Kaito EnoshimaRazza: Vampiro Classe: Assasino Numero Stanza: 137 Sala Amber Fama: // Bene, allora era un suo problema se voleva tenersi in tasca un oggetto di valore come quello. Non rientrava nei suoi interesse quella ragazzina poteva fare quello che voleva a riguardo. Desiderava rischiare di perderlo? Ottimo, affari suoi. E poi perché gli era venuto in mente di andare da quella mocciosa e dirle di fare più attenzione… Effettivamente, nonostante detestasse i comportamenti troppo infantile, doveva ammettere che aveva reagito alquanto d'impulso. Forse è che sotto sotto aveva intenzione di conoscere quella ragazzina, se doveva essere sincero lo intrigava. Il suo colore di capelli: era una tinta quasi rosata, ma era ovvio che fossero di una tinta rossa. I suoi occhi e i tratti del suo viso la facevano sembrare quasi una gatta, con molta probabilità era una Kowka ma l'odore gli diceva che era tutt'altra razza. Inoltre fu solo in quel momento che notò il seno della ragazza: bello, morbido e accattivante, decisamente prosperoso e sessuale stretto in quell'abitino rosa. Ora ne era sicuro, poteva darle una botta bella grossa a quella ragazza.
«Grazie,lo so da me. Ma ho le mie ragioni se "questa volta" era nella tasca»
Non le disse nulla, le fece spallucce, tanto parlare o dirle altro non sarebbe servito.
La cosa che però lo sorprese più di tutto fu la raffica di parole che usci dalla bocca della ragazza che lo lasciarono a dir poco sbalordito
«Tu da quanto tempo ti trovi qui? Se mi stai pedinando ti pregherei di smetterla subito. Mi disturba non poco»
- Eh? Ma è matta! - gli venne da pensare mentre i suoi occhi ed il suo viso esprimevano un palese stupore - O magari è solo palesemente disattenta… Insomma le ho camminato vicino fino a 3 secondi fa! -
«Ma che stai dicendo? Io non ti stavo pedinando ragazzina! E poi mi spieghi perché avrei dovuto pedinare proprio una come te? Non farmi ridere…» disse tali parole con aria di sfida. Stava dicendo la verità, quella lì era una mocciosetta per lui, perché mai doveva seguire una sciocca che non si prende cura delle proprie cose? Dall'atteggiamento che aveva visto in quei pochi istanti doveva constatare che se non riusciva a curare in modo appropriato le proprie cose, di certo non osava pensare in che modo potesse guardare a se stessa. Insomma era una ragazzina dal bel corpo che poteva essere preda di chiunque. Persino per lui!
Una parola per descrivere quella ragazza: ingenua.
Ad un certo punto si girò per tornare sui propri passi, non era molto propenso a stare con una mocciosa che con tutta probabilità non sapeva proteggere se stessa. Preferiva girare altrove anche se quella ragazzina lo intrigava
«Ad ogni modo dovresti guardarti le spalle ed evitare di andare in giro così… La gente potrebbe approfittarsi di te…» un tono neutro aveva mentre tali parole venivano dette alla ragazza dai capelli ramati. Ora Kaito si accingeva ad andarsene, a meno che la giovane non avrebbe chiesto lui altro…



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Kaito EnoshimaRazza: Vampiro Classe: Assasino Numero Stanza: 137 Sala Amber Fama: // Ad un certo punto la giovane ragazza fece cadere per sbaglio qualcosa. In quel preciso istante Kaito si bloccò e con la coda dell'occhio notò la ragazza raccogliere un ciondolo a forma di goccia fatto in argento. Si chiedeva come mai non se lo fosse messo al collo. Insomma era una cosa alquanto stupida a suo parere metter un ciondolo in tasca e quindi rischiare di perderlo come era successo poco fa. E se fosse finito in chissà quale tombino se fosse stata per strada?
Addio ciondolino bello!
insomma, trovava quella ragazzina infantile e patetica, con tutta probabilità non il suo genere. Ma ci avrebbe fatto comunque un pensierino sopra, alla fine non era una ragazza dal corpo poco invitante, anzi tutt'altro. Anche se lui non era uno di quei tizi pervertiti cronici che assaliva le ragazze e le stuprava. preferiva andare per gradi, far si che la sua preda si fidasse di lui, divertirsi e poi lasciarla andare. Semplice no?
Solo che non sarebbe andata sempre così, prima o poi una ragazza avrebbe dovuto tenersela, poteva essere questa qui? Solo il destino può risponderci. Dovette però constatare che quella ragazza si stava comportando in maniera troppo strana, sembrava che quel ciondolo fosse qualcosa di vitale importanza
- Sai che roba! -
Pensava il nostro ragazzaccio mentre si girava per osservare la ragazza raccogliere il ciondolo e vedere se era stato fatto qualche danno all'oggetto. A questo punto Kaito dovette intervenire, lo seccava il comportamento della ragazzina, onestamente non capiva perché avesse messo in tasca un oggetto di valore invece di portarlo al collo
«Dovresti fare più attenzione alle tue cose. Gli oggetti di valore non si tengono in tasca!» disse lui con aria severa.
Ora che si era avvicinato alla giovane il suo profumo si era fatto più forte, più buono. Poteva notare meglio di come quel grazioso abitino rosa le stava bene e come erano ben proporzionate le forme del suo corpo. Sì, quella ragazza per una botta veloce ci poteva stare, anche se prevedeva una conquista faticosa se voleva fare con lei quello che doveva fare. Tra l'altro sospettava fosse troppo "timida", nel senso che forse avrebbe avuto difficoltà a fidarsi di lui. La sua entrata in scena, tra le altre cose non lo aiutava di certo, insomma certamente non era colpa della giovane se il ciondolo era caduto no?
Ma per il momento preferì aspettare la risposta della ragazzina.


