Posts written by »Primoo

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    Beh, che dire...
    Sono Primoo, meglio, su questo forum ero Anhylia, una delle amministratrici.
    Ormai il forum è stato abbandonato da anni, e dopo 10 anni dalla sua maggiore attività ho deciso di fare questo post, così, un po' come a conclusione di quel che una volta è stato.
    Per me questo è un posto nostalgico, ci torno a volte a rileggere i topic vecchi e a ricordare le vecchie amicizie. ✨
    Mi dispiace davvero molto essere sparita nel nulla, ero una ragazzina e non sapevo bene gestire tutta l'utenza, che era abbastanza consistente ai tempi.
    Il forum rimarrà aperto per chiunque voglia rileggere/spulciare, così come i miei MP per qualsiasi vecchio utente che si ritrova qui. ❤️
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    Lewys Silyen
    Classe: Mago Nero Razza: Demone Numero Stanza: 126 Fama: 5 Affinità: +50 (Yindi)
    Ruolata
    -Shai, mi ritengo fortunata di avere queshta misshione proprio con te, Lewwy! Shei l'unico con cui ho fatto amishizia all'accademia!- disse Yindi a bocca piena, e a quelle parole non riuscii a fare a meno di sorridere imbarazzato, ma anche colpito. In fondo, nonostante tutta l'ansia che provavo per quella missione e per la sua incolumità, ero felice che la mia compagna fosse proprio Yindi, e non qualche studentessa sconosciuta dell'Accademia. Yindi... Yindi era strana. Non era come le altre, era molto più vivace e allegra di qualsiasi persona avessi mai consciuto e, in qualche modo, più sincera. Anche se intuivo che lo facesse per combattere la tristezza, non riuscivo a fare a meno di ammirarla, e a pensare che quella diversità la rendesse unica e speciale. - Anch'io son felice di essere qui con te, Yindi. Forse proprio perchè sei importante per me ho paura che ti possa accadere qualcosa. - dissi tutto d'un getto. Cosa avevo appena fatto?
    Arrossii violentemnte, mentre continuavo a fissarla. Mi riscossi soltanto dopo un po', ricordandomi che dovevo mangiare, e presi a farlo distrattamente, osservando anche il paesaggio circostante. Cercavo intanto di calmarmi, dicendomi che era normale preoccuparsi per gli amici... Ma era inutile! Più ci pensavo e più mi sentivo in imbarazzo. Osservai il paesaggio senza realmente guardarlo, finchè... Non intravidi uno movimento vicino a me. Ormai, a causa della mia fobia, avevo imparato a riconoscere qualsiasi tipo di insetto, in particolar modo le farfalle, e appena posai gli occhi sull'insetto sentii il cuore perdere qualche battito e la paura salire. Senza volerlo spinsi il corpo all'indietro, come a volermi riparare da qualcosa. Ma in quel momento, sentii una mano afferrarmi la manica della giacca, e prima che mi rendessi conto di quello che stava succedendo, mi sentii trascinare verso Yindi e mi ritrovai a fissare il profondo color violetto dei suoi occhi. Sentii il volto imporporarsi, sia a causa della nostra vicinanza, sia a causa di quello che le avevo detto poco prima. Ma almeno, la mia paura venne sviata. - Yindi...? Tutto bene? - chiesi, sgranando gli occhi in tono interrogativo. Cosa c'era che non andava?

