Nel regno delle sirene

Lewys Silyen & Yindi Suraj

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    Lewys Silyen
    Classe: Mago Nero Razza: Demone Numero Stanza: 126 Fama: 5 Affinità: +50 (Yindi)
    Ruolata
    Ero nervoso. Quella mattina, sarei dovuto partire per una missione. Era ormai quasi un mese che non uscivo dall'Accademia Aninthea; dopo essere fuggito dall'orfanotrofio e aver raggiunto l'accademia, non ero neanche uscito per recarmi ai villaggi vicini. Non ne avevo mai sentito il bisogno, ma ora che sarei dovuto stare via giorni, o forse settimane, cominciavo a preoccuparmi, e non poco. Avevo letto e riletto la pergamena che mi aveva consegnato il professor Ravainne (dopo avermi rimproverato ampiamente per il disastro da me causato nel Laboratorio), ma ciò era bastato forse a farmi preoccupare di più; dovevo recarmi nell'Iylisse, passando prima da Istana, per poi restare vicino al confine fino ad arrivare nella zona dove sorgeva il castello d'Iylisse; da lì, avrei ricevuto una barchetta per arrivare nell'Isola Draelia. Laggiù avrei ricevuto un ciondolo speciale, capace di potermi trasformare in un tritone, per poi raggiungere Ujor, la capitale del regno delle Sirene. La ragione era una; il sovrano delle Sirene e dei Tritoni si era ammalato improvvisamente, e la medicina esisteva soltanto nel mondo al di sopra. Naturalmente una piccola squadra era stata mandata a recuperarla, ma i membri che la componevano erano stati storditi e depredati nel sonno da alcuni banditi, che avevano intenzione di vendere la medicina e ricavarne un sostanzioso bottino. Seguendo le informazioni dell'Accademia, il ritrovo dei banditi si trovava a Nolys, una piccola isola facente parte del Regno di Pelya e situata poco prima dell'isola Draelia.
    Riguardai ancora una volta la mappa di Evesaje sulla scrivania, cercando di individuare i passaggi meno angusti dove passare e scegliendo un'itinerario che permettesse un raggiungimento della meta più veloce. Avevo paura, constatai, oltre ad essere nervoso. Non sapevo ancora come sottrarre la medicina ai banditi, e non sapevo se sarei riuscito a proteggere l'incolumità di Yindi. Per quella missione erano state scelte due persone, e Yindi era finita in squadra con me; non la vedevo dal ballo d'Accademia - che s'era interrotto in modo imprevisto -, e rincontrarla in circostanze tanto pericolose mi metteva a disagio. Mi ero affezionato a lei, ormai, e non volevo perderla. L'avevo messa già abbastanza in pericolo nel laboratorio: non volevo che rivivesse la stessa esperienza, tralasciando il fatto che sicuramente ci saremo trovati a fronteggiare pericoli ben più gravi di una maledizione mal riuscita. Indossai la mia tenuta, mentre rimuginavo su quei pensieri; infilai la giacca bianca che mi portavo dietro da un'eternità, indossando sopra quella nera. I pantaloni neri erano pesanti e ricoperti di borchie, ma offrivano una valida protezione contro il freddo. Raccolsi i capelli in un codino, fermandoli con un nastro color ametista, e dopo aver infilato in un piccolo zainetto grigio la pergamena, alcune provviste per il viaggio, un tomo di maledizioni (non si sapeva mai) e un piccolo pugnale - se finivo l'etere, le cose si sarebbero messe piuttosto male -, uscii dalla mia stanza e la chiusi a chiave. - Abbiamo due settimane di tempo prima che i professori vengano a cercarci - riflettei, mentre mi dirigevo verso la stalla dell'Accademia e prendevo un cavallo; scelsi un baio bianco, sperando di non dover fuggire improvvisamente. L'uomo che custodiva gli animali mi guardò male, quando lo svegliai per chiedergli informazioni; stava dormendo, e ciò era plausibile data l'ora mattutina. Mi sentii in colpa, ma dovevo assolutamente partire, o la missione sarebbe fallita ancor prima di cominciare.
    Mi diressi ai limiti dell'Accademia, dove cominciava la foresta; avremmo dovuto attraversarne un pezzo, per poter raggiungere Istana. Un giorno o due potevano bastare, e lì avremmo potuto fare nuovamente scorta di provviste.
    Respirai a pieni polmoni l'aria mattutina: dovevo smetterla di preoccuparmi. In fondo, Yindi sapeva combattere, e l'Accademia no avrebbe fatto correre dei rischi reali a studenti del primo anno. O almeno così speravo.

