi finì in faccia che mi accorsi che gli altri erano a terra. Lo scostai dal viso, fissandolo dubbioso; poi mi accorsi che era un disegno, e probabilmente apparteneva alla ragazza seduta di fronte a me. Notai che ve n'erano degli altri sparsi a terra. Senza pensarci un attimo, mi alzai e mi misi a raccoglierli, impilandoli uno sopra l'altro. Dato che erano finiti tutti dalla mia parte, non fu poi così faticoso recuperarli tutti. - Ecco qua. - dissi, porgendoni fogli alla ragazza e sbirciando quello su cui stava lavorando. - Comunque disegni molto bene. Hai una mano ferma e precisa. - dissi, prima ancora di controllarmi; avevo provato più volte a disegnare... Ma ero un disastro! Per questo, un po' invidiavo le persone che avevano talento.
     
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    Keyla TreasaRazza: metà Fata e Sereniti// Classe: Arciere// Numero Stanza: 140 Smeraldo// Fama: 0// Sfortunatamente non feci caso a cosa stava capitando su quel tavolo,o meglio ,attorno a me e quel ragazzo .Fosse stato il contrario,mi sarei scusata a non finire e preso dei provvedimenti per non causare altre scocciature,ma come ho detto "sfortunatamente",perchè ero troppo presa nel disegno.Il venticello che accarezzò la pelle scoperta del mio corpo ..fu come una sorta di richiamo pieno di nostalgia.La brezza marina ,il dolce vento che soffia sia negli spazi aperti e tra i vicoli dei palazzi..sento la mancanza della mia città natale.Le cose qui sono diverse dalla mia terra,però quel vento e il riumore della pioggia ,in qualche modo alleviano la mia nostalgia di casa.Di sicuro tra un paio di minuti il temporale sarebbe passato,quindi meglio godere ogni momento di questo tempo e ritrarla tramite i disegni.
    Sentii la voce del ragazzo molto vicina,così volsi lo sguardo verso di lui,inizialmente confusa ma poi notai i miei disegni tra le sue mani e capii tutto.Mi rincresceva molto di aver scomodato qualcuno,in particolar modo questo giovane.Insomma..ho già recato disturbo ,se continuo così o mi prendo una ramanzina o vengo evitata come la peste ogni volta che incrocerà la mia figura.
    Ah! accidenti!...Grazie mille,sei gentilissimo
    dissi per prendere i fogli che lui gentilmente ha raccolto al posto mio,con un velo di rossore per la vergogna.Non vi erano segni di danno sui fogli e questo fu un grande sollievo.Mi fece i complimenti per le mie tecniche artistiche,così gli rivolsi un bel sorriso di gratitudine
    Ti ringrazio.In generale..non sono proprio una grande artista,però se c'è qualcosa che attira in modo particolare la mia attenzione,ci metto anima e corpo per mostrare la bellezza nascosta del soggetto.
    e tornai a guardare i miei disegni con aria addolcita.Parliamoci chiaro,chi mai sarebbe emozionato o interessato a disegnare la pioggia? o una finestra che lascia cadere le gocce d'aqua sul davanzale?!per qualcosa di così scontato,e forse banale,io vedo della bellezza e subito cerco di immortararla.Chissà,magari la mia visione sui disegni potrà aprire gli occhi a certe persone
    In più la pioggia cesserà tra non molto,perciò non appena smette chiudo la finestra
    aggiunsi poco dopo per rassicurarlo.Non doveva lottare ancora una volta col vento biricchino
    Dici che da qui si riesce a vedere l'arcobaleno?!?..
    dissi dopo aver posto i fogli sulla sedia accanto a me,guardando fuori dalla finestra con sguardo speranzoso e sempre felice
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    Stavo ancora guardando i disegni della ragazza, sempre più colpito dal talento che mostrava nel disegno, quando lei parlò. - Ti ringrazio.In generale..non sono proprio una grande artista,però se c'è qualcosa che attira in modo particolare la mia attenzione,ci metto anima e corpo per mostrare la bellezza nascosta del soggetto. - spiegò la ragazza, rivolgendomi un sorriso di gratitudine per le parole che le avevo rivolto. Subito dopo rivolse lo sguardo ai suoi disegni, e mi venne quasi spontaneo sorridere a quella visione; era chiaro che il suo talento derivava dalla passione che nutriva nei confronti del disegno, forse unita anche a impegno e sacrifici. In fondo, qualsiasi cosa richiedeva un impiego di energie; lo sapevo fin troppo bene.
