[Evento] Ballo di Fine Anno

Mensa~

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    Il Ballo di fine anno Da quando era apparso l'annuncio in bacheca la gli studenti erano entrati in fibrillazione.
    Le ragazze preoccupate per cercare i vestiti e gli accessori giusti, i ragazzi preoccupati a trovare una compagna per il ballo... talmente preoccupati che ormai i giorni sono passati e loro devono decidersi ancora cosa mettere e come comportarsi perché ormai è troppo tardi... le ragazze le avrebbero trovate la sera della festa.

    La sera tanto attesa è finalmente giunta, la mensa è irriconoscibile,.
    Accanto all'ingresso e ad ogni porta finestra, che per l'occasione erano state aperte per permettere agli invitati di entrare e uscire con maggiore comodità, erano appese due lanterne in ferro battuto a cui erano appesi drappi che arrivavano fino a terra e da una lanterna all'altra a formare un morbido semicerchio. L'interno era stato tirato a lucido, il bancone che serviva da self-service di giorno era stato trasformato in un lungo tavolo; coperto da una candida tovaglia su cui spiccavano tovaglie più corte nei colori del rosso, giallo e arancione. Il tavolo era ricolmo di ogni tipo di stuzzichino, sia dolce che salato, e a intervalli regolari erano disposte file di piatti e ceste di posate.
    Negli spazi tra una finestra e l'altra erano stati posizioni, alternativamente, altri tavoli con bevande, stuzzichini, piatti e posate e alti vasi di porcellana bianca contenti girasoli, gaillardie, gigli, calendule e gerbere tutti nei toni del giallo, rosso e arancione.
    Nell'angolo a destra, di fronte all'ingresso, era stato posizionato il piccolo palco su cui avrebbe preso posto l'orchestra che avrebbe allietato la serata con la sua musica.
    I tavoli della mensa erano stati sostituiti con tavolini rotondi, più o meno grandi coperti da una lunga tovaglia bianca , una tovaglietta colorata e un elegante centrotavola composta da un vasetto sottile di vetro contenente una singola orchidea. I colori, giallo, rosso e arancione erano stati alternati in modo da non avere un colore uguale accanto all'altro; i tavoli erano stati disposti in modo circolare, da sinistra verso destra, in modo da formare una specie di angolo retto che lascia libero lo spazio di fronte al palco per le coppie che vogliono ballare.
    Anche il giardino era addobbato a festa, certo non tutto visto la vastità ma a tutti gli alberi erano state appese delle lanterne luminose che spandevano attorno una luce soffusa.
    Sparse sull'erba erano state messe delle lanterne colorate a forma di fiore, più grandi di quelle che galleggiavano nei laghetti e nelle fontane.
    Quattro grandi gazebi in legno erano stati allestiti per l'occorrenza e sotto di essi erano stati messi altri tavoli da buffet per permettere di rifocillarsi senza dover sempre rientrare.
    Anche all'esterno possiamo trovare tavolini, poltroncine e divanetti per mangiare e chiacchierare in compagnia e allegria.
    Al riparo di grandi alberi poi sono stati creati degli spazi più riservati per chi vuole rilassarsi lontano dalla confusione della festa.
    Anche all'esterno è possibile ascoltare la musica che viene diffusa magicamente grazie ad un incantesimo fatto sui fiori.





    Edited by .:Kym:. - 18/7/2014, 15:38
     
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    Ahrën Wolfrun
    Classe: Arciere Oscuro Razza: Angelo Numero Stanza: 110 Fama: +5 Affinità: +65 (Hikaru)

    Ruolata
    Il giorno che temevo più di tutti era arrivato. Deglutii, alzandomi dal letto dove ero stata sdraiata tutta la mattina e scostando appena le tende della mia finestra; guardai fuori dalla finestra della mia stanza, e poco più in basso di me li vidi. Gli studenti addetti alla preparazione del ballo, sotto la supervisione dei professori e dei bidelli, stavano sistemando la mobilia. E riuscivo a sentire l'odore delle pietanze cucinate per il buffet fin laggiù. Sospirai, mettendo la testa sotto le coperte e lasciando che i capelli mi ricoprissero il viso; non sapevo neanche io se avevo voglia di andare al ballo o meno! - Non ho ancora trovato un accompagnatore... Sarebbe strano andarci da sola... No? - pensai, ma non era affatto vero; più di un mio compagno di corso mi aveva invitato al ballo, ma la risposta era sempre stata una, ed era negativa. - Ma allora di cosa ti lamenti!? E'colpa tua no? - fece una voce da dentro la mia testa, e non potetti che darle ragione; ma in realtà mi dicevo che avrei preferito andarci da sola piuttosto che con uno sconosciuto, e riguardo l'unica persona con cui avevo stretto un legame simile all'amicizia, al momento non sapevo neanche se sarebbe andata al ballo. Sospirai, mentre scendevo dal letto e mi dirigevo nella stanza che fungeva da bagno, dandomi una sistemata; dovevo ancora recuperare un abito, e se me ne fossi rimasta nella stanza tutto il giorno, avrei dovuto partecipare all'evento indossando l'uniforme dell'Accademia, dato che altri abiti non ne avevo. Attendevo con orrore crescente la sera, ma ogni minuto che passava più mi convincevo che forse avrei fatto bene ad andarci; in fondo, praticamente tutta l'Accademia sarebbe stata presente... E poi l'idea del buffet era decisamente allettante. Al massimo, avrei potuto passare tutta la serata a rimpinzarmi; era comunque meglio che starmene in camera mia senza far niente. E ci sarebbe stata anche la pista da ballo... Adoravo danzare: me ne vergognavo tantissimo, ma era sempre stata una delle mie più grandi passioni, e l'idea di un ballo mi aveva fatto, felice, anche se sentivo che sarei apparsa decisamente goffa. Non mi allenavo da mesi, se non da anni! Forse quel ballo sarebbe stata l'occasione per sbloccarmi... O forse no. Anche se mi vergognavo a doverci andare da sola, non potevo far altro che pregare e sperare che andasse tutto bene.
    Era pomeriggio inoltrato quando uscii dalla mia stanza e mi diressi verso il mercatino della scuola; per tutta la settimana avevo continuato ad aggirarmi nei pressi nel luogo, ma non avevo mai avuto il coraggio di entrare. Ero una delle ultime ritardatarie: tutte le altre ragazze avevano già scelto i loro abiti, e io ero sicuramente l'unica che si era data così tanta pena per decidere se partecipare all'evento o meno. E ancora non ero decisa! Ma comunque non avevo fatto una bella scelta; i vestiti migliori erano già stati tutti presi, e rimanevano soltanto pezzi di stoffa o vestiti incompleti o di seconda mano. Però, la mia attenzione venne attirata da un drappo rosso; mi avvicinai alla bancarella contenente il tessuto, e quando tirai per vedere che cos'era, rimasi quasi senza parole. Era un abito praticamente nuovo: sembrava essersi "salvato" dalle svendite dei giorni prima, e a giudicare dalla grandezza sembrava perfetto per me. - Perfino i colori sono azzeccati... - pensai sbigottita, ripensando ai miei capelli rossi fuoco. Un vestito rosa pallido senza spalline costituiva la maggior parte del vestito, decorato in modo semplice con un solo fiocchetto rosso in cima al corpetto; la sua ampia gonna però arrivava fino ai piedi. Da indossare sopra, vi era un "copri vestito" rosso - il cui colore mi aveva appena fatto scoprire quell'abito - che si chiudeva sotto il seno e si apriva dalla vita in poi, lasciando scoperto il davanti. La gonna rossa, notai, arrivava poco più in su di quella rosa. Sul bordo vi erano cuciti dei grandi fiocchi, che arricchivano il vestito; in più, delle lunghe maniche rosse partivano dalla metà del braccio, poco sotto i gomiti; un pizzo rosa infine sbucava da sotto le maniche, nascondendo le mani alla vista. In più vi era una fascia rosa pallido, con attaccati dei fiori rossi - ovviamente finti - sopra; non capivo a cosa servisse, ma immaginai che facesse sempre parte del corredo. Poco più in là vi erano delle ballerine rosse con un fiocco sopra; di una tonalità poco chiara del vestito, mi dissi che nessuno se ne sarebbe accorto data la lunghezza dell'abito, e presi anche quelle. Stavo tornando nella mia stanza con "il prezioso fardello" tra le mie braccia, quando un tizio dall'aria strana mi fermò. - Aspettare tu un secondo, signorina, si? -Aveva l'aria di essere un fioraio, data la moltitudine di fiori che portava con sè; ma aveva anche un'aria estremamente inquietante, e per un attimo contemplai l'idea di allontanarmi il più velocemente possibile da lì. Ma stetti a sentire cosa aveva da dire. L'uomo si voltò, prese delle rose bianche e rosa e me le mise in mano, sopra al vestito. - Tradizione! Da mie parti quando c'è festa tutte le signorine indossare delle rose! Fanno due monete signorina, siiiii? - disse quello, tendendo la mano in attesa dei soldi. Lo guardai stranita, ma non volevo stare a discutere; dubitavo che avrei trovato un'utilità a quei fiori, ma rovistai un secondo nelle tasche dell'uniforme e trovai due monete. - Ecco qua... Ehm... Grazie? - dissi, guardando ancora una volta stranita quell'uomo e andandomene prima che riuscisse a vendermi qualche altro fiore.