     
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  2. Zalya
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    Yindi Suraj
    Classe: Ladra Razza: Mutaforma (Kowka) Numero Stanza: 125 Fama: 5 Affinità: 50 (Lewys)

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    Finalmente la mia prima missione! Da quando misi piede in accademia non avevo ancora avuto l'opportunità di allontanarmi. A volte sgattaiolavo via saltando le lezioni e andando nella foresta a giocare con gli animaletti ma grazie alla missione ora avrei potuto vedere il regno di Iylisse! Tra l'altro non avrei viaggiato da sola, il mio compagno di viaggo era il mio amicone Lewys, che non vedevo dal ballo dell'accademia. Avrei potuto desiderare di meglio? Prima di uscire dalla mia camera indossai il mio vestito e il mio mantello rossi, di certo non potevo andare in missione con la divisa dell'accademia. Uscii saltellando fino alla stalla dell'accademia. Il custode stava dormendo, in effetti era molto presto. -Mi scusi, signooooooooreeeeeee!- Quello aprì gli occhi di colpo, guardandomi con sguardo assassino, mi fece paura! -CHE VUOI?! SIETE SEMPRE A SVEGLIARMI!- Mi mise in soggezzione... abbassai le orecchie un po' impaurita. -Uhm... ehm... m-mi servirebbe un cavallo.- Mi squadrò dalla testa ai piedi, dicendomi poi di seguirlo. Mi portò davanti a... un pony. -Ma signore, a me serve un cavallo!- mi guardò scocciato -Sei troppo piccola per un cavallo vero, bambina!- Rimasi pietrificata. La mia altezza mi faceva sembrare una bambina?!