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Kaito EnoshimaRazza: Vampiro Classe: Assasino Numero Stanza: 137 Sala Amber Fama: // Lezioni finalmente finite.
Il nostro eroe non ne poteva più di stare a sentire la professoressa Kayl, tutte le materie in quella scuola erano estremamente noiose per lui, la voglia di studiare gli mancava proprio. Aveva fatto però una promessa a Donovan, avrebbe cercato di essere abbastanza diligente, voleva studiare, essere pronto per incontrare suo padre. Era importante, sua madre era morta dandolo alla luce, non sapeva neppure come era fatta fisicamente, nessuno gli aveva mai detto che aspetto avesse, non sapeva neppure che aspetto avesse suo padre. Donovan gli aveva detto che gli assomigliava molto, che aveva un occhio rosso e un occhio nero.
Uscì dall'aula con aria sollevata, adesso se ne poteva andare in giro a farsi gli affari suoi. Aveva addosso una grossa camicia bianca, dei pantaloni marroni e degli stivali scuri. Inizio a camminare verso l'uscita dove notò una ragazzina che guardava fuori dalla finestra.
Era carina, ma aveva un vestito troppo decorato per i suoi gusti. Aveva dei bei capelli e dei begli occhi. Beh non era un gran che ma era una bella ragazza. Non aveva voglia di parlare con qualcuno, aveva ascoltato abbastanza gente parlare quel giorno e non ne poteva più
Le passo accanto, molto semplicemente, cercò di rigare dritto anche se l'odore della ragazza era invitante. Effettivamente era un po' che non mangiava, avrebbe volti bere il sangue di qualcuno, qui a scuola non poteva, di certo sarebbe finito nei guai e non aveva voglia di guai in quella scuola.


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Cadell GreyRazza: Demone Classe: Cavaliere Dragone Numero Stanza: 116 Fama: 0 Non avevo voglio di inseguire quella ragazza. Se non aveva voglia di stare con me peggio per lei. Mi stiracchiai mentre vedevo la ragazza invitarmi a ricorrerla e le sorrisi con aria eloquente
«Mi spiace, ma non ho voglia di correre...» dissi io con aria seccata «Non mi piacciono le bambine, se vuoi giocare trovati un bambino di cinque anni non il sottoscritto! Ero venuto qui per riposare, non per stancarmi, perciò posso togliere il disturbo»
Detto questo alzai i tacchi e me ne andai.
Insomma non ero venuto lì per giocare!
Quella ragazza è decisamente peggio di quella strega di mia sorella Skylar, insopportabile come poche. Quella donna sta sempre a dare ordini, è la cocca di papà, la adora. Riesce sempre a mettermi in cattiva luce anche quando non faccio niente, da piccoli davano sempre ragione a lei. Forse stare qui in questa scuola è stata una benedizione, almeno non l'avrò tra i piedi per un bel po'.
A me basta solo la mia cara Mirabel, se non altro non è pressante come mio padre o mia sorella. Infatti mentre mi avviavo verso il dormitorio la vidi arrivare
«Ehy Ciao!»
«Dov'eri? Ti cercavo?»
«Passeggiavo»
«Ah bene, se non altro hai fatto qualcosa...»
«Già...»
Le chiesi di venire con me è di passeggiare ancora un po'. D' altro canto ormai non avevo niente da fare.



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Ayla Berninger
Razza: Fata Classe: Maga Elementale Numero Stanza: 113 Fama: 0 Tipo strano.
Forse un po' troppo estroverso per i suoi gusti, ma pur sempre un ragazzo strano e diverso con quei capelli rosso fuoco. Ormai aveva finito di bere la sua cioccolata e lo guardava con fare strano: perché mai doveva accettare una patatina adesso che aveva bevuto della cioccolata? Non era tropo propensa a mangiare salato al momento, così come non era troppo propensa a parlare con quello strano ragazzo dai capelli rossi. La metteva un po' a disagio anche se lo trovava divertente. Comunque la gente troppo invadente la spaventava: Ayla era una ragazza che preferiva stare in luoghi tranquilli o meglio, apprezzava di più la gente tranquilla che si avvicinava lei con più garbo.
Di conseguenza decise di rifiutare la patatina offerta dal rosso
«Grazie, preferisco di no. Ho appena finito di bere la cioccolata...» disse lei con tono dolce, gentile e con un bel sorriso.
«Sei in debito!
A momenti mi fai strozzare...»
Non capiva, perché era in debito con quel ragazzo? Non aveva fatto nulla per cui essere in debito con lui, forse stava solo scherzando come tutti i tipici ragazzini che amano dire qualche battuta
«Proprio non capisco...» disse lei con fare perplesso «Mi sa che ti sbagli, non sono affatto in debito con te» concluse lei sempre con la sua amata calma. Non aveva più nulla che fare qui, poteva pagare e andarsene, tra le altre cose voleva tornare a studiare ed evitare di essere impreparata in qualche materia
«Scusami, adesso devo andare...» disse lei mentre si alzava e dava i soldi al cameriere «Torno a studiare, ci vediamo a lezione magari» disse lei con un sorriso.
Mentre si avviava verso l'uscita
«Comunque mi chiamo Ayla, spero di rivederti!»
Detto questo si allontanò dalla caffetteria assieme al suo libro per andare a studiare, infondo era una ragazza diligente e voleva prendere delle buone votazioni.



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