Posts written by Jyn

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    Rivolto a: Vladimir


    PVJ3Mt4

    ziRhqo3
    Non poteva credere che proprio lei, nel bel mezzo di una festa, in un angolo più appartato, si fosse messa a rubar camelie per potersi sistemare i capelli. Cioè, forse da lei c'era da aspettarselo, ma non era rientrato proprio nell'idea e nei programmi della serata, anche se, per la verità, dei veri programmi non c'erano nemmeno stati.
    E nemmeno si sarebbe aspettata il principe azzurro a coglierla sul fatto.
    Si stava allungando forse troppo verso l'alta pianta per raggiungere una particolare camelia nata da una bella fioritura, con un bel colore acceso e vivo. Una mano reggeva il vestito, dove repentino correva lo sguardo attento che questo non si sciupasse restando in aggrappato ad un rametto di qualcuna di quelle piante lì intorno. Sarebbe stato un vero peccato, oltre che un ulteriore imbarazzo.
    Le avrebbero davvero data di selvaggia a quel punto, con i capelli mezzi scarmigliati e il vestito strappato.
    Non se lo sarebbe perdonata inoltre: era un dono dei genitori fin troppo prezioso, anche per lei, che già sentiva addosso di non meritarlo affatto.
    Si maledisse per aver visto quella particolare camelia.
    Il Principe Azzurro non poteva arrivare in un momento peggiore.
    "Perdonate signorina.."
    e cominciò a perdere la stabilità sui piedi.
    L'altare lo sguardo e ruotare la testa tanto repentinamente fu la sua condanna.
    Ascoltò a malapena le parole di quel bel giovane e bom..piombò proprio sulla pianta di camelie, che da quel basso albero (non così basso a quanto pare) scendeva poi giù con i suoi fiori concludendosi con un vero e proprio cespuglio. Forse a guardarli bene le due piante erano ben separate, ma i fiori gli stessi. Forse, ma Jeremiah non aveva il tempo per simili domande: sapeva solo che era appena piombata in mezzo a delle camelie e che probabilmente la serata era andata a farsi benedire totalmente.
    Non aveva il coraggio di far riemergere il volto da tutto quel rosso; avrebbe di sicuro incontrato quello del giovane e non sapeva dove trovare il coraggio per guardarlo in viso dopo la vistosa caduta.
    Forse colpa dell'abito troppo lungo, forse solo colpa dei suoi maldestri piedi.
    Avrebbe potuto restare ancora più nascosta lì dentro: nessuno l'avrebbe riconosciuta in seguito poi.
    No, non era molto saggio però.
    Da dietro alcuni fiori riemersero i suoi occhi verdi e brillanti che rimasero ad osservare silenziosi in gentleman dall'altra parte, che le pareva si fosse offerto di farle da cavaliere per quella sera.
    Probabilmente avrebbe cambiato idea.
    "Io non sono brava a ballare! E nemmeno a reggermi in piedi!" gli gridò quasi in faccia completamente in preda all'imbarazzo.
    Rendendosi conto delle sue parole si morse le labbra ancora più imbarazzata, continuando a guardarlo dietro ai fiori.

    Razza: Mezzosangue. Classe: Maga Bianca. Numero stanza: 120 Ametista. Fama: //

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    "per i 'grulli' non c'è paradiso"


    PVJ3Mt4

    ziRhqo3
    Più volte rigirò distrattamente, quasi nervosamente, le chiavi della sua camera tra le mani, mentre si avviava verso il dormitorio.
    Piuttosto dubbiosa si stava avviando ad una nuova vita.
    Beh, lo trovava esagerato pensarla così; in fondo non cambiava veramente tanto poi.
    Prima non frequentava una scuola e da oggi l'avrebbe frequentata. Non cambiava poi veramente tanto, ed era certa che nemmeno lei sarebbe cambiata.

    Le chiavi saltarono tra le sue mani.

    Avrebbe imparato a capire meglio ciò che era, ma non le si sarebbe aperto un mondo sconosciuto davanti agli occhi.
    Sarebbe sempre rimasta la pacata e mite Jeremiah Horne: una tizia molto particolare e decisamente silenziosa con uno strambo nome da uomo. Non troppo interessante a dir la verità.

    Un'altro salto

    La scuola era piuttosto grande, troppo per i suoi gusti, forse.

