Trucchetti magici e assistenti effemminati nella città Jaesri

Zalya & Mharf

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  1. Zalya
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    Zalya Levanda
    Classe: Maga nera Razza: Umana Numero Stanza: 102 Fama: +15 Affinità: +75 (Mharf)

    Ruolata
    La moltitudine di lezioni e piccole missioni di poco conto mi avevano pian piano sfiancata ogni giorno di più. Lezioni di magia, di pozioni, strategia, alchimia... La testa rischiava di scoppiarmi da un momento all'altro! Decisi dunque che mi serviva una pausa dallo studio continuo e visto che era domenica e lezioni non ce n'erano ne approfittai per fuggire da quella gabbia. Però non potevo uscire indossando l'uniforme dell'accademia così aprì il mio armadio, prendendo uno dei pochi vestiti in mio possesso. Era un semplice vestito smanicato nero con una riga rossa decorativa vicina al bordo della gonna. Faceva ancora molto freddo quindi prima di infilarmi quel vestito indossai una maglia rossa con i bordi delle maniche e del colletto neri. Si abbinavano dannatamente bene. Soddisfatta dunque del vestito mi pettinai quel tanto che bastava. Ero indecisa se truccarmi o meno. Di solito all'accademia non si potrebbe e io di solito non mi truccavo mai. Decisi solo di fare due linee con l'eyeliner, niente di particolare. Tra l'alto non volevo attirare troppe attenzioni. Chiesi a Selene e Anhylia se volessero uscire con me ma purtroppo avevano ancora molto da studiare. Anhylia mi disse addirittura che avrei fatto meglio a rimanere a studiare ma non ne potevo davvero più dello studio. Così, dopo averle salutate uscii dai cancelli dell'accademia, stiracchiandomi e respirando a pieni polmoni: Finalmente un po' di libertà!
    Ovviamente non potevo allontanarmi troppo dall'accademia così decisi di andare a Jaesri, la città subito vicina all'accademia. Ero passata in quella città insieme a Selene e Anhylia il giorno in cui lasciammo il convento per trasferirci all'accademia. Non ero riuscita ancora a visitare per bene la città e siccome non era poi tanto grande sicuramente non mi sarei persa... o almeno, così speravo! Dopo una piccola stradina eccomi arrivata alla città. C'era molta, moltissima gente! Era anche pieno di bancarelle e si sentivano urla e schiamazzi ovunque. Vedendo tutto quel putiferio cominciai a pentirmi di esser voluta andare proprio in quella città, ma... ormai era fatta. Girai curiosando per le varie bancarelle e mentre passeggiavo mi sentii urtata da qualcosa da dietro. Girandomi notai che era un piccolo bambino che indossava per gioco una strana maschera, prima di riuscire a dir qualcosa quello scappò via a tutta birra, seguendolo con lo sguardo notai che girò l'angolo e subito dopo altri bambini andarono in quella stessa direzione. Chissà cosa stava succedendo. La curiosità era troppa così affrettai il passo e andai nella stessa direzione in cui avevo visto andare tutti quei bambini. Svoltato l'angolo rimarrai piacevolmente sorpresa: C'era un grandissimo parco, pieno di alberi, cespugli, panchine... al centro c'era pure una bella fontana decorativa. Mi addentrai nel parco e dopo un po' che vagavo lì, mi sentii tirare la gonna. -Uhm?- Guardai in basso e notai che era lo stesso bambino di prima. -Signorina! Vuole giocare con noi? Gli altri adulti non vogliono giocare con noi! Daaaiiiii! Gioca con noi!- Rimasi un po' stupita. Perchè proprio io? Il mio "istinto materno" però si attivò: non riuscivo a resistere alle richieste dei bambini, erano sempre così carini! Così per un giorno decisi di accantonare la mia maschera da ragazza: lasciami in pace o ti dò un pugno e accettai di giocare con i bambini, facendo trucchi magici con carte (materializzate dal nulla con una magia apposita) e trucchi col fuoco.
    -E ora... un altro trucco di carte! Vediamo... scegli tu, stavolta! Dai, una qualsiasi!- Non lo nego, mi stavo divertendo un mondo!