     
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    Lewys Silyen
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    Aspettai per un po', osservando il cielo finchè questi non cominciò a schiarire; quella sensazione di ansia che provavo non accennava a sparire, e mescolata a tutte le altre emozioni che provavo, mi sentivo piuttosto confuso.
    Dopo tanti anni avevo finalmente un'amica su cui contare; era inutile negarlo, perchè ormai volevo bene a Yindi. Inoltre, avevo rincontrato Hikaru, il mio migliore amico d'infanzia, in circostanze decisamente assurde, e sapere che era vivo mi aveva alleggerito l'animo; eppure mi sentivo ugualmente scombussolato, e un po' non riuscivo neanche a crederci.
    L'alba cominciò a fare capolino dalle cime degli alberi, che con le loro chiome frondose circondavano l'intera Accademia; le ombre cominciarono a ritirarsi, e la vita degli animali che vivevano lì intornò cominciò a farsi sentire. Mi girai intorno, cercando di capire se Yindi stesse arrivando; ma né la mia vista né la mia sensibilità di demone riuscirono a percepirla. - Che stia ancora dormendo? - mi chiesi, legando il baio a un albero lì vicino - affinché non scappasse - e dirigendomi nuovamente verso l'Accademia. Poi mi resi conto di una cosa: non sapevo qual'era la stanza di Yindi! Avrei dovuto girare tutto il dormitorio femminile, probabilmente venendo scambiato per un pervertito o rimproverato dai professori. E la missione sarebbe stata annullata! Cosa dovevo fare!? Di certo non potevo restarmene lì senza fare niente. Così continuai la mia avanzata verso l'Accademia, passando nuovamente per la stalla. -Sei troppo piccola per un cavallo vero, bambina!- sentii gridare dall'edificio; un po' scombussolato rimasi sulla soglia, incerto se entrare o meno; le parole non erano certo rivolte a me, ma forse qualcuno poteva aver bisogno d'aiuto. Indugiai qualche secondo sull'uscio, finché non vidi una coda arancione sbucare da dietro la figura del custode; non ebbi più dubbi, riconoscendo Yindi, ed entrai. La prima cosa che vidi fu il pony, e poi notai l'aria assonnata dell'uomo; probabilmente non ci vedeva bene, e aveva scambiato la Kowka per una bambina. Sbucai da dietro le spalle del custode, toccandolo appena sulla spalla. Quello urlò di sorpresa, per poi girarsi, riconoscermi e cominciare ad inveire contro di me. - AAAAHHHH! Ti pare che questi siano i modi per attirare l'attenzione di qualcuno!? Sono vecchio io, mi prende un infarto! - strepitò, per poi guardarmi meglio e sbuffare. - Ma insomma, tu non eri già andato via? Hai preso il tuo cavallo, no!? Che ci fai qui? - sbuffò nuovamente. Mi allontanai un po', spaventato dalla reazione del custode. - E... Ehm... - non sapevo neanche come cominciare; ero entrato per aiutare Yindi, ma ora non sapevo come cominciare. - Non mi pare che quella ragazza abbia bisogno di un pony... - spiegai brevemente, lanciando un'occhiata alla ragazza e facendole l'occhiolino. L'uomo inarcò le sopracciglia, contrariato. - Ma quella è una bambina! E'troppo piccola per un cavallo vero! - ribadì, sbuffando sonoramente. Non sapevo come controbattere; era ovvio che non avrebbe mollato facilmente, ma non potevamo neanche rubare un cavallo e scappare. - Ehm... In realtà è la mia compagna di viaggio, dobbiamo recarci nell'Iylisse.. E siamo già in ritardo. - dissi, cercando di fargli capire l'urgenza della situazione. L'uomo sospirò, per poi scuotere la testa e indugiare la testa; stava pensando a qualcosa, e alla fine, sospirò nuovamente e guardò male entrambi. - E va bene, e va bene.... Altrimenti la preside se la rifarà con me... L'ultima volta mi ha beccato mentre dormivo; a volte ho persino paura di addormentarmi, pur di non ritrovarmi quel diavolo davanti! - si lamentò, per poi squadrare Yindi e dirigersi verso un Andaluso nero, decisamente più grande del pony di poco prima. - Questo ti va bene, bimbetta? - disse, rivolgendosi alla ragazza in un tono decisamente più sprezzante di quello usato mentre parlava con me. La cosa mi infastidì, e non poco. - Non si rivolga in questo modo a Yindi. - dissi esitazioni, mettendomi davanti a lei come per proteggerla.

     
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  4. Zalya
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    Yindi Suraj
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    Ormai la situazione era disperata, il custode non ne voleva proprio sapere di lasciarmi un cavallo. Mi credeva una bambina, non riuscivo a capacitarmene... lo sembravo davvero?
    Mentre il custode se la prendeva con me, intravidi qualcuno entrare e poggiargli una mano sulla spalla, spaventandolo a morte: era Lewys! Ero così sollevata di vederlo! Sicuramente mi avrebbe tolta dai pasticci! Il custode se la prese anche con lui, ma alla fine riuscì a convincerlo a darmi un cavallo. Guardai Lewys con aria riconoscente -Grazie Lewwy! Mi hai salvata, ehheeheh!-.
    Il custode mi assegnò un Andaluso nero, rivolgendois a me in modo molto sprezzante. Non ci feci caso, fin da piccola ero stata abituata alle peggiori offese, però... Lewys si parò davanti a me - Non si rivolga in questo modo a Yindi. - finora in vita mia ero stata difesa solo da mio fratello maggiore, che era l'unico a cui importasse qualcosa di me. Quel gesto di Lewys, seppur piccolo, mi rese felicissima, c'era un'altra persona che teneva a me. Era una bella sensazione. Mi scappò un sorrisetto ebete ma cercai di nasconderlo subito. -Sei proprio un cavaliere!- esclamai in tono scherzoso.