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    Eamon Basaran

    Classe: Mago Bianco Razza: Umano Numero Stanza: 141 Fama: +0

    Ruolata

    Keyla rispose affermativamente alla mia domanda sul passato, e mentre l'ascoltavo fare un paragone con una pianta spezzata dalle intemperie e dalla trascuratezza, che con un po' di sostegno e aiuto poteva tornare bella e splendente, non riuscii a fare a meno di pensare a come si fosse sentita la ragazza in passato, senza avere ricordi della sua famiglia. Conoscevo quella sensazione fin troppo bene, e mi chiesi se anche per Keyla la sua vita fosse stata piena di smarrimento e ansia come lo era stata per me. Dalle sue parole traspariva molto il fatto di essersi sentita smarrita, soprattutto con quel paragone, ma ciò non indicava che fosse sempre stata così. Lei sorrideva, e andava avanti apparentemente senza fatica; io, fino a poco tempo prima, non sapevo neanche se il giorno successivo sarebbe realmente arrivato. La mia permanenza nell'Accademia aveva un po' attutito quella sensazione, ma non era ancora sparita interamente..
    Nonostante tutto, non permisi a quelle sensazioni di oltrepassare abbastanza affinchè fossero visibii; in fondo, non erano altro che pensieri fuori luogo, che avevano il solo scopo di peggiorare il mio umore, e quella era l'ultima cosa che desideravo. Non avevo invitato Keyla per farmi vedere di malumore e, inevitabilmente, peggiorare anche il suo. Così mantenni il sorriso rivoltole poco prima arrossendo per ragioni ignote quando, dopo aver terminato il discorso, arrossì anche lei; e mi rivolse un sorriso divertito, spiegando poi il perchè di quel paragone.
    Ancora una volta non potei che ammirare il suo coraggio nell'affrontare i problemi della vita seppur in una posizione così svantaggiata rispetto agli altri, poichè senza le solide basi, che gli altri chiamavano famiglia, su cui tutti si basavano. Dovevo ammetterlo, un po' le invidiavo la sua tempra e il suo carattere, perchè sapevo che io non sarei mai riuscito ad essere come lei... Forse neppure con l'aiuto di qualcuno. -Ahh non devi,davvero.L’importante è che hai capito la lezione.Vedi di ricordarla ,ok?!?- disse lei, sorridendomi divertita, quando le rivolsi il mio ringraziamento. Le sorrisi di nuovo, più imbarazzato di prima, per poi scrollare le spalle come per scacciare la timidezza e risponderle. - Non lo dimenticherò più. Proprio per questo ti ringraziavo, Keyla. Mi hai aiutato tanto, in queste poche ore, e spero che la mia compagnia abbia giovato anche a te. Se non ti avessi incontrato, probabilmente avrei continuato a sentirmi confuso per chissà quanto tempo. Invece ora ho più fiducia in me stesso, ed è soltanto merito tuo. Grazie... - dissi, quasi senza pensarci. Poi arrossii più intensamente delle altre volte, a causa di quello che avevo appena detto, e ingurgitai in tutta fretta il mio thè, sperando che ciò potesse in qualche modo distogliere l'attenzione da me e far passare il mio imbarazzo.
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    Lewys Silyen
    Classe: Mago Nero Razza: Demone Numero Stanza: 126 Fama: 5 Affinità: +50 (Yindi)
    Ruolata
    La reazione di Yindi mi sconcertò; lei non era affatto nervosa per quello a cui stavamo andando incontro, anzi, sembrava piuttosto sicura di sè, e lo dimostrò affermando che non c'era nessun altro Kowka che poteva competere con lei in agilità. Aggiunse pure che, probabilmente, sarebbe stata lei a proteggermi. Arrossii un po', lasciando da parte la confusione; in fondo, se Yindi non aveva paura mi chiesi perchè avrei dovuto averla io, e perchè mi sentissi così teso quando proprio quella paura poteva rischiare di ucciderci e di far fallire anche la missione. Le sorrisi, per poi abbandonare per un poco la tensione e risponderle scherzosamente. - Bene, almeno se le mie maledizioni andranno male ho comunque le spalle coperte. - dissi, ricordando l'esito a dir poco catastrofico che avevo avuto l'ultima volta che avevo evocato una maledizione. Poi tornai a guardare la strada, pensando che in fondo un po' di tensione aiutava a preparare corpo e mente ad agire in caso di pericolo, e che la mia sarebbe bastata per entrambi. - ... Ci proteggeremo a vicenda. - aggiunsi dopo, quasi mormorando e in un tono più dolce. Nonostante sapessi che la Kowka era abbastanza forte da sapersela cavare, mi dicevo che dovevo proteggerla; forse perchè era più piccola di me, o forse perchè era bassa e minuta. Io al contrario, ero decisamente troppo alto, e nonostante non fossi un asso a combattere, mi sentivo quasi in dovere di proteggerla. Dopo qualche minuto che cavalcavamo, distanziando sempre di più l'Accademia finchè soltanto la punta più alta del cancello che la racchiudeva fu visibile, Yindi disse che avrebbe dato un nome al cavallo. Annuii con un cenno della testa, poco interessato alla questione ma comunque felice che l'idea della missione non le avesse tolto l'abituale allegria che caratterizzava il suo carattere. Ma quando la ragazza esclamò il nome del cavallo, "Lewwy II", dicendo che l'aveva scelto in base al colore corvino del manto del cavallo, non potei trattenermi dal guardarla sorpreso e scioccato insieme. L... L.... Lewwy II!? - esclamai, rosso in viso e decisamente imbarazzato. Il paragone tra i miei capelli e il colore del cavallo era ovvio; erano tutti e due neri... Ma non pensavo che ciò meritasse persino un soprannome per il cavallo! Arrossii ancora di più, rendendomi conto però che... Non mi dava fastidio che la ragazza avesse usato una storpiatura del mio nome per il cavallo. In genere, io odiavo ogni forma di soprannome. Non sapevo perchè; era sempre stato così.... A stento sopportavo il nome, che mi piaceva assai poco, e i soprannomi lo rimarcavano e e rendevano il suono ancora più sgradevole... Soltanto una cerchia ristretta di persone potevano soprannominarmi senza che io provassi fastidio o irritazione, e Yindi, mi accorsi, faceva parte di queste. No, la mia reazione era dovuta all'imbarazzo... Ero imbarazzato - ma anche, in qualche modo, compiaciuto - che la ragazza avesse usato proprio il mio nome come spunto per quello del cavallo. -OOHHH! Lewwy guarda! Lewwy II è contento del suo nuovo nome! Che bello!- disse poi Yindi decisamente infervorata, in risposta al nitrito del cavallo, e notando la sua espressione non riuscii a trattenere una risatina, nonostante l'imbarazzo crescente. - Bene... - dissi soltanto, girandomi a guardarla e sorridendole radioso. Più passavo tempo con lei, più mi faceva tenerezza... Non sapevo perchè! Mi trovavo bene con lei, e questo era quel che bastava...
    Finalmente entrammo nella foresta. Non ci fu più tanto tempo per parlare, perchè cominciai subito a usare i miei sensi di demone per individuare il sentiero, ed evitare di sperderci nella foresta. Si, non era tanto grande... Ma se avessi perso la strada, probabilmente sarebbero passate settimane prima di riuscire a uscirne. E sebbene fosse un'ipotesi che normalmente mi avrebbe spaventato ma non fermato, ora che volevo proteggere l'incolumità di Yindi quell'idea mi ossessionava, e stavo ben attento a trovare i passi più agevoli e le vie più sicure e comode, facendo in modo di non perdere la meta. Ad un certo punto dovetti persino scendere dal cavallo, perchè la foresta cominciava ad infittirsi e le radici impedivano il passaggio dei cavalli, e dovetti proseguire tirando le briglie e facendo attenzione affinchè non scivolasse. Ogni tanto controllavo anche Yindi, aiutandola a passare quando potevo e stando ben attento affinchè non si facesse neanche il minimo graffio. Ero sempre all'erta, cercando di capire se qualche malintenzionato sarebbe apparso di fronte a noi, ma oltre agli animali e alla vita che popolava il sottobosco, non riuscii ad avvertire niente.

