Stanza 106 Chrono Iylisse

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  1. Zalya
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    Chrono Iylisse
    Classe: Spadaccino Razza: Umano Numero Stanza: 106 Fama: 0

    Ruolata
    Era mattina presto quando io e mio fratello arrivammo alla tanto famosa Aninthea Academy. Entrambi eravamo un po' timorosi, era da un bel po' di tempo che non stavamo in mezzo a tanta gente a causa del nostro passato. In quell'accademia saremmo stati relativamente al sicuro. Chi avrebbe mai potuto trovarci in mezzo a tanta gente? Con questi pensieri positivi varcai le soglie dell'accademia insieme a mio fratello Mharf, che ancora non sembrava tanto convinto. Gli detti una pacca sulla spalla per incoraggiarlo
    -Andrà tutto bene, vedrai. Qualunque cosa succeda ci sosterremo a vicenda, come abbiamo sempre fatto. Siamo gli ultimi Iylisse sopravvissuti, portiamo onore alla nostra famiglia e al regno che riconquisteremo un giorno.-
    L'accademia mi sembrava un'ottima opportunità per imparare il più possibile e diventare abbastanza forte. Un giorno avrei raggruppato abbastanza persone per riuscire a riprendere le terre della mia famiglia e farla pagare a tutte quelle persone che negli ultimi anni avevano fatto soffrire sia me, mio fratello e tante altre persone coinvolte.
    Dopo pochi minuti finalmente trovammo la signora che smistava le persone dando le chiavi delle stanze. Ovviamente, essendo spadaccini, sia io che Mharf fummo smistati nella sala rubino, fortunatamente anche le stanze erano vicine. Una volta percorso tutta la strada fino alle nostre camere ci dividemmo.
    -C'è ancora molto tempo prima che inizino le lezioni. Disfo le valigie e poi vado ad allenarmi un po' in giardino. Se vuoi raggiungimi, ok?-
    Gli dissi prima di entrare nella mia nuova camera. Mi sembrava quasi un sogno avere di nuovo un letto vero su cui dormire. Finalmente dopo tanti anni le cose sembravano andare per il verso giusto, per una volta. Tirai un sospiro di sollievo, posando a terra la sacca che usavo come valigia. Ne avevo una prima di arrivare all'accademia, ma purtroppo la ruppi poco prima di arrivare, così dovetti arrangiarmi. C'era un po' odore di chiuso, probabilmente con tutte le stanze che c'erano se ne erano dimenticate qualcuna. Decisi così di aprire la finestra per cambiare un po' l'aria, ma la maniglia mi rimase in mano.
    -Diamine, non di nuovo!-
    Dissi molto sconsolato: rompere le cose era la mia inclinazione naturale. Rompevo di tutto e spesso mio fratello doveva aiutarmi a mettere tutto a posto. Provai a rimettere la maniglia a posto e ad aprire ugualmente la porta, per fortuna ci riuscii. Dopo le lezioni avrei dovuto trovare un modo per ripararla anche se temevo che avrei soltanto peggiorato le cose. Sicuramente negli allenamenti in accademia non si potevano usare le armi vere, così uscii senza niente appresso e mi diressi in giardino anche perchè da quel che avevo sentito il campo di addestramento era molto lontano e non avrei sentito la campanella suonare.

     
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