     
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    Lewys Silyen
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    Sorrisi a Yindi, che mi guardò con fare riconoscente e mi ringraziò di averla aiutata. - Figurati, è questo che fanno gli amici! Si aiutano a vicenda. - risposi, per poi alzare le spalle e guardare da un altra parte, imbarazzato. - E poi ero preoccupato per te... Non arrivavi ed è già l'alba... - spiegai, mentre il custode consegnava le redini a Yindi, ci malediceva un'altra volta e se ne andava. -Sei proprio un cavaliere!- affermò la ragazza qualche minuto dopo, e a quelle parole non riuscii a fare a meno di arrossire come un peperone. - Eh... Ehm... - balbettai un po', incerto, per poi passarmi una mano sulla nuca e fissarmi le scarpe, ancora più imbarazzato di prima, - Non potevo tollerarlo...- dissi semplicemente, senza incontrare il suo sguardo, per paura della sua reazione. Sin da quando ci eravamo incontrati nel Laboratorio avevo capito che non aveva vissuto un'infanzia facile; ma se lei poteva sopportare gli insulti, io non ce la facevo... E mi era venuto quasi naturale controbattere alle parole del custode. - Vieni, andiamo... Prima ce ne andiamo da qui meglio è. - dissi, per poi mettermi in testa e guidare la ragazza e il cavallo fino al luogo dove avevo lasciato il baio. Quello era ancora legato all'albero, tranquillo, che brucava l'erba. - Menomale, - pensai, - o sarei dovuto tornare nuovamente nella stalla a chiederne un altro... -. E la prospettiva non mi allettava affatto; provavo un po' di antipatia per il custode...Come quasi tutti gli studenti dell'Accademia, del resto.
    Salii sul mio cavallo, prendendo nuovamente la mappa - che avevo avuto l'accortezza di infilare nello zainetto, ovviamente, subito prima di uscire dalla porta - e consultandola. Avremmo dovuto tagliare per la foresta e avvicinarci al mare, passando accanto al Monte Kebeha. E dopo, la rotta era Istana. Spiegai l'itinerario anche a Yindi, mettendola al corrente del percorso.- Dovremmo passare per la foresta... Probabilmente ci vorrà tutta la mattina. Ma aggirarla richiederebbe più tempo. - dissi, per poi ripiegare la cartina e fissarla, cercando di capire se fosse tesa, nervosa o spaventata. - Non sono sicuro che sarà un viaggio sicuro. - dissi, dando finalmente voce alle mie paure. - Ti proteggerò, se dovesse esserci qualche problema. - affermai, per poi afferrare le redini, sorriderle un'ultima volta e spronare il cavallo prima al passo e poi al trotto, aspettando che Yindi mi seguisse.

     
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  6. Zalya
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    Yindi Suraj
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    Notai che Lewys arrossì alle mie parole, ma cercava di nasconderlo. La cosa mi fece ridacchiare, era così buffo! Non riusciva nemmeno a guardarmi in faccia.
    Una volta ottenuto il cavallo che mi spettava, uscimmo dalla stalla e Lewys mi guidò verso il posto in cui aveva lasciato il cavallo assegnato a lui. Slegò le redini e, tirando fuori la mappa, mi spiegò il percorso che dovevamo fare.
    -Wow, dovremo fare molta strada!- affermai elettrizzata. Lewys pweò non sembrava tanto sicuro e presto scoprii il perchè. - Non sono sicuro che sarà un viaggio sicuro. Ti proteggerò, se dovesse esserci qualche problema. - Salii sul mio cavallo, assumendo un'aria sicura di me. -Ahahahah, tranquillo Lewwy! Sembrerò fragilina, ma ti assicuro che al mondo non c'è nessun ladro con l'agilità pari alla mia! Stai a vedere che sarò io a proteggere te, ahahahah!- Affermai in tono scherzoso mentre lo raggiungevo.
    Guardai poi il mio cavallo -Mmmhhhhh... questi cavalli ci accompagneranno per un bel po'! Credo che darò un nome al mio! Vediamo... come potrei chiamarlo? mmhhhhh... Oh, si! Visto che ha il manto nero, lo chiamerò Lewwy II! Fatta! Ahahahahah!- Il cavallo nitrì contento. -OOHHH! Lewwy guarda! Lewwy II è contento del suo nuovo nome! Che bello!- Mi stavo decisamente divertendo TROPPO!