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    Quando finalmente uscimmo dalla foresta, e i miei occhi si furono abituati nuovamente alla luce, mi resi conto che le mie previsioni non erano propriamente esatte; il sole rivelava che avevamo passato un po' più di tempo all'ombra degli alberi, e stando alle ombre che esercitavano gli alberi, erano circa le tre del pomeriggio. Avevamo passato persino tutto il pomeriggio dentro la foresta. Mi morsi un labbro, preoccupato. Non avrei dovuto perdere così tanto tempo a cercare i sentieri più agevoli... Dovevo cavarmela con meno tempo da lì in avanti. La logica mi suggeriva di continuare a Istana senza fare pause... Ma la ragione mi diceva che intrapendere un viaggio in simili condizione sarebbe stata una manovra suicida; se arrivati all'avamposto Iylissiano avessimo scoperto che esso era stato sabotato e avessimo avuto bisogno di combattere, non ne avremmo avuto la forza. I cavalli erano stanchi, e io e Yindi avevamo bisogno di mangiare e riposare per un po' prima di viaggiare nuovamente. Così, sorridendo nuovamente a Yindi e indicandole una piccola radura all'ombra degli alberi, vi trasportai il mio cavallo - avrei dovuto dargli un nome... Mah, decisi che Agro andava bene... Era il nome di un cavallo di cui si parlava in qualche libro che avevo letto, ma non ricordavo quale....- e Lewwy II, per poi aspettare Yindi e aprire lo zaino che portavo sulle spalle. Presi un po' di pane, formaggio e frutta fresca, distribuendo le razioni equamente e senza usare troppe provviste, garantendoci però un pasto adeguato, anche se non mi sentivo sicuro ad accendere il fuoco... Ci toccava un pranzo freddo. Quelle provviste dovevano bastarci almeno fino a Istana, e non ero sicuro di raggiungerla entro quella sera. - Riposiamoci un po', prima di partire... - dissi a Yindi, aspettando che mi raggiungesse e cominciando a mangiare.

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    Eamon Basaran

    Classe: Mago Bianco Razza: Umano Numero Stanza: 141 Fama: +0

    Ruolata

    Era vero, ero un po' turbato da quello che avevo appena ricordato; più che altro perchè non me l'aspettavo... Ma in fondo era solo paura. Ero terrorizzato all'idea di riscoprire le mie origini, di ricordare tutto, come se sotto quella coltre che nascondeva la mia infanzia ci fosse qualcosa che mai avrei voluto scoprire. Eppure, sapevo che dopo aver recuperato la memoria mi sarei sentito più tranquillo, e più stabile come persona. Mi mancavano le radici per vivere, e forse anche per quello non ero mai stato particolarmente bravo a stringere legami con le persone, come se il passato che non ricordavo potesse nuocere alle persone a cui ero affezionato.
    Mi sentivo anche in colpa verso Keyla: non l'avevo invitata per scaricarle addosso i miei problemi, e anche se quelli erano tornati da soli, avrei almeno dovuto avere la decenza di non farli trasparire. Eppure, anche se da fuori non sembrava... Ero debole. Ci voleva poco per agitarmi, sia per le cose positive come un complimento o uno sguardo, ma anche per quelle negative. Ciò non significava che ero lunatico: semplicemente, il mio carattere era più fragile di quel che poteva sembrare e, anche se l'avevo "rafforzato" con una buona dose di indifferenza e calma, rimanevo comunque un essere umano, più facilmente preda delle emozioni degli altri. Per quello, non riuscivo a fermare neanche un ricordo che non mi apparteneva da chissà quanto tempo, e me lo lasciavo immediatamente sfuggire dalle mani; in quelle condizioni, ne risentiva anche il mio umore.
    Ma la ragazza sembrò capire, e non lo fece tanto per cortesia, nè mi squadrò come se fossi pazzo; ormai ero abituato a reazioni del genere... Ma la sua era decisamente più sincera degli altri, e ciò mi stupì e commosse. -Tranquillo,non sentirti in colpa per questo,è normale!- disse, aggiungendo poi che tutti avevano qualcosa su cui pensare, ma che non per questo bisognava cacciare i pensieri con la forza o ignorarli; anzi, bisognava combatterli con decisione, per poi tornare a vivere come se non fossero di alcun peso, senza però rifiutarli. Dopo poco però, i suoi occhi si fecero improvvisamente freddi, e fissando la sua tazza, aggiunse; -A volte penso..che per quanto possa rattristare o spaventare il passato…è comunque una fortuna avere dei ricordi,in special modo quelli più remoti o di poco conto,perché solo così sei certo di vivere il presente,di andare avanti consapevole di ciò che stai facendo-. Mi resi conto subito che quel discorso conteneva parte della sua esperienza; soltanto chi aveva vissuto sulla propria pelle com'era non avere ricordi, non sapere chi era e perchè fosse nato, poteva parlare così. Sorrisi nostalgicamente a Keyla, per poi fissarla negli occhi. - Il male è... Che io non ho ricordi della mia infanzia... Quindi non capisco come sia avere delle radici su cui basarsi per poter andare avanti.... Per quello sono agitato per quello che ho detto prima. Era la prima volta che la mia amnesia si dissipava un poco. - spiegai, non capendo bene il perchè le stesse dicendo quelle cose... Ma in qualche modo, la sentivo simile a me, e speravo che condividere il dolore di un passato vuoto potesse attutirlo almeno un po'. - E così anche per te, vero? Si capiva dal tuo discorso... - aggiunsi poi, quasi in un mormorio.
    Subito dopo la ragazza si ridestò, come se i pensieri che l'avevano tormentata fino a quel momento fossero spariti - oppure, ricordando il discorso di prima, come se li avesse combattuti e sconfitti, per poi averli accantonati -, e mi fissò con lo stesso sorriso raggiante di sempre. Mi sentii affascinato dal suo comportamento, un po' invidioso del coraggio con cui lei riusciva a combattere i propri demoni; questo non riuscii a nasconderlo, e infatti un leggero rossore ricoprì il mio viso. -Percio…tu ora mi fai un bel sorriso! E non accetto obiezioni.- disse, con aria così decisa e solare che mi chiesi come mai avrei potuto rifiutarle qualcosa. Sbarrai gli occhi, mentre stavo decisamente andando a fuoco a causa della richiesta; cominciai a balbettare qualcosa di incomprensibile, ma quando la fissai negli occhi sentii ogni dubbio svanire. La sua era una richiesta seria, e non dovevo imbarazzarmi per un semplice sorriso. Quasi istintivamente, fissando il volto determinato di Keyla, sorrisi, ma non come le altre volte; era più sorriso di ringraziamento, perchè, anche se fino a quel momento non me ne ero reso conto, con poche parole, lei era riuscita a farmi riflettere e tornare il buonumore. Le dovevo tanto, e non sapevo come esprimere appieno la mia gratitudine senza risultare troppo sdolcinato. - Grazie, Keyla. - dissi infine, incanalando quanta più riconoscenza potevo in quelle due semplici parole.
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    Benvenutissima! >w</
    Buona permanenza nel forum, anche se come puoi vedere è ancora un po' vuoto çVç''
    Se hai dubbi su qualcosa chiedi pure, intanto ti abilito alle sezioni GDR ^^
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    Eamon Basaran