     
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    Stiracchiai le braccia, sbadigliando vistosamente. Nemmeno mezz'ora di studio, e già non ne potevo più! Guardai un'altra volta il libro, sbuffando di fronte alla vista di tutto quello che dovevo ancora studiare. Forse era perchè non avevo più aperto un libro da anni, che mi risultava così difficile... Menomale che potevo comunque contare sull'aiuto di Chrono! Mi alzai dalla scrivania, guardando fuori dalla finestra: era appena pomeriggio, e il tempo non poteva essere dei migliori; nè troppo sole nè troppo nuvolo. L'ideale per uscire... Ma perchè, poi? In fondo, tutto quello di cui avevo bisogno lo potevo trovare facilmente all'Accademia; non ne avevo bisogno... O forse volevo soltanto cambiare aria. In effetti, stare un po' lontano dall'Accademia mi avrebbe aiutato a pensare; avrei avuto anche l'occasione di passare un po' di tempo assieme a mio fratello, dato che avrei fatto di tutto per convincerlo a venire con me. Ma dove, poi? Recuperai una cartina dai miei vari libri di testo, notando che proprio vicino all'Accademia era situata la città Jaesri; avrei impiegato soltanto qualche manciata di minuti per raggiungerla. - Beh, è deciso no? - pensai, felice, mentre rovistavo tra i pochi cambi d'abito che possedevo. Non potevo certo uscire con l'uniforme dell'Accademia indosso; era un giorno di festa, no? E uscire con l'uniforme sarebbe stato come indossare un "marchio". Così decisi di infilarmi una maglietta nera a maniche lunghe con lo scollo a v, e dato che l'inverno era alle porte, sopra indossai una giacca bianca, che però lasciai aperta. In fondo il clima era ancora mite, no? Misi dei pantaloni color beige, notando però che si erano strappati all'altezza del ginocchio; in fondo, erano stati di Chrono quegli abiti, e non potevo sperare che fossero in condizioni perfette... Ignorai, non avendo nè le conoscenze nè il tempo per poter ricucire i pantaloni; così mi stiracchiai un'ultima volta, ancora un po' intorpidito dallo studio di prima, e decisi di bussare alla porta di mio fratello, per chiedergli se sarebbe venuto con me. Lo trovai nella sua stanza, intento a rimirare una margherita, con un'espressione strana in volto. Non appena si accorse di me, si fece rosso e nascose il fiore, per poi guardarmi con aria scettica; si chiedeva perchè mi fossi vestito in quel modo, evidentemente. Gli sorrisi vago, prendendolo per un braccio e chiedendogli se volesse venire a fare un giro con me alla città di Jaesri. L'unica cosa che ricevetti fu un no stanco; ne rimasi un po' stupito, però non dissi niente. La mente di Chrono sembrava essere da tutt'altra parte: pensava a qualcosa... O a qualcuno. Che anche lui, come me, avesse già incontrato qualcuno di speciale? Gli diedi una pacca sulla spalla, dicendogli che sarei tornato presto: capivo dal suo sguardo che si stava preoccupando per me. E poi, non ero così sprovveduto: avevo preso la mia spada con me, così da poter combattere... Nel caso fossero sorte complicazioni. Lasciai in fretta l'Accademia, per poi oltrepassare i cancelli e cominciare a camminare lentamente, godendomi il paesaggio: non ci ero mai riuscito prima, e nonostante avessi percorso mezza Evesaje a piedi, non ne avevo potuto osservare i dettagli. Forse, la mia vita all'Accademia mi avrebbe permesso di conoscere meglio i territori di cui un giorno Chrono sarebbe diventato re. Non sapevo quando sarebbe successo, nè se in effetti lui sarebbe mai riuscito a rivendicare il trono; ma qualsiasi cosa sarebbe successa, io sarei stato al suo fianco, per poterlo aiutare e sostenere. Era l'unica persona che avesse mai confidato in me, e oltre che al nostro legame di sangue, ci univa un'amicizia e una fedeltà ineguagliabili. Pensando, senza prestare troppa attenzione al cammino, finii per sbattere il naso contro l'entrata della città vicina; Jaesri. Finalmente ero arrivato. Mi guardai attorno, notando che quel giorno, la città era gremita di persone; bancarelle su bancarelle occupavano i lati della città, e nel mezzo vi era un fiume di gente, che curiosava qua e là, guardando articoli e, talvolta, comprandoli. E fu lì che mi accorsi di non avere con me la cosa fondamentale: i soldi! Non ne avevo e non avendo fatto missioni, non avevo neanche avuto la possibilità di racimolare qualcosa. Curiosai nelle tasche della giacca, sperando di trovare qualcosa: e così fu. Riversai sul palmo della mano qualche moneta, quel tanto che mi bastava se avessi voluto comprarmi qualcosa: ma non avrei speso gli ultimi risparmi - dimenticati, tra l'altro - di mio fratello. Ricacciai i soldi nelle tasche, cominciando a camminare qua e là: tutte quelle persone mi incuriosivano, dato che non ne avevo mai vista così tanta. Stavo guardando dei gioielli, chiedendomi... Quale sarebbe piaciuto a Zalya. Non sapevo perchè mi ero fermato proprio lì, ma in fondo, non c'era niente di male a guardare e basta, no? A un tratto mi sentii tirare per la manica, e notai che era stato un bambino biondo, con una strana tunica verde indosso e una maschera che gli nascondeva il volto, a tirarmi. Probabilmente non l'aveva fatto apposta; gli era rimasta la manica incastrata nella cintura del mio fodero, e inavvertitamente mi aveva spinto. Lo aiutai a liberarsi, per poi sorridergli e continuare a guardare gli oggetti esposti sulla tavola. Ma quello non dava cenni di volersene andare; stava lì, su due piedi, fissandomi da dietri la sua strana maschera. Lasciai perdere la bancarella, abbassandomi al livello del ragazzino e sorridendogli calorosamente. - C'è qualcosa che posso fare per te? - chiesi, scompigliandogli i capelli. Capii che più cercavo di essere gentile e più quello si insospettiva. Così la smisi, continuando a fissarlo, curioso. Il ragazzin pensò a lungo prima di rispondere, per poi indicarmi una via che probabilmente dava su un'altra area della cittadina. - Vieni a giocare con noi, signorina? - mi chiese. Quella domanda mi spiazzò: perchè aveva scelto proprio me? Non ebbi neanche il tempo di replicare, nè di dirgli che non ero affatto una signorina, dato che quello mi afferrò per la manica e cominciò a spingermi verso la stradina. H... Hey! Dove mi porti? - chiesi, timoroso. Era tutto troppo strano: ma in fondo, era solo un bambino... E per qualche ragione, mi ricordava un po' me. Da piccolo ero insolito importunare le persone, cercando di farle parlare con me, cercando di convincerle che non c'era nulla che non andasse in me: ma con il passare del tempo, persino io avevo cominciato a dubitare di questo, e avevo smesso di cercare l'attenzione degli altri. Rimasi stupito dalla bellezza di quel posto: un vasto parco, ricolmo di alberi e cespugli, che non sembravano essere stati intaccati dal tempo. Un gruppo di bambini si era riunito vicino alla fontana posta al centro del parco, una maestosa costruzione in marmo, decorata con dettagli di avorio; evidentemente, chi l'aveva costruita non aveva badato a spese. C'era qualcuno al centro, ma in quel momento non riuscivo a capire chi, dato che la figura era girata di spalle. Eppure, il profumo fin troppo familiare della camelia mi disse che la persona lì in mezzo la conoscevo benissimo... -E ora... un altro trucco di carte! Vediamo... scegli tu, stavolta! Dai, una qualsiasi!- una voce già sentita, delicata come velluto, mi chiarì ogni dubbio. Era Zalya. Rimasi stranito, vedendola giocare così amorevolmente con quel gruppetto di bambini; sembrava... Felice. Non l'avevo mai vista sorridere così; alle lezioni sembrava perennemente annoiata e assonnata, come se avesse voluto soltanto tornarsene nella sua stanza a dormire. Invece, in quel momento, la ragazza sembrava così vitale che per un momento calcolai seriamente l'ipotesi che si trattasse di un'altra persona; ma in fondo, era un'idea assurda. Semplicemente aveva tenuto nascosta quella parte del suo carattere ai più, compreso me... Arrossii un po', non riuscendo a controllare il battito del mio cuore; era da quando l'avevo vista che avevo cominciato a sudare e agitarmi, sensazioni che già avevo provato. Il bambino se ne accorse, e sembrò divertito da quella reazione. - Signorina, perchè stai andando a fuoco? - chiese, ingenuamente. Arrossii ancora di più, cominciando a balbettare a pensare a una scusa. - Ehm... No cioè... Ecco... V-veramente... - sospirai, passandomi una mano sulla faccia. Perchè dovevo sempre passare per il rammollito di turno? Alzai lo sguardo verso Zalya, distogliendo di poco le mani dal viso. - C... Ciao Zalya! - dissi, salutandola con un sorriso.