    La ragazza mi disse anche che probabilmente la pioggia sarebbe finita tra qualche istante, e capii subito da quell'affermazione che le sarebbe piaciuto ritrarla ancora un po'; in più, i disegni che avevo raccolto poco prima raffiguravano appunto la pioggia, e sul foglio su cui stava disegnando riuscivo a intravvedere la finestra accanto a noi e la pioggia che entrava dentro. Disse anche che appena la pioggia sarebbe finita, avrebbe chiuso la finestra. - Tranquilla, non mi da noia la pioggia. - risposi, guardando fuori dalla finestra in un punto imprecisato. - Preferisco le giornate nuvolose e piovose a quelle in cui c'è il sole... - affermai. Era vero: il giorno in cui avevo lasciato Rendéles, il sole era alto nel cielo e illuminava ogni cosa. Tutte le volte che era una bella giornata, non riuscivo a fare a meno di pensare a quel giorno di qualche mese prima, e tutte le volte il mio umore calava drasticamente; in fondo era colpa mia se il villaggio era stato quasi distrutto, e su questo aspetto non c'era alcun dubbio. - Un giorno ci tornerò... Quantomeno per scusarmi... - mi dissi. Ma quel giorno era ancora lontano, lo sapevo. - Dici che da qui si riesce a vedere l'arcobaleno?!? - la voce della ragazza mi distrasse dai miei pensieri, e mentre riportavo la mia attenzione su di lei, non potei fare a meno di notare il suo sguardo speranzoso. - Ti piace molto la pioggia, vero? - dissi, sorridendole appena, mentre mi avvicinavo alla finestra e mi affacciavo dalla mia parte. Non era stato facile indovinare; il fatto che si fosse avvicinata non appena avevo aperto la finestra, i disegni sulla pioggia e il suo comportamento, lasciavano intuire che amasse quell'atmosfera creatasi con la pioggia. Non ci misi molto ad individuare l'arcobaleno: era sulla destra, un po' spostato rispetto alla nostra posizione, ma si intravvedeva comunque. - Si, da qui si vede... - risposi, facendole cenno di avvicinarsi con la mano. - Ma non sono sicuro che si veda dal tuo posto... Se vuoi ti cedo il mio. - aggiunsi poi, sorridendole nuovamente e spostando la borsa dalla sedia accanto alla mia, per poi sedermici e lasciare la sedia vuota alla ragazza, se avesse voluto sedercisi. - Comunque, io mi chiamo Eamon, Eamon Basaran. - dissi quasi in un sussurro, ricordando le regole della biblioteca, e ritenendo che ormai fosse opportuno presentarsi.
     
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    Keyla TreasaRazza: metà Fata e Sereniti// Classe: Arciere// Numero Stanza: 140 Smeraldo// Fama: 0// Penso che la nostra conversazione non fu vista molto bene da alcuni studenti più diligenti,presenti lì in biblioteca,ma fino a quando non si alza troppo la voce o si fa chiasso,non hanno alcun motivo di lamentarsi.Ma comunque,il ragazzo affermò che non era un problema se la finestra sarebbe rimasta aperta,e che la pioggia in se non gli dispiaceva affatto.Fu più che istintivo per me sorridere in modo più ampio,la cosa però mi stupisce! molta gente preferisce il sole piuttosto che il bagnato e l'umidità.Personalmente non so se la mia ammirazione verso la pioggia sia data dalla mia natura ,verso l'elemento dell'acqua ,o faccia parte solo di una passione legata al mio spirito,fatto stà che qualunque forma possa assumere l'acqua,rimane uno spettacolo tutto da guardare.Poco dopo mi rivolse la domanda proprio sulla pioggia
    Beh...si,non posso negarlo.Però è più corretto dire che adoro l'elemento principale
    risposi per scostare una ciocca di capelli davanti le spelle,portandola dietro e sfoggiando il mio irremovibile sorriso quieto, dipinto sulle labbra.Per quanto riguarda l'arcobaleno...il ragazzo riuscì ad avvistarlo!si poteva intravedere da un punto in particolare.A quella notizia lo guardai sorpresa e al sua cenno con la mano,bè non me lo feci ripetere due volte! scattai in piedi e mi affrettai a raggiungerlo.Ovviamente ricevetti alcune occhiate fulminee,per via del rumore con la sedia,ma tornarono sul proprio lavoro qualche secondo dopo,senza riprendermi..almeno per ora.Molto gentilmente il giovane fece spazio per lasciarmi il posto d'onore per vedere l'arcobaleno.Sorrisi in modo raggiante e feci un piccolo inchino
    Molte grazie,grazie mille!...ah! si ,scusa.Molto piacere,io sono Keyla Treasa