    Ero pronta. Avevo passato due maledettissime ore ad acconciare i lunghi capelli, ma finalmente ero pronta. Mi guardai nello specchio posto in un angolo della stanza, cercando di capire se avevo indossato l'abito nel modo giusto: la fascia con i fiori alla fine fungeva da "collana", mentre avevo trovato una sistemazione per le rose tra i capelli, in un lunga treccia che mi arrivava fino ai fianchi. Era stato molto, molto difficile riuscire a sistemarmi i capelli in quel modo, data la loro lunghezza e la mia poca abilità nel pettinarmi, ma alla fine ci ero riuscita. E ancora non sapevo perchè diamine mi fossi messa tutta in ghingheri così: quasi mi vergognavo del mio aspetto, ma di sicuro anche le altre ragazze sarebbero state come me. Sarei riuscita a confondermi tra la folla...
    Presi un grosso respiro, infilando Aren all'anulare destro e guardando di sfuggita il mio arco: avrei dovuto portarlo? Non pensavo; in fondo l'Accademia era uno dei posti più sicuri all'interno dell'intera Evesaje, e quella era una sera tranquilla.... Avrei soltanto dovuto abbandonare i miei dubbi e le mie incertezze, per una sera soltanto....
    Uscii dalla mia stanza e mi diressi in Mensa; era lì che sarebbe cominciato il ballo. Notai che le altre ragazze ridevano e scherzavano, ma ce n'erano anche di nervose e imbronciate come me. Quella constatazione mi aiutò un po', e finalmente riuscii a liberarmi dalla tensione e a entrare nella Sala. La musica non era ancora partita, dato che c'erano ancora poche persone: ma la Mensa era stata completamente trasformata, e rimasi meravigliata osservando come quel posto sembrava totalmente un'altra stanza. Piccoli tavoli erano stati disposti per tutta la sala in modo circolare, in modo da lasciare spazio al centro della Mensa; mi ci volle poco per capire che quella era la Pista da Ballo, e alla sua sola vista arrossii. Inconsciamente, mi diressi verso il punto dove una volta si trovava il tavolo al quale mi ero seduta la prima volta che avevo messo piede nella Mensa; la mia mente tornò all'incontro con Hikaru, e ancora una volta mi vergognai della mia goffaggine. - Spero di non rovesciare più l'acqua addosso a nessuno stavolta... - pensai, appoggiandomi con le spalle al muro e aspettando. Ma cosa stavo attendendo di preciso?



    Edited by «Anhÿlia; - 15/7/2014, 14:16
     
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    Lewys Silyen
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    Ruolata
    Era la sera del ballo. Ero stranamente nervoso; avevo partecipato a molte feste nel mio villaggio, ma... Ma questa era diversa. Non era la solita festicciola piccola che si faceva durante l'anno, dove tutti conoscevano tutti e dove andavi per passare qualche ora in allegria; anche se il principio era lo stesso... Questa volta sarebbe stata presente tutta l'Accademia, e lo scopo della festa era ballare. E l'unico ballo che sapevo fare bene... No, un momento: io non sapevo affatto ballare! Era la cosa che sapevo fare meno in assoluto. - Perchè non è un approfondimento sulle maledizioni? Perchè!? - mi ritrovai a pensare, mettendomi la camicia bianca che avevo scelto per il ballo e sistemandomi poi il colletto del panciotto nero e blu che indossavo. Vi sistemai sopra il fazzoletto, completamente bianco, sul quale era stata fissata una rosa blu: poi presi la giacca nera e me la misi, stando ben attento a non stropicciarla. Sistemai altre rose blu sul lato destro della giacca, rigirando i polsini dorati in modo da potermi infilare i guanti e lasciare che le maniche della camicia bianca si vedessero. Mi legai infine i capelli con il nastro viola - stonava con tutto il completo, ma non m'importava - e mi calcai il cappello nero sulla testa; avevo già indossato sia i pantaloni che le scarpe, quindi mi potevo ritenere pronto. Ma non lo ero affatto. Fino a qualche giorno prima avrei trovato quel ballo inutile e senza senso, ma ora sembrava il più grande ostacolo che avessi mai dovuto affrontare in vita mia. - Ma che ci vado a fare!? Non sono riuscito neanche ad invitare Yindi in modo decente... - pensai, arrossendo di nuovo al ricordo: non c'era niente da fare, io con le ragazze ero proprio negato. - Chissà se verrà pure lei... - mi chiesi, ripensando all'incontro avuto quasi una settimana prima con la Kowka. Speravo che ci fosse, perchè altrimenti sarei andato soltanto per diventare parte integrante dell'arredamento... Non sapevo minimamente ballare, nè socializzare con qualcuno! - E'inutile rimuginarci su, Lewys... Vai e non ci pensare più! mi dissi, cercando di farmi forza; ma le mie gambe non volevano saperne di muoversi. Sospirai affranto, sistemandomi nervosamente il colletto e il fazzoletto; perchè ero così a disagio!? - E'soltanto un ballo, durerà poche ore... - sperai, facendo qualche respiro profondo per calmarmi e dirigendomi verso la porta della mia stanza, - ... Magari potrebbe pure essere divertente... -. Fissai la porta con aria di sfida, quasi come se fosse lei a impedirmi di uscire: in realtà erano soltanto le mie paranoie e la mia incertezza, ma in qualche modo riversare quelle sensazioni sulla porta di legno mi faceva sentire meglio. Scoccai un'occhiata al paesaggio che potevo vedere dalla mia finestra; riuscivo a malapena a vedere il Giardino, ma in compenso la Mensa era proprio sotto la mia stanza. Le luci di quel posto e i suoi addobbi mi avevano ossessionato per ore... Ma non era la Mensa che stavo guardando; avevo rivolto lo sguardo al cielo, cercando di capire che ora era... E a giudicare dal sole ormai all'orizzonte, e dal tramonto che lentamente stava lasciando spazio alla luna, la festa doveva essere già cominciata. - Forza... Ora o mai più! - mi dissi, e nello stesso istante in cui pensavo quelle parole, aprii la porta. Sospirai pesantemente, richiudendola alle mie spalle e dirigendomi verso la Mensa. - Va tutto bene... Va tutto bene... - continuavo a ripetermi, ma in realtà pensavo che avrei fatto meglio a restare in camera. Però, la voglia di rivedere Yindi era troppa. Arrivato sul luogo, persi qualche secondo ad ammirare le decorazioni; anche se le avevo già intraviste dalla mia stanza, vederle dal vero era tutta un'altra cosa. - Vale la pena partecipare soltanto per questo... - pensai, mentre camminavo con il naso all'insù per osservare tutto quel che riuscivo; soltanto quando sbattei contro diverse persone ritornai in me, e mi diressi immediatamente nell'angolo meno visibile di tutti. Mentre camminavo, scrutavo tra la folla per vedere se trovavo Yindi, ma... Di lei ancora nessuna traccia. - Che non sia ancora arrivata? - pensai, dirigendomi verso il buffet. Avevo una gran fame, e me ne ero accorto solo in quel momento!

