~Capitolo Quarto - Rivelazioni.

Scritto da «Anhÿlia;

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    Capitolo 4 - Aninthea Accademy: Rivelazioni.

    Anhylia chiuse il libro di colpo, guardandosi attorno. Era nella sua stanza, e stava ripassando l'argomento spiegato a lezione: strategia. Non era una delle sue materie preferite, ma l'argomento di quel giorno era stato parecchio interessante; una volta passato il disagio causato dal professore, il signor Ravainne, la ragazza era riuscita a seguire le lezioni attentamente, come al solito. All'inizio, quell'uomo- tra l'altro anche più basso di lei- non le aveva fatto una buona impressione: la durezza che aveva messo nelle parole che aveva pronunciato alla prima lezione, era rimasta impressa a fuoco nell'animo di Anhylia, come una nozione da non dimenticare: c'erano in gioco delle vite... Essere coraggiosi era un dovere. Certo, potevano esserci modi migliori per esporre lo stesso concetto, ma il professor Rivainne lo aveva fatto nel modo più giusto possibile, esprimendo cose che in quel momento avevano il potere di aprire gli occhi a tutti i ragazzi che si erano iscritti all'Accademia "per gioco": minacciandoli. Finchè quei ragazzi non avessero percepito il pericolo, finchè non avessero visto la morte in faccia... Non avrebbero mai capito cosa voleva dire rischiare la vita. Rivainne aveva ragione: bisognava combattere... E avere il coraggio per farlo. Non era uno scherzo... Era la vita: una vita, che valeva la pena di essere vissuta? Anhylia a volte se lo chiedeva. "Perchè veniamo al mondo, se poi il destino ci riserva dolori e perdite più grandi di noi?" Pensieri del genere spesso affollavano la mente della spadaccina. La ragazza ripensò a quello che aveva passato: sicuramente, se non ci fossero state Zalya e Selene, adesso non sarebbe ancora in vita, per via del dolore e dei sensi di colpa. Anhylia riportò lo sguardo sul libro di testo: senza accorgene, invece che sottolineare i concetti più importanti, aveva disegnato un volto... Una ragazza con dei lunghi capelli che si perdevano, raccolti in una coda alta, gli occhi affusolati e pieni di comprensione: era la sorella maggiore di Anhylia, Amelia. La stessa sorella che non vedeva altri che per lei, l'unica che davvero l'avesse considerata nella sua famiglia: la madre era morta molto tempo prima, e il padre... Il padre non era mai stato molto presente. Anche solo ricordare la sua figura, causava odio e dolore nell'animo di Anhylia: non poteva più considerarlo come una figura paterna, dopo ciò che aveva detto e fatto. Infatti, Anhylia aveva scoperto, nel modo peggiore possibile, che il padre disprezzava la figlia minore con tutto il cuore: "Non saresti mai dovuta nascere. Porti solo dolore e problemi a chi ti sta intorno!" queste, le parole uscite dalla bocca di quell'uomo, rivolte alla figlioletta di appena quattro anni che voleva soltanto abbracciare il padre, che non vedeva da molto tempo. Era stata Amelia a cercare di far rinsavire il vecchio uomo ma questi aveva percosso la ragazza: era da allora, che Anhylia odiava il padre con tutte le forze, e disprezzava sè stessa, riconoscendo delle parole di quell'essere, più bestia che umano, un fondo di verità. Amelia l'aveva aiutata a superare quel momento, ma dopo qualche luna anche lei era morta, in cause misteriose: un duro colpo per Anhylia, che non aveva ancora del tutto superato quel fatto. Nello stesso giorno era venuto a mancare anche il padre, ma la bambina non si era preoccupata molto per quel fatto: la perdita della sorella era la cosa che veramente contava per lei, e anche se il comportamento del padre l'aveva lasciata ferita e piena di odio, da qualche parte anche la perdita di quell'uomo era dolorosa. Fu grazie e Zalya e Selene, sue amiche di infanzia, se riuscì a superare tutto quel che era successo. E anche Endymion, il fratellino minore di Selene, aveva aiutato la ragazzina a riprendersi: non avrebbe mai dimenticato la sera della morte di Amelia, quando fu proprio lui a consolarla per la perdita. Ma ormai anche ricordarlo era doloroso: erano morti tutti. Anhylia si ricosse da quei cupi pensieri, mentre sentiva già le lacrime scendere ininterrotte. Lasciò fare: tanto lì, non la vedeva nessuno. Anche se provava a pensare ad altro... Anche se si costringeva a concentrarsi sullo studio... Anhylia non poteva fare a meno di pensarci. Tutte quelle cose, erano troppe da sopportare per una ragazza di quindici anni, e quando nessuno la vedeva, cominciava a piangere e piangere. Non era affatto una ragazza forte, come cercava di far credere: non lo dava a vedere, mostrandosi sempre più spesso assorta nei suoi pensieri, o indifferente a ciò che le accadeva intorno, anche se dentro si sentiva a pezzi. All'improvviso, la ragazza sentì un leggero bussare alla porta, e una voce incerta che accompagnava il gesto interrrumpe i suoi pensieri.