    dissi per accomodarmi al posto che lui stesso ha liberato,porgendo la mano per stringere la sua,così da fare le proprie presentazioni nel modo giusto e classico.Anche se appare un ragazzo abbastanza riservato...credo fermamente che sia un tipo molto gentile e curiosa.Mi piace osservare le persone e se una è particolarmente interessante....cerco di scoprirla ancora di più
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    Come avevo intuito, la ragazza affermò le mie supposizioni; però rimasi stupito, quando mi disse che le piaceva più che altro l'elemento principale costituente la pioggia, ossia l'acqua. Sorrisi a quella affermazione, trovando strana la parola scelta dalla ragazza, "adorare"; eppure, trovavo quel concetto assolutamente normale. Le passioni che ognuno provava verso un elemento erano comunque vere e incrollabili, per quanto questo elemento potesse sembrare strano agli occhi di qualcun altro. Perciò rispettai la sua affermazione, perchè in un modo affine al suo, la luna e l'impiego del suo etere mi intrigavano in un modo che osavo dire persuasivo; sin da quando avevo memoria, avevo sempre ritagliato uno spazio di tempo nella mia giornata, semplicemente per affacciarmi a una finestra o uscire dall'edificio in cui mi trovavo, e osservare la luna. Semplicemente la guardavo; liberavo la mente e fissavo lo sguardo sul satellite, anche per pochi istanti. Poteva sembrare strano agli occhi di qualcuno, ma ormai era diventato una specie di rituale per me, e non intendevo smettere. Ma non avendo sangue serenita nelle vene, non sarei mai riuscito a usare la magia lunare, nè a compiere il rituale mensile che spettava di diritto a ogni serenita, per ricaricarsi di etere. In sintesi, non potevo giudicare la passione della ragazza dai capelli cerulei.
    - Molte grazie,grazie mille! - la voce della ragazza mi riportò alla realtà, e mi girai verso di lei giusto in tempo per vederla sorridere e farmi un piccolo inchino. Arrossii un po' a quella reazione, e voltai la testa nella direzione opposta per non far notare il mio imbarazzo. - ... Non... C'è di che. Per me non c'è nessuna differenza, da un posto all'altro. - dissi, indugiando un po' sulle prime parole e sciogiendomi di più man mano che parlavo. - ah! si ,scusa.Molto piacere,io sono Keyla Treasa. - disse poi, accomodandosi al mio posto e porgendomi la mano, in aggiunta alla presentazione. La strinsi quasi senza pensarci, sorridendo a Keyla e fissandola negli occhi azzurri. - Piacere. - dissi semplicemente, per poi lasciarle la mano e tornare a fissare il tavolo. Non sapevo che altro dire, nè che altro fare. Così, ripresi il libro abbandonato qualche minuto prima, perdendo qualche secondo per trovare il punto in cui mi ero interrotto e ricominciare a leggere. Passò qualche minuto in silenzio; la pioggia continuava a cadere, e ogni secondo che passava sembrava che dovesse smettere di piovere. Ma non era così: di sottofondo, sentivo sempre il ticchettio costante dell'acqua che batteva sul cornicione della finestra, e mi sembrò anzi che cominciasse a farsi più fitta. Alzai lo sguardo verso il cielo, come per assicurarmi che l'arcobaleno fosse sempre lì - in fondo mi preoccupavo di Keyla anche se esteriormente non sembrava, e interrompere un disegno perchè il soggetto era sparito non era certamente una cosa piacevole -, giusto in tempo per vedere un lampo squarciare la coltre grigiastra del cielo, seguito pochi secondi dopo dal rombo inquietante di un tuono. Quasi come se me l'aspettassi, l'acqua cominciò a farsi sempre più fitta, finchè alcuni schizzi non raggiunsero sia me che il libro. Subito mi alzai dal mio posto, dirigendomi verso la finestra e accostandola, senza però chiuderla. Ci volle un po' di forza, perchè intanto si era alzato anche il vento e sembrava non avere intenzione di calare. Bloccai la finestra con il libro, in modo che non si potesse nè riaprire nè chiudere del tutto. Poi mi voltai verso Keyla. - Stai bene? le chiesi, preoccupato che l'improvviso acquazzone le avesse arrecato qualche danno.
     
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    Keyla TreasaRazza: metà Fata e Sereniti// Classe: Arciere// Numero Stanza: 140 Smeraldo// Fama: 0// Questo giovane di nome Eamon possedeva qualcosa che lo distingueva.Non parlo di razza o potere magico,anche perchè da quel poco che percepisco della sua aura, sembra un normale essere umano.L'aspetto di cui parlo è celato nel profondo del suo cuore,non si nota completamente ma c'è.