     
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  4. Zalya
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    Hikaru Nakasawa
    Classe: Mago Rosso Razza: Demone Numero Stanza: 109 Fama: 15 Affinità: 65 (Ahrën)

    Ruolata
    Quel giorno tanto temuto e odiato (o almeno, io lo odiavo) era infine arrivato. Tutta la scuola era in fermento e io non ne potevo già più. Odiavo restare in mezzo alla gente. Odiavo il miscuglio di discorsi che si creavano quando c'era tanta folla, odiavo BALLARE... "Allora perchè ci vado?" Non c'era dubbio: quell'evento non faceva per me. Eppure mi sentivo quasi obbligato. La mattina mi svegliai più tardi del solito, pensavo ancora alla mia missione e alla ragazza che vidi. Sembrava davvero la mia sorella perduta... la notte non riuscivo più a dormire proprio per quel motivo, non facevo altro che rimuginarci sopra. "Magari non era davvero lei... Mi sarò sbagliato." pensavo quello mentre a malavoglia aprivo l'armadio cercando qualcosa da mettere per quella stupida festa. Mi accorsi però che... non avevo un bel niente! "Tzè, non credo importi poi molto... sono le ragazze che devono preoccuparsi per questo! ... giusto?" cercai bene tra i pochi vestiti e tirai fuori una mia vecchia camicia nera decorata con dei voulant che partivano dal collo e finivano al centro della camicia. Andava più che bene. Di pantaloni potevo benissimo usare un paio neri con delle righe sottilissime color grigio scuro che tirai fuori sempre dall'armadio. Di scarpe avrei usato quelle che indossavo sempre, sarebbero andate più che bene. Non restava altro che aspettare la sera. Nel frattempo me ne andai ad estraniarmi da tutto e tutti uscendo di nascosto dall'accademia andando a farmi una passeggiata nel bosco lì vicino. Quando ormai mancò poco all'inizio dell'evento tornai in accademia e passando veloce in camera mia mi vestii per poi dirigermi alla mensa, dove si sarebbe tenuto l'evento. Ripeto: non ne avevo proprio voglia. Appena arrivato notai che c'era ancora poca gente. Poca gente che però riusciva comunque a far chiasso! Cominciai a scrutare ogni singola persona, inconsciamente cercavo l'unica persona che conoscessi in quell'accademia: Ahren. "Chissà se c'è... no aspetta, che mi importa?" Sbuffai, dirigendomi verso il buffet, l'unica cosa per cui valeva la pena presentarsi a quell'evento. Afferrai un cosciotto di pollo con le mani e cominciai a mangiare con nonchalance, mentre delle ragazze mi fissavano inorridite per le mie "buone maniere" le ricambiai con uno sguardo di ghiaccio che le impaurì facendole scappare. A un certo punto, notai che dal lato opposto del tavolo, non poco lontano da me, c'era una persona, un ragazzo che stranamente trovavo familiare. Lo fissai per qualche secondo per capire chi fosse ma forse mi stavo solo sbagliando, così tornai ad abbuffarmi al buffet.

     
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  5. Selëne
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    Nome & Cognome
    Classe: Maga Nera Razza: Demone Corvo Numero Stanza: 108Fama: 0

    Ruolata
    “Ballo” una parola alquanto bizzarra di cui ancora non ne comprendevo il significato appieno.
    Eppure mi ritrovavo da qualche oretta circa davanti allo specchio, perdendo tempo a sistemarmi i capelli in una sontuosa acconciatura con tanto di boccoli e fermagli a forma di fiore, solo per poter partecipare a questa strana usanza umana. D’altronde non c’era stata molta scelta, i professori erano stati molto chiari, chi direttamente chi indirettamente; il ballo faceva parte del semestre e doveva essere rispettato come una qualsiasi attività didattica. Così, dovetti nascondere tutto il mio disappunto e scetticismo e iniziare a cercare un abito da mettere. Per fortuna l’accademia disponeva di un discreto borgo munito di bazar e quant’altro, non fu difficile trovare tutto il necessario, il dramma avvenne quando dovetti indossarlo.
    Corsetti, lacci, fiocchi, spille et similia, tutte insieme in un solo vestito, possibile che alle donne umane piacesse torturarsi tanto?
    «Sei in ritardo..kya..ritardo!» gracchiò Noir che si divertiva a prendermi in giro dalla sua gabbia.
    «Zitto pennuto, e ringrazia che gli animali non sono ammessi a questo evento, altrimenti avrei comprato un bel fiocco anche a te» dissi finendo di sistemare l’ultimo fermaglio in cima alla nuca.
    Lanciai una rapida occhiata all’orologio a pendolo appeso sopra al mio letto e constatai che il ballo era già iniziato da mezz’ora. Feci spallucce e passai un leggero velo di cipria sul naso e sulle guance, per poi tingere le mie labbra con il rosso accesso di un concentrato alle fragole, comprato sempre quel pomeriggio al bazar. Rimasi ad osservarmi allo specchio per pochi secondi, notando con piacere che il colore del rossetto si intonava con i miei occhi, per poi alzarmi e dirigermi a passi svelto verso la mensa.
    Mentre mi muovevo tra i corridoi in silenzio, non potei far a meno di notare l’agitazione generale di molte mie compagne di accademia; chi piangeva per un tacco rotto, chi litigava per un vestito uguale, chi ridacchiava e schiamazzava pensando al suo cavaliere. Decisamente uno spettacolo patetico.
    Più mi avvicinavo alla sala da ballo e più mi pentivo di non essere stata più risoluta nell’oppormi a questa stupida farsa umana, ma ora mi trovavo lì e dovevo in qualche modo trovare un modo per far passare velocemente quelle ore infernali. Varcai la soglia della sala in silenzio, a passi piccoli e insicuri, quasi di soppiatto, volevo cercare di sparire il prima possibile da tutta quella bolgia di persone che già si erano ammassate attorno al buffet, e così mi diresi in un angolo appartato dove, miracolosamente, c’era una sedia libera. Feci per sedermi ma una voce petulante mi bloccò.
    «Buonasera madmoiselle» disse un giovane dai capelli rosso fuoco e con sguardo arrogante «volevo solo informarla che siete più radiosa della luna questa sera» aggiunse prendendo la mia mano e facendo per baciarne il dorso. Io, trattenendo un conato di vomito, ritrassi subito l’arto e lo guardai torvo.
    «Scusami, ma sono già accompagnata, vedi di sparire» mentii, continuando a fissarlo malissimo. Il malcapitato fece un’espressione confusa e irritata, per poi allontanarsi senza dire una parola.
    Rimasta finalmente sola, mi sedei sulla tanto amata e desiderata sedia, contemplando il soffito e dintorni della sala, l’unica cosa veramente maestosa di tutta quella pagliacciata.
    Sperai con tutto il cuore di poter passare tutta la serata lì senza pensieri, ma ad un certo punto la mia mente fu invasa da un pensiero tanto strano quanto stupido –Chissà se Lestat è qui?-
    Il fatto che mi importasse cosa facesse il mio “complice” poteva sembrare normale, ma la cosa che mi terrorizzava di più era che una parte di me sperava di incontrarlo. Il ballo prevedeva anche un accompagnatore, ma tutti quelli che ci avevano provato con me alla fine erano scappati a gambe levate, con mia grande gioia, eppure lui non si era presentato affatto, che fossi...delusa?
    Cercai subito di scacciare quei pensieri inutili e fastidiosi, per tornare al mio dolce far niente augurandomi di non essere più importunata da niente e nessuno.