    -Ehm... Anhylia, sei qui...?-

    Era Aarmi. La ragazza si alzò dalla scrivania, asciugandosi velocemente le lacrime. Aarmi era fuori dalla porta della sua stanza, con una pila interminabile di libri sotto braccio. Anhylia sorrise debolmente, facendosi carico di alcuni volumi.

    - Vieni, danne un po' a me... Mi sembri parecchio sofferente, con tutti questi libri addosso! -

    Disse, mentre prendeva cinque o sei volumi e se li caricava sulle braccia. Barcollò un po' sotto il peso dei libri: non era affatto brava a trasportare pesi, data la sua corporatura esile e la forza che molto spesso le veniva a mancare. Aarmi le scrutò un po' gli occhi, ancora umidi, con aria preoccupata.

    - Anh... Stavi piangendo? -

    -Ehm... Era una storia che leggevo, niente di che... -

    Così Anhylia cercò di trovare una scusa, e il ragazzo annuì, ampiamente sollevato, forse per finta, o forse aveva davvero creduto alla bugia della ragazza dai capelli azzurri.

    - Beh... Basta chiacchere, dobbiamo studiare... E io devo ancora ricordarmi come si arriva in Biblioteca... -

    Disse Anhylia, avviandosi verso l'uscita del Dormitorio Rubino. Ormai, si era abituata a quel luogo, e la compagnia di Aarmi l'aveva aiutata a ambientarsi in fretta, e i due studiavano e lavoravano spesso insieme. Anche se Anhylia studiava molto, e preferiva leggere che passare tempo con le persone (che non fossero nè Zalya nè Selene, si intende), l'unica persona che otteneva risultati migliori dei suoi era una: proprio Aarmi Aller. Certo, era impacciato nelle lezioni di scherma, in cui Anhylia eccelleva, e non aveva molta forza nel suo gracile corpo di quindicenne, ma il cervello che quel ragazzo possedeva riempiva ampiamente le lacune lasciate dalla sua debolezza. A volte, i due passavano qualche lezione fianco a fianco, discutendo di strategie, elaborando teorie riguardanti un argomento o altri tipi di chiacchere simili: entrambi erano legati dall'amore per lo studio, e ormai Anhylia considerava il ragazzo un vero e proprio amico.Il che era una cosa rara: Anhylia si era ben riguardata dal legarsi a qualcuno, dopo che le persone a cui teneva erano state spazzate via... A volte, la ragazza si svegliava nel cuore della notte, madida di sudore, con le grida delle persone che volevano continuare a vivere che le risuonavano nella testa. A quel brusco risveglio, Anhylia si metteva a piangere, soffocata dai sensi di colpa che rapidamente la sommergevano. Si, perchè la ragazza era convinta che fosse colpa sua: forse, se avesse avuto abbastanza forza da opporsi ai banditi, avrebbe potuto salvare tutti... E invece, erano tutti morti... I fratelli di Selene, i parenti e gli amici con cui Anhylia aveva stretto amicizia... Anche le donne vecchie, che non riuscivano più neanche a muoversi, erano state massacrate dalla prima all'ultima. Anche la nonna di Zalya, di cui la maga molto spesso si era lamentata, era scomparsa in quell'omicidio di massa. Anhylia poteva ancora percepire le grida delle persone... Il rumore delle innumerevoi vite spezzate, il sangue che ricopriva ogni cosa, e la disperazione totale, nel realizzare che ormai le persone a cui volevi bene se ne erano andate per sempre...