    Classe: Mago Bianco Razza: Umano Numero Stanza: 141 Fama: +0

    Ruolata

    Rimasi un po' in ansia finchè Keyla non assaggiò il thè; io stavo già sorseggiando il mio, ma non avendone mai preparato uno non potevo giudicare il mio operato. Anche se mi sembrava di averci messo troppo limone. Dopo qualche secondo, la ragazza mi sorrise, e subito mi sentii più sollevato.-E' davvero ottimo.Complimenti!- mi disse, mentre io arrossivo, sapendo che non era a causa nè del vapore nè della temperatura emanata dalla bevanda. - Gr.. Grazie... - mormorai, abbassando gli occhi sul thè e osservando i rozzi contorni della mia immagine riflessa sulla sua superficie. Non ero abituato a ricevere complimenti; nella mia vita avevo sentito soltanto rimproveri e ordini da parte delle persone che mi stavano attorno, e quando avevo padroneggiato del tutto la magia curativa, avevo avvertito anche una sorta di timore reverenziale. Ma quello era un complimento, detto da una persona che mi trattava da suo pari... Più ci pensavo e più mi sentivo in imbarazzo. Eppure ero felice; per un po' avrei dimenticato il passato, in quell'Accademia, cercando di focalizzarmi sul presente. E, anche se ancora non lo sapeva, la sola presenza di Keyla mi stava aiutando in questo mio obbiettivo. -Di solito che cosa bevi?- mi chiese poi la ragazza, aprendo il sacco che conteneva i biscotti e prendendone uno. Rimasi un po' interdetto, incerto sul cosa rispondere; in realtà non avevo una bevanda preferita, bevevo quel che capitava e soltanto quando me lo offrivano. Però, a pensarci... - Mi piace il succo di frutta. - risposi quasi subito, fissandola negli occhi e accennando un sorriso. - Quello di pesca, ad essere precisi. - aggiunsi, per poi distogliere lo sguardo. Ecco che tornavano il rossore e l'imbarazzo. Il succo di frutta era per bambini! Eppure ne andavo matto. Non mi piacevano le cose troppo amare, e preferivo bevande dolci... O anche aspre, talvolta. - Però quando ero piccolo mia madre mi preparava anche la cioccolata... Ne avrei potute bere scodelle intere! - dissi, ma mentre pronunciavo la frase cominciavo a spaventarmi; come facevo a ricordarmene!? Non avevo memoria dei tempi prima di Rendèles... Come non ne avevo dei miei genitori naturali. Perchè allora avevo ricordato quel particolare, quando non conoscevo neanche i loro volti? E soprattutto, perchè cominciavo a ricordare soltanto in quel momento? Ormai mi ero rassegnato; non avrei mai ricordato niente e non avrei mai ritrovato la mia vera famiglia. Ma probabilmente quella mia convinzione stava per crollare...
    Mi resi conto solo in quel momento di essere diventato improvvisamente taciturno dopo quella frase, e di avere completamente dimenticato chi ero e cosa stavo facendo. Mi riscossi improvvisamente, sorridendo malinconicamente a Keyla e mescolando il mio thè. - Scusami... I ricordi hanno sempre qualche lato negativo. - dissi soltanto, sorseggiando il thè e addentando un biscotto. Ma non riuscivo ad assaporarne appieno il sapore, e la mia mente continuava a ritornare sulle mie congetture e sui miei dubbi.
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    Eamon Basaran

    Classe: Mago Bianco Razza: Umano Numero Stanza: 141 Fama: +0

    Ruolata

    -Perchè no?! con questo tempo poi una bella tazza di thè,con qualche biscotto, è l'ideale!- mi rispose Keyla, mentre afferrava la mia mano e si faceva aiutare a tirarsi su. Le sorrisi un'ultima volta, senza lasciare la sua mano. - Andiamo, allora. - dissi, per poi prendere la mia borsa e aspettare che la ragazza recuperasse i suoi fogli e le matite. Aprii finalmente la porta, sentendomi subito meglio come misi la testa fuori dalla stanzetta, nella quale eravamo rimasti confinati per tutto quel tempo; quindi, sempre tenendo Keyla per mano, attraversai la Biblioteca a ritroso, uscendo infine anche dall'edificio. Cominciai a camminare, cercando di ricordare dove si trovasse la Caffetteria: c'ero stato poche volte, e non conoscevo ancora bene quell'Accademia; mi ci sarebbe voluto un po' per abituarmi. Mi bastò seguire il corridoio che portava all'ala centrale dell'Accademia, per trovare la Caffetteria: situata vicino alla zona che portava all'Area Acquisti, era una grande stanza che offriva un posto di riposo a tutti gli studenti. Essa comprendeva un bancone, con una dispensa incassata dietro alla lastra di marmo, che probabilmente conteneva le tazze da usare. Sul bancone erano disposte buste da thè di vario tipo e piccoli contenitori ripieni di cioccolata, nonché dei vasetti colmi di caffè. C'era davvero di tutto: infatti, in un paniere facevano bella mostra di sé piccoli sacchetti riempiti con dei biscotti, nonché un vasto assortimento di caramelle e leccornie. Non poteva mancare un distributore d'acqua, fornito di bicchieri di carta. Il resto della stanza era occupato da tavolini circolari con tre sedie intorno: l'ideale per passare delle ore a chiacchierare del più e del meno. - Bene... Eccoci. - dissi, girandomi verso Keyla e rivolgendole un sorriso quieto. - Siediti pure dove vuoi, prendo del thè e biscotti per entrambi. - le dissi, per poi lasciarle la mano e dirigermi verso il bancone. Solo che... Non avevo mai preparato il thè! - Su Eamon, ce la puoi fare... Non sarà mica così difficile... - mi dissi, cercando di convincermi. Presi un bollitore, mettendoci dentro l'acqua e ponendolo sul fuoco per farla bollire; non mi rese altro che aspettare, sperando di aver fatto bene. Ma non avevo nemmeno cominciato. C'erano troppe bustine da thè, tutte diverse! Sgranai gli occhi. Quale sarebbe piaciuto a Keyla? Rimasi qualche minuto a rimuginare, accorgendomi giusto in tempo dell'acqua che cominciava a fischiare; con un sussulto ritornai nel mondo dei vivi, afferrando una presa per non scottarmi e versando l'acqua bollente - anche troppo - in due tazze bianche, decorate con dei motivi a fiori. In quel momento però dovevo prendere una decisione. Quale thè dovevo preparare? Osservai ogni singola bustina, sospirando e optando per un classico thè verde, e sperando che alla ragazza fosse piaciuto. Aspettai finché l'infuso non ebbe compiuto il suo dovere, colorando l'acqua e donandogli la classica fragranza del thè verde. Aggiunsi anche un po' di limone in entrambi i bicchieri, ricordandomi soltanto all'ultimo minuto dello zucchero; dopodiché mi diressi verso il tavolo dove si era seduta Keyla, passando dal paniere e prendendo un sacchetto di biscotti misti. - Ecco qua. Attenta, brucia.- dissi, passandole la tazza di thè e mettendo il sacchetto in mezzo, per poi sedermi. - Spero ti piaccia... E'la prima volta che preparo il thè... - ammisi poi, arrossendo e soffiando sulla bevanda, sperando che la causa del rossore apparso sul mio viso fosse il vapore che usciva dalla tazza.
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    Eamon Basaran