    Edited by Selëne - 16/7/2014, 23:01
     
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    Marya «Wow Marya!»
    «Ma avete visto che abito bellissimo?»
    «Sei favolosa! Sembri una principessa delle favole!»
    «Grazie mille!»
    Abbozzai un semplice sorriso.
    Non potevo vedermi, non potevo sapere se effettivamente sembro una principessa. Come non capivo perché tutti avessero insistito così tanto per farmi partecipare a questo evento. Io non posso ballare, sono cieca. Vivo nella perenne oscurità, perché mai dovrei partecipare a un ballo di fine anno?
    Amethyst ha chiesto a sua madre di confezionare un abito per me, voleva assolutamente che io ci fossi al ballo «Sarebbe stupido che tu non partecipassi» mi aveva detto lei qualche settimana fa «Sei una ragazza molto carina, hai bisogno di un bel principe azzurro che ti stia accanto mia cara!»
    Proprio non capivo.
    Sua madre faceva la sarta e confezionava abiti di lusso per i nobili e chi se li poteva permettere. Ho conosciuto Amethyst qui a scuola. Si è offerta lei di aiutarmi dato che per me fare le cose da sola è molto difficile non potendo vedere. Mi parla sempre di moda e di come anche lei desiderasse diventare come sua madre. Mi piacerebbe vedere alcuni dei suoi lavori, sono certa che a creare abiti è bravissima, anche lei sa cucire... Ma non posso ma sorrido e sospiro. Ci ho fatto l’abitudine ormai.
    Amethyst disse che il mio abito aveva un bellissimo colore verde acqua, che aveva moltissime decorazioni in pizzo. Mi aveva fatto acconciare i capelli in una pettinatura morbida da quel che ho potuto costatare. I capelli però mi tiravano leggermente anche se la parrucchiera da cui mi ha portata la mia amica me li ha lasciati ricadere sulle spalle. Le mie scarpe sembravano fatte di vetro. Erano un tantinello scomode ma pazienza, al dolore ci ho fatto l’abitudine. In testa poi mi hanno fatto mettere un diadema. Con tutta probabilità è fatto di pietre preziose ma a me andrebbe bene che fosse solo di qualche pietra per la bigiotteria, non merito nulla di così importante.
    Una volta pronta Amethyst aveva fatto entrare le sue amiche che mi hanno riempita di complimenti. Io stavo lì, seduta sul bordo del letto della mia stanza e sorridevo sempre con quello che gli altri definiscono uno sguardo vuoto. E’ l’unico che ho, non posso guardare niente.
    La mia amica mi prese per mano e mi aiutò ad uscire
    «Dai andiamo! Stanno per cominciare, non vorrai arrivare in ritardo spero?»
    «No, certamente!» dissi io con un sorriso e andammo verso il luogo del ricevimento.
    Quando arrivammo sentii Amethyst fare apprezzamenti sulla sala: diceva che era bellissima, le decorazioni erano fantastiche e che sembrava di stare in una reggia. Sorrisi, mi faceva piacere sapere che la festa stava piacendo anche a lei, io non so se potrò divertirmi. Devo mettere da parte la tristezza, sarebbe brutto se le altre vedessero che sono così triste. Sorrisi e poi parlai alla mia amica
    «Ti spiace accompagnarmi In giardino? Vorrei prendere un pochettino d’aria» Dissi io con gentilezza e subito la mia amica mi portò in giardino, l’aria era fresca e si respirava un buon profumo di fiori
    «Vado a prendere da bere, vuoi qualcosa?» mi chiede lei
    «No ti ringrazio, se non ti spiace vorrei stare un po’ sola, voglio godermi quest’arietta fresca»
    Mi disse che per lei era a posto ed io mi appoggiai al balcone con le mani. Alzai la testa. Dove guardavo? Forse il cielo, forse le fronde degli alberi chi lo sa. Fatto sta che io non posso saperlo. Immaginavo di vedere un cielo stellato sopra di me e che le stelle brillassero di luce intensa.
    Voglio sentire la tua voce, dove sei? Perché te ne sei andato?
    Vorrei tornasse, vorrei sentire il suo abbraccio ed il battito del suo cuore ancora una volta. Me ne basta una, una soltanto
    «Lucifer…» Dissi a me stessa con un sospiro «Dove sei? Voglio sentire di nuovo il suono della tua voce. Voglio essere abbracciata di nuovo da te… Mi sento così sola, questa oscurità mi sta lentamente uccidendo…»



    «Parlato»
    - Pensato -

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    ♡ Affinità://
    ♡ Razza: Sirena (Inconsapevole)
    ♡ Classe: Maga Bianca



    Edited by .:Kym:. - 18/7/2014, 15:15
     
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    Aggiornato il player con la prima canzone dell'evento. Cliccate su quello nella scheda per sentire la prima OST!



    Brisingr Akindymos
    Classe: Guerriero Razza: Mãnaceo/Umano Numero Stanza: 112 Fama: 0

    Ruolata
    - Ma lo devo proprio fare? - mi chiesi, mentre sistemavo meglio la cintura che mi teneva ferma la tunica che indossavo per il ballo. Non che i miei abiti fossero molto più diversi dal solito; ma quell'abbigliamento era decisamente troppo sontuoso per me, e non vedevo l'ora di mettermi nuovamente i miei vestiti abituali. La tunica nera mi arrivava fino alle ginocchia; semplice e comoda, le uniche decorazioni erano dei ricami dorati sui bordi delle maniche. Lo stesso motivo, però, era cucito anche sulla parte terminale della tunica e sul colletto. Una cintura in pelle, anch'essa nera e con decorati gli stessi disegni della tunica, mi fermava l'abito a metà vita. Infatti era decisamente troppo largo per me; quella tunica una volta era appartenuta a mio padre, e per cercare di migliorare un po' la situazione, lui mi aveva fatto cucire quella cintura su misura. Indossavo anche dei pantaloni neri, con delle strisce di pelle cucite sui polpacci a mo' di decorazioni, e degli semplici stivali neri fermati da borchie dorate. Odiavo dover rimettere dei vestiti così tanto legati al passato; ma erano gli unici che avevo... Mi legai anche i capelli in quel modo bizzarro - che era anche l'unico che conoscevo a dir la verità -, con cui mi ero presentato la volta che avevo incontrato Sibilla in Mensa; presi le ciocche più lunghe che mi coprivano e le legai in una coda alta, lasciando le altre libere. - Chissà se ci sarà anche Sibilla... - mi chiesi, buttandomi sul letto e fissando il cielo che andava scurendosi sempre di più. Non ero portato per certe cose. Certo.... "Grazie" al mio rango avevo già dovuto partecipare a eventi del genere, ma ero stato sempre costretto. In fondo, ero il figlio di un re che aveva appena conquistato chissà quali lussureggianti terre... Terre che stavano venendo sottratte a un popolo precario e instabile; l'Iylisse. Eppure nessuno sembrava curarsene; anzi, di me non era neanche stata fatta spargere la voce che ero un Mãnaceo per metà, e così, per gli altri ero soltanto un rampollo viziato che per i primi anni della sua vita aveva vissuto lontano dal castello. - Beh, non che questo ballo sia differente... - pensai, ricordando con quale severità gli insegnanti ci avevano spiegato che quel ballo faceva sempre parte delle attività didattiche, e che non dovevamo in nessun modo infangare il buon nome dell'Accademia. - Come ci ha definiti la professoressa Redhood mentre ce lo diceva? Aveva a che fare con una banda o dei babbuini... O forse entrambi.... - pensai, dimostrando ancora una volta l'incredibile capacità di concentrazione di cui facevo sfoggio durante le lezioni. - Muoviti Brisingr, non hai tutta la sera... - mi disse una voce, e a quelle parole mi alzai dal letto e fissai la Mensa, il luogo nel quale si sarebbe tenuto il Ballo. - Basterà comportarsi come sempre... Resterò in un angolo e ignorerò tutti. - mi dissi, facendo spallucce. Ormai "l'ignorare tutti" faceva parte del mio carattere. Senza tanti pensieri, uscii dalla mia stanza e mi diressi sul luogo dove si sarebbe svolto l'evento
    Una volta arrivato sul posto, osservai a malapena le complesse e elaborate decorazioni, dirigendomi immediatamente verso il buffet. Avevo preso stranamente a mangiare di più, dopo l'ultimo incontro avuto con Sibilla... E infatti, gli svenimenti non si erano più verificati e anche i miei ricordi e pensieri sembravano essere diventati meno tormentosi. - Forse dovevo soltanto curarmi un po' di più... - ipotizzai, cercando una chioma bionda e lunga in mezzo a tutte le persone che partecipavano al ballo. Si cominciava davvero a essere in molti... Sussultavo ogni volta che intravedo un dettaglio color ametista, e solo in quel momento ricordai di aver messo al collo anche il pendente viola che avevo intagliato io stesso qualche settimana prima; non sapevo perchè ma... Qualcosa mi diceva che sarebbe stato meglio averlo con me in quel momento. Solo in quel momento notai la musica che l'orchestra stava suonando - una sinfonia che in qualche modo mi faceva sentire quasi felice, e risvegliava l'istinto selvaggio di drago che avevo sepolto sotto strati d'indifferenza, cercando di vivere la mia vita da umano... - Potrei persino divertirmi... - pensai, prendendo un piatto e riempendolo con della roba a casaccio, senza curarmi più di tanto di quel che sceglievo - però quando vedevo dell'aceto mi allontanavo schifato - , finchè il piatto non era così pieno che probabilmente le ore che erano state messe a disposizione per partecipare al ballo non sarebbero bastate per mangiare tutte quelle pietanze, - ... in fondo questo posto non è così male come pensavo... -. Guardai storto il piatto sotto di me, non appena mi resi conto di tutto quel che avevo preso; dalla carne e i pasticcini, agli sformati e alle fette di torta... - E ora come la finisco tutta sta roba? - pensai, sedendomi a un tavolo e addentando un pezzo di dolce.