    - Anhylia? Va tutto bene...? -

    Chiese Aarmi, raggiungendo il passo veloce della ragazza. Era già affannato, quel ragazzo! Ma tanto, ormai la Biblioteca era alle porte: Anhylia evitò la domanda, sgusciando dalla porta e avviandosi all'interno della stanza. La Biblioteca era l'unico posto tranquillo dell'Accademia, dove vi si trovavano la minor parte degli studenti: ovviamente, quasi nessuno amava informarsi sulle lezioni, e quindi quel luogo, perennemente deserto, era perfetto per studiare in santa pace. Anhylia si sedette a un tavolo circolare, aspettando che anche il ragazzo prendesse posto davanti a lei. Intanto aprì uno dei libri che aveva posato sul tavoo, sfogliandolo fino ad arrivare al punto dove aveva interrotto la lettura la volta scorsa: erano basi di Trasfigurazione, una delle materie che Anhylia sopportava di meno. Era per quello che aveva cominciato proprio da quella materia: prima studiava e capiva il meccanismo alla base della magia, meglio era. Anhylia cominciò ad immergersi nella lettura, mentre Aarmi faceva lo stesso: i due non si parlavano, se non per chiarire un passo del libro poco chiaro. Con il passare del tempo, Anhylia si accorse che Aarmi, ogni tanto, distoglieva lo sguardo dal libro per guardare in una direzione indefinita: Anhylia, girandosi, capì che Aarmi guardava in direzione di una ragazza dai capelli neri, lunghi fino alle spalle, e con una sciarpa avvolta intorno al collo: quando la guardava, le guancie di Aarmi si facevano rosse, e questo comportamento non passò di certo inosservato ad Anhylia. La ragazza sospirò, fissando il ragazzo con un sorriso tirato. Aarmi, sentendosi osservato, alzò lo sguardo dal libro, posandolo sulla ragazza, che lo guardava sempre più divertita.

    -C... Che c'è da ridere...? -

    Chiese, visibilmente a disagio. Anhylia cercò di moderare la risata allegra che la stava prendendo, dandosi nuovamente un contegno. Non era carino ridere così dei sentimenti di qualcuno, anche se destinati a un'altra persona.

    - Lei ti piace, vero? -

    Chiese Anhylia, sussurrando per non farsi sentire. Ad Anhylia non piaceva girovagare intorno all'argomento: era solo uno spreco di tempo, preferiva arrivare dritta al punto. Il ragazzo diventò ancora più rosso, nascondendo il viso nel libro.

    - Beh... Ecco, è che siamo amici da quando eravamo bambini... E com'è nella natura di queste cose, con lo scorrere degli anni io... -

    Aarmi era così imbarazzato che non riuscì nemmeno a finire la frase. Anhylia sorrise un po', pensando a un modo per aiutare l'amico: era evidente che era innamorato cotto di quella ragazza. Anhylia conosceva quella giovane donna: era Misa Ackewom, una tra le più brave spadaccine del suo corso. Stava sempre insieme a Erey e Aarmi, quasi come fosse una sorella maggiore: per Erey in particolare, Misa sembrava avere un sentimento che andava al di là della semplice amicizia: e Aarmi lo sapeva... E ogni volta che Misa riservava ad Erey attenzioni che lui non avrebbe mai ricevuto, lui restava a guardarli sospirando e sorridendo tristemente, come se ormai si fosse rassegnato. Chissà perchè Anhylia se ne era accorta solo in quel momento? Forse perchè non le interessavano davvero i fatti altrui, o forse perchè era troppo occupata a non pensare ad altro che al proprio passato... Fatto sta che, però, proprio in quel momento, ad Anhylia era venuta un'idea per aiutare Aarmi nella sua relazione: sussurrò al ragazzo di aspettare, fiondandosi fuori dalla porta e andando verso la cantina dell'Accademia, ovvero, dove le addette lavavano e cucinavano per gli studenti. Prima di entrare, Anhylia si sistemò i capelli, legandoseli in una maniera strana: usando il cerchietto che aveva tra i capelli, riuscì a far sembrare la sua chioma molto più corta, in modo da poter essere facilmente scambiata per un ragazzo. Si assicurò che i vestiti nascondessero le sue forme femminile, non ancora del tutto visibili, per fortuna. In particolare il petto era stranamente piatto... Non 'era neanche l'accenno di seno. Sbruffando di frustrazione, la ragazza si fiondò nella cantina, venendo guardata male dalle donne che lì si trovavano a lavorare: Anhylia le ignorò, andando verso una donna che stava sistemando le uniformi. Si schiarì la gola, cercando di abbassare il tono della propria voce, in modo che sembrasse quella di un ragazzo.