    - ... Non... C'è di che. Per me non c'è nessuna differenza, da un posto all'altro. -
    disse un pò impacciato e non potei fare a meno di sorridere quieta ,anche un pò addolcita.Il suo aspetto imbarazzo è carino ed è una reazione in più che ho scoperto della sua persona,dunque mi sento più che felice.E' sempre bello conoscere alcuni aspetti delle persone quando meno te lo aspetti,preferisco che accada per caso,piuttosto che in modo forzato.Fatte le presentazioni,e stretto la mano,lui tornò alla sua lettura...mentre io rimasi qualche istante ad osservarlo ,con i gomiti poggiati sul tavolo e un braccio alzato,per poggiarvi sopra il mento.Solo quando la pioggia si fece sentire in maniera più intensa decisi di lasciarlo in pace alla sua lettura e riprendere il mio disegno,ritraendo appena in tempo l'arcobaleno.A poco a poco cadevano dal cielo sempre più gocce d'acqua ,così decisi di prendermi un momento di pausa per osservarla...sembrava quasi che il tempo volesse rendermi felice ancora per un pò di tempo,così come le piante esterne,cantare quasi sicuramente di gioia per tutta quell'abbondanza di acqua.Senza rendermene conto chiusi gli occhi e nemmeno il rombo del tuono riuscì a deconcentrarmi!il vento era cambiato e così anche lo spostamento delle nuvole
    Chissà se tornerà a farsi vivo il sole prima del tramonto...beh spero che almeno la luna non sia troppo coperta questa notte...
    pensai tra me e me,mentre il vento soffiò contro di me ,assieme alla pioggia.Aprii gli occhi di colpo solo quando sentii la domanda di Eamon...facendo velocemente mente locale su ciò che era successo e di quanto fossi baganta.Giusto un pò d'acqua tra i capelli,il viso e sulle parte superiore del vestito,nulla di grave,anzi era una gioia per me.Sfoggiai un sorriso allegro e sereno
    Ah!sisi,tutto bene.Non c'è di che preoccuparsi.Anzi..perdonami se ti ho recato altro disturbo.Adesso cerco di rimediare almeno un pochino al danno
    dissi per scostare i capelli dietro le spalle con molta calma.Spostai lo sguardo sul tavolo e con la mano tesa in avanti...mano a mano ogni particella d'acqua si riuniva, assieme alle altre,sotto la mia mano,come una sorta di calamita.Intanto altri ragazzi presenti nella sala si affrettarono a prendere candele e chiudere le finestre aperte.Riunita tutta l'acqua,compresa quella impressa su di me ,Eamon e il suo libro,mi alzai in piedi,con la sfera d'acqua concentrata sul palmo della mano,la tesi vicino la finestra e la sfera uscì completamente fuori dalla finestra.A quel punto accostai del tutto la finestra per chiuderla,dopo ciò porsi il libro al ragazzo,con un piccolo ma genile sorriso
    Grazie ancora dell'interesse nei miei riguardi.Per poco che sia,spero di essere perdonata per la mia scarsa attenzione
    ogni tipo di danno su se stesso,libro e altre cose che la pioggia poteva aver bagnato sulle sue cose,era svanita.E' il minimo che potessi fare dopo tante seccature causate in così breve tempo.Sarò onesta,non credevo affatto di riuscire con l'incantesimo usato prima,ma tutto è filato liscio come l'olio.
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    - Ah!sisi,tutto bene.Non c'è di che preoccuparsi.Anzi..perdonami se ti ho recato altro disturbo.Adesso cerco di rimediare almeno un pochino al danno. - disse Keyla, e la guardai un po' stranito; non avevo assolutamente capito quale danno avesse potuto recarmi, nè ora nè prima. Non avevo notato alcun comportamento strano nella ragazza, nessuna delle sue azioni o parole mi aveva irritato; anzi, mi piaceva parlare con lei, e, inutile nasconderlo, quella ragazza mi interessava. La conoscevo da poco, ma ero rimasto colpito da lei al primo sguardo, e avrei voluto saperne di più di lei. - Tranquilla va tutto bene. Sono solo due gocce d'acqua, e non mi danno noia. - dissi con un sorriso, scrollando le spalle. - Ero soltanto un po' preoccupato. Preoccuparsi fa quasi parte del mio car_... - cominciai, ma non riuscii a finire la frase; la mia attenzione era stata completamente rapita da Keyla. Con una magia che non avevo mai visto, raccolse tutta l'acqua attorno a noi, concentrandola in un unico punto sopra la sua mao tesa; dopodichè liberò la sfera d'acqua al di fuori della stanza, restituendo l'acqua alle gocce di pioggia che continuavano a cadere fuori dalla finestra. Mi restituì il libro con un sorriso, ringraziandomi e chiedendomi di scusarla allo stesso tempo. Raccolsi il libro giusto per non farlo cadere, riponendolo poi nuovamente sulla scrivania, questa volta davanti alla mia sedia. - Non c'è di che... - mormorai, sorridendole di nuovo, per poi sedermi nuovamente e avvicinarmi un po' di più a lei. - Ma come sei riuscita a concentrare l'acqua in un unico punto? Non avevo mai sentito di una magia così! - le chiesi, sbalordito. Nonostante fossi un mago bianco,durante gli anni passati mi ero dovuto informare anche su altri tipi di magia; eppure, non avevo mai sentito parlare di un tipo di magia anche solo simile a quella che aveva appena esercitato Keyla. Mi interessava seriamente: la magia era una delle poche che cose che mi attirassero veramente, in tutte le sue sfaccettature. E ogni cosa nuova era ben accetta.
