Posts written by »toey

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    Heilà!! Io sono Misaki, piacere di conoscerti e benvenuta!!
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    Ciao Mary! Benvenuta! Io sono Misaki e adoro anche io SNK, sono sicura che ti troverai benissimo qui!
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    yxs1Wi8
    Ophelia KaiserRazza: Demone Classe: Assassino Numero Stanza: 132 Fama: 0 La porta si aprì molto velocemente, e dietro di essa apparì la figura di un ragazzo alto, con la pelle pallida, i capelli del colore della notte e gli occhi rossi... rossi come il sangue. Dall'espressione del suo viso, evidentemente si aspettava qualcun'altro. Pronunciò il mio nome, ed io risposi: «Nakasawa?». Aveva un espressione scocciata sul viso, al primo impatto sembrava una persona abbastanza a posto, ma questo si sarebbe visto. Non ero solita giudicare le persone al primo sguardo. Dopo anni passati circondata da persone che nascondevano la loro indole buona o malvagia che sia, dietro ad una maschera, avevo imparato a non giudicare nessuno. Attesi la sia risposta e dopo essermi accertata di avere davanti la persona giusta, continuai dicendo: «Sono la tua compagna di missione, ti avverto, datti da fare oppure questa non sarà una bella esperienza per te...». Non gli diedi il tempo di rispondere: «Ti aspetto nel cortile, fai in fretta...». Mi voltai e mi diressi verso l'uscita del dormitorio.

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    Ciaaaao!! Passo anche io per darti il benvenuto! Io sono Milena e... ho una fissazione per i tre puntini sospensivi. Quindi se un giorno ti toccherà ruolare con me... beh... hai capito. (Pubblicità: Entra anche tu a far parte del club dei puntini sospensivi!!).

    Aaaaa prestoooo!!
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    yxs1Wi8
    Ophelia KaiserRazza: Demone Classe: Assassino Numero Stanza: 132 Fama: 5 Erano già passate alcune settimane da quando avevo conosciuto Mark e per tutto il tempo avevo seguito le lezioni impegnandomi al massimo e dimostrando interesse, non solo per le lezioni pratiche ma anche per quelle teoriche, che, al contrario di alcuni miei compagni di corso, mi interessavano particolarmente. A causa di questo, passavo la maggior parte delle mie giornate chiusa in biblioteca, a leggere libri di mostrologia e storia di Evesaje. Oggi, avrei avuto l'occasione di mettere in pratica quello che avevo imparato. Infatti, questa volta, il compito della settimana consisteva nel compiere una missione fuori dalle mura dell'accademia. Nei giorni precedenti, avevamo pescato da due scatole differenti, il tipo di missione da svolgere e il nome del nostro compagno di viaggio. Di quest'ultimo conoscevo ben poco, se non il suo nome e la collocazione della sua stanza. In ogni caso la missione consisteva nel recarsi nel sottoregno dei Kowka, più precisamente nel villaggio di Nran e cercare di svelare il mistero che si celava dietro l'improvvisa scomparsa di alcuni abitanti. La missione richiedeva certamente un bel po' di tempo, ma la cosa potreva farmi solo bene; anche se erano passati solo pochi mesi il mio spirito aveva bisogno di uscire e sentirsi si nuovo libero. Comunque, ora era il momento di andare a fare una visitina al mio compagno d'avventura.
    Sistemai ad una ad una tutte le cinture che cingevano il mio corpo e indossai il mio vecchio mantello nero. Afferrai la spada che mio padre mi aveva lasciato in eredità e uscii dalla stanza portando con me anche una borsa con all'interno i viveri e un cambio d'abiti.
    "Devo trovare quel tizio... vediamo, qui dice che la sua stanza è nella Sala Ametista... Dov'è che era?".pensai, leggendo il biglietto con il suo "indirizzo".
    Nonostante, vivessi già da un po' in quel dormitorio, non avevo ancora imparato dove si trovavano le altre Sale. Fortunatamente all'ingresso di ogni Sala , c'era una mappa, quindi una volta fuori, presi ad analizzarla per capire da che parte andare.
    "Non è molto lontana... devo proseguire dritto verso destra e imbucarmi nel primo arco a sinistra..." pensai.
    Seguii le istruzioni e una volta nel dormitorio maschile, ripresi il foglietto per vedere quale fosse il numero della sua stanza. C'era scritto: Stanza n°109. Mi avvicinai e bussai con forza, mentre ripetevo nella mia mente: "Dio solo sa', quanto odio i ricconi scansafatiche. Ti prego fa' che non debba passare tutto il tempo del viaggio con un odioso incapace.".