     
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    uSrkDEY
    Sibilla KanakisRazza: Fata Classe: Maga Elementale
    Numero Stanza: Ametista 111 Fama: //
    Ballo...
    Quando avevo visto l'annuncio in bacheca mi ero segnata di getto, avevo sempre desiderato partecipare ad un vero e proprio ricevimento come invitata e non come cameriera!
    Soltanto una volta uscita dalla segreteria fui assalita dai dubbi.
    Non avrei avuto nessun problema ad acconciarmi i capelli, ero sempre stata brava e infatti facevo elaborate acconciature anche per la contessa; ma il vestito?
    Le scarpe e tutto il resto?
    Avevo passato tutto il tempo libero dalle lezioni cercando di abbinare i vestiti che avevo nella speranza di tirare fuori qualcosa di elegante.
    (Ma che mi prende...)
    pensai mentre buttavo per aria, per l'ennesima volta, il contenuto del mio armadio.
    Non mi era mai importato niente di moda, vestiti, essere elegante...
    Non mi era mai importato niente fino all'incontro con Brisingr.
    Un colpo alla porta mi fece sussultare e il cuore prese a galoppare nel petto.
    Un secondo colpo seguito da una voce femminile che chiamava il mio nome mi fece calmare
    «A... Arrivo...»
    dissi mentre tiravo un lungo respiro per riprendere il controllo.
    Una volta aperta la porta mi trovai di fronte Monika, una delle responsabili dei dormitori
    «Posta per te»
    disse porgendomi una busta
    «C'è anche questo...»
    aggiunse indicandomi un baule ai suoi piedi
    «Grazie..»
    risposi un po' sorpresa e aiutata dalla giovane donna portai dentro il baule.
    La calligrafia elegante sulla busta era quella di mia madre.
    Senza perdere troppo tempo a cercare un tagliacarte aprii alla bel e meglio la missiva e iniziai a leggere.
    La lessi diverse volte, come se potessi sentire la voce di mia madre, quando misi giù il foglio avevo le lacrime agli occhi.
    Aprii il baule e guardai i vestiti che mi aveva inviato, tutti regalati dalla contessa.
    Alcuni, a giudicare dallo stile un po' retrò, dovevano essere stati della nobildonna da giovane, ma sembravano nuovi... probabilmente erano stati messi una volta soltanto.
    Mia madre mi aveva tirato fuori dai guai anche questa volta.
    Alla fine la sera tanto attesa e temuta era giunta, dopo mille ripensamenti avevo scelto un vestito piuttosto semplice, bianco e giallo, che scendeva morbido con un leggero strascico.
    Le scarpe non avevano il tacco altissimo, non sarei stata capace di camminarci altrimenti, al collo avevo messo un collarino fatto all'uncinetto decorato con un nastrino e un cammeo.
    I capelli li curavo da questa mattina. Mi ero alzata presto, li avevo lavati con uno shampoo profumato alla vaniglia e poi , dopo averli separati in ciocche non troppo spesse, avvolti su dei cuscinetti cilindrici.
    Il risultato erano delle morbide onde.
    Ne tirai su una parte, fissandoli sulla sommità del capo, lasciai gli altri sciolti con alcune ciocche ad incorniciarmi il viso, completai l'opera con un cerchietto dorato.
    (Ma come si fa...)
    Pensai passando una mano sul decoro sotto al seno.
    Non capivo come si potesse scartare un vestito nuovo, messo solo una volta, solo perché passato di moda...
    Ormai ero pronta e stavo per uscire quando tornai sui miei passi.
    Andai a prendere l'orecchino di ametista, il cui compagno l'aveva mia madre, lo infilai al lobo sinistro e finalmente uscii.
    Una volta in giardino sollevai leggermente l'orlo del vestito, per evitare che si sporcasse, rimasi qualche secondo ad osservare le decorazioni luminose degli alberi e poi mi diressi verso la mensa.
    Man mano che mi avvicinavo la gente aumentava e cominciavo a sentire anche la musica aleggiare nell'aria.
    Durante il percorso incrociai persone che frequentavano con me tutti i corsi, altre che ne frequentavano solo alcuni e altre che non avevo mai notato.
    Salutai quelle che conoscevo con un lieve sorriso e un cenno della mano, continuando il mio percorso fino a raggiungere l'edificio della mensa che per l'occasione era stato riccamente addobbato.
    Mi fermai sull'ingresso e il mio sguardo andò diretto verso l'angolo, dove doveva esserci il tavolo che avevo occupato qualche giorno fa con Brisingr, dove adesso avevano messo il palco dell'orchestra.
    (Devo fare qualcosa...)
    pensai avanzando di qualche passo e voltandomi a guardare com'era stata allestita la sala.
    Stavo per dirigermi verso il tavolo del buffet quando qualcosa mi bloccò.
    Seduto da solo ad un tavolo c'era il motivo per il mio improvviso interesse per i vestiti.
    Rimasi li, ferma immobile ad osservarlo senza sapere cosa fare.



    Edited by .:Kym:. - 19/7/2014, 23:16
     
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  9. Zalya
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    Yindi Suraj
    Classe: Ladra Razza: Mutaforma (Kowka) Numero Stanza: 125 Fama: 5 Affinità: 50 (Lewys)

    Ruolata
    Che bello, un ballo! ADORAVO ballare! Anche se in effetti non ero molto brava... i piedi di mio fratello ne sapevano qualcosa. Ogni volta che ballavamo insieme per lui c'era più dolore che divertimento, ahahahh! Però pensandoci e ripensandoci non avrei avuto nessuno con cui ballare... Tutti i miei compagni di classe mi trovavano troppo molesta e quindi nessuno mi aveva invitata, non ci pensavano nemmeno! Però anche se me lo avessero chiesto, non sarei andata volentieri con loro dato che non c'era nessun tipo di legame e comunque non erano affatto simpatici! Avrei fatto eccezione solo per una persona: Lewys. Purtroppo dopo il nostro primo incontro non riuscii più a incontrarlo, temevo che mi evitasse... "Forse in fondo gli sto antipatica? N-No, dai! Non devo pensare a queste cose! Devo cominciare a vestirmi per il ballo e pensare a divertirmi! Ovviamente farò di tutto per trovarlo là! Ci sarà, no?" con questi pensieri quasi fastidiosi in testa, cominciai a prepararmi. Dopotutto, avevo solo un vestito adatto per quell'evento. Un vestito con cui avevo un legame speciale. Infatti me lo confezionò qualche anno prima mio fratello, sapeva cucire in modo eccelso e quella volta mi fece quel grazioso vestito per una festa che si doveva tenere al castello di un nobile che aveva invitato tutta la città. Ricordavo ancora il sorriso di mio fratello illuminarsi vedendomi vestita in quel modo e la frase che mi disse, raggiante. -Sembri una principessa, quanto sei carina!-
    Sospirai infilandomi le scarpette rosse senza tacchi (visto il mio carattere vispo era meglio non mettere tacchi, li avrei rotti in pochissimo tempo!) e mi sistemai i capelli tenendoli sciolti con dei ciuffetti raccolti all'indietro e fermati da un fiocchetto rosso. Mi guardai allo specchio, poco convinta del mio aspetto. "Ma poi perchè me ne preoccupo così tanto?" pensai tra me e me assumendo un'aria imbronciata e arrossendo. Stavo impazzendo, non c'era dubbio! Mi arresi, tirando fuori un ciondolo apribile che apparteneva a mia madre e che era l'unica cosa che mi era rimasta di lei e che mi era stato permesso tenere. Dentro c'era del pigmento rosa che si poteva applicare sulle labbra e sugli occhi. Scelsi di metterne un goccetto sulle labbra, senza esagerare. -Boh, non me ne intendo proprio di ste cose...- dissi perplessa riponendo via il ciondolo e uscendo dalla mia camera, ero già in troppo in ritardo, rischiavo di essere sgridata dagli insegnanti! Sollevai leggermente la gonna del vestito cominciando a correre. Era un po' difficile... tutta quella stoffa mi impediva i movimenti e non volevo sollevare troppo il vestito per paura di rovinarlo. Una volta arrivata alla mensa, rimasti stupita da tutti i decori appesi ovunque. Non sembrava più una mensa! Avevano fatto un lavoro eccellente! Mi fermai, mettendomi un dito davanti alla bocca e pensando. "E ora che sono qui cosa faccio?" poco in lontananza, vidi il buffet. Non avevo più dubbi su cosa avrei fatto! -CIIIIIIBOOOOO!- dissi correndo verso il buffet. Poi però ricordai le parole di mio fratello -Ricordati, Yindi! Nelle feste devi sempre comportarti a modo. Che sia una festa di nobili o altro non importa! Devi essere educata e soprattutto NON urlare!- Frenai e cominciai a camminare, vedendo tutte le persone che mi fissavano per il mio comportamento. Abbassai le orecchie imbarazzata... che figuraccia! Mancava poco alla mia meta.... scorsi un fiocco viola, che legavano dei capelli neri. "Hm? Dove ho già visto quel fiocco?" In testa mi balenò l'immagine di Lewys. Era proprio lui! Cosa avrei dovuto fare? Cominciavo ad agitarmi. I pensieri di prima mi tornarono in testa... scrollai la testa. "Oh, avanti! Se gli stavi antipatica non avrebbe accettato di esserti amico! Forza, Yindi!" Sorrisi, avevo in mente uno scherzetto. Gli arrivai dietro di soppiatto senza farmi sentire e tentai di coprirgli gli occhi, ma... ero troppo bassa, non ci arrivavo. Così finii per coprirgli il mento e pensando di avergli coperto gli occhi, dissi -BUH! Indovina chi è? Ahahahahh!-
    Figuraccia in arrivo!