    Solo in quel momento mi accorsi di quanto mi ero avvicinato alla ragazza: arrossii un po', tornando di scatto al mio posto e sfogliando distrattamente le pagine del libro aperto. - Ehm... Scusa... - dissi, imbarazzato. - Se me ne vuoi parlare, sarò felice di ascoltarti. - dissi semplicemente, evitando di guardarla negli occhi per non farle leggere le sensazioni che provavo.
     
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    Keyla TreasaRazza: metà Fata e Sereniti// Classe: Arciere// Numero Stanza: 140 Smeraldo// Fama: 0// Riuscii a sentire di sfuggita alcune parole,mentre mettevo in atto l'incantesimo,ma non seguii tutto il filo del discorso,per via della mia concentrazione sul raccogliere l'acqua.Nonostante questo Eamon mi regalò un bel sorriso e rcambiai a mia volta,soddisfatta e felice così presi nuovamente posto,in quel momento mi chiese come fossi riuscita a fare la magia di prima.Si poteva benissimo leggere sul suo viso lo stupore,su ciò che ero appena riuscita a fare.Al tempo stesso si era fatto più avanti ,perciò rimasi abbastanza sorpresa di vedere il suo volto più vicino,tanto che un leggero rossore apparve sulle mie gote.Con questa scusa però..notai ancora meglio i suoi lineamenti...gli occhi dal taglio allungato color del miele,anche se con le tonalità più scure,che tendono all'arancione, ricorda molto di più l'ambra.Una pelle intatta e candida,che può rivelarsi una condanna se tenta di provare timidezza.Eh si,il rossore si nota subito! infatti ,dopo questa piccola "scansione" facciale,questione di istanti come silenzio e difficoltà su come agire,notai le sue guance assumere un colorito più roseo,ma lo notai di sfuggita perchè Eamon si tirò subito indietro.Si scusò con me per la vicinanza,molto probabilmente,o forse per la sua troppa curiosità(?),o anche entrambe le cose,chissà.Fatto sta che abbozzai un sorriso quasi divertito,ma anche dolce.La scena che si presenta davanti a me..ricorda tanto quella di un bambino timido,nel vano tentativo di nascondersi dal disagio usando ogni mezzo,nel suo caso i capelli lunghi lo aiutano parecchio.Deve essere molto grato a loro,se può "calare il sipario" sul suo volto
    Ma figurati,non c'è nessun problema.Però..
    feci una piccola pausa e poi ripresi..
    ...dovrei chiedere il permesso di avvicinarmi un poco,altrimenti rischio seriamente di ricevere una librata in testa!
    dissi scherzosamente con ampio sorriso ,mantenendo un tono basso.Sono pur sempre in biblioteca e fare una conversazione normale non è possibile,recherei solo disturbo
    Altrimenti c'è sempre un angoletto della sala che può fare al caso nostro.E' dedicato ai testi di geografia...non ci passa nessuno lì
    dissi sottovoce,ripensando a quel punto desolato.A quanto pare nessuno ha bisogno di studiare il territorio,quindi è un posto perfetto per starsene in santa pace con se stessi,anche se circondato da libri
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    Non sapevo perché mi sentivo così in imbarazzo. Cercai di dirmi che era soltanto a causa della mia timidezza; e per qualche istante me ne convinsi pure, dato che mi ero sempre rifiutato di avere qualsiasi rapporto con gli altri, a causa del mio vecchio ruolo di protettore. Inizialmente non avevo provato un gran senso di disagio, ma con il passare degli anni, ero finito per sentirmi... Solo. E, volente o nolente, quella sensazione persisteva ancora in quel momento. Era strano, perché non avevo avvertito quella sensazione da molti mesi, quando ancora vivevo a Rendelès: c'era sempre stata, ma avevo preferito ignorarla. Forse, proprio mentre parlavo con Keyla, constatavo quanto le mie emozioni potessero essere infantili, proprio come quelle di un bambino che deve ancora imparare a vivere. E mi accorgevo che in realtà gli anni passati fino a quel momento erano stati una bugia; ben nascosta, ma più passava il tempo, più mi accorgevo che a me mancavano le esperienze che avevano vissuto i miei coetanei; mi sentivo quasi un estraneo.