    - Scusi, madame... Quei ragazzacci dei miei amici mi hanno tirato un brutto scherzo: mi hanno costretto ad andare in giro conciato da donna, e hanno nascosto la mia uniforme maschile... Potrei averne un'altra di ricambio, se è possibile? -

    Chiese Anhylia, recitando con dramma la vicenda. La donna annuì con approvazione, forse troppo vecchia per riconoscere la ragazza sotto quel futile travestimento. Tirò fuori da un cassetto l'uniforme maschile più pulita che c'era, consegnandola nelle mani della ragazza.

    - Ecco, ecco... -

    Disse la vecchina, tornando a piegare e a sistemare vestiti. Anhylia ringraziò, fuggendo il più velocemente possibile: nessuna sembrava averla smascherata, ma prima levava il disturbo, meglio era. Anhylia entrò in camera sua, cambiandosi in fretta: una volta che ebbe finito, si guardò allo specchio, per ammirare il risultato finale. Un ragazzo. Un ragazzo dall'uniforme maschile, con i capelli piuttosto arruffati e lo sguardo un po' triste, lo guardava da dietro lo specchio. Anhylia si sistemò alcuni ciuffi, uscendo poi dalla stanza: doveva tornare in Biblioteca. Nel mentre, incontrò Selene e Zalya, che, ovviamente, la riconobbero all'istante. Le lezioni duravano dalla mattina fino a dopo pranzo, per poi ricominciare nel pomeriggio inoltrato fino all'ora di cena: era per quello che tutti erano liberi, girovagando per l'Accademia. Zalya si mise a ridere alla vista di Anhylia, mentre Selene guardava l'amica un po' sospetta: non sapeva che pensare. Anhylia sorrise loro come risposta, salutando le amiche con un cenno della mano. Zalya si avvicinò a lei, ridendo come una matta: tutti si voltarono a guardarla, chiedendosi come mai ridesse così tanto. Alcuni sguardi si fermarono anche su Anhylia, ma tutti la scambiarono per un ragazzo: anche Selene, non convinta del tutto dell'identità di Anhylia. "Beh, almeno il mio travestimento funziona..." pensò Anhylia, fissando Zalya, che man a mano si stava calmando: fece dei respiri profondi, per poi avvicinarsi ad Anhylia e fissarla negli occhi.

    - Per gli dei Anh, ma come ti sei conciata!? -

    Disse la maga, trattenendo a stento altre risate. Era divertita dall'aspetto della ragazza, che in quel momento non sapeva cosa dire: aveva fatto tutto senza nemmeno pensarci... Anhylia piegò la testa da un lato, fissando Zalya e Selene con un sorriso.

    - Nah... Non è niente! Mi sono vestita così soltanto per aiutare un amico...-

    Disse la ragazza, distogliendo lo sguardo, posandolo sull'entrata della Biblioteca. Poi, cominciò ad arretrare, fino ad arrivare alla porta. Zalya la seguì, e così fece anche Selene: probabilmente, le parole di Anhylia le avevano incuriosite. Quando la ragazza entrò, Aarmi distolse lo sguardo dal paragrafo che stava studiando, per poi concentrarlo su Anhylia: all'inizio aveva un'espressione confusa, poi, quando Anhylia gli sorrise e lo salutò con la mano, dalla confusione passò all'incredulità. Il ragazzo annaspò qualche secondo come un pesce fuor d'acqua, senza parole: poi si avvicinò ad Anhylia, abbassando la voce per non farsi sentire.

    - Hey... Ma sai che sembri un ragazzo in tutto e per tutto? Non ti avevo riconosciuta... -

    Anhylia sorrise, soddisfatta, sistemandosi la frangia con un leggero movimento della mano.

    - Bene, era proprio questo l'obiettivo... Ora, io, causalmente, spingerò Misa verso di te, e poi me ne andrò, così potrete stare un po' da soli... E grazie a questo travestimento non mi riconoscerà neppure... -

    Aarmi avvampò, tornando a fissare la figura di Misa che si alzava dal tavolo per prendere un libro dalla vasta libreria.