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    CITAZIONE
    Bangtan boys(in coreano: Bangtan Sonyeondan abbreviato più comunemente in BTS) è una band sud coreana formatasi nel 2013 sotto la Big Hit Entertainment.
    Il gruppo è composto da 7 membri: Rap Monster(leader), Suga, Jin, J-Hope, V, Jimin e Jungkook(makne).
    Il fandom dei BTS è A.R.M.Y. che sta per Adorable Representative M.C for Youth.

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    I BTS sono una delle mie band preferite. Mi piace la loro musica, le loro coreografie spettacolari e i loro MV super infartosi. Se non li conoscete, ecco a voi alcune delle mie canzoni preferite.





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    yxs1Wi8
    Ophelia KaiserRazza: Demone Classe: Assassino Numero Stanza: 132 Fama: 0 Contrariamente alle sue aspettative, Ophelia si ritrovò a stringere la mano del ragazzo. Era delusa dal suo comportamento... ma la sorprese quello che fece subito dopo. Si avvinò a lei... fin troppo per i suoi gusti. Tuttavia, trattenne l'impulso di scaraventarlo via e rimase immobile. Serrò i pugni, e strinse i denti. Non poteva sopportare qualcosa di simile, e fino a quel giorno non aveva mai lontanamente pensato di cercare di trattenersi. E mentre lui avvicinava il suo viso all'orecchio di Ophelia, il suo sguardo rimaneva fisso e impassibile, intento a scrutare qualche posto lontano.
    «Già... diventa più forte, sono curiosa di vedere cosa ne uscirà fuori.» rispose, modificando la sua espressione in un beffardo sorriso.
    Alla fine, lo vide allontanarsi e aprire le maestose ali nere, le cui piume venivano gentilmente accarezzate dal soffio leggero del vento. Restò per qualche secondo a guardarlo andare via, e per un secondo le balenò in testa l'idea di prendere arco e freccia e colpire quelle splendide ali. Ma... no. Sarebbe stato ancora più noioso dover combattere contro qualcuno di invalido.
    Quando scomparì del tutto, la ragazza girò i tacchi e dopo aver sistemato la cintura dei pantaloni, spiegò le ali nere e si diresse al dormitorio.

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    yxs1Wi8
    Ophelia KaiserRazza: Demone Classe: Assassino Numero Stanza: 132 Fama: 0 Ophelia ascoltò attentamente la storia del giovane per tutto il tempo senza proferire parola. Continuò a guardarlo mentre giocherellava con un bracciale di pelle marrone che aveva al braccio. La sua non era una bella storia, anzi non riusciva a credere all'esistenza di genitori che non davano amore ai propri figli. Cercò di immaginare la sua vita se al posto di Mark ci fosse stata lei a dover vivere in una famiglia del genere. Pensò a tutte le cose che avrebbe avuto, ma a tutti gli sguardi assenti che i genitori le avrebbero rivolto nei pochi momenti in cui erano liberi dal lavoro. Pensò a quanto doveva essere orribile il fatto che i suoi genitori decidessero per lei cosa fare della sua vita. Chi amare, chi sposare, con chi vivere, cosa fare. "Sarei scappata anche io... ne sono sicura" pensò. Assolta nei suoi pensieri quasi non si accorse che Mark le stava chiedendo qualcosa.
    «Non c'è molto da dire, voglio solo diventare più forte. Ed ho pensato che per mio padre fosse arrivato il momento di riposarsi e godersi la vita, senza allenamenti mattutini. Voglio vivere senza appoggiarmi a nessuno e voglio anche... rimediare ai miei errori.» rispose. Quello era l'unico obbiettivo che aveva nella vita, per un periodo di tempo qualcosa aveva cercato di cambiarlo, ma ora, ora niente avrebbe potuto ostacolarlo. E se uno di quei così con le ali bianche sarebbe di nuovo apparso davanti a lei, beh... lo aveva promesso, quelle ali le avrebbe tagliate e le avrebbe gettate nel lago più vicino. E se avrebbe incontrato Lui? In quel caso, magari avrebbe potuto esitare, ma avrebbe cercato con tutte le forze di muovere il suo corpo e tagliare anche la sua testa. «Insomma niente di speciale...» concluse infine. Si alzò in piedi con un balzo e cominciò ad aggiustare le cinture che la cingevano ovunque. Prese il bastone che prima aveva gettato a poi centimetri di distanza. Cominciò nuovamente a farlo roteare tra le mani e contemporaneamente intorno alla vita e sopra la testa. Prese anche il bastone di Mark e si diresse verso il cesto in cui erano deposte tutte le armi. Poi tornò indietro e tese la mano al ragazzo per aiutarlo ad alzarsi, ma quello era un gesto che serviva solo a metterlo alla prova, per testarlo. Se avrebbe preso la sua mano, Ophelia sarebbe rimasta molto delusa, in caso contrario gli avrebbe dato una pacca sulla spalla e lo avrebbe salutato dandogli un amichevole calcio sul fondo schiena per poi voltargli le spalle dicendo: «Non credo che ci sia altro da dire. Voglio combattere ancora con te quindi, vedi di diventare più forte... altrimenti mi annoierò. Buona fortuna... » e ridendo nel suo modo freddo e distaccato, che a volte, anzi ma che dico? SEMPRE, sembrava così maledettamente crudele ed estremamente affascinante.