    Classe: Mago Bianco Razza: Umano Numero Stanza: 141 Fama: +0

    Ruolata

    La mia preoccupazione era inutile; Keyla mi rassicurò che le sue ali potevano sembrare fragili, ma non lo erano affatto. Nemmeno con il vento forte rischiava di cadere, ma la grandine le dava problemi. Spiegò anche che poteva volare ad altezze ridotte, a causa della sua natura di mezzosangue; e, infine, che le sue ali avevano bisogno di costanti cure; prima di tutto serviva la luce del sole o della luna.
    Ero sempre più incuriosito e affascinato ad ogni parola della ragazza; mi ero fissato su un unico argomento nel mio studio, tralasciando gli altri, e solo mentre Keyla mi raccontava quel che sapeva della propria razza capivo quanto fosse interessante saperne di più su... Tutto! Al di fuori della magia bianca, ero ignorante su qualsiasi cosa. Provai un po' di sollievo nell'apprendere che a causa delle ali, Keyla non avrebbe corso alcun rischio, e subito dopo aver formulato quel pensiero arrossii, chiedendomi perché mi preoccupassi tanto per lei.
    Poco dopo vidi Keyla alzarsi e, un po' perplesso, mi chiesi dove stesse andando. Rimasi un po' confuso quando la ragazza di inginocchio davanti a me, di spalle, spostando i lunghi capelli cerulei davanti al corpo. -Se vuoi puoi toccarle- disse tranquillamente, restando immobile in attesa di una mia risposta. Avvampai a quella proposta insolita, ma sapevo che si trattava di un'occasione unica e probabilmente irripetibile; quindi, combattendo l'imbarazzo, mi alzai dalla sedia e mi inginocchiai dietro la ragazza. Rimasi qualche secondo a fissare le ali, osservando il loro lento aprirsi e chiudersi; non sapevo se quel moto fosse un'azione involontaria, come quello delle palpebre, o se fosse stata invece una scelta di Keyla, magari inconsapevole... Come l'azione naturale dello spostare i capelli dagli occhi o la mia strana attitudine a spostare lo sguardo quando mi sentivo in imbarazzo. Mi riscossi dai miei pensieri senza senso, allungando lentamente una mano e portandola sulla parte più esterna dell'ala destra, vicino alla punta più in alto. Sfiorai l'ala delicatamente, temendo di danneggiarla con la mia goffaggine - anche se non ero robusto di corporatura, dovevo stare comunque attento a come mi muovevo -. La sensazione che provai al tatto fu stranissima. Sembrava che l'ala fosse fatta di seta; era flessibile, ma niente affatto fragile come avevo sospettato. La trovai calda, e non fredda come facevano intuire il colore e la mia errata convinzione; riuscivo a sentire le vene che scorrevano sotto di essa, e in quel momento capii che era davvero un'estensione del corpo di Keyla, come se le stessi toccando la mano un braccio. Feci scivolare la mano su tutta la lunghezza dell'ala, riscontrando la stessa sensazione e notando al tempo stesso quanto fosse bello il colore che caratterizzava le ali di Keyla; poi il disagio e l'imbarazzo cancellarono tutte le strani sensazioni provate fino a quel momento, e mi affrettai a togliere la mano e riportarla al mio fianco. Per qualche secondo rimasi in silenzio, per poi alzarmi, fare il giro del tavolino e ritrovarmi di fronte a Keyla. Con un sorriso le tesi la mano per aiutarla a rialzarsi, mentre cercavo in fretta le parole che esprimessero il mio stato d'animo. - Mi sbagliavo... Non sono affatto fragili! - dissi semplicemente, arrossendo e evitando accuratamente di guardarla negli occhi, - .... Non avevo mai toccato le ali di una fata. E'stato... Strano. In senso buono! E'che... - dissi, per poi fermarmi, senza trovare le parole per riuscire a descrivere la mole di emozioni che avevo provato in quel momento. - Ti va di fare un salto in Caffetteria? E'quasi ora di merenda... E qui si soffoca, non c'è abbastanza spazio. La stanza è piccola e l'arredamento non migliora le cose... - dissi, allentando il primo bottone della camicia che portavo, rendendomi conto soltanto in quel momento di quanto tempo fosse passato, e di quanto si fosse fatto buio. Era strano... Strano che non avessi voluto andarmene per conto mio. Anzi, avevo persino invitato Keyla a venire a mangiare qualcosa con me! In fondo, non volevo chiudere la discussione in quel modo... E mi sentivo ancora un po' in colpa per averla turbata con i discorsi sulla resurrezione.