    Edited by «Anhÿlia; - 13/2/2014, 23:21
     
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  3. Zalya
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    Vidi di sfuggita tornare il bambino mascherato e proprio mentre una bambina stava per pescare una carta, sentii una voce familiare, che mi fece sussultare dalla sorpresa - C... Ciao Zalya! - Era di nuovo lui... Mharf. Mi girai, fissandolo. D'improvviso, ecco che rimembrai tutto quel che era successo l'ultima volta che l'avevo visto. Arrossii come una ebete. Mi aveva beccata giocare con dei bambini. Mi aveva vista senza la mia maschera da ragazza seccata. Era il colmo dei colmi incontrarlo ovunque io andassi. Sembrava quasi... destino. Anche se io al destino non avevo mai creduto molto. Ormai tornare a fare la seccata indifferente non avrebbe funzionato. Il bambino mascherato si accorse che qualcosa non andava, dunque mi tirò la gonna, facendomi tornare alla realtà. -Signorina? Tutto bene?- Risolsi lo sguardo verso il bambino. -Oh? Uh... s-sì, tutto bene...- Rivolsi poi lo sguardo verso Mharf -Ma ciao, Marta! Bambini, questa è la mia assistente!- mi resi conto solo dopo di quanto sembrassi sciocca in quel momento, ma ormai la frittata era fatta. -Sei arrivata giusto in tempo per il numero di magia finale, che tempismo!- Lo afferrai per una mano, trascinandolo al centro del gruppetto insieme a me. Continuando inconsciamente a tenerlo per mano poi, cominciai a spiegare ai bambini cosa avremmo fatto. -Allora! Questo è un trucco che vi sconsiglio di fare a casa, potrebbe essere pericoloso! Quindi mi raccomando, non provateci a casa!- schioccai le dita, facendo apparire un tavolino con sopra una scatola e una sega. Era il classico trucco dove si sega in due il proprio assistente. Scommettevo che avrei terrorizzato Mharf, in un certo senso mi avrebbe divertito vederlo impaurito, così lo guardai di sottecchi, per vedere la sua reazione. Ma quella a reagire strana ero io, perchè mi accorsi che lo stavo ancora tenendo per mano e sembravo non voler mollare la presa. Inutile dire che divenni rossa fuoco.

     
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    Appena Zalya mi notò si fece rossa: probabilmente aveva ricordato il nostro precedente incontro. Arrossii un po', pensando che forse non voleva che la vedessi giocare con i bambini; in fondo, non aveva mai mostrato quel lato spensierato del suo carattere, e probabilmente in quel momento la mia presenza era soltanto una seccatura. Forse avrei fatto meglio ad andarmene... In fondo, ero quasi "di troppo", in quella scena; sarei dovuto andarmene... E allora perchè continuavo a restare lì, sorridendo come un ebete e arrossendo ogni secondo di più? Un bambino chiese a Zalya se ci fose qualcosa che non andasse, e lei, dopo essersi un po' ripresa, gli rispose; ma ciò che disse mi lasciò completamente spiazzato. Mi sarei aspettato che mi avesse ignorato, guardato male, addirittura menato... Ma ciao, Marta! Bambini, questa è la mia assistente!- ma non che mi avrebbe fatto diventare "la sua assistente". - M... Marta!? - mormorai, un po' imbarazzato da quella storpiatura del mio nome. Ma in fondo, cosa cambiava? Ero passato per un ragazza davanti agli occhi di tutti i bambini; evidentemente dovevo continuare a recitarne la parte. - Ehm... Si beh, mi ero... Persa, ecco tutto! Ho fatto giusto in tempo! - dissi, sorridendo e mettendomi una mano dietro la testa, cercando di essere convincente. Sembrai riuscirci, perchè i bambini si bevvero la bugia e cominciarono a chiedermi anche perchè non indossavo un vestito, come Zalya. La situazione si faceva critica... Ma per fortuna ci pensò proprio la maga, inventando un nuovo trucco. Zalya mi afferrò la mano, e io arrossii a quel contatto; non ne capivo la ragione, ma ricambiai la stretta e le sorrisi, piuttosto imbarazzato dalla situazione generale ma.. Felice. Almeno avrei potuto passare un po' di tempo con la ragazza; forse era un bene che Chrono non fosse venuto con me... La ragazza cominciò a spiegare ai bambini il prossimo trucco, ma non la ascoltai pienamente; ero ancora stranito per la situazione. Non poteva essere una coincidenza; incontravo Zalya quasi dappertutto, ormai. La cosa mi rendeva più che felice, e non riuscivo a far altro che accettare quanto mi stava succedendo; ma a lungo andare... - Mi innamorerò di lei... - pensai, risultando ridicolo persino a me stesso; ma che cosa andavo a dire!? Lo ero già: i miei modi di fare cambiavano radicalmente quando ero vicino a lei, e la mia agitazione e il battito accelerato ne erano una prova. Anche in quel momento, riuscivo a sentire il cuore martellarmi in petto; forse era per il calore della sua mano, forse per il sorriso radioso che le attraversava la faccia, o forse perchè era ancora più bella, con quel vestito rosso e nero. -Allora! Questo è un trucco che vi sconsiglio di fare a casa, potrebbe essere pericoloso! Quindi mi raccomando, non provateci a casa!- disse Zalya, facendo apparire una scatola e una sega con uno schiocco di dita. Sbarrai gli occhi: avevo già visto quel trucco, ma... Non era un po' pericoloso? Inutile dire che ero parecchio agitato; e se fosse andato qualcosa storto? Strinsi la mano a Zalya, sicuro delle sue capacità; ma più ci avvicinavamo al tavolo, più il mio timore cresceva. Non resistetti, e mi girai verso la ragazza, fissandola con sguardo un po' preoccupato. - Psst... Zalya... Sei sicura? - chiese sottovoce alla ragazza, avvicinandomi un po' a lei per non farmi sentire dai bambini.

     
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  5. Zalya
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    Dopo una lunga lotta interna riuscii a staccare la mia mano da quella di Mharf. Non capivo proprio perchè desideravo così tanto tenergli stretta la mano. Mi sentivo spaventosamente ridicola. La reazione del ragazzo comunque fui come me l'aspettavo, sembrava proprio spaventato! Ne abbi conferma quando mi disse - Psst... Zalya... Sei sicura? -. Si era anche avvicinato un po' di più, probabilmente per non farsi sentire dai bambini. Quella sua reazione mi divertì non poco, così decisi di spaventarlo ancora un pochino. -A dire il vero...- dissi sottovoce, avvicinandomi di più e fissandolo dritto negli occhi. -Non l'ho mai provato! Potrebbe anche andare male!-. Aspettai la sua reazione e poi ridacchiai divertita. -Ahahahahahah! La faccia che hai ora è impagabile! Scherzavo, è tutto sotto controllo. Sei in buone mani. E poi...- lo guardai leggermente imbronciata, apparendo piuttosto buffa, ma non ci feci caso -Sono una maga, dubiti delle mie capacità?-. Tornai a sorridere ai bambini, cominciando ad aprire la scatola e invitando Mharf a entrare nella scatola. Il trucco era molto semplice da eseguire: dopo aver fatto entrare l'assistente nella cassa, avrei coperto tutto con un lenzuolo bianco. In quel momento avrei sostituito l'assistente con un manichino di legno mentre l'assistente l'avrei teletrasportato al sicuro in un posto vicinissimo, poi avrei tagliato la scatola col manichino. Cominciai a guardarmi intorno e decisi che quella volta l'assistente, cioè Mharf, lo avrei teletrasportato dietro un albero dietro di me. In questo modo sarebbe restato nei paraggi e allo stesso tempo non lo avrebbero visto. Indicai la scatola con una mano, sorridendo a Mharf. -Prego, si accomodi! Vuole anche un cuscino e una bibita? I bimbi si misero a ridere, lo ammetto... anche io ridacchiai un po'. In fondo la presenza di Mharf non mi stava dispiacendo affatto. Cominciavo a sentirmi a mio agio anche quando era presente. La cosa mi spaventava un po' dato che non volevo più altri amici ecc ecc. Ma ormai per lui stavo cominciando ad arrendermi così velocemente che quasi non mi sembrava vero.