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    Edited by «Misaki» - 19/8/2014, 12:32
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    yxs1Wi8
    Markus ZusakRazza: Angelo Classe: Berserker Numero Stanza: 133 Fama: 0 Era lei, era davvero lei. La sua voce che lo chiamava era così familiare, così vicina eppure incredibilmente lontana. All'improvviso i ricordi di quella notte, che aveva così disperatamente cercato di allontanare cominciarono a scorrere nella sua mente. Il viso nero di quel disgustoso demone, Marì impietrita dalla paura e lui che non era riuscito a sopportare l'umiliazione di essere figlio di uno di quegl'esseri. La sua fuga e tutto quello che alla fine lo aveva portato ad iscriversi all'accademia. Era destino, quei ricordi non potevano sparire, niente poteva sparire. Si sentì un codardo perchè ancora un volta provava il desiderio di scappare, ma il suo corpo no... lui no... lui voleva restare, voleva stringere ancora una volta quella bambina tra le braccia e ascoltare i suoi pensieri. Marì agitava le sue mani nell'aria, in cerca di Markus. E quasi d'istinto la mano del ragazzo si allungò e afferrò quella della ragazza. Non riusciva a parlare, era felice e spaventato nello stesso tempo. Avrebbe voluto scappare, ma i suoi piedi sembravano piantati in terra. Alla fine l'unica cosa che uscì dalla sua bocca fu un sussurro che racchiudeva tutta la sofferenza e il dispiacere che aveva provato in quegl' anni.
    "Mi dispiace, Marì»

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    yxs1Wi8
    Ophelia KaiserRazza: Demone Classe: Assassino Numero Stanza: 132 Fama: 0 Ascoltò attentamente la sua storia che più andava avanti più diventava interessante. Ophelia si abbandono alla voce profonda del ragazzo e alzando una mano al cielo, cominciò a girarla nell'aria e a fare strane forme con le dita. Le sue dita nascondevano il sole e alcuni raggi che sfuggivano alla sua mano arrivavano dritti negli occhi della ragazza. Quando Mark finì il suo racconto, tutto le parve più chiaro. Non poteva capire il tipo di sofferenza che aveva Mark nel suo cuore e non voleva nemmeno sforzarsi di capirla, perchè sarebbe stato inutile. I suoi genitori le avevano sempre dato tutto l'amore del mondo. E anche se suo padre la faceva cadere ogni giorno, era sempre lui a fasciare le sue ferite. Per questo il suo sogno, il suo più grande desiderio era ed è tutt'ora quello di rendere onore alla sua famiglia. Far vedere di che pasta è fatta e diventare sempre più forte!
    «Non ho idea di cosa si provi ad essere ignorati dai propri genitori e non voglio saperlo. Non cercherò di consolarti, perchè so' che è inutile e che nessuna parola potrà guarire il dolore che porti nel cuore. Ma di dolore, forse ne so' qualcosa anche se il mio di sicuro non è grande come il tuo.» dissi. Poi girai il collo verso di lui.
    «Sai perchè non voglio essere chiamata in questo modo? È esattamente il tuo motivo. Mi fa' schifo. Mi fa' schifo perchè le ragazze nobili vestono abiti costosi, non sanno cosa sia il sacrificio, non sanno cosa sia essere forte e devono sempre essere protette. Sono altezzose e arroganti. Le odio. Nel mio paese era pieno di queste ragazze, che mi guardavano sempre dall'alto in basso solo perchè non vestivo con gonne pompose, ma ero sempre coperta di stracci neri e cinture ovunque. Esattamente come ora. Ma sai cosa? Ho sempre camminato a testa alta, fiera di essere quello che sono, fiera di saper muovere una spada ed essere capace di uccidere.» disse tirando fuori tutta la rabbia che aveva in corpo e che teneva dentro da davvero troppo tempo. Era una bella sensazione, parlare finalmente con qualcuno senza avere paura di essere giudicati. Serrò i pugni e cerco di respirare lentamente per calmarsi un po'. Il ragazzo si girò poi a guardarla negl' occhi e Ophelia ne sospettò anche il perchè. La conferma arrivo poco dopo.
    «Tsk... quindi ci sei cascato anche tu?» disse cercando di trattenere una risata. «Sai ancora non l'ho visto un uomo, che non è attratto dai miei occhi! Comunque grazie!»
    Concluse infine. Poi ricordò quando camminando tra le strade del suo paese tutti i ragazzi quando la vedevano prendevano a fissarla. La fissavano ma non si avvicinavano perchè portava sempre la spada in una sacca che aveva sulla schiena e perchè lei li guardava con uno sguardo freddo, tipico di quelli che non amano parlare e stare con nessuno. Scacciò quei pensieri dalla sua mente e si ricordò del'odore di fumo che aveva sentito poco prima.
    «Ho notato che hai l'odore del fumo. Fumi vero? Dovresti smettere altrimenti le conseguenze saranno pagate dal tuo corpo. Anche mio padre fuma, infatti negli ultimi mesi era sempre il primo a stancarsi.» disse, cambiando discorso. Attese per un po' la sua reazione poi fece una domanda, che forse poteva sembrare invadente ma che ora come ora, che sapevano molto l'uno dell'altro, valeva meno di zero.
    «Se non sono troppo invadente, volevo chiederti, perchè sei venuto il questa scuola??»