    Eppure, l'imbarazzo che provavo verso Keyla era qualcosa di diverso dal semplice disagio nel confrontarmi con qualcuno della mia età.
    Non riuscivo a fare a meno di fissare i suoi grandi occhi color del mare, che richiamavano in maniera sorprendente il colore dei suoi lunghi capelli. Per questo, sentii poco le parole della ragazza riguardo alla sala di geografia, dove potevamo parlare liberamente senza rischiare delle sanzioni da parte dei professori o dai custodi. Decisi che, anche se in fondo un po' mi dispiaceva non poterle stare più vicino, sarebbe stato snervante e disagevole per entrambi parlare in un sussurro, rischiando di capire ben poco del discorso dell'altro. Mi costrinsi a distogliere lo sguardo dai suoi occhi, portandolo invece sul tavolo e annuendo. - Non ci sono problemi per me, anzi, sarà un sollievo poter parlare senza rischiare di essere interrotti a causa delle voci troppo alte. - borbottai a mezza voce, sorridendole e raccogliendo intanto la borsa e il libro che avevo abbandonato sul tavolo. - Andiamo? - le chiesi, tendendole la mano per aiutarla a rialzarsi. Mi accorsi troppo tardi dell'imbarazzo che avrei provocato sia a lei che a me, ma non ritirai la mano.
     
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    Keyla TreasaRazza: metà Fata e Sereniti// Classe: Arciere// Numero Stanza: 140 Smeraldo// Fama: 0// Ignoro completamente quali pensieri possano vagare dentro la sua testa,mentre rimane a fissarmi,senza distogliere mai lo sguardo dal mio.Mi domando se fosse semplice contemplazione o un qualche metodo per leggermi l'animo,fatto sta che non è poi così spiacevole ammirare i suoi occhi ambrati,dal colore così vivo.Certo ,questo comporta un velo di rossore sulle mie gote,ma poco importa!certo è strano che qualcuno mi guardi così a lungo e con attenzione,di solito questa parte la ricopro sempre io.Fa strano essere un soggetto di tale attenzione,ma almeno ora comprendo come devono sentirsi le mia povere vittime.Alla fine dei conti l'alternativa del posto isolato fu accolta,perciò sfoggiai un sorriso soddisfatto,raccogliendo tutti i fogli disegnati insieme e reggerli con un braccio solo,poggiati appena sul petto.Quanto alle matite...il loro posto fu più comodo,forse,cioè in tasca.Eh già,il vestito è munito di tasche ,comodo,no?!non appena terminai di raccogliere le mie cose...
    - Andiamo? -
    chiese Eamon porgendomi la mano.In quel momento fu come...guardarsi allo specchio.Mi ricorda il modo standard che uso di norma con i clienti,per farli salire a bordo della mia gondola...
    Che...nostalgia..
    Pensai assorta nei ricordi,ma fu questione di pochi istanti,tempo perfetto per non destare sospetti ,così,tra la sorpresa e la nostalgia,sorrisi quieta
    Certo! Grazie
    Risposi per accettare il suo gesto galante,così mi alzai in piedi,pronta a cambiare postazione e svelargli il mio “segreto”.Ma non potei fare a meno di ripensare a quella sensazione provata pochi secondi fa.Non ho lasciato solo la mia famiglia e la mia terra,ma anche il mestiere che più amavo praticare.La gioia di rendere le persone felici e donare loro un esperienza indimenticabile! il mestiere di gondoliera era la mia vera essenza,ma ora...non posso fare a meno di chiedermi chi sono senza una gondola e proseguire la mia vita in una terra straniera.Qui ,in questo istituto,sono solo una creatura a metà,ignara del proprio essere e del suo passato più recondito…non ho modo di rendere felice nessuno,né di esprimermi al meglio come solitamente so fare.Comunque questi pensieri lì tenni celati dentro la mia mente,senza far trasparire nulla dal mio viso..mi riesce abbastanza bene,tutto grazie anche al lavoro di gondoliera,si insomma..per nascondere la stanchezza o qualche cliente antipatico.
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    Non sapevo cosa mi prendeva in quel momento, né perché mi sentissi così turbato persino fissando Keyla.