     
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    Lewys Silyen
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    Ruolata
    La reazione di Yindi mi sconcertò; lei non era affatto nervosa per quello a cui stavamo andando incontro, anzi, sembrava piuttosto sicura di sè, e lo dimostrò affermando che non c'era nessun altro Kowka che poteva competere con lei in agilità. Aggiunse pure che, probabilmente, sarebbe stata lei a proteggermi. Arrossii un po', lasciando da parte la confusione; in fondo, se Yindi non aveva paura mi chiesi perchè avrei dovuto averla io, e perchè mi sentissi così teso quando proprio quella paura poteva rischiare di ucciderci e di far fallire anche la missione. Le sorrisi, per poi abbandonare per un poco la tensione e risponderle scherzosamente. - Bene, almeno se le mie maledizioni andranno male ho comunque le spalle coperte. - dissi, ricordando l'esito a dir poco catastrofico che avevo avuto l'ultima volta che avevo evocato una maledizione. Poi tornai a guardare la strada, pensando che in fondo un po' di tensione aiutava a preparare corpo e mente ad agire in caso di pericolo, e che la mia sarebbe bastata per entrambi. - ... Ci proteggeremo a vicenda. - aggiunsi dopo, quasi mormorando e in un tono più dolce. Nonostante sapessi che la Kowka era abbastanza forte da sapersela cavare, mi dicevo che dovevo proteggerla; forse perchè era più piccola di me, o forse perchè era bassa e minuta. Io al contrario, ero decisamente troppo alto, e nonostante non fossi un asso a combattere, mi sentivo quasi in dovere di proteggerla. Dopo qualche minuto che cavalcavamo, distanziando sempre di più l'Accademia finchè soltanto la punta più alta del cancello che la racchiudeva fu visibile, Yindi disse che avrebbe dato un nome al cavallo. Annuii con un cenno della testa, poco interessato alla questione ma comunque felice che l'idea della missione non le avesse tolto l'abituale allegria che caratterizzava il suo carattere. Ma quando la ragazza esclamò il nome del cavallo, "Lewwy II", dicendo che l'aveva scelto in base al colore corvino del manto del cavallo, non potei trattenermi dal guardarla sorpreso e scioccato insieme. L... L.... Lewwy II!? - esclamai, rosso in viso e decisamente imbarazzato. Il paragone tra i miei capelli e il colore del cavallo era ovvio; erano tutti e due neri... Ma non pensavo che ciò meritasse persino un soprannome per il cavallo! Arrossii ancora di più, rendendomi conto però che... Non mi dava fastidio che la ragazza avesse usato una storpiatura del mio nome per il cavallo. In genere, io odiavo ogni forma di soprannome. Non sapevo perchè; era sempre stato così.... A stento sopportavo il nome, che mi piaceva assai poco, e i soprannomi lo rimarcavano e e rendevano il suono ancora più sgradevole... Soltanto una cerchia ristretta di persone potevano soprannominarmi senza che io provassi fastidio o irritazione, e Yindi, mi accorsi, faceva parte di queste. No, la mia reazione era dovuta all'imbarazzo... Ero imbarazzato - ma anche, in qualche modo, compiaciuto - che la ragazza avesse usato proprio il mio nome come spunto per quello del cavallo. -OOHHH! Lewwy guarda! Lewwy II è contento del suo nuovo nome! Che bello!- disse poi Yindi decisamente infervorata, in risposta al nitrito del cavallo, e notando la sua espressione non riuscii a trattenere una risatina, nonostante l'imbarazzo crescente. - Bene... - dissi soltanto, girandomi a guardarla e sorridendole radioso. Più passavo tempo con lei, più mi faceva tenerezza... Non sapevo perchè! Mi trovavo bene con lei, e questo era quel che bastava...
    Finalmente entrammo nella foresta. Non ci fu più tanto tempo per parlare, perchè cominciai subito a usare i miei sensi di demone per individuare il sentiero, ed evitare di sperderci nella foresta. Si, non era tanto grande... Ma se avessi perso la strada, probabilmente sarebbero passate settimane prima di riuscire a uscirne. E sebbene fosse un'ipotesi che normalmente mi avrebbe spaventato ma non fermato, ora che volevo proteggere l'incolumità di Yindi quell'idea mi ossessionava, e stavo ben attento a trovare i passi più agevoli e le vie più sicure e comode, facendo in modo di non perdere la meta. Ad un certo punto dovetti persino scendere dal cavallo, perchè la foresta cominciava ad infittirsi e le radici impedivano il passaggio dei cavalli, e dovetti proseguire tirando le briglie e facendo attenzione affinchè non scivolasse. Ogni tanto controllavo anche Yindi, aiutandola a passare quando potevo e stando ben attento affinchè non si facesse neanche il minimo graffio. Ero sempre all'erta, cercando di capire se qualche malintenzionato sarebbe apparso di fronte a noi, ma oltre agli animali e alla vita che popolava il sottobosco, non riuscii ad avvertire niente.

