Nel regno delle sirene

Lewys Silyen & Yindi Suraj

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  1. »Primoo
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    Lewys Silyen
    Classe: Mago Nero Razza: Demone Numero Stanza: 126 Fama: 5 Affinità: +50 (Yindi)
    Ruolata
    La reazione di Yindi mi sconcertò; lei non era affatto nervosa per quello a cui stavamo andando incontro, anzi, sembrava piuttosto sicura di sè, e lo dimostrò affermando che non c'era nessun altro Kowka che poteva competere con lei in agilità. Aggiunse pure che, probabilmente, sarebbe stata lei a proteggermi. Arrossii un po', lasciando da parte la confusione; in fondo, se Yindi non aveva paura mi chiesi perchè avrei dovuto averla io, e perchè mi sentissi così teso quando proprio quella paura poteva rischiare di ucciderci e di far fallire anche la missione. Le sorrisi, per poi abbandonare per un poco la tensione e risponderle scherzosamente. - Bene, almeno se le mie maledizioni andranno male ho comunque le spalle coperte. - dissi, ricordando l'esito a dir poco catastrofico che avevo avuto l'ultima volta che avevo evocato una maledizione. Poi tornai a guardare la strada, pensando che in fondo un po' di tensione aiutava a preparare corpo e mente ad agire in caso di pericolo, e che la mia sarebbe bastata per entrambi. - ... Ci proteggeremo a vicenda. - aggiunsi dopo, quasi mormorando e in un tono più dolce. Nonostante sapessi che la Kowka era abbastanza forte da sapersela cavare, mi dicevo che dovevo proteggerla; forse perchè era più piccola di me, o forse perchè era bassa e minuta. Io al contrario, ero decisamente troppo alto, e nonostante non fossi un asso a combattere, mi sentivo quasi in dovere di proteggerla. Dopo qualche minuto che cavalcavamo, distanziando sempre di più l'Accademia finchè soltanto la punta più alta del cancello che la racchiudeva fu visibile, Yindi disse che avrebbe dato un nome al cavallo. Annuii con un cenno della testa, poco interessato alla questione ma comunque felice che l'idea della missione non le avesse tolto l'abituale allegria che caratterizzava il suo carattere. Ma quando la ragazza esclamò il nome del cavallo, "Lewwy II", dicendo che l'aveva scelto in base al colore corvino del manto del cavallo, non potei trattenermi dal guardarla sorpreso e scioccato insieme. L... L.... Lewwy II!? - esclamai, rosso in viso e decisamente imbarazzato. Il paragone tra i miei capelli e il colore del cavallo era ovvio; erano tutti e due neri... Ma non pensavo che ciò meritasse persino un soprannome per il cavallo! Arrossii ancora di più, rendendomi conto però che... Non mi dava fastidio che la ragazza avesse usato una storpiatura del mio nome per il cavallo. In genere, io odiavo ogni forma di soprannome. Non sapevo perchè; era sempre stato così.... A stento sopportavo il nome, che mi piaceva assai poco, e i soprannomi lo rimarcavano e e rendevano il suono ancora più sgradevole... Soltanto una cerchia ristretta di persone potevano soprannominarmi senza che io provassi fastidio o irritazione, e Yindi, mi accorsi, faceva parte di queste. No, la mia reazione era dovuta all'imbarazzo... Ero imbarazzato - ma anche, in qualche modo, compiaciuto - che la ragazza avesse usato proprio il mio nome come spunto per quello del cavallo. -OOHHH! Lewwy guarda! Lewwy II è contento del suo nuovo nome! Che bello!- disse poi Yindi decisamente infervorata, in risposta al nitrito del cavallo, e notando la sua espressione non riuscii a trattenere una risatina, nonostante l'imbarazzo crescente. - Bene... - dissi soltanto, girandomi a guardarla e sorridendole radioso. Più passavo tempo con lei, più mi faceva tenerezza... Non sapevo perchè! Mi trovavo bene con lei, e questo era quel che bastava...
    Finalmente entrammo nella foresta. Non ci fu più tanto tempo per parlare, perchè cominciai subito a usare i miei sensi di demone per individuare il sentiero, ed evitare di sperderci nella foresta. Si, non era tanto grande... Ma se avessi perso la strada, probabilmente sarebbero passate settimane prima di riuscire a uscirne. E sebbene fosse un'ipotesi che normalmente mi avrebbe spaventato ma non fermato, ora che volevo proteggere l'incolumità di Yindi quell'idea mi ossessionava, e stavo ben attento a trovare i passi più agevoli e le vie più sicure e comode, facendo in modo di non perdere la meta. Ad un certo punto dovetti persino scendere dal cavallo, perchè la foresta cominciava ad infittirsi e le radici impedivano il passaggio dei cavalli, e dovetti proseguire tirando le briglie e facendo attenzione affinchè non scivolasse. Ogni tanto controllavo anche Yindi, aiutandola a passare quando potevo e stando ben attento affinchè non si facesse neanche il minimo graffio. Ero sempre all'erta, cercando di capire se qualche malintenzionato sarebbe apparso di fronte a noi, ma oltre agli animali e alla vita che popolava il sottobosco, non riuscii ad avvertire niente.

    ***



    Quando finalmente uscimmo dalla foresta, e i miei occhi si furono abituati nuovamente alla luce, mi resi conto che le mie previsioni non erano propriamente esatte; il sole rivelava che avevamo passato un po' più di tempo all'ombra degli alberi, e stando alle ombre che esercitavano gli alberi, erano circa le tre del pomeriggio. Avevamo passato persino tutto il pomeriggio dentro la foresta. Mi morsi un labbro, preoccupato. Non avrei dovuto perdere così tanto tempo a cercare i sentieri più agevoli... Dovevo cavarmela con meno tempo da lì in avanti. La logica mi suggeriva di continuare a Istana senza fare pause... Ma la ragione mi diceva che intrapendere un viaggio in simili condizione sarebbe stata una manovra suicida; se arrivati all'avamposto Iylissiano avessimo scoperto che esso era stato sabotato e avessimo avuto bisogno di combattere, non ne avremmo avuto la forza. I cavalli erano stanchi, e io e Yindi avevamo bisogno di mangiare e riposare per un po' prima di viaggiare nuovamente. Così, sorridendo nuovamente a Yindi e indicandole una piccola radura all'ombra degli alberi, vi trasportai il mio cavallo - avrei dovuto dargli un nome... Mah, decisi che Agro andava bene... Era il nome di un cavallo di cui si parlava in qualche libro che avevo letto, ma non ricordavo quale....- e Lewwy II, per poi aspettare Yindi e aprire lo zaino che portavo sulle spalle. Presi un po' di pane, formaggio e frutta fresca, distribuendo le razioni equamente e senza usare troppe provviste, garantendoci però un pasto adeguato, anche se non mi sentivo sicuro ad accendere il fuoco... Ci toccava un pranzo freddo. Quelle provviste dovevano bastarci almeno fino a Istana, e non ero sicuro di raggiungerla entro quella sera. - Riposiamoci un po', prima di partire... - dissi a Yindi, aspettando che mi raggiungesse e cominciando a mangiare.

     
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