     
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  10. Zalya
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    Zephyr Yakunin
    Classe: Ranger Razza: Elfo Numero Stanza: 118 Fama: 0

    Ruolata
    Ansia. Avevo molta, molta ansia! Per me balli e feste non erano novità ma ogni volta non mi sentivo a mio agio. Stare in mezzo alla gente mi mandava nel pallone e diventavo più goffo del solito. "Stavolta... devo cercare di starmene tranquillo e di non combinare disastri..." dissi tra me e me mentre mi preparavo per il ballo. Avevo optato per degli abiti semplici, per non dare troppo nell'occhio. Certo, la scuola era prestigiosa e c'erano molte persone nobili e ricche ma pur essendo un principe non mi andava proprio di essere trattato in maniera diversa dagli altri. Volevo solo essere... una persona normale. Indossai una tunica marrone con i bordi del colletto, maniche e fondo di un marrone più scuro, aggiustandomi in vita una cintura, dei pantaloncini neri che arrivavano fino alle ginocchia e degli stivali di color marrone, un po' più chiari della tunica. Ero indeciso se lasciare i capelli sciolti o meno ma alla fine li legai in un codino basso utilizzando un laccio nero. Ero pronto. Ero pronto a non fare figuracce. Uscii dalla mia camera sicuro di me, arrivai alla mensa senza fare nessun pasticcio, ma... -CIIIIIIBOOOOO!- Una ragazza bassina dai capelli arancio e vestita di rosso mi passò affianco urlando e urtandomi. La spinta mi fece andare addosso a una persona e per sbaglio gli feci rovesciare la bibita che stava bevendo. Ero così mortificato! -Oh! Mi... mi... mi scusi... mi scusi tanto!- dissi a bassa voce e intimorito. Dannazione, ecco che ne combinavo altre! Stavolta però non era colpa mia! Il mio imbarazzo stava prendendo il sopravvento e così decisi di volatizzarmi, nascondendomi in un angolino isolato, sospirando affranto... "Quando finisce? Quando? Sigh..." Mi raggomitolai a terra abbracciandomi le ginocchia, fissando le persone cominciare a ballare sotto le note della canzone appena cominciata... Quella scena non mi era nuova: una moltitudine di persone che ballavano divertendosi e io tutto soletto in un angolo perchè le donne avevano paura che con la mia goffaggine avrei pestato loro i piedi...



    Edited by .:Kym:. - 20/7/2014, 19:05
     
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    she/her

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    Le Terre Proibite

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    Aggiornato il player con la seconda canzone dell'evento. Cliccate su quello nella scheda per sentire la seconda OST!




    Ahrën Wolfrun
    Classe: Arciere Oscuro Razza: Angelo Numero Stanza: 110 Fama: + 15 Affinità: +65 (Hikaru)

    Ruolata
    Non seppi dire quanto tempo passai a fissare le altre persone; seppi solo che ormai la sala era stracolma di gente, e dato che continuavo a tenere lo sguardo fisso nel vuoto - senza sapere che altro fare - non avevo ancora intravisto nessuno. O meglio, non avevo ancora riconosciuto l'unica persona a cui tenevo. Forse non ho fatto bene a venire... - pensai, mentre sospiravo e guardavo la pista da ballo con aria malinconica, - ... In fondo è soltanto uno spreco di tempo. -. Quel ballo mi ricordava in modo spaventoso la festa che era stata data per il mio ultimo compleanno in una casa vera e propria... E, forse per l'ansia, forse per il fatto che ancora non ero riuscita a rimuovere del tutto il doloroso ricordo di quell'evento, non riuscivo a godermi appieno la sontuosa festa. Per quello anche, non riuscivo proprio a rilassarmi e divertirmi a quella festa; temevo che sarebbe successo qualcosa da un momento all'altro, e non facevo che guardare da una parte a un'altra, temendo un qualsiasi attacco da una qualsiasi razza. - Quanto vorrei avere l'arco, adesso... - mi ritrovai a pensare. Anche solo stando vicino alla mia arma riuscivo a calmarmi; quel che mi rimaneva invece, era un anello che probabilmente non si sarebbe neanche preoccupato del pericolo, se ce ne fosse stato uno. - Ma cosa vado a pensare...? Nessuno ha mai attaccato l'Accademia, non ci saranno problemi... - mi dissi, e quel pensiero sembrò riuscire a calmarmi un poco. Anche se l'ansia restava comunque... Potevo dominarla e fare in modo che non trasparisse agli occhi degli altri, ma non riuscivo a nasconderla a me stessa. Mi appiccicai ancora di più al muro, come se potessi sparire da quella sala semplicemente lasciando scivolare attraverso la parete. Peccato che tale cosa non fosse possibile, e restai lì a tormentare la gonna, chiedendomi se fosse davvero il caso di lasciar passare quella serata come se niente fosse e osservare gli altri divertirsi. Eppure, non riuscivo nè ad andarmene, nè a staccarmi dal muro e a cercare di fare qualcos'altro; forse ballare... Ma più vedevo le coppie ballare a suon di musica più storcevo il naso e cercavo di fissare qualcos'altro. Peccato che la pista da ballo fosse così grande; si riusciva a notarla in ogni angolo, e dubitavo che se fossi uscita sarei riuscita a togliermela dalla mente. All'improvviso, anche quel desiderio di ballare mi sembrava inutile e senza senso. Perchè avrei voluto mettermi in mostra, quando quelle canzoni lente erano adatte soltanto a balli di coppia!? Non sapendo cosa fare, rimasi lì al muro a tenere il tempo della musica con un piede, ma prima che potessi scegliere, il mio stomaco decise per me: un sordo brontolio mi fece arrossire fino alla punta delle orecchie, e prima che qualcuno se ne accorgesse mi diressi con circospezione verso il tavolo del buffet, restando comunque abbastanza lontana perchè non sembrasse che volessi avvicinarmi al tavolo. Mi vergognavo persino di dover mangiare! . - No... - pensai, scettica, - .... Queste cose non fanno decisamente per me. -. Ancora una volta il brontolio si fece sentire, e sperai vivamente che il rossore fosse nascosto, almeno in minima parte, dai miei capelli e dal loro colore insolito.
    Ignorai l'imbarazzo; in quel momento il mio appetito prevaleva su ogni altra cosa. Mi stavo dirigendo verso il buffet, quando il grido di una ragazza mi distrasse. -CIIIIIIBOOOOO!- fece una voce, e mi voltai per vedere chi era. Peccato che non avevo ancora smesso di camminare, convinta che non ci fosse nessuno davanti a me... E invece andai a sbattere contro la schiena di qualcuno. - Ah! Scusami! - mi affrettai a dire, arrossendo un po' per la gaffe appena fatta e spostando lo sguardo verso il malcapitato che avevo appena colpito. Mi sentii mancare l'aria per qualche secondo. Era Hikaru. Non trovai le parole giuste; ero felice di rincontrarlo, ma sicuramente lui doveva esserlo di meno, dato che gli ero appena finita addosso e sarebbe stato soltanto grazie a un miracolo se fosse riuscito a non sporcarsi. Ma non era soltanto per il modo con cui l'avevo rincontrato che stavo arrossendo come un'idiota; forse era per via del fatto che si trovasse al ballo, forse per gli abiti che indossava; però non riuscii a fare a meno di fissarlo, mentre le speranze di trovare qualcosa di intelligente da dire si affievolivano sempre di più e io mi sentivo sempre più agitata. All'improvviso, senza neanche capire quel che stavo facendo, presi un fazzoletto di carta dal tavolo del buffet, e mi avvicinai ancora di più al ragazzo. - ... Sei sporco in faccia! - dissi, riferendomi a una piccola macchia sulla guancia del ragazzo e alzandomi in punta di piedi, per arrivare alla sua stessa altezza. Poi pulii il viso di Hikaru con il fazzoletto, e quando ebbi finito lo accartocciai tra le mani, aspettando il momento per buttarlo in un cestino. - Ecco fatto... dissi accennandogli un sorriso, mentre cercavo di ignorare il mio cuore in tumulto.