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    Scusami il ritardo, ma ho avuto un po' di problemi! Scusa ancora!


    Edited by «Misaki» - 13/8/2014, 14:38
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    yxs1Wi8
    Ophelia KaiserRazza: Demone Classe: Assassino Numero Stanza: 132 Fama: 0 Mark le confessò che avrebbe potuto combattere qualche altro minuto, ma che ne avrebbe pagato le conseguenze la mattina seguente. Ophelia poteva capire come si sentisse, e ricordò ancora i giorni infernali che erano i suoi primi allenamenti. "Lo so, sono molto grata a mio padre." rispose la ragazza sentendo il complimento che Mark aveva fatto a suo padre, "Ah, capisco... Se hai bisogno di aiuto con la spada vienimi a cercare quando vuoi allora! disse Ophelia con gli occhi ancora chiusi e il sole che le riscaldava tutto il viso. Sentì poi il ragazzo sdraiarsi al suo fianco. E udendo il suono dell'erba che si muoveva un nuovo ricordò le balenò davanti agli occhi. Era sempre con lui e stavano guardando il cielo mano nella mano. Era l'ora del tramonto quindi le nuvole erano dipinte di un rosso/arancio che faceva sembrare tutto molto pittoresco. Anche se era solo un ricordo, sentì anche il profumo di menta sotto il naso che però venne sostituito subito da quello della persona che aveva in realtà di fianco. Il profumo di Mark, lo notò in quel momento per la prima volta, era quello del tabacco. Non le dava fastidio dato che anche suo padre fumava. Una domanda del ragazzo, la fece uscire dai suoi pensieri e anche se si conoscevano da poco, quella piccola battaglia aveva mostrato a entrambi molti lati della loro personalità. Rispondere alla sua domanda era difficile, ma quando Ophelia si girò per guardare il viso di Mark, vide la curiosità accesa nei suoi occhi, così decise di rispondere, anche perchè al momento non aveva niente da perdere.
    «Beh... in realtà ci sono diversi motivi per cui durante il combattimento mi sono "bloccata". Il primo è che mi ricordi la persona che amavo, la seconda è che mi ricordi la me stessa dei miei primi allenamenti con mio padre. Mi ricordi tutte le volte che sono caduta a terra,tutte le volte che mi sono rialzata e tutte le volte in cui sono andata a letto con il corpo completamente dolorante. È strano da dire, ma è così. disse tutto d'un fiato, con tutta la tranquillità di questo mondo. «Anche tu ti sei fermato a pensare diverse volte, a questo punto anche tu mi devi delle spiegazioni.»