    Non pensavo ad altro mentre ci dirigevamo verso la sala di geografia, ancora rosso in viso a causa del contatto tra le nostre mani. Non sapevo perché avevo fatto un gesto così avventato... Avevo soltanto seguito il mio istinto, e probabilmente ero apparso piuttosto sciocco alla ragazza, se non invadente. Mi sembrò di vedere un'espressione strana sul suo viso, ma qualcosa mi disse che la causa non era stata l'intenzione con cui le avevo offerto la mano - che peraltro non capivo neanch'io; mi parve... Nostalgia, o addirittura tristezza. Ma pensai di averlo immaginato, perché un secondo dopo Keyla tornò a sorridermi come sempre, mettendomi nuovamente in soggezione. Forse me lo ero immaginato davvero...
    Mi riscossi dai miei pensieri giusto in tempo per accorgermi della porta che dava accesso alla saletta; per poco non vi sbattei la faccia, e mi fermai forse troppo bruscamente, finendo per sbatterle contro, data la vicinanza tra i nostri corpi. Arrossii violentemente, girandomi verso di lei e mormorando qualche parola di scusa, sperando che si sentisse; poi mi voltai nuovamente, sperando che i capelli coprissero il rossore del mio viso,e aprii la porta.
    La stanza era piuttosto grande; quadrata e piena di scaffali, dava una sensazione di chiuso che neanche le ampie finestre riuscivano ad attenuare. Nonostante gran parte delle pareti fossero ricoperte di mensole e libri, sul muro spoglio comparivano quadri, e anche diverse mappe di Evesaje; In generale, quella stanza mi trasmesse subito un senso di pienezza, come se fosse stata arricchita di cose superflue, e tutto fosse fuori posto. Mi sentii venire meno. Non mi trovavo a mio agio lì, ma almeno non c'era nessuno, e la pota attutiva i rumori. Presi un respiro, dirigendomi verso una delle poltroncine che lì si trovavano. Ve ne erano due coppie a diversi metri di distanza, insieme a qualche pouf e un tavolino circolare. Mi accorsi di tenere ancora la mano di Keyla tra la mia; arrosii un po', lasciandola andare con garbo e sedendomi. Invitai la ragazza a fare lo stesso, imbarazzato, e mi tirai su per evitare di sprofondare in quella poltrona. Sarebbe stato un ottimo luogo per dormire, pensai, mentre accendevo qualcuna delle candele per evitare di aaddormentarmi. L'unica luce era quella proveniente dalle finestre; quella stanza era fin troppo buia, e in quel momento mi resi conto di quanto la situazione fosse... Strana. Io e Keyla, soli, seduti accanto e con luce soffusa... Arrossi senza nemmeno rendermene conto. Incrociai le braccia sul petto, sistemandomi meglio contro la poltrona. - Beh, eccoci qui... - dissi, senza preoccuparmi di tenere bassa la voce, e scrollando le spalle. - Adesso potremo parlare meglio. -aggiunsi poi, sorridendole e aspettando che cominciasse il suo racconto.
     
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    Keyla TreasaRazza: metà Fata e Sereniti// Classe: Arciere// Numero Stanza: 140 Smeraldo// Fama: 0// Tornata con la mente più presente e limpida,ecco che capita un imprevisto.Nonostante abbia i riflessi pronti, non potei fare nulla per evitare lo scontro.Eamon si fermò di colpo e di conseguenza mi scontro addosso a lui....fu l'istante più lungo e imbarazzante di tutta la mia vita.Il massimo di contatto fisico,se così possiamo definirlo,che ho mai avuto è stato prendere la mano della gente,tutto qui, ma mai che il mio petto è andato a toccare qualcuno.Istintivamente mi tirai un poco indietro e portai i disegni sul davanti,per fare da barriera.Eamon cercò di scusarsi per l'incidente come meglio poteva,capii a malapena quello che tentava di dirmi ma bene o male colsi il significato.Scossi la testa
    P-può capitare.E' tutto ok!..
    dissi per fare un sorriso quieto,ma ero ancora imbarazzata ,quindi il risultato non fu dei migliori,purtroppo.Superato il momento, varcai la porta assieme a lui…ed eccoci dentro la sala dedicata ai libri geografici.Una stanza semi buia,piena di manufatti e quadri.Provai la sensazione di essere in gabbia,come un piccolo uccellino a cui è stata negata la libertà di colpo e rinchiuso dietro le sbarre di una gabbietta di ferro
    Gabbia...
    pensai un secondo osservando la poca luce che proveniva dalle finestre.Ho già provato una sensazione simile parecchio tempo fa,quando ero piccola...ricordo le mura di una struttura spoglia ma così massiccia e fredda da soffocarti anche se vista di sfuggita.L'unico sollievo era vedere uno spiraglio di luce fuori dalla finestra,o qualsiasi fonte che potesse diminuire l'oscurità del luogo.Tornai con la mente al presente quando la presa alla mano fu lasciata
    Fino ad ora…ho sempre tenuto la sua mano?!