    - S.... Stai scherzando... Vero? Oh, santi dei, perchè te l'ho detto...? -

    Sussurrò il ragazzo, coprendosi il viso con le mani. Anhylia non sentì una parola di più: trascinò Aarmi per la collottola, abbastanza lontano da non destare sospetti, ma comunque sempre vicino a Misa. Poi cominciò ad incamminarsi verso la ragazza, passandole di fianco e prendendo un libro sulla mensola più a destra: Anhylia ci arrivava male, data la sua altezza non esattamente elevata, ma poco importava. Preso il libro, andò volontariamente indietro, così da trovarsi schiena a schiena con Misa: mise un po' troppa forza nella spinta che diede alla ragazza, facendola cadere sul pavimento insieme ai libri che stava trasportando.

    - Ah... Scusami! -

    Disse, con finta preoccupazione e facendo un cenno ad Aarmi, che era rimasto paralizzato fino a quel momento. Poi, Anhylia si rifugiò dietro una mensola, rimanendo ad assistere alla scena di nascosto. In lontananza, Zalya cercava di non scoppiare a ridere, mentre Selene era sempre più confusa, ma cominciava a ridere anche lei. Aarmi si riscosse dal torpore in cui era finito, raggiungendo in fretta il fianco di Misa: comincò a raccogliere i libri con lei, chiedendole come si sentiva. Misa replicò con tono seccato, non avendo visto chi l'aveva spinta: ma almeno, sembrò un po' più addolcita quando Aarmi le rivolse un sorriso caloroso, restituendole i libri. Anhylia sorrise, vedendo la sua "opera", poi si voltò, intenzionata a tornare al fianco di Selene e Zalya: poteva benissimo studiare anche nella sua stanza. Mentre si faceva largo tra libri e mensole, inciampò su qualcosa, e cadde rovinosamente a terra: sbattè la fronte sul pavimento, mentre sentiva i gemiti di dolore di un'altra persona.

    - Ugh... Stai bene? -

    A parlare era stato un ragazzo dai capelli azzurri, della stessa tonalità di quelli di Anhylia, solo con qualche riflesso più chiaro: anche lui aveva un cerchietto sulla testa, e i capelli gli arrivavano fino alle spalle. In quel momento, lui e Anhylia sembravano due gocce d'acqua.

    - Oh... Ci conosciamo? Non sapevo di avere un fratello gemello sparso per il mondo....-

    Disse il ragazzo, confuso, accennando un timido sorriso.

    - Ehm... Non credo proprio. Piacere, sono Anhylia... -

    Disse la ragazza, riscuotendosi i vestiti dalla polvere e sistemando meglio il cerchietto sui capelli. Che cosa significava? Perchè... Perchè erano così simili? Che fosse stato solo un caso, oppure...
    Una strana espressione comparve sul viso di Mharf: gioia, stupore o incredulità? Forse erano tutti o nessuno: Anhylia non sapeva dirlo.

    - Anhylia...? Non può essere... Ma ti chiami davvero così? Ciò spiega tutto...-

    Disse il ragazzo dai capelli blu, continuando a fissare il volto della ragazza, soffermandosi sui suoi capelli e infine sulla sua coroncina.

    - Ehm... Io mi chiamo Mharf, piacere! -

    Disse il ragazzo, tirandosi su con un sorriso e tendendo la mano ad Anhylia, probabilmente per aiutarla a rialzarsi. La ragazza guardò Mharf con un po' di esitazione, chiedendosi ancora perchè era così simile a lei. Notando lo sguardo indagatorio di lui, afferrò la mano di Mharf, facendosi tirare su.

    - Scusa se ti ho colpita... E'che non ti avevo vista, tra tutti questi libri... -

    Disse Mharf, un po' dispiaciuto. Anhylia gli fece un pallido sorriso, incrociando le braccia.

    - Non è colpa tua... Comunque, non si è fatto male nessuno, e questo basta... -

    Disse Anhylia, guardando il ragazzo. All'improvviso, un forte malditesta la colse, e la ragazza cadde in ginocchio, cominciando a tremare. C'era qualcosa che stava facendo forza per entrare nella sua mente... Un ricordo? Anhylia provò ad alzare lo sguardo, mentre la vista le si offuscava: l'ultima cosa che vide, fu Mharf che la scuoteva, urlando qualcosa che non capiva.