    Se accetti, il prossimo post puoi aprirlo direttamente in Caffetteria :eccomi:
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    Lewys Silyen
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    Ruolata
    Sorrisi a Yindi, che mi guardò con fare riconoscente e mi ringraziò di averla aiutata. - Figurati, è questo che fanno gli amici! Si aiutano a vicenda. - risposi, per poi alzare le spalle e guardare da un altra parte, imbarazzato. - E poi ero preoccupato per te... Non arrivavi ed è già l'alba... - spiegai, mentre il custode consegnava le redini a Yindi, ci malediceva un'altra volta e se ne andava. -Sei proprio un cavaliere!- affermò la ragazza qualche minuto dopo, e a quelle parole non riuscii a fare a meno di arrossire come un peperone. - Eh... Ehm... - balbettai un po', incerto, per poi passarmi una mano sulla nuca e fissarmi le scarpe, ancora più imbarazzato di prima, - Non potevo tollerarlo...- dissi semplicemente, senza incontrare il suo sguardo, per paura della sua reazione. Sin da quando ci eravamo incontrati nel Laboratorio avevo capito che non aveva vissuto un'infanzia facile; ma se lei poteva sopportare gli insulti, io non ce la facevo... E mi era venuto quasi naturale controbattere alle parole del custode. - Vieni, andiamo... Prima ce ne andiamo da qui meglio è. - dissi, per poi mettermi in testa e guidare la ragazza e il cavallo fino al luogo dove avevo lasciato il baio. Quello era ancora legato all'albero, tranquillo, che brucava l'erba. - Menomale, - pensai, - o sarei dovuto tornare nuovamente nella stalla a chiederne un altro... -. E la prospettiva non mi allettava affatto; provavo un po' di antipatia per il custode...Come quasi tutti gli studenti dell'Accademia, del resto.
    Salii sul mio cavallo, prendendo nuovamente la mappa - che avevo avuto l'accortezza di infilare nello zainetto, ovviamente, subito prima di uscire dalla porta - e consultandola. Avremmo dovuto tagliare per la foresta e avvicinarci al mare, passando accanto al Monte Kebeha. E dopo, la rotta era Istana. Spiegai l'itinerario anche a Yindi, mettendola al corrente del percorso.- Dovremmo passare per la foresta... Probabilmente ci vorrà tutta la mattina. Ma aggirarla richiederebbe più tempo. - dissi, per poi ripiegare la cartina e fissarla, cercando di capire se fosse tesa, nervosa o spaventata. - Non sono sicuro che sarà un viaggio sicuro. - dissi, dando finalmente voce alle mie paure. - Ti proteggerò, se dovesse esserci qualche problema. - affermai, per poi afferrare le redini, sorriderle un'ultima volta e spronare il cavallo prima al passo e poi al trotto, aspettando che Yindi mi seguisse.

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    Eamon Basaran

    Classe: Mago Bianco Razza: Umano Numero Stanza: 141 Fama: +0

    Ruolata

    Mi resi conto quasi immediatamente che le mie parole avevano turbato Keyla; mentre parlavo della resurrezione, non riuscii a fare a meno di notare l'espressione confusa di Keyla. Mi sentii in colpa notandolo, perché sapevo che la ragione era quell'aspetto della magia Serenita che le avevo appena descritto; nonostante tutto mi chiedevo se fosse turbata a causa della ragione per cui poteva essere usato quel potere, o soltanto a causa dell'incredibilità di poter resuscitare qualcuno. Io stesso ero rimasto scosso da quella capacità appartenente ai Sereniti, quando per la prima volta mi ero imbattuto in quel potere; ma ero riuscito ad assimilare anche quell'informazione piuttosto facilmente, perché non avevo perso cari che avrei voluto nuovamente vedere accanto a me. Se avevo dei genitori o dei fratelli, li avevo dimenticati; se erano morti, non avrei avuto modo di piangere la loro scomparsa, perché non conoscevo neanche il loro nome. E non mi ero affezionato particolarmente agli abitanti di Rendelès. Anche se fossi nato Serenita - cosa che avevo desiderato più volte -, non avrei avuto il bisogno di riportare in vita nessuno. Ma non sapevo se lo stesso si poteva dire per Keyla: forse lei aveva perso qualcuno, e parlando di resurrezione forse le avevo riportato alla mente ricordi che avrebbe preferito cancellare.
    Passò qualche minuto, e quando finii di parlare, finalmente la sensazione di disagio che provavo si attenuò un po'. Forse fu il cambio di argomento, forse fu il ritrovato sorriso di Keyla, ma per un po' non pensai più alla magia Serenita; e probabilmente era perché, dopo aver confermato quello che avevo detto sulle Fate, la ragazza fece apparire le ali che contraddistinguevano la razza a cui apparteneva. Dapprima fu un insolito luccichio, e pensai che la luce delle candele, unita alle gocce di pioggia sulla finestra dietro di lei, mi stesse giocando un brutto scherzo; ma quando cominciai a intravvedere la forma dell'ala, abbandonai immediatamente l'ipotesi che si trattasse di uno scherzo della mia vista. Grandi, azzurre al centro e blu sui bordi; ne avevo sentito parlare soltanto in qualche libro, ma mai avevo immaginato che fossero di una tale bellezza. Quelle di Keyla sembravano quasi di cristallo: trasparenti, non lasciavano dubbi che fossero concrete, anche solo alla vista, eppure avevo la sensazione che si potessero frantumare da un momento all'altro. -Che ne dici,ti piacciono?- mi chiese Keyla, sorridente, e io per qualche momento non riuscii a far altro che spostare lo sguardo dai suoi occhi alle ali, incapace di trovare le parole adatte ad esprimere il mio stupore. - Non ne avevo mai viste dal vivo, prima d'ora... - dissi, tornando in me e ricambiando il sorriso che mi rivolgeva la ragazza, - ... Sono stupefacenti. Però... - chiesi, interessato e stupefatto, senza riuscire a nascondere lo sconcertamento, - ... Sembrano quasi fragili... Non hai paura di cascare quando voli? - chiesi, per poi fissarla con aria perplessa, dando sfogo alla mia preoccupazione.
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    Benvenuta! :eccomi:
    Wow, scrivi già libri? *V* Sappi che non vedo l'ora di leggere qualche tuo post qui nel'Aninthea u.ù/ Sono curiosa, piace moltissimo anche a me leggere, anche se sono fissata sui fantasy... E basta. *fugge*
    Ahem, tornando a noi... uvu'' Io sono una delle tre founder, in breve abbiamo fondato questo forum basandoci sulla fanfiction a tre mani che stiamo scrivendo, che trovi QUI ;) (sempre se vuoi leggerla eh ovo Non è obbligatorio ^W^ )
    Buona fortuna per la maturità >w<
    Ti abilito alle sezioni del GDR, così puoi farti un'idea dei regolamenti :) Se c'è qualcosa che non capisci chiedi a me o allo staff, siamo qui per questo| ^_^
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    Eamon Basaran