    arrossii ma almeno ho lasciato dietro di me quel ricordo spiacevole,per fare spazio ad un pensiero di timidezza.Perchè mai devo arrossire con tanta facilità? Non è mai successo …forse perché non ho mai tenuto la mano di un ragazzo così a lungo.Comunque,confusione a parte,notai Eamon sistemarsi su una delle due poltrone lì vicino ,invitandomi a prendere posto.Sorrisi e accettai di accomodarmi sulla seconda poltrona,con naturalezza ovvio..però mi accomodai con una certa grazia.Se questa maniera elegante nei movimenti sia data dalla mia razza,oppure dal mio mestiere di gondoliera, non so dirlo con sicurezza,io credo di muovermi come chiunque altro.Beh una volta seduta sistemai i disegni al lato sinistro della poltrona,e nello stesso momento Eamon accese qualche candela.In quel momento fui grata a chiunque fosse stato così geniale da lasciare delle candele e altrettanto ad Eamon di accenderle.Adesso la sensazione di soffocamento era più leggera.Stranamente avvistai del rossore sulle gote di Eamon,molto ben visibile,mi domando perchè...sarà l'effetto delle luce delle candele!??
    Eh giaà!...ahhh,allora...come posso dire...
    dissi pensierosa sfiorandomi la nuca un pò indecisa su come iniziare il discorso.Mi presi giusto qualche momento , poi ripresi più decisa e calma..
    In realtà,quello che ho fatto prima,è solo frutto della mia natura mista.O almeno così credo....ahm,non conosco molto bene le doti delle mie due razze,comunque sono per metà Fata e per metà Sereniti
    Dissi quieta e guardando il giovane,con le mani poggiate una sopra l’atra sulle ginocchia.So poco e niente sulle mie due razze a metà,perciò non posso nemmeno dire da che viene il mio controllo sull’acqua.
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    Rimasi in silenzio mentre Keyla parlava, osservandola mentre spiegava l'origine della sua magia. Rimasi piuttosto sorpreso quando terminò il discorso, dicendo che non conosceva le caratteristiche delle razze di cui faceva parte, Fata e Serenita. Non riuscii a soffocare la sorpresa; la razza Serenita era quella che più in assoluto mi affascinava, e scoprire che anche Keyla faceva parte - sebbene solo per metà - di quella razza mi stupiva, e non poco. - E'solo un caso... - mi dissi, ma ciò non bastò a calmarmi. Avrei dovuto capirlo dalla magia che aveva usato poco prima; nonostante fosse in gran parte magia fatata, avevo percepito la presenza dell'etere lunare in essa, ma avevo liquidato subito il pensiero. Eppure, era vero che non avevo mai visto una magia di quel genere; sapevo che l'etere lunare veniva usato per lo più per la magia bianca, curativa e offensiva; non avrei mai pensato che potesse estendersi anche agli altri campi.
    Mi accorsi solo in quel momento che stavo fissando Keyla con aria sorpresa; scossi lievemente la testa, arrossendo e portandomi una mano sulla fronte per allontanare i ciuffi che mi coprivano il viso. - Scusa... - mormorai, - è che ho passato l'intera vita a studiare la magia bianca, e in particolare l'etere lunare. - dissi, cercando di dare una spiegazione. Realizzai soltanto dopo, che le avevo appena parlato di gran parte della mia vita; mi chiesi perchè mi stessi lasciando andare così, quando nemmeno firmando i certificati per entrare in Accademia avevo spiegato chi ero, cosa avevo passato e da dove venivo. Forse perchè non lo sapevo nemmeno io, appieno. La parte ragionevole di me mi diceva che conoscevo la ragazza da poco tempo, che probabilmente neanche le importava niente di me e del mio passato, e che io non mi sentivo pronto a parlarne. Eppure non riuscivo a fare a meno di pensare il contrario, dicendomi che forse parlarne con qualcuno mi avrebbe soltanto giovato; forse volevo passare più tempo con Keyla, ma una cosa del genere non la ammettevo neanche a me stesso. - Hai detto di non sapere niente delle razze a cui appartieni... Se ti va, posso raccontarti quel che so dei Sereniti. - dissi, sorridendole e guardandola di sghembo, come se avessi timore della sua risposta. In fondo, la stavo trattenendo soltanto per un mio interesse personale riguardo alla magia che usava, e stavo cominciando seriamente a essere insistente e invadente.
     
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