    Quando si risvegliò, Anhylia si trovava in un giardino. Era un luogo bellissimo: decine di fiori di tutti i tipi adornavano le aiuole, rendendo quel posto magnifico. Una grossa fontana troneggiava in mezzo al giardino, e l'acqua scorreva limpida dalle bocche della fontana: tutto, sembrava perfetto, in quel posto. Un piccolo pozzo faceva bella mostra di sè in fondo al giardino, mentre alcuni uccellini cantavano annunciando la giornata che stava nascendo. Tre bambini giocavano in quel paradiso di giardino: una bambina sui tre anni e mezzo rincorreva i due ragazzini che scappavano da lei, ridendo e scherzando. La bambina aveva dei lunghi capelli azzurrini, tendenti al blu: Anhylia la riconobbe subito, e gli interrogativi che prima la tormentavano, adesso stavano diventando assillanti. "Quella... Sono io..." penso la ragazza, continuando a fissare i tre bambini con lo sguardo. "Non capisco... Cos'é questo? Un... Un mio ricordo?" Pensó Anhylia, spaventata. Cominció a camminare lungo il giardino, il cuore in gola. A un certo punto, i bambini cominciarono a raccontarsi indovinelli: la Anhylia del passato assisteva senza capire, data la tenera età. Il bambino che sembrava più grande si girò, un sorriso caloroso in volto: poi avvicinò a sè stesso sia Anhylia che l'altro bambino, stringendoli come fa un fratello affettuoso con i suoi parenti. Anhylia sussultó quando riuscí a vedere meglio il volto del bambino: era... Chrono, il ragazzo che si era seduto accanto a Selene durante la cerimonia di apertura. Ma cosa...!? E l'altro bambino, somigliava incredibilmente a Mharf... Aveva persino la stessa coroncina sulla testa. Coroncina che peraltro era identica a quella di Anhylia: stesso materiale, stesso colore e stessa forma... Ma non era possibile... Era totalmente sbagliato: Anhylia non conoscevà nè Mharf nè Chrono, come avrebbe potuto avere luogo quel sogno? Eppure, sia quel posto, che quei ragazzi, lei sentiva di conoscerli... Che fosse soltanto l'effetto della visione? All'improvviso, i due ragazzi cominciarono a scomparire, mentre la temperatura della stanza si alzava a dismisura: l'altra Anhylia continuò a raccogliere fiori sul prato e a giocare, indifferente a ciò che le stava succedendo intorno. "Ma... Sono solo io.... O questo posto... Sta bruciando!?" pensò Anhylia, mentre tutto intorno a lei si tingeva di rosso, e le fiamme cominciavano a farsi sempre più alte. La ragazza non riusciva a capire da dove avesse cominciato a espandersi così in fretta il fuoco, nè quale fosse stata la causa che lo aveva fatto accendere: ma una cosa era certa; Anhylia doveva trovare una via di uscita, o sarebbe morta ustionata. "Ma questa non è una visione...? N-non dovrei farmi niente..." pensò Anhylia, mentre sentiva le gambi farsi pesanti e il corpo cominciare a tremare. "Non... Non doveva finire così..." pensò, mentre le ginocchia le cedevano e cominciava a tremare. Cadde a terra, mentre l'odore di fumo e le fiamme cominciavano a riempirle i polmoni. Se fosse morta lì... Non avrebbe più rivisto Selene e Zalya. Non avrebbe avuto la possibilità di vedere come sarebbe finita la storia di Misa e Aarmi... Non avrebbe avuto la possibilità di scrivere la propria. Anhylia si rintanò in un angolino, mentre le lacrime cominciavano a scorrergli sul volto: cosa sarebbe successo, dopo?

    - Ylia... An... -

    Una voce le giunse alle orecchie: chi era che la chiamava? ... No, forse erano soltanto i ricordi prima dell'oblio... Probabilmente ormai era troppo tardi...

    - Anhylia! Svegliati! -

    Una mano la stava schiaffeggiando, e Anhylia tossì diverse volte, prima di tornare alla realtà. Quando la vista tornò a fare il suo dovere, la prima cosa che vide fu il volto di Zalya, pallida, che stava facendo di tutto per farla rianimare. Dietro di lei, Selene guardava le due preoccupata, lo sguardo vitreo, come se stesse per svenire da un momento all'altro; in fondo alla stanza, vi era Mharf, muto come un pesce e pallido anche lui. Anhylia si tirò su dal letto dove si trovava, guardandosi attorno.