     
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    Dopo un po' di tempo, Zalya staccò la mano dalla mia. Istintivamente, feci per riprenderla, ma mi fermai giusto in tempo: forse mi aveva sottratto a quel contatto perchè in fondo io neanche dovevo essere lì, o perchè con qualche mia maniera sconsiderata l'avevo offesa. Che fosse per la mia reazione a quel trucco di magia? In fondo avevo un po' di timore... Ma in fondo... Scoprii che non m'importava. Sarebbe potuto andare tutto storto, ma non sarei stato io a rovinare il sorriso di Zalya in quel momento; anche quando mi disse che sarebbe potuta finire male, finsi un'espressione impaurita, per non farle vedere quanto in realtà mi rendesse felice vederla così raggiante. -Ahahahahahah! La faccia che hai ora è impagabile! Scherzavo, è tutto sotto controllo. Sei in buone mani. E poi...- disse lei, assumendo un'espressione un po' imbronciata e guardandomi in tono serio. Sono una maga, dubiti delle mie capacità?-. chiese. Ma quell'espressione così adorabile la faceva sembrare ancora più dolce, e non riuscii a trattenermi dal ridacchiare un po', per l'espressione che aveva appena assunto: però, prima che lei potesse accorgersene; mi ripresi e le sorrisi a mia volta, portandomi una mano sul cuore e inchinandomi appena. - Ma certo che no, signorina maga... - dissi, facendole un occhiolino e rivolgendole un sorriso, - le sue magie sono le più potenti del mondo! - conclusi, rivolgendomi più ai bambini che a Zalya. La ragazza mi sorrise, indicandomi la scatola nella quale sarei dovuto entrare. -Prego, si accomodi! Vuole anche un cuscino e una bibita? - disse, scherzosamente. Ridacchiai un po', aggirando il tavolo e scavalcandolo, per poi infilarmi nell'apertura della scatola. Quest'ultima era piuttosto stretta, e mi chiesi come avrei fatto a uscirne; ma in fondo, il trucco doveva farlo Zalya, non dovevo pensarci io. - No... Ma un bacio portafortuna sarebbe gradito... - mormorai, più a me stesso che alla ragazza. Quando mi fui reso conto di ciò che avevo detto, diventai più rosso di un peperone, e mentre Zalya si apprestava a prendere il lenzuolo, salutai i bambini con la mano, per poi sistemarmi meglio contro il fondo della scatola e aspettare che la maga facesse il suo trucco. - Spero vada tutto bene... - pensai, piuttosto teso. Da fuori riuscivo a sentire gli schiamazzi dei bambini, e la risata allegra di Zalya era ancora vivida nella mia testa: mi bastava quella a farmi cancellare ogni dubbio o preoccupazione. L'agitazione che provavo, in parte, era dovuta a quella situazione in generale: non avrei mai sperato di ritrovare Zalya in un posto simile, nè che avrei scoperto quel suo lato allegro e divertente. Sembrava aver dimenticato i problemi che la facevano apparire diffidente in Accademia, o forse era soltanto una maschera che si portava dietro: in fondo, anche quella mia allegria era una finzione, e nessuno poteva dirmi che quello che stavo vedendo ora non fosse il suo vero carattere, nascosto dietro un muro di finta seccatura e diffidenza. Il suo sorriso mi tornò ancora una volta nella mente, e come contagiato da quella sua espressione così delicata, sorrisi di rimando anche io. Convinto che sarebbe filato tutto per il meglio, chiusi gli occhi, aspettando di ritrovarmi o segato in due o sano e salvo da qualche parte.

     
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  7. Zalya
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    Mharf se la stava cavando più che bene come assistente, ma quando gli dissi se voleva un cuscino e una bibita, lo sentii mormorare qualcosa - No... Ma un bacio portafortuna sarebbe gradito... - lo disse così a bassa voce che era quasi impercettibile ma in qualche modo lo sentii. Non sapevo se avevo sentito male o altro, ma... divenni talmente rossa che a momenti prendevo fuoco. Feci finta di non averlo sentito, prendendo il lenzuolo per coprire la scatola mentre lui ci si infilava. Appena si accomodò chiusi la scatola, la testa e i piedi rimanevano fuori perchè c'erano dei buchi apposta. Misi il lenzuolo sopra e senza che i bambini se ne accorgessero teletrasportai Mharf nell'albero dietro di me e contemporaneamente lo sostituii con un manichino, proprio come pensavo di fare. Ovviamente andò tutto liscio e pronunciando parole a casaccio facendo sembrare che pronunciassi parole di una qualche lingua antiche cominciai a tagliare la scatola con il manichino. Una volta fatto, tolsi il lenzuolo fingendo una faccia stupita. -MA! La mia assistente! Dov'è finita?! Oh nooooooo!- cominciai a far finta di essere disperata, mentre i bambini se la ridacchiavano e si avvicinavano alla scatola per osservare il manichino. Io, continuavo con la mia recita -Che pessima, peeeessima maga che sono! Accidentaccioooo! Maaaarta, dove sei?!- ovviamente la mia recita era recitata così male che i bambini se la ridevano come pazzi. E comunque recitare seriamente mi sarebbe stato difficile dato che non facevo altro che pensare a quella frase che mi disse prima Mharf. Cercai però di convincermi di aver sentito male, per quanto difficile fosse.