    ***



    Quando finalmente uscimmo dalla foresta, e i miei occhi si furono abituati nuovamente alla luce, mi resi conto che le mie previsioni non erano propriamente esatte; il sole rivelava che avevamo passato un po' più di tempo all'ombra degli alberi, e stando alle ombre che esercitavano gli alberi, erano circa le tre del pomeriggio. Avevamo passato persino tutto il pomeriggio dentro la foresta. Mi morsi un labbro, preoccupato. Non avrei dovuto perdere così tanto tempo a cercare i sentieri più agevoli... Dovevo cavarmela con meno tempo da lì in avanti. La logica mi suggeriva di continuare a Istana senza fare pause... Ma la ragione mi diceva che intrapendere un viaggio in simili condizione sarebbe stata una manovra suicida; se arrivati all'avamposto Iylissiano avessimo scoperto che esso era stato sabotato e avessimo avuto bisogno di combattere, non ne avremmo avuto la forza. I cavalli erano stanchi, e io e Yindi avevamo bisogno di mangiare e riposare per un po' prima di viaggiare nuovamente. Così, sorridendo nuovamente a Yindi e indicandole una piccola radura all'ombra degli alberi, vi trasportai il mio cavallo - avrei dovuto dargli un nome... Mah, decisi che Agro andava bene... Era il nome di un cavallo di cui si parlava in qualche libro che avevo letto, ma non ricordavo quale....- e Lewwy II, per poi aspettare Yindi e aprire lo zaino che portavo sulle spalle. Presi un po' di pane, formaggio e frutta fresca, distribuendo le razioni equamente e senza usare troppe provviste, garantendoci però un pasto adeguato, anche se non mi sentivo sicuro ad accendere il fuoco... Ci toccava un pranzo freddo. Quelle provviste dovevano bastarci almeno fino a Istana, e non ero sicuro di raggiungerla entro quella sera. - Riposiamoci un po', prima di partire... - dissi a Yindi, aspettando che mi raggiungesse e cominciando a mangiare.