    Classe: Mago Bianco Razza: Umano Numero Stanza: 141 Fama: +0

    Ruolata

    Evidentemente la mia "spiegazione" non era stata molto chiara, perchè subito dopo aver finito di parlare, vidi Keyla inclinare la testa come se non avesse capito e guardarmi con fare perplesso.
    -Dunque sei una specie di scienziato?-
    mi chiese la ragazza; in quel momento, non potei evitare di sorridere con fare imbarazzato, scuotendo appena la testa e fissando la finestra dietro di lei. - No, no! Paragonarmi a uno scienziato sarebbe un'offesa per quest'ultimi... - dissi, riportando lo sguardo sulla ragazza, - .... Diciamo che sono soltanto un appassionato. Un po' per la mia voglia di saperne di più, e un po' perchè le condizioni in cui vivevo me lo imponevano, ho cominciato a studiare la magia bianca e l'etere lunare. - spiegai, sperando che questa volta le mie parole fossero più comprensibili. Non ero mai stato bravo a parlare con gli altri... Forse, l'unica cosa che davvero mi riusciva era usare la magia. Non avevo avuto modo di sperimentare altre passioni; e nonostante tutto, sapevo di non essere il mago migliore del mondo, e che per raggiungere tale abilità neanche una vita di studio assiduo sarebbe bastata. La magia era un potere estremamente imprevedibile, sempre in continuo cambiamento; si poteva destreggiarne soltanto una minima parte... Ad esempio, la magia di cui era permeata Evesaje era impossibile da capire: completamente su un altro livello da quella che adoperavano i maghi odierni, tanto antica quanto la formazione del mondo, neanche nei libri più antichi era mai stato riportato di qualcuno che avesse padroneggiato appieno l'intera magia.
    Un movimento improvviso mi ridestò dai miei pensieri, e non appena mi girai, la vicinanza con Keyla mi fece sobbalzare sulla poltrona; non l'avevo sentita avvicinarsi, e in quel momento eravamo più che vicini che mai. Riuscivo persino a sentire il suo profumo; oltre alla delicata fragranza della sua pelle e dei suoi capelli, mi sembrò di avvertire anche quello... Del mare. - L'unica fonte d'acqua vicina è il lago che costeggia l'Accademia... - mi dissi, confuso, cercando invano di evitare di arrossire di nuovo, - mi sarò sbagliato... -.
    Davvero lo faresti?!? sarebbe grandioso! io non so proprio nulla, ad esempio...mhhh cos'è l'etere di cui parlavi? disse la ragazza, e in quel momento notai l'espressione radiosa sul suo volto, e per qualche motivo mi ritrovai a sorriderle a mia volta. - Certo... Ti racconterò tutto quello che so, proprio come ho affermato prima. - confermai, passandomi una mano tra i capelli e cercando di riordinare le idee. - Ovviamente non sono onnisciente.. Appartenendo alla razza umana le uniche testimonianze che ho sono quelle dei libri su cui ho studiato, e quindi, ci possono essere delle cose che ancora non conosco... - cominciai, guardandola negli occhi e continuando poi a parlare. - Dunque.... Forse meglio cominciare dall'inizio, per capire quanto l'etere lunare sia importante per i Sereniti. Chi lo spiega meglio chi meno, tutti gli autori che si sono occupati di descrivere i Sereniti, sono d'accordo su una cosa fondamentale: essi adorano la luna in tutte le sue sfaccettature, a tal punto da esserne diventati i "sacerdoti" e da non poterne più fare a meno. - spiegai, per poi fermarmi un attimo, fissare Keyla e continuare. - E proprio per questo, ogni mese ogni Serenita compie un rituale. Le ragioni sono svariate; in passato era soltanto un simbolo per dimostrare quanto essi tenessero al satellite, ma a poco a poco questi rituali hanno cominciato ad assumere della magia... E adesso, oltre al culto, lo fanno anche per ricaricarsi di etere lunare. - spiegai, per poi fermarmi qualche secondo, lasciando il tempo alla ragazza di capire la quantità di informazioni che le avevo appena passato. - Ma passiamo alla tua domanda. L'etere lunare non è altro che l'etere di cui si servono i Sereniti per le magie. Può essere usato sia per la magia bianca che quella nera, o per la magia serenita, che consiste in tecniche di difesa, magia curativa e anche... La tecnica dalla resurrezione. Si passa dalle vite più flebili, come quelle di insetti o piccoli animali, fino a poter riportare in vita anche un essere umano. Ma questo processo è molto complicato, e più Sereniti sono morti nel tentativo di richiamare dalla morte qualcuno, prima di riuscirci. - finii, portando lo sguardo sulla pioggia che, fuori dalla finestra, continuava a scendere dal cielo senza fermarsi. - Ma forse i tuoi poteri sono limitati, dato che non fai completamente parte dei Sereniti. Invece dell'altra razza a cui appartieni, le Fate, so soltanto che possono rendersi invisibili agli occhi delle altre razze, e che hanno diversi poteri che però non conosco. - conclusi, osservando nuovamente Keyla.
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    Lewys Silyen
    Classe: Mago Nero Razza: Demone Numero Stanza: 126 Fama: 5 Affinità: +50 (Yindi)
    Ruolata
    Aspettai per un po', osservando il cielo finchè questi non cominciò a schiarire; quella sensazione di ansia che provavo non accennava a sparire, e mescolata a tutte le altre emozioni che provavo, mi sentivo piuttosto confuso.
    Dopo tanti anni avevo finalmente un'amica su cui contare; era inutile negarlo, perchè ormai volevo bene a Yindi. Inoltre, avevo rincontrato Hikaru, il mio migliore amico d'infanzia, in circostanze decisamente assurde, e sapere che era vivo mi aveva alleggerito l'animo; eppure mi sentivo ugualmente scombussolato, e un po' non riuscivo neanche a crederci.
    L'alba cominciò a fare capolino dalle cime degli alberi, che con le loro chiome frondose circondavano l'intera Accademia; le ombre cominciarono a ritirarsi, e la vita degli animali che vivevano lì intornò cominciò a farsi sentire. Mi girai intorno, cercando di capire se Yindi stesse arrivando; ma né la mia vista né la mia sensibilità di demone riuscirono a percepirla. - Che stia ancora dormendo? - mi chiesi, legando il baio a un albero lì vicino - affinché non scappasse - e dirigendomi nuovamente verso l'Accademia. Poi mi resi conto di una cosa: non sapevo qual'era la stanza di Yindi! Avrei dovuto girare tutto il dormitorio femminile, probabilmente venendo scambiato per un pervertito o rimproverato dai professori. E la missione sarebbe stata annullata! Cosa dovevo fare!? Di certo non potevo restarmene lì senza fare niente. Così continuai la mia avanzata verso l'Accademia, passando nuovamente per la stalla. -Sei troppo piccola per un cavallo vero, bambina!- sentii gridare dall'edificio; un po' scombussolato rimasi sulla soglia, incerto se entrare o meno; le parole non erano certo rivolte a me, ma forse qualcuno poteva aver bisogno d'aiuto. Indugiai qualche secondo sull'uscio, finché non vidi una coda arancione sbucare da dietro la figura del custode; non ebbi più dubbi, riconoscendo Yindi, ed entrai. La prima cosa che vidi fu il pony, e poi notai l'aria assonnata dell'uomo; probabilmente non ci vedeva bene, e aveva scambiato la Kowka per una bambina. Sbucai da dietro le spalle del custode, toccandolo appena sulla spalla. Quello urlò di sorpresa, per poi girarsi, riconoscermi e cominciare ad inveire contro di me. - AAAAHHHH! Ti pare che questi siano i modi per attirare l'attenzione di qualcuno!? Sono vecchio io, mi prende un infarto! - strepitò, per poi guardarmi meglio e sbuffare. - Ma insomma, tu non eri già andato via? Hai preso il tuo cavallo, no!? Che ci fai qui? - sbuffò nuovamente. Mi allontanai un po', spaventato dalla reazione del custode. - E... Ehm... - non sapevo neanche come cominciare; ero entrato per aiutare Yindi, ma ora non sapevo come cominciare. - Non mi pare che quella ragazza abbia bisogno di un pony... - spiegai brevemente, lanciando un'occhiata alla ragazza e facendole l'occhiolino. L'uomo inarcò le sopracciglia, contrariato. - Ma quella è una bambina! E'troppo piccola per un cavallo vero! - ribadì, sbuffando sonoramente. Non sapevo come controbattere; era ovvio che non avrebbe mollato facilmente, ma non potevamo neanche rubare un cavallo e scappare. - Ehm... In realtà è la mia compagna di viaggio, dobbiamo recarci nell'Iylisse.. E siamo già in ritardo. - dissi, cercando di fargli capire l'urgenza della situazione. L'uomo sospirò, per poi scuotere la testa e indugiare la testa; stava pensando a qualcosa, e alla fine, sospirò nuovamente e guardò male entrambi. - E va bene, e va bene.... Altrimenti la preside se la rifarà con me... L'ultima volta mi ha beccato mentre dormivo; a volte ho persino paura di addormentarmi, pur di non ritrovarmi quel diavolo davanti! - si lamentò, per poi squadrare Yindi e dirigersi verso un Andaluso nero, decisamente più grande del pony di poco prima. - Questo ti va bene, bimbetta? - disse, rivolgendosi alla ragazza in un tono decisamente più sprezzante di quello usato mentre parlava con me. La cosa mi infastidì, e non poco. - Non si rivolga in questo modo a Yindi. - dissi esitazioni, mettendomi davanti a lei come per proteggerla.