     
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    O V E R R A T E D

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    ziRhqo3
    "Chi me lo ha fatto fare.." sibilò tra i denti, reggendo con una mano il lembo del vestito, tenendo l'altra stretta al petto insieme alle spalle ricurve, la testa bassa, l'andatura veloce e poco tranquilla, e il volto in gran parte coperto dai lunghi riccioli corvini. A grandi falcate attraversò la mensa tutta addobbata e sconvolta per la grande occasione che aveva messo in trepidazione ormai da giorni tutta la scuola. Trepidazione che lei, doveva ammetterlo, non aveva affatto sentito.
    Le era bastato semplicemente camminare per i corridoio o nelle aule: non aveva avuto difficoltà nel sentire o captare l'argomento "Ballo" negli eccitati chiacchiericci delle ragazze dell' Accademia.
    Vestito, principe azzurro, danze, sì erano state quelle le parole chiave che parevano tormentarla in quei giorni; e più si convinceva che non avrebbe partecipato a quella grande festa, e più le sembrava venissero davvero a tormentarla ancora di più.
    Ah ma la scelta era già stata fatta: tra il fare una terribile figuraccia inciampando sul suo vestito e finire da sola rilegata in un angolino a buttar giù stuzzichini, oppure restare semplicemente in camera a fare la figura dell'idiota asociale e sfigata (come oggi siam soliti dire), preferiva di gran lunga la solitudine in camera: probabilmente nessuno si sarebbe accorto di lei e i problemi non sarebbero stati poi tanti.
    Non aveva alcun problema dunque. Beh..magari fosse stato così. Magari fosse stato così facile e semplice, ma come dire di no al prezioso pacco inviatole dai suoi stessi genitori, venuti a sapere del grande ballo che si sarebbe tenuto lì all'Accademia?
    Era rimasta anche lei molto sorpresa di quell'improvviso ed inaspettato dono davanti al quale, una volta stretto nelle mani, si era detto che non poteva assolutamente rifiutare, e il biglietto intriso di commozione di sua madre l'aveva convinta ancora di più.
    E così adesso, si ritrovava con uno splendido vestito, anche decisamente strano per i suoi gusti, ma non poteva negarlo, era davvero magnifico, e addirittura delle scarpette nuove, stranamente più comode di quelle che aveva e che erano stato motivo in più per farla desistere alla partecipazione del ballo.
    Neanche sapeva ballare lei.
    I capelli non erano stati acconciati in nessuna maniera particolare: li aveva lasciati sciolti, come però non era solita fare in quei mesi caldi ed estivi, a ricadere lunghi sulle spalle e ad incorniciarle il viso candido colorato soltanto dal rossore delle sue labbra, dovuto non tanto per il trucco su di esse, quanto per la tortura che i suoi incisivi avevano riservato loro una volta che Jeremiah si addentrò nei grandi saloni affollati della Accademia.
    Non aveva potuto fare a meno di osservare i completi (acconciature e gioielli compresi) delle graziose ragazze che dall'aspetto felice si aggiravano nel giardino e nella Mensa ritrasformata.
    Magari i suoi genitori, donandole quel vestito, si sarebbero aspettati da parte di Jeremiah un minimo di collaborazione e attività nel completare il suo abito con gioielli e decorazioni varie, ma ahimè..non era stato così, e di fatto, la giovane Mezzosangue si trovava senza alcun gioiello o diadema prezioso, soltanto con il suo vestito. Per carità, era il vestito più bello che avesse mai visto, ma non era certo il più bello sulla faccia di Evesaje e probabilmente quelli delle altre dame, quella sera, superavano di gran lunga il suo.
    Poco male..eviterò gli sguardi pensò uscendo nel giardino e prendendo ad ammirare le bellissime decorazioni che rendevano l'atmosfera davvero piacevole.
    "Accidenti.."
    Inevitabilmente le mani corsero alle ciocche scure che improvvisamente le erano parse come più disordinate.
    Le sembrava di essere appena tornata da una cavalcata sfrenata nel bosco e si sentiva piuttosto "selvaggia" nonostante il bell'abito che indossava.
    Una bella contraddizione.
    Sapeva che probabilmente non doveva aver niente fuori posto e che i partecipanti non erano interessati a lei e al suo aspetto apparentemente inaccettabile. Doveva essere soltanto una sua impressione e una sua mania temporanea.
    Prese ad allontanarsi ..un passo dopo l'altro, il giardino era grande in fondo.
    Passo dopo passo si trovò infine sola in un angolo poco più in là della festa, leggermente appartato.
    Cominciamo bene...pensò scuotendo leggermente la testa.
    Proprio nel suo reclinarla, scorse con lo sguardo, proprio al suo fianco, una bella pianta di Camelie. Belle, grandi e fiorite, avevano un intenso color rosso.
    Sembravano fare proprio al caso suo.
    Si guardò per un attimo attorno facendo attenzione di non essere troppo vista e si chinò leggermente sulla pianta, scostante appena il vestito ampio, per cogliere con attenzione una bella camelia in fiore.
    Per quella sera avrebbe dovuto durare e probabilmente avrebbe risolto anche la questione "capelli", visto che andò a sistemarla proprio dietro l'orecchio destro, sperando di risultare meno inaccettabile di quando le pareva essersi già dimostrata.

    Razza: Mezzosangue. Classe: Maga Bianca. Numero stanza: 120 Ametista. Fama: //



    Edited by .:Kym:. - 18/7/2014, 15:16
     
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    Lestat
    Lestat MorgensternRazza: Mezzo-Sangue Classe: Mago Rosso
    Numero Stanza: 107 Ametista Fama: //
    Era seduto sul ramo di un albero, come mia abitudine quando volevo rilassarmi, e osservavo l'andirivieni delle persone sotto di me e il lor parlare concitato.
    Le lezioni erano finite eppure, se possibile, la folla in giardino era aumentata ed era sempre più rumorosa e frenetica.
    Un urletto isterico di una ragazza che poi si mise le mani nei capelli attirò la mia attenzione, era disperata perché non sapeva cosa mettersi al ballo.
    (Ballo?)
    pensai aggrottando la fronte ,mentre infilavo una mano in tasca tirando fuori una locandina stropicciata.
    «Già...
    Il ballo...»

    saltai giù, provocando un certo scompiglio tra le ragazzine che passavano li sotto e, senza voltarmi, mi diressi verso la zona dove si poteva fare acquisti.
    Non persi troppo tempo a provare e riprovare vestiti su vestiti, limitandomi a prendere il primo che mi stava bene e rispecchiava i miei canoni estetici in fatto di abbigliamento.
    Buttandomi la custodia dell'abito sopra una spalla uscii dal negozio e mi diressi verso la mia stanza.
    Chissà poi perché mi ero segnato per partecipare al ballo?
    Di certo non era per il continuo picchiettare della bacchetta del professor Wardsky sul mio tavolo, o per le continue allusioni al fatto che faceva parte dell'attiva scolastica fatte dalla professoressa Pytonia mentre passeggiava accanto al mio banco...
    E allora perché mi ero segnato?
    (Ormai era fatta...)
    pensai tirando i lembi della giacca in avanti mentre mentre mi osservavo allo specchio, il vestito in fondo non era malvagio e avrei potuto riutilizzare tranquillamente i vari pezzi separatamente.
    Mentre mi avviavo verso la mensa mi venne da pensare alla mia complice chissà se avrebbe partecipato al ballo, oppure aveva completamente ignorato i messaggi subliminali dei professori.
    Ero quasi giunto all'ingresso quando assistetti ad una scenetta interessante, un ragazzo dai capelli rossi, e l'aria non troppo intelligente, aveva cercato di fare il cascamorto con Eris che l'aveva liquidato con la scusa più vecchia del mondo prima di andare a sedersi.
    Girai i tacchi e cambia direzione entrando da una delle portefinestre lasciate aperte.
    Il rumore della sala copriva quello dei miei passi, che erano comunque molto silenziosi, mentre mi avvicinavo alla sedia della ragazza.
    Appoggiai le mani sulla spalliera e abbassai il viso all'altezza del suo orecchio
    «Sei accompagnata Eris?
    Che peccato...»

    dissi con un sospiro fin troppo teatrale
    «Ma non mi avevi promesso fedeltà
    chiesi voltando leggermente il volto per osservarla in viso.