     
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  8. Zalya
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    Yindi Suraj
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    Per quel momento il viaggio era stato piuttosto piacevole, per nostra fortuna non erano successi imprevisti. Per quanto fossi piuttosto sbadata nel guidare il cavallo, mi stavo proprio godendo il viaggio, assaporando i paesaggi mozzafiato che mi trovavo davanti. Lewys come al solito era gentile e premuroso, avevo trovato un amico davvero speciale! Con lui riuscivo sempre a sentirmi a mio agio, era una cosa fantastica. Il bosco in cui ci inoltrammo era tranquillo e pacifico e Lewys cercava sempre di trovare i sentieri più sicuri e agevoli. Purtroppo questa cosa ci rallentò un poco e infatti una volta usciti dalla foresta era già molto tardi, erano più o meno le tre del pomeriggio.
    Il mio stomaco cominciava a brontolare dalla fame, sicuramente avremmo fatto una pausa di lì a poco. E infatti Lewwy mi guardò sorridendo indicando una piccola radura - Riposiamoci un po', prima di partire... - disse, mentre distribuiva la razione di cibo. Mi sedetti su una roccia per terra, sospirando. -Aaahhh, ci voleva! Ero un po' stanchina, in effetti!- il mio stomaco brontolò, mi misi a ridere -E si, avevo fame! Ahhahahaah!- Aspettai che si sedette pure Lewys e cominciai a mangiare. Sembrava quasi di essere a un picnic. -Shai, mi ritengo fortunata di avere queshta misshione proprio con te, Lewwy! Shei l'unico con cui ho fatto amishizia all'accademia!- Dissi sorridente e a bocca piena. Speravo avesse capito quel che avevo detto, visto che nemmeno io mi ero capita. Mentre mangiavamo, notai che una farfalla si stava avvicinando a lui, ma lui non se ne era ancora accorto. Mi ricordai che ne aveva il terrore. Non volevo che si spaventasse! Cercai di pensare in fretta, ma non mi veniva niente in mente e così gli tirai una manica in modo che girasse la testa per guardarmi. Spero che sarebbe bastato per non farlo accorgere!

     
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    -Shai, mi ritengo fortunata di avere queshta misshione proprio con te, Lewwy! Shei l'unico con cui ho fatto amishizia all'accademia!- disse Yindi a bocca piena, e a quelle parole non riuscii a fare a meno di sorridere imbarazzato, ma anche colpito. In fondo, nonostante tutta l'ansia che provavo per quella missione e per la sua incolumità, ero felice che la mia compagna fosse proprio Yindi, e non qualche studentessa sconosciuta dell'Accademia. Yindi... Yindi era strana. Non era come le altre, era molto più vivace e allegra di qualsiasi persona avessi mai consciuto e, in qualche modo, più sincera. Anche se intuivo che lo facesse per combattere la tristezza, non riuscivo a fare a meno di ammirarla, e a pensare che quella diversità la rendesse unica e speciale. - Anch'io son felice di essere qui con te, Yindi. Forse proprio perchè sei importante per me ho paura che ti possa accadere qualcosa. - dissi tutto d'un getto. Cosa avevo appena fatto?
    Arrossii violentemnte, mentre continuavo a fissarla. Mi riscossi soltanto dopo un po', ricordandomi che dovevo mangiare, e presi a farlo distrattamente, osservando anche il paesaggio circostante. Cercavo intanto di calmarmi, dicendomi che era normale preoccuparsi per gli amici... Ma era inutile! Più ci pensavo e più mi sentivo in imbarazzo. Osservai il paesaggio senza realmente guardarlo, finchè... Non intravidi uno movimento vicino a me. Ormai, a causa della mia fobia, avevo imparato a riconoscere qualsiasi tipo di insetto, in particolar modo le farfalle, e appena posai gli occhi sull'insetto sentii il cuore perdere qualche battito e la paura salire. Senza volerlo spinsi il corpo all'indietro, come a volermi riparare da qualcosa. Ma in quel momento, sentii una mano afferrarmi la manica della giacca, e prima che mi rendessi conto di quello che stava succedendo, mi sentii trascinare verso Yindi e mi ritrovai a fissare il profondo color violetto dei suoi occhi. Sentii il volto imporporarsi, sia a causa della nostra vicinanza, sia a causa di quello che le avevo detto poco prima. Ma almeno, la mia paura venne sviata. - Yindi...? Tutto bene? - chiesi, sgranando gli occhi in tono interrogativo. Cosa c'era che non andava?

     
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