    - D... Dove sono? -

    - Oh, siano ringraziati gli Dei! Non hai idea di come ci siamo sentite... -

    Disse Zalya, abbracciando la ragazzina. Appena Selene si rese conto della situazione, scoppiò a piangere, abbracciando anche lei le due ragazze. Mharf distolse lo sguardo, un po' imbarazzato: poi, senza farsi sentire, lasciò la stanza, così da permettere alle tre di avere un po' di intimità.

    - Io... -

    Cominciò Anhylia, senza trovare però le parole per continuare. Era sempre così: lei era più debole, quella che faceva preoccupare le persone a cui voleva bene... Era lei che non riusciva a fare niente. Ormai succedeva sempre così... Non riusciva a far altro che portare problemi.

    - Mi dispiace per avervi fatto preoccupare... Però... Che cos'è successo? -

    Chiese Anhylia, staccandosi dall'abbraccio delle due e sorridendo pallidamente alle ragazze. Selene guardò Anhylia un po' preoccupata, per poi rispondere alla domanda della ragazza.

    - Sei sicura di stare bene? Eravamo in biblioteca, mentre assistevamo alla scena tra Aarmi e Misa... Poi è spuntato un ragazzo uguale a te, che ti portava inerme in braccio... E ora siamo in camera tua. -

    Disse la ragazza dai capelli bianchi, cercando di accertarsi delle condizioni di Anhylia: sembrava ancora molto preoccupata, il che era plausibile, dopo tutto quello che sia lei che Zalya avevano perso... Per Anhylia, nonostante tutti gli anni passati insieme, era ancora strano essere così importante per qualcuno. Zalya si girò, guardandosi attorno nella stanza: sembrava che stesse cercando qualcosa... O qualcuno.

    - Ehy, ma quel ragazzo è sparito! -

    Disse, scrollando le spalle.

    - Mbah... L'importante è che tu stia bene... Si può sapere che ti è successo? -

    Chiese Zalya, fissando Anhylia. Lei sussultò, cercando di riordinare i pensieri: già, cos'era successo? Quella era stata certamente una visione... Ma, perchè? Che forse Mharf avesse qualcosa a che fare con il suo passato? Eppure, lei non ricordava i primi anni di vita... Ma pensava fosse normale: si è troppo piccoli, a quell'età, per ricordarsi di qualcosa... E invece..

    - Io... Ho avuto una visione... O un ricordo. Non so bene cosa fosse... -

    Cominciò Anhylia, ma si interruppe subito, vedendo le facce preoccupate delle sue amiche.

    - ... Ma ora sto bene, eh! Non era niente di che... -

    Non era vero. Anhylia stava ancora tremando per quell'incubo... Cos'era stato? Un ricordo? Eppure, Anhylia non conosceva nè Mharf nè Chrono. Cosa c'entravano allora con il suo passato? Lei era sicura di non essere mai stata in quel palazzo: i suoi ricordi cominciavano a fianco di Amelia, sua sorella. E allora perchè quella visione sembra anche fin troppo reale? Troppe domande senza risposta. Anhylia scosse la testa, sorridendo alle due compagne: poi si alzò dal proprio letto, gettando una flebile occhiata ai libri sparsi sul comodino: soltanto qualche ora prima, non avrebbe mai immaginato di trovarsi in quella situazione.

    - Devo parlare un attimo a quel ragazzo... E dopo che ne dite, prima delle lezioni pomeridiane andiamo un po' in cortile? Non ho ancora avuto l'occasione di visitarlo tutto... Questa scuola è immensa! -

    Disse la ragazza, sorridendo alle due. Selene e Zalya ricambiarono il suo sorriso, evidentemente più calme di prima. Anhylia aprì la porta di colpo, sbattendola in testa a Mharf, che si trovava proprio lì dietro.

    - Aaaah! Ti sei ripresa, vedo... -

    Disse il ragazzo, massaggiandosi la testa, con un'espressione sofferente in viso. Anhylia non si accorse nemmeno di aver colpito il ragazzo: voleva risposte, e sentiva che il ragazzo ne aveva.

    - Ti ringrazio per l'aiuto ma... Per caso sei parente di Chrono? E non è che... Potresti dirmi perchè siamo così simili? -

    Chiese Anhylia, non riusciendo a trattenere le domande. Selene borbottò qualcosa imbarazzata, quando Anhylia pronunciò il nome di Chrono, e Zalya si avvicinò per sentire meglio.