     
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    Stavo cominciando un po' a perdere la fiducia nella riuscita di quel trucco; Zalya sistemò il lenzuolo sopra la scatola dove mi trovavo, e poco dopo, non ebbi neanche il tempo di chiedermi cosa fosse successo. Sentii uno strappo all'altezza dell'ombelico, per poi provare una sensazione di vuoto sotto il mio corpo: cercavo di vedere cosa stesse succedendo, ma sembrava esserci il nulla attorno a me. A un certo punto, sentii nuovamente tornarmi il terreno sotto i piedi, e se non fosse stato per l'albero contro cui sbattei il naso, sarei caduto a terra. - Wow... Allora ce l'ha fatta davvero! - pensai, massaggiandomi la faccia e guardando Zalya dal mio nascondiglio che, con gesti teatrali e parole incomprensibili, segava la cassa, dentro al quale era nascosto il manichino. Tattenni a stento le risate, soprattutto quando con finta disperazione scoprì la cassa, rivelando il manichino al suo interno. Tutti i bambini si erano messi a ridere, intanto, mentre la ragazza continuava la sua palese recita: ma mi sembrò di vedere del rossore sulle sue guancie... Che fosse stato per la frase pronunciata da me prima? Al solo pensiero arrossii pure io. Ogni tanto mi capitava di dire cose di cui mi pentivo subito dopo... Era quasi più forte di me; eppure, non ero sempre così! Mi capitava soltanto con lei... -Che pessima, peeeessima maga che sono! Accidentaccioooo! Maaaarta, dove sei?!- le grida di Zalya mi riportarono alla realtà, facendomi capire che avevo passato fin troppo tempo dietro l'albero, e che dovevo uscirne prima che i bambini cominciassero a insospettirsi. Mettendomi una mano sulla testa sbucai dall'albero, ridendo per la recita e cercando di comportarmi naturalmente. - Sono qui! Eheh... La magia di Zalya fa miracoli! Sono ancora tutto intero! - dissi ridendo, avvicinandomi nuovamente al gruppo di bambini. Una volta tornato, sorrisi ai bambini e facendo loro un inchino, per poi guardare Zalya e sorriderle ancora. Poi mi misi a battere le mani, come a far capire che il trucco era finito, e poco alla volta, tutti i bambini si misero ad applaudire. Poi sorrisi un'altra volta alla ragazza, prendendole una mano e baciandogliela, imbarazzato. Era comunque il mio modo per ringraziarla di quello spettacolo; in fondo, avevo comunque passato un pomeriggio diverso dai soliti, e con la sua compagnia, quella che era una giornata monotona sembrava essersi rivelata uno di quei momenti che avrei ricordato per sempre. In seguito lasciai andare la mano della ragazza, cominciando a parlare con i bambini, intrattenendoli con qualche indovinello; molti li inventavo sul momento, e quando neanche io sapevo dare la risposta, la situazione si risolveva in una risata generale. In realtà non prestavo molta attenzione a ciò che stavo dicendo, pensando più che altro a quello che avevo fatto; da quando in qua ero diventato così "temerario"? Sentivo però che se non avessi fatto qualcosa, lei avrebbe preso le distanze sempre di più: e arrivato a quel punto... Non pensavo che avrei potuto accettarlo. In fondo, ormai potevo dire di conoscere Zalya abbastanza bene, almeno quel tanto che bastava perchè lei mi considerasse suo amico: a me bastava quello... O forse no? - Mah... - pensai, sorridendo ai bambini e inanellandomi una ciocca di capelli attorno al dito, - ... Non è il momento di pensarci... Sto agendo senza pensare... Devo essere più serio sia con me stesso che con lei! - pensai, rifiutandomi di lasciarmi andare del tutto a quelle emozioni; in fondo, sentimenti come l'amore o l'amicizia mi erano sempre stati negati... Come potevo essere così presuntuoso da agire come se sapessi qualcosa in merito?

     
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  9. Zalya
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    h487

    Zalya Levanda
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    Ruolata
    Vidi Mharf uscire da dietro l'albero, come previsto. Tornò fra me e i bambini sorridendo e ridacchiando, sembrava divertirsi molto, come me e i bambini, del resto. Ahimè io ormai avevo lasciato cadere la mia maschera da un po' e mentre lo vedevo avvicinarsi sorridevo spensieratamente, quasi come se non avessi mai avuto nessun problema. E infatti mi sentivo estremamente spensierata. Da quanto non mi sentivo così? Tanto, troppo tempo. Appena ci raggiunse fece un applauso, poi sorridendomi mi prese una mano, baciandola delicatamente. Rimasi stupita, quel ragazzo sembrava sempre tanto timido... eppure alcune frasi e gesti lasciavano credere il contrario. Le mie guance si colorarono di un rosso vivo, guardai in basso molto imbarazzata e inconsciamente accennai un piccolo sorriso. Poco dopo mi lasciò andare la mano, cominciando a parlare con i bambini proponendo alcuni indovinelli. Io restai per un po' con la testa fra le nuvole. Ero esattamente dietro di loro, con Mharf che mi dava le spalle. Mi poggiai una mano sul cuore. Perchè mi sentivo sempre così quando Mharf si comportava in quel modo? Che cominciasse... a piacermi? Non era possibile che tutte le promesse fatte a me stessa stessero andando in fumo per così poco. Decisi di far finta di niente. Sarebbe passato in poco tempo... no? Decisi intanto di sgombrare la mente avvicinandomi anch'io ai bambini e cominciando a fare altri trucchi di magia, sperando che il disordine nella mia testa sparisse il più in fretta possibile.

     
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    Mharf Iylisse
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    Ruolata
    Riuscivo a intrattenere i bambini con facilità; mi bastava sorridere loro e fare qualche battuta, ed ecco si mettevano a ridere pure loro. Mi era piuttosto facile relazionarmi con chi era più piccolo di me; forse perchè ero rimasto un po' bambino anche io, in fondo. Notai che Zalya mi aiutava facendo qualche altro trucco di magia: ma notai un rossore piuttosto evidente sulle sue guance, e mi chiesi... Se ne ero io la causa. Un po' ero felice di sortire quell'effetto sulla ragazza; voleva dire che i miei sentimenti erano ricambiati? Forse stavo correndo troppo... La mia mente ormai era partita: solo la sua presenza bastava a mandarmi su di giri. - Sono proprio un caso perso... - pensai, notando che il cielo si stava scurendo. I bambini sembrarono accorgersene, perchè cominciarono a confabulare tra loro; quando ebbero finito, si girarono verso di noi, salutandoci con la mano. Il bambino di prima, quello con la maschera, mi tirò nuovamente la manica, per poi levarsi la maschera e sorridere. Era incredibile quanto anche un gesto simile mi rendesse felice. Mi ero trovato bene con loro quel giorno; nonostante fossi stato impacciato tutto il tempo, non avendo avuto rapporti con altri bambini quando ero ancora piccolo, quella giornata mi aveva fatto capire che in qualche modo ero stato "accettato". - Grazie della bella giornata, signorine! - dissero i bambini, per poi avvicinarsi a Zalya e tirarle la gonna. - Signorina maga, voi ci sarete anche la prossima settimana? - chiesero, fissando la ragazza ansiosi. Ridacchiai un po', avvicinandomi a loro e incrociando le braccia, cercando di risultare serio. Ma proprio non ci riuscivo; non la smettevo di sorridere, e anche il mio animo sembrava più leggero, in quel momento. - Spero proprio di si! - dissi, fissando nuovamente il cielo, - Altrimenti vi toccherà starvene tutto il pomeriggio ad ascoltare le mie squallide battute! - conclusi, scoppiando a ridere e mettendomi le mani dietro la schiena. I bambini fecero un coro di risate, come se in realtà l'idea delle battute non fosse malaccio. Poi ci salutarono un'ultima volta, avviandosi verso i genitori che li aspettavano all'entrata, o prendendo vie secondarie per tornare a casa. Rimasi a fissarli con aria malinconica; non avevo mai conosciuto quel tipo di affetto. Non sapevo cosa volesse dire avere dei genitori. Probabilmente quei bambini sarebbero cresciuti con l'affetto di chi li aveva visti nascere, magari qualcuno di loro avrebbe imparato a combattere dal padre; le loro madri li avrebbero rimproverati scherzosamente, quando compievano qualche malefatta. Era una delle cose per cui più mi dannavo; non avrei mai saputo com'era avere qualcuno che ti correggesse quando commettevi errori, non avevo la minima idea di come ci si sentisse. Ero sempre stato disprezzato da tutti, non avevo mai avuto nessuno su cui fare affidamento; eccetto mio fratello, e in seguito, Jack. Un vento impetuoso mi scompigliò i capelli, facendo oscillare il fodero della spada su una roccia: a quel suono tornai alla realtà, notando che ormai la giornata giungeva al termine. Eppure... Non volevo tornare in Accademia. Mi voltai verso Zalya, sorridendole e tendendole la mano. - Avevo intenzione di curiosare tra le bancarelle... Vieni con me? - le chiesi timidamente, arrossendo anche un po'. Succedeva sempre così quando le rivolgevo la parola; non riuscivo a mantenere un'espressione normale, e sembravo sempre perso nei miei pensieri. - Se ci sbrighiamo, facciamo ancora in tempo! - aggiunsi poi, fissandola negli occhi: quegli occhi che tanto a lungo mi avevano ammaliato, e che mai mi sarei stancato di rimirare.