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    yxs1Wi8
    Ophelia KaiserRazza: Demone Classe: Assassino Numero Stanza: 132 Fama: 0 Sfortunatamente il suo calcio non andò completamente a segno. Infatti Mark, questo era il suo nome, aveva innalzato una guardia, ma nonostante questo non era riuscito a fermarlo e la punta del piede di Ophelia toccò il suo visto abbastanza da farlo sanguinare. Nonostante avesse raggiunto il suo obbiettivo non era soddisfatta, ma per il momento andava bene così. In quel momento di pausa guardo il suo braccio, per controllare le sue condizioni. Era uscito un livido, ma il dolore ora era quasi impercettibile. Quando alzò lo sguardo per guardare il suo avversario, con sua grande sorpresa, lo vide sedersi sul prato e concedermi la vittoria. Si stava arrendendo?? Lo guardai, prima sorpresa poi arrabbiata e avvicinandomi gli dissi: "Che? Ti arrendi? Che significa che ho vinto? Stai scherzando vero? Come fai ad essere già stanco?"Era davvero sconcertata, perchè non si aspettava che si arrendesse così facilmente! Ma poi lo guardò per bene e vedendo quel viso affaticato che cercava di riprendere aria, ricordò ancora una volta, la lei di una volta. "Va bene, va bene, fermiamoci qui, ma io non ho vinto, mi sentirei una vigliacca a vincere in questo modo!" disse alla fine cercando di smaltire la rabbia. Si accorse che sia dalla sua che dalla bocca del ragazzo scorreva ancora un po' di sangue, così infilò la mano nella sacca destra della sua tunica nera da combattimento e tirò fuori due piccoli rettangoli di tessuto bianco. Si avvicinò al ragazzo e si sedette di fianco a lui. Prese uno dei rettangoli e gliene mise uno in mano. Mentre puliva quelle poche gocce di sangue che sgorgavano dall'angolo destro della bocca, si ricordò della domanda che le aveva fatto Mark, su chi le aveva insegnato a combattere. "Mio padre" rispose secca, "e tu? Non mi sembri un tipo da spada, più che altro combatti a mani nude vero? Se me l'avessi detto prima, avrei combattuto a mani nude" disse. "Comunque grazie per aver combattuto con me, era un po' che non mi divertivo così!" dissi infine. Era un rito quello, ogni volta che combatteva con qualcuno diceva sempre grazie, sia in caso di perdita che di vincita. Attese le sue risposte e nel frattempo si stese sul prato e prese a guardare il cielo azzurro. Appoggiò le mani sull'addome e chiuse gli occhi per qualche secondo.

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    yxs1Wi8
    Ophelia KaiserRazza: Demone Classe: Assassino Numero Stanza: 132 Fama: 0 Quando sentì la punta della spada toccare il punto preciso in cui risiedeva il nervo che si trovava tra il ginocchio e la coscia, Ophelia provò un brivido di piacere e di divertimento vedendo il volto del giovane ragazzo contorcersi dal dolore. Eppure provò anche compassione pensando a tutto il dolore che causava quella mossa. Per un momento tutte le sofferenze che la pesante spada di suo padre le avevano dato in tutti quegl' anni, le apparsero come in una visione e questo le causò una distrazione che era assolutamente proibita durante un combattimento. Ma quando si accorse di quello che stava succedendo era ormai troppo tardi. Il ragazzo dai capelli dorati, stava tentando di colpirla sul braccio che impugnava la spada. Anche se il suo corpo tentò d'istinto di schivare il colpo, il tentativo fallì e il bastone del ragazzo, che nel frattempo aveva anche cambiato il tipo d'impugnatura, la colpì violentemente poco più di 10 centimetri dal polso. Era doloroso, estremamente doloroso, ma quello era niente in confronto a tutto il dolore che aveva provato il suo cuore. Non era niente in confronto alle taglienti urla di suo padre che la colpivano violentemente, ogni volte che cadeva e non riusciva a rialzarsi. Strinse i denti, cercando di reprimere il dolore, e una goccia di sangue le uscì dalla bocca. "Accidenti!"pensò. A causa della troppa pressione che aveva esercitato sui denti e sulle gengive, qualche vecchia ferita doveva essersi riaperta. Girò la testa di scatto, e guardo intensamente gli occhi del suo avversario, mentre asciugava il poco sangue che usciva dall'angolo destro della bocca. Sorrise e disse piano: "Beene! Mi hai sorpreso! Ma mi stavo chiedendo, come mai sono l'unica ad aver detto il suo nome???" quelle parole dovevano servire a sdrammatizzare e a caricare l'energia per tentare il prossimo attacco. Assunse una posizione classica da scherma, e chiuse gli occhi per tre secondi per entrare nella concentrazione più profonda. Quando li aprì, non esitò e attaccò il ragazzo ad entrambi i lati del collo e infine con uno scatto fulmineo si girò e gli tirò un calcio diretto alla sua guancia sinistra. Ritornò infine in una posizione eretta e disse ridendo sadicamente: "Questo è per il mio braccio!!"

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    Edited by «Misaki» - 11/8/2014, 10:49
32 replies since 16/7/2012
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