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    Eamon Basaran

    Classe: Mago Bianco Razza: Umano Numero Stanza: 141 Fama: +0

    Ruolata

    Rimasi in silenzio mentre Keyla parlava, osservandola mentre spiegava l'origine della sua magia. Rimasi piuttosto sorpreso quando terminò il discorso, dicendo che non conosceva le caratteristiche delle razze di cui faceva parte, Fata e Serenita. Non riuscii a soffocare la sorpresa; la razza Serenita era quella che più in assoluto mi affascinava, e scoprire che anche Keyla faceva parte - sebbene solo per metà - di quella razza mi stupiva, e non poco. - E'solo un caso... - mi dissi, ma ciò non bastò a calmarmi. Avrei dovuto capirlo dalla magia che aveva usato poco prima; nonostante fosse in gran parte magia fatata, avevo percepito la presenza dell'etere lunare in essa, ma avevo liquidato subito il pensiero. Eppure, era vero che non avevo mai visto una magia di quel genere; sapevo che l'etere lunare veniva usato per lo più per la magia bianca, curativa e offensiva; non avrei mai pensato che potesse estendersi anche agli altri campi.
    Mi accorsi solo in quel momento che stavo fissando Keyla con aria sorpresa; scossi lievemente la testa, arrossendo e portandomi una mano sulla fronte per allontanare i ciuffi che mi coprivano il viso. - Scusa... - mormorai, - è che ho passato l'intera vita a studiare la magia bianca, e in particolare l'etere lunare. - dissi, cercando di dare una spiegazione. Realizzai soltanto dopo, che le avevo appena parlato di gran parte della mia vita; mi chiesi perchè mi stessi lasciando andare così, quando nemmeno firmando i certificati per entrare in Accademia avevo spiegato chi ero, cosa avevo passato e da dove venivo. Forse perchè non lo sapevo nemmeno io, appieno. La parte ragionevole di me mi diceva che conoscevo la ragazza da poco tempo, che probabilmente neanche le importava niente di me e del mio passato, e che io non mi sentivo pronto a parlarne. Eppure non riuscivo a fare a meno di pensare il contrario, dicendomi che forse parlarne con qualcuno mi avrebbe soltanto giovato; forse volevo passare più tempo con Keyla, ma una cosa del genere non la ammettevo neanche a me stesso. - Hai detto di non sapere niente delle razze a cui appartieni... Se ti va, posso raccontarti quel che so dei Sereniti. - dissi, sorridendole e guardandola di sghembo, come se avessi timore della sua risposta. In fondo, la stavo trattenendo soltanto per un mio interesse personale riguardo alla magia che usava, e stavo cominciando seriamente a essere insistente e invadente.
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