     
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  11. Zalya
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    h487

    Zalya Levanda
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    Ruolata
    Il cielo stava cominciando a scurirsi, vidi i bambini parlottare tra di loro, probabilmente dovevano tornare a casa. Dopo averci ringraziati corsero tutti verso di me tirandomi la gonna del vestito - Signorina maga, voi ci sarete anche la prossima settimana? - mi chiesero con dei faccini a cui non potevo resistere dicendo un no. Mharf si avvicinò incrociando le braccia, cercando di fare il serio. Fallendo miseramente. Però il sorriso che aveva stampato in faccia mi rallegrava il cuore, in qualche misterioso modo. - Spero proprio di si! - disse il ragazzo guardando il cielo - Altrimenti vi toccherà starvene tutto il pomeriggio ad ascoltare le mie squallide battute! - Scoppiarono tutti a ridere, me compresa. Non avrei mai immaginato che in quel pomeriggio sarei riuscita a dimenticare per un po' i miei problemi. Mi sentivo quasi rinata. -Beh ma se me lo chiedete con questi faccini come faccio a dirvi di no? La prossima settimana tornerò qui a giocare con voi, promesso! E Così non dovrete sorbirvi le battute di Marta! Ahahahahah!- Giunse l'ora dei saluti e i bambini andarono a casa propria o dai propri genitori. Li guardai con un po' d'invidia e tristezza, non avendo mai avuto genitori li invidiavo molto. Certo, mi allevò mia nonna ma lei più che come un genitore si comportava come una schiavista. Sospirai affranta, era meglio pensare ad altro. A quel punto pensai di tornarmene all'accademia ma Mharf si voltò verso di me, tendendomi una mano e sorridendomi. - Avevo intenzione di curiosare tra le bancarelle... Vieni con me? - come al solito era tutto timido e con un leggero rossore in viso. Quel rossore insieme ai tratti delicati del viso lo facevano apparire molto grazioso. O forse ero solo io che stavo perdendo totalmente la ragione. - Se ci sbrighiamo, facciamo ancora in tempo! - aggiunse infine fissandomi negli occhi. Per un po' lo fissai pure io, poi guardai la mano che stava tendendo verso di me. "Ma... ha intenzione di camminare mano nella mano? No, no! Troppo imbarazzante. Non voglio proprio... Anche se l'idea non mi dispiace poi tanto. Però se non accetto potrebbe offendersi..." Ero leggermente nel panico. "Ma perchè mi faccio tutti questi problemi?" Non potevo farlo aspettaree oltre. -Ottima idea! Prima non ho avuto occasione perchè sono stata trascinata qui da quei bambini, ahahahah! Andiamo!- Detto questo cominciai a incamminarmi verso le bancarelle. "Spero non si offenda troppo, ma ho dovuto farlo... e me ne sto già pentendo." Aspettai che mi raggiungesse e cominciai a curiosare un po' in giro. L'atmosfera era diventata particolarmente romantica: il sole stava tramontando lasciando una calda e debole luce arancione che si posava con i propri raggi sulle case, il terreno, le persone e qualsiasi altra cosa. Notai anche che cominciavano a sbucare alcune coppiette e visto che io ero in giro per le bancarelle con Mharf poteva sembrare che anche noi fossimo una coppia. La cosa mi mise non poco in agitazione, diventai paonazza. Ma poi, perchè pensavo a cose del genere proprio in quel momento? Lo guardai senza farmi notare, per vedere se si fosse dispiaciuto per non avergli preso la mano. In testa mi balenava l'idea che se avesse reagito male, gliel'avrei presa subito. Perchè? ... non lo sapevo nemmeno io.