     
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    Elanor ElberethRazza: Elfa Classe: Cavaliere Arco Numero Stanza: Smeraldo 130 Fama: // Avrei potuto evitare facilmente il ballo di fine anno scolastico.
    Ero arrivata solo da pochi giorni, non avevo partecipato neanche ad una lezione e quindi non avevo sentito il martellamento che i professori.
    Nessuno avrebbe potuto dirmi niente, perché avrei anche potuto essere all'oscuro del fatto che il mio amato cuginetto, al momento di firmare le pratiche al posto dei miei genitori, mi aveva anche segnato per il ballo.
    Si, avrei potuto evitarlo facilmente...
    Poco importava se mio nonno e mia madre ci sarebbero rimasti male, bastava non dirlo....
    Avevo anche la scusa perfetta per insegnanti e preside: Non mi ero portata dietro niente di adatto! dopotutto non pensavo certo di dover partecipare a delle festa anche in un'accademia!
    Avrei aspettato il pomeriggio del giorno della festa e poi sarei andata dalla preside comunicandole, con tutto il mio rammarico, che non potevo presenziare al ballo.


    Finalmente il giorno era giunto, stavo per uscire diretta in presidenza quando l'occhio mi cadde su un ritratto di mia madre e mio nonno che mi guardavano sorridenti, anche se come al solito il vecchio Alyon aveva lo sguardo severo.
    Guardare quella foto e precipitarmi all'armadio fu un tutt'uno.
    Spalancate le ante mi resi conto che non potevo accampare la scusa dell'abito, ora capivo perché mio cugino Araton aveva insistito per passare il pomeriggio con me... Non voleva che vedessi la serie di abiti eleganti e fin troppo femminili che mi avevano fatto portare di nascosto.
    Aprii la scarpiere e i vari cofanetti e mi sedetti rassegnata sul letto, avevo tutto quello che mi serviva per la festa.
    E così eccomi qui, davanti allo specchio per controllare il risultato del mio lavoro.
    Avrei potuto non andarci comunque, ma qualcosa mi diceva che la mia famiglia era a conoscenza di molte cose su quell'accademia.
    L'acconciatura che avevo fatto era piuttosto semplice, ma aiutava a tenere a bada i lunghi capelli biondi. La leggera tiara era una delle meno elaborate e l'avevo scelta perché la pietra s'intonava con il colore del vestito, anche la collana era piuttosto semplice e aveva delle pietre intonate.
    (Questa è opera di mia madre...)
    solo lei poteva scegliere tutti gli accessori giusti da abbinare ad un abito.
    Anche se non ero un'amante dei vestiti lunghi ed eleganti, dovevo ammettere che quello era molto ben fatto ed evidenziava la mia figura alta e snella.
    Le scarpe, ecco quello era un bel problema...
    Naturalmente avevo trovato le scarpe adatte, sembravano fatte di foglie, però...
    «Tacchi alti...»
    mormorai mentre cercavo di camminare in maniera, non troppo goffa, su quella specie di trampoli che mia madre chiamava scarpe da donna!
    Quando finalmente ebbi preso più stabilità e sicurezza uscii e mi avviai verso il luogo del ballo.
    Una volta in giardino i miei problemi tornarono, un conto era camminare su terreni duri, un conto era farlo sull'erba!
    Sollevai leggermente il bordo del vestito, presi un lungo respiro e lentamente mi avviai tenendo lo sguardo fisso sull'edificio della mensa.
    Mi fermai qualche secondo a valutare bene la situazione, entrare dall'ingresso principale allungando così il percorso o entrare da una delle portefinestre accorciandolo ma correndo il rischio di fare zig zag tra tavoli e persone?
    «Portafinestra...»
    mormorai convinta che sicuramente sapevano organizzare le cose al punto da lasciare liberi tutti i passaggi.
    Quando finalmente misi piedi all'interno della sala, lasciai andare il vestito e tirai un lungo respiro di sollievo.
    L'orchestra stava già suonando, alcuni ballavano, alcuni parlavano, alcuni si fiondavano sul cibo, mentre altri...
    Seduto rannicchiato in un angolo li vicino notai una figura che conoscevo.
    Costeggiando il muro mi avvicinai a lui e lo guardai sollevata, per fortuna qualcuno che conoscevo....
    «Alzati!»
    gli dissi imperiosa ma sorridendo
    «Mi devi aiutare...»
    sollevai il vestito quanto bastava per fargli vedere quella sottospecie di trampoli eleganti
    «Non sono brava a camminare con questi cosi...»
    dissi abbassando l'abito
    «Se non vuoi vedermi ruzzolare in mezzo a tutti, alzati e dammi una mano... anzi un braccio!»
    puntualizzai mentre aspettavo che il ragazzo reagisse in qualche modo alla mia richiesta d'aiuto.

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    Ruolata
    In fondo, non sarebbe stato male restarmene tutto il tempo seduto lì; la musica era un motivo in più per restare, avevo cibo a volontà e sembrava che nessuno volesse avvicinarmisi. - Meglio così. - pensai soddisfatto, mentre mangiavo un altro pasticcino, mettendomi una mano sotto il mento e osservando il paesaggio fuori dalla portafinestra; non mi veniva in mente altro da fare, e di ballare non se ne parlava. Non mi riusciva, e probabilmente non avrei mai imparato; avevo ben altri problemi per la testa, e le mie capacità nell'ambito della danza venivano dopo, almeno per me. Allora perchè mi sentivo così a disagio? Non era come le altre volte... Non riuscivo a restare impassibile, anzi, avrei soltanto desiderato andarmene. Eppure quello sembrava un evento davvero importante... Forse era meglio non lasciare la sala, giusto per non attirare le attenzioni di un qualche professore o della preside. Sospirai. Mi sarebbe toccato restare lì ancora per qualche ora, fissando la gente felice che ballava... Oppure sarei potuto andare in giardino e passare il resto della sera a fissare le stelle. Ma... Quanti altri avevano appena avuto la mia idea? Mi bastò gettare un'occhiata alla portafinestra per accertarmene, e vidi una folla piuttosto numerosa intenta a chiaccherare, proprio nel Giardino. - Proposta bocciata... - mi dissi, mentre facevo fuori un altro pasticcino e mi chiedevo se sarei dovuto rimanere o no. Improvissamente, mi sentii la gola secca; tutti quei dolci mi avevano fatto venire sete, e notai che avevo preso da mangiare, ma non mi ero curato delle bevande. Senza rimuginarci troppo su scostai la sedia dal tavolo, alzandomi e dirigendomi verso il buffet; adocchiai immediatamente del succo di zucca ghiacciato - non reggevo gli alcolici, mi era bastato provarne un po' al castello per capire quanto fossero malvagi - e, recuperato un bicchiere di cristallo, vi versai un po' della bevanda, ma proprio quando stavo per portare il bicchiere alle labbra... Mi sentii stranamente osservato. Così voltai la testa, e poco mancò che facessi cadere il bicchiere per terra; Sibilla mi stava fissando a sua volta, e appena portai il mio sguardo su di lei, sentii le orecchie farsi calde e il cuore perdere qualche battito. Allora era venuta davvero... Non potei fare a meno di rimanere a fissarla, sorpreso, notando che stava davvero bene nel vestito bianco e dorato che indossava; sentii le orecchie farsi ancora più rosse e distolsi velocemente lo sguardo da lei, imbarazzato. - Che dovrei fare? - mi chiesi, mentre rimanevo paralizzato al tavolo e fissavo il mio succo di zucca con fare insepressivo. Sibilla era l'unica che mi avesse mai considerato, in quell'Accademia.. Giunsi alla conclusione che mi sarebbe piaciuto fare due chiacchere insieme. Così presi un secondo bicchiere, e, senza pensarci più di tanto, riempii anche quello di succo di Zucca; poi presi un respiro, prendendo i due bicchieri e, bene attento a non rovesciare neanche una goccia della bibita, mi avvicinai alla ragazza. Ma ora che mi trovavo di fronte a lei mi sentivo molto meno spavaldo. - Ciao... - dissi molto semplicemente, non trovando di meglio da dire, mentre le accennavo un sorriso e le mettevo tra le mani uno dei due bicchieri. - Spero ti piaccia il succo di zucca... - le dissi, mentre mi imbarazzavo sempre di più. Bevvi qualche sorso dal mio boccale, usando quella scusa per nascondere il volto e sperare che nessuno si accorgesse del rossore che mi aveva appena invaso le guance.

     
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