    - Si beh... Io e Chrono siamo fratelli, ecco... E riguardo all'altra domanda... Posso vedere meglio il tuo occhio sinistro? -

    Anhylia sussultò, ancora più confusa? Fratelli? Ecco perchè... E quindi...! Anhylia annuì con un cenno della testa, mentre i pensieri la stavano assillando: stava formulando teorie su teorie, e nemmeno una di quelle poteva essere quella giusta. La confusione la stava sommergendo, e, sommata a tutto quello che aveva passato, era davvero troppo. La ragazza sbiancò di nuovo, e solo quando la mano di Mharf le sfiorò i capelli ritornò in sè. Il ragazzo le stava scrutando l'occhio, e un'espressione indecifrabile gli passò sul volto: lasciò andare i capelli della ragazza, e sorrise a Anhylia.

    - Come pensavo... Anhylia, tu sei...-

    Cominciò Mharf, ma venne interrotto da un altro ragazzo, che lo stava chiamando dall'altra parte della stanza.

    - Mharf! Quante volte dovrò dirti di non fuggire a quel modo... -

    Cominciò il ragazzo, che si rivelò essere Chrono. Selene sussultò ancora una volta, rossa in viso, cercando di mimetizzarsi con le coperte del letto di Anhylia e di non farsi vedere.

    - Eddai fratellone... E poi non l'ho mica sprecato il mio tempo! -

    Disse Mharf, con in volto la stessa espressione indecifrabile di prima. Non sapendo neanche lui come iniziare il discorso, si prese del tempo per pensare, e quando li riaprì, sembrava notevolmente nervoso. Poi poggiò le mani sulle spalle di Anhylia, fissandola negli occhi.

    - Anhylia... Tu sei nostra cugina, discendente dei Nogare. Vivevi con noi nell'Iylisse, ma a causa di una guerra siamo stati separati molto tempo fa. Da allora io e Chrono non abbiamo fatto altro che cercarti...-

    Anhylia rimase paralizzata. Cugina!? Cos...? Come, soprattutto!? Si voltò verso Mharf, guardando prima lui e poi Chrono, ancora più confusa. Chrono era sbiancato, in faccia la stessa espressione sbalordita che aveva fatto Mharf poco prima: in quel momento, la somiglianza tra loro due era palese. Poi mise una mano sulla spalla del fratello, avvicinandosi a Anhylia e guardandole l'occhio destro, come poco prima aveva fatto Mharf.

    - Fratellino... Hai ragione... -

    Sussurrò, un po' confuso. Proprio in quel momento, la campana di inizio lezioni suonò, e così, ancora sbalorditi, i due ragazzi dovettero andare.

    - Ti spiegheremo meglio un altro giorno Anh... -

    Disse Mharf, sorridendo e rientrando in camera sua, che si trovava proprio davanti alla camera di Anhylia, per prendere il materiale necessario alle lezioni: la ragazza non riuscì neanche a pensare che se avesse aspettato un attimo di più sarebbe arrivata in ritardo, tanto era su di giri per la rivelazione dei due fratelli Iylissiani.

    - Beh... Non importa se non ti ricordi di noi, o di ciò che è successo... -

    Cominciò Chrono, in tono piuttosto spento, aspettando che Mharf finisse di prendere libri e quaderni. Lui aveva già preso tutto, e quindi era già pronto.

    - ... Per ora ci basta solo che tu sia viva... -

    - Eccomi... Andiamo! -

    Disse Mharf. Dopodichè i due salutarono le ragazze, e Chrono riservò un sorriso in più soltanto per Selene, che non sfuggì agli occhi attenti di Anhylia, anche se in quel momento era parecchio confusa a causa degli eventi accaduti.

    - E così... Cugina, eh? -

    Chiese Zalya, avvicinandosi a Anhylia e mettendole una mano sulla spalla, mentre fissava la figura di Mharf allontanarsi sempre di più.

    - Io... Non me l'aspettavo... Cioè... Mi chiedo ancora come... Oh santo cielo! Le lezioni! -

    Anhylia si riscosse a quel pensiero, tornando in camera sua per prendere i tomi e trascinandosi dietro Zalya e Selene. Era stata una giornata molto intensa... E non era ancora finita!

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    Scritto da «Anhÿlia;
     
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