     
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    Mharf Iylisse
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    Ruolata
    Zalya mi fissò negli occhi, interdetta; per un attimo pensai che non volesse venire con me, e un po' fui rattristato dall'idea; ora che l'avevo incontrata, l'intera città sembrava più viva e colorata, e se se ne fosse andata... Probabilmente l'avrei seguita. Come avevo fatto la volta scorsa che ci eravamo incontrati. - Mharf.... - mi rimproverai, imbarazzatissimo, - ... Ma che vai a pensare!? A lungo andare, con questo comportamento, ti eviterà! -. Non sapevo perchè stavo pensando a quelle cose, del tutto fuori luogo in un momento del genere; dovevo pensare a vivere quell'attimo, senza chiedermi se si sarebbe mai ripetuto o come sarebbe andata a finire... Ero quasi convinto che ormai la ragazza avesse deciso di rifiutare il mio invito; invece, stupendomi mi superò, incamminandosi verso il cuore della città, dove erano state allestite le bancarelle. -Ottima idea! Prima non ho avuto occasione perchè sono stata trascinata qui da quei bambini, ahahahah! Andiamo!- disse, allontanandosi da me per poi aspettare che la raggiungessi. Notai che non mi aveva stretto la mano, e in fondo potevo capirla; ero stato troppoa avventato. In fondo, non sembrava voler stabilire molti rapporti con degli estranei, dato il comportamento che mi aveva riservato durante il nostro primo incontro; così ritrassi la mano, lasciando cadere le braccia lungo i fianchi e infilando i palmi nelle tasche. Contai i pochi spiccioli che avevo, assicurandomi che ci fossero ancora tutto; quando sentii il tintinnio delle monete ritrassi le mani, rassicurato, per poi camminare a fianco a Zalya e cominciare a esplorare la città con lei, osservando la merce con l'aria di chi intende comprare ma che non ha un soldo in tasca. Probabilmente dovevo risultare buffo, perchè notai che la gente mi fissava divertita; ma non m'importava... Cercavo un pretesto, qualsiasi esso fosse, per far sorridere nuovamente Zalya. La ragazza infatti, sembrava preoccupata per qualcosa; non capii appieno la causa finchè non vidi che il suo sguardo si posava su una coppia dall'aria felice, stretti l'uno nell'altro, intenti a parlare di qualcosa che non riuscivo a capire, data la distanza. Mi imbarazzai anch'io a vedere quei due, cercando però di non darlo a vedere. - Vorrebbe che... Mi comportassi così? - mi chiesi, interdetto. Ma se voleva stare più vicina a me... Perchè non mi aveva preso la mano, prima? No... Probabilmente mi stavo sbagliando. Alzai lo sguardo verso il cielo, scoprendo che si stava tingendo con i delicati colori del tramonto; il sole si stava lentamente spegnendo, irradiando gli ultimi raggi tutt'attorno, e rendendo quel momento ancora più magico. Mi girai verso Zalya, mentre un venticello leggero ci scompigliava i capelli e gli abiti; illuminata dalla luce del sole, sembrava ancora più bella... I suoi occhi verde smeraldo risaltavano, e il rossore sulle sue guance era particolarmente evidente in quel momento. Non mi ero neanche accorto che mi ero fermato... Neanche che mi stavo avvicinando pericolosamente al suo viso... Mi fermai giusto in tempo, ma ero già così vicino a lei che ne potevo sentire il respiro; a momenti il mio cuore sembrava voler schizzare dal petto dall'emozione, così tanto che temetti potesse sentirlo. Le sorrisi imbarazzato, sistemandole una ciocca di capelli e allontanandomi nuovamente; ma non era affatto la scusa migliore che avessi potuto trovare.... Non sapevo cosa dire; ero ancora molto imbarazzato, e probabilmente, anche lei. Sentii il profumo delle mele caramellate, e alzando lo sguardo, notai che un vecchino, da dietro un tavolo piazzato vicino all'ennesima bancarella di dolci, vendeva quelle leccornie. Era passato tanto tempo dall'ultima volta che avevo assaggiato delle mele; improvvisamente mi sentii tornare bambino, e senza pensarci, mi girai verso Zalya, sorridendole. - Ti va una mela caramellata? -.

     
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  13. Zalya
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    h487

    Zalya Levanda
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    Ruolata
    Sentii un leggero venticello scompigliarmi i capelli e gli abiti. Quel leggero frescore era molto piacevole. In quel momento notai che Mharf mi stava fissando molto insistentemente e la cosa mi fece arrossire più di quanto lo ero già. Si stava avvicinando molto a me, sempre più vicino al mio viso. Che intenzioni aveva? Voleva... voleva baciarmi? Così, di colpo davanti a tutti? Glielo avrei permesso? Ero talmente confusa e imbarazzata che non avevo idea di che avrei fatto. Il mio cuore batteva così forte che sentivo quasi come se stesse uscendo dal corpo... Quel ragazzo mi faceva proprio un "brutto" effetto. Quando ormai fu vicinissimo si fermò. Riuscivo a sentire il suo respiro su di me. Presa dall'imbarazzo ero quasi sul punto di allontanarlo con le mani, ma lui sorrise imbarazzato e mi sistemò una ciocca di capelli, per poi allontanarsi. Rimasi a fissarlo confusa più che mai. Aveva fatto tutta quella scena solo per sistemarmi il ciuffo? Dopotutto non ci conoscevamo da molto, perchè pensavo subito a un bacio? Non avrei proprio dovuto pensarci. Però, in fondo, rimasi comunque un po' delusa, senza darlo a vedere e guardando altrove tentando uno sguardo indifferente. Poco dopo si girò di nuovo verso di me, sorridendo come un bambino, quasi come se avesse già dimenticato la situazione di poco fa. - Ti va una mela caramellata? - stranamente non mi ero proprio accorta che le vendevano. La mela era il mio frutto preferito, dopotutto. L'idea di mangiarne una non mi dispiaceva poi tanto, forse in quel modo mi sarei dimenticata della situazione di poco fa. Annuii cercando di sembrare più normale possibile, rispondendogli. -Oh, le mele caramellate sono proprio buone! Ok me ne prendo una!-

     
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    she/her

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    Mharf Iylisse
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    Ruolata
    Ero ancora molto imbarazzato per ciò era successo prima: non sapevo nè perchè mi ero avvicinato a lei... Nè perchè mi ero fermato. Un po' mi pentivo di quel gesto, un po' mi maledivo per averlo interrotto; un vortice di emozioni contrastanti mi confondeva, e più ci pensavo più non riuscivo a far smettere il cuore di battere così forte o di arrossire. Per fortuna dovetti concentrarmi sulle mele, lasciando per un po' le emozioni da parte. Quando Zalya mi disse che le sarebbe piaciuta una mela, senza neanche pensarci troppo le presi una mano, trascinandola con me alla bancarella; fu solo quando ormai eravamo a metà strada, che mi accorsi di ciò che avevo fatto. - Dannazione... Di nuovo! - pensai, mentre sentivo le guance letteralmente andare in fiamme. Ma non lasciai la presa, anzi; strinsi la sua mano nella mia, non troppo forte da impedirle di lasciarla, se voleva, ma abbastanza per farle capire che mi sarebbe piaciuto che lei avesse continuato a stringermi. Arrivati alla bancarella, dovemmo aspettare un po' in fila; ebbi tutto il tempo di scrutare la ragazza, cercando qualche reazione sul suo volto. Era arrabbiata con me per poco prima? O forse era stupita? Non riuscivo a dirlo. Dal canto mio, stavo cominciando a trovarmi un po' a disagio; non sapevo come l'aveva presa lei, e l'ultima cosa che volevo era ferirla con qualche mia azione sconsiderata. La fissai negli occhi, cercando qualcosa da dire; ma non riuscivo a trovare le parole adatte. Dovevo scusarmi? E per cosa? In fondo... Non era successo niente. - Non ancora... - pensai, mentre il ragazzetto davanti a noi pagava la sua mela e finalmente, arrivava il nostro turno. Il vecchietto ci scrutò con aria divertita, fermandosi prima sulle nostre mani intrecciate e poi sui nostri volti. - Desiderate? - disse, con aria un po' ebete. Accennai un mezzo sorriso, per poi prendere dalla tasca della giacca le poche monete che avevo con me. - Due mele caramellate, per favore. - dissi, poggiando i soldi sul tavolo. L'ometto sbuffò, prendendo ciò che avevo chiesto da un cestino accanto a lui; però notai che in un pentolino dietro di lui rosolavano lentamente altre mele, infilate in un bastoncino. Il vecchio contò i soldi, restituendomi il poco resto che mi spettava; poi mi accennò un occhiolino, come se volesse... Incitarmi? Arrossii un po', porgendo una mela a Zalya. - Ecco qua! - le dissi, sorridendole. Mi guardai attorno; non c'erano tavolini, ma poco lontano da lì, c'era una fontana zampillante d'acqua, dove avremmo potuto sederci comodamente. Guardai il luogo per qualche secondo, per poi accennare la fontana alla ragazza con un cenno del capo. - Ci siediamo li'? - le chiesi, infilando le monete in tasca e tenendole la mano, mentre con l'altra assaggiavo la mia mela; era ricoperta di zucchero, così tanto che in un primo momento quasi mi stuccò. Però era davvero buona; era passato così tanto tempo dall'ultima volta che ne avevo mangiata una che ne avevo dimenticato il sapore, e poterla gustare insieme a Zalya... Rendeva quella giornata soltanto più speciale.

     
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  15. Zalya
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    h487

    Zalya Levanda
    Classe: Maga nera Razza: Umana Numero Stanza: 102 Fama: +15 Affinità: +75 (Mharf)

    Ruolata
    Appena dissi di sì per la mela caramellata Mharf mi afferrò la mano trascinandomi con lui verso la bancarella. Alla fin fine ci pensò lui a prendermi per mano, da questo capii che non si era offeso poco prima quando non avevo accettato la mano. Mi sembrava tutto così strano... io che venivo trascinata per mano da un ragazzo. Non pensavo mi sarebbe più successo. L'ultima volta che stetti mano nella mano con un ragazzo, fu quel giorno maledetto... d'improvviso, la mia mente si abbandonò a tristi ricordi...

    Un ragazzo e una ragazza correvano nel mezzo di un bosco, tenendosi per mano. Sembrava stessero scappando da qualcosa... o qualcuno. Dopo una lunga corsa si fermarono, completamente stremati. La ragazza, che aveva dei capelli neri e corti, poggiò la schiena contro un albero, completamente sfinita. Il suo vestito bianco con sopra una giacca rosa dalle maniche lunghe era per la maggior parte ricoperto di sangue, i suoi occhi verdi erano arrossati, segno che aveva pianto molto. Il ragazzo invece si sedette a terra con la schiena contro lo stesso albero su cui era poggiata la ragazza. Stanco morto pure lui. Aveva i capelli rossi e i suoi occhi erano azzurro cielo. Sembrava avessero visto la morte in faccia. -Certo che... non poteva esserci giornata peggiore, eh...- disse il ragazzo dai capelli rossi dopo un lungo silenzio. La ragazza non disse una parola, i suoi occhi erano spenti dalla tristezza e continuava a guardare in basso, minacciando di ricominciare a piangere da un momento all'altro. Il ragazzo però non si diede per vinto. -Zalya... so che non è il momento, però... data la situazione...- Si alzò in piedi, mettendosi davanti a lei, determinato. -Data la situazione, devo dirti una cosa... prima di pentirmi di non potertela dire più...-

    Il flashback andò avanti velocemente, andando in una scena poco più avanti.

    C'erano dei banditi, con alcuni armati di arco. La ragazza di prima, Zalya aveva davanti a sè il ragazzo dai capelli rossi, che voleva proteggerla da quei tizi. -W-Wand ti prego, scappa! Non voglio che ti succeda qualcosa! No! Io... io tengo troppo a te!-

    I miei ricordi andarono ancora più avanti velocemente, le mie memorie più dolorose.

    I banditi arcieri presero la mira trafiggendo il corpo del ragazzo dai capelli rossi, Wand. Il corpo senza vita del ragazzo cadde a terra in avanti, facendo un tonfo nel terreno bagnato. In quel momento la ragazza sentì spezzarsi qualcosa dentro di sè e cadde in ginocchio, con lo sguardo vuoto.

    - Ecco qua! - La voce di Mharf mi riportò alla realtà, mi stava porgendo una mela caramellata. Immersa com'ero nei miei pensieri non mi ero accorta che eravamo già arrivati al bancone e aspettato in fila. Dentro di me era tornata la tristezza, la paura di perdere di nuovo tutti ma il sorriso di Mharf sembrava alleviare un po' il dolore che stavo provando in quel momento. Probabilmente non si sarebbe accorto della mia improvvisa tristezza dato che cercavo di mascherarla comportandomi normalmente. Poi mi resi conto che aveva pagato per tutti e due. -Ma... non eri obbligato a comprarla pure a me, potevo pagarmela io... mi ero solo distratta un secondo, aspetta ti ridò i soldi!- ero molto dispiaciuta che per colpa della mia mente incasinata dai ricordi avesse dovuto pagare anche lui. I miei brutti ricordi sembrarono anche spazzare via l'imbarazzo che avevo provato prima. Ero quasi sul punto di decidere di tornare a comportarmi freddamente anche con lui, ma... non ci riuscivo. Non ci riuscivo proprio e la cosa mi fece dannare come non mai. Mharf, tenendomi ancora per mano fece un cenno col capo indicando una fontana poco lontana da noi. - Ci siediamo li'? - Mi chiese poco dopo. Guardai in basso, dando un morso alla mela per poi stringere di più la sua mano e annuendo con la testa -Sì, andiamo.... Stringere la sua mano evocava si quei brutti ricordi ma allo stesso tempo riusciva a confortarmi un po' allontanando, anche se di poco, il dolore che avevo dentro in quel momento. Arrivati alla fontana mi sedetti. L'atmosfera che c'era in quel momento intorno a noi non mi aiutava per niente. Ero tornata rossa come un pomodoro maturo e ogni tanto lanciavo qualche sguardo furtivo su di lui, facendo in modo che non se ne accorgesse. Anche se lo conoscevo da poco stargli anche solo vicina o anche solo stringergli la mano mi tranquillizzava e riuscivo a lasciare perdere un po' la mia convinzione di non voler altre persone nella mia vita. Forse avrei dovuto ringraziarlo, ma sarei stata troppo sdolcinata e forse gli avrei dato un'idea sbagliata. In qualche modo però volevo riuscire a ringraziarlo, ma non sapevo come... Continuai a guardarlo di nascosto ancora per un po', mentre mangiavo la mela caramellata. Non riuscivo più a gestire me stessa, più pensavo a un modo di ringraziarlo e più mi facevo rossa, mentre il mio cuore impazziva. Di colpo, ebbi un piccolo momento di pazzia e pian piano, mentre non mi guardava, mi avvicinai al suo viso, intenzionata a dargli un bacio sulla guancia... sperando che non si voltasse di scatto!

     
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