    Un'altro salto e finalmente si decise ad infilarsi nella serratura, che scattò velocemente.
    Buttò un occhio nuovamente sul numero segnato sulla porta: sì era il suo. Ma che motivo aveva di guardare ancora meglio, la chiave era scattata nella porta.
    Beh non si sa mai.
    Beh sarebbe un grosso problema allora. Non era intenzionata a trovarsi strani tizi per la camera la notte o i sua assenza.
    Era una bella stanza, grande luminosa.
    Un letto all'apparenza comodo, una bella ed ampia finestra. Sì c'era tutto per poter vivere e star tranquilla.
    Mollò finalmente le chiavi sul comodino e camminando senza più troppa grazia si buttò sul letto.
    Era comodo sì.
    Chiuse gli occhi e sospirò.
    Non cambierai mai Jeremiah Horne.
    No..certo che no..

    Razza: Mezzosangue. Classe: Maga Bianca. Numero stanza: 120 Ametista. Fama: //

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    *guarda il suo novello maestro/sociodiffarimoltoloschiepianimalvagi/compagno di sclerate u/u* eh eh eh </< *risata poco promettente* benvenuto ancora mio caro u/u
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    mi sento piuttosto in ritardo ma ..chiedo venia u.u
    eeee benvenuta mia cara :*** Io sono J.. ok no non credo serva u//u *la spupattola*
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    PVJ3Mt4

    ziRhqo3
    "Chi me lo ha fatto fare.." sibilò tra i denti, reggendo con una mano il lembo del vestito, tenendo l'altra stretta al petto insieme alle spalle ricurve, la testa bassa, l'andatura veloce e poco tranquilla, e il volto in gran parte coperto dai lunghi riccioli corvini. A grandi falcate attraversò la mensa tutta addobbata e sconvolta per la grande occasione che aveva messo in trepidazione ormai da giorni tutta la scuola. Trepidazione che lei, doveva ammetterlo, non aveva affatto sentito.
    Le era bastato semplicemente camminare per i corridoio o nelle aule: non aveva avuto difficoltà nel sentire o captare l'argomento "Ballo" negli eccitati chiacchiericci delle ragazze dell' Accademia.
    Vestito, principe azzurro, danze, sì erano state quelle le parole chiave che parevano tormentarla in quei giorni; e più si convinceva che non avrebbe partecipato a quella grande festa, e più le sembrava venissero davvero a tormentarla ancora di più.
    Ah ma la scelta era già stata fatta: tra il fare una terribile figuraccia inciampando sul suo vestito e finire da sola rilegata in un angolino a buttar giù stuzzichini, oppure restare semplicemente in camera a fare la figura dell'idiota asociale e sfigata (come oggi siam soliti dire), preferiva di gran lunga la solitudine in camera: probabilmente nessuno si sarebbe accorto di lei e i problemi non sarebbero stati poi tanti.
    Non aveva alcun problema dunque. Beh..magari fosse stato così. Magari fosse stato così facile e semplice, ma come dire di no al prezioso pacco inviatole dai suoi stessi genitori, venuti a sapere del grande ballo che si sarebbe tenuto lì all'Accademia?
    Era rimasta anche lei molto sorpresa di quell'improvviso ed inaspettato dono davanti al quale, una volta stretto nelle mani, si era detto che non poteva assolutamente rifiutare, e il biglietto intriso di commozione di sua madre l'aveva convinta ancora di più.
    E così adesso, si ritrovava con uno splendido vestito, anche decisamente strano per i suoi gusti, ma non poteva negarlo, era davvero magnifico, e addirittura delle scarpette nuove, stranamente più comode di quelle che aveva e che erano stato motivo in più per farla desistere alla partecipazione del ballo.
    Neanche sapeva ballare lei.
    I capelli non erano stati acconciati in nessuna maniera particolare: li aveva lasciati sciolti, come però non era solita fare in quei mesi caldi ed estivi, a ricadere lunghi sulle spalle e ad incorniciarle il viso candido colorato soltanto dal rossore delle sue labbra, dovuto non tanto per il trucco su di esse, quanto per la tortura che i suoi incisivi avevano riservato loro una volta che Jeremiah si addentrò nei grandi saloni affollati della Accademia.
    Non aveva potuto fare a meno di osservare i completi (acconciature e gioielli compresi) delle graziose ragazze che dall'aspetto felice si aggiravano nel giardino e nella Mensa ritrasformata.
    Magari i suoi genitori, donandole quel vestito, si sarebbero aspettati da parte di Jeremiah un minimo di collaborazione e attività nel completare il suo abito con gioielli e decorazioni varie, ma ahimè..non era stato così, e di fatto, la giovane Mezzosangue si trovava senza alcun gioiello o diadema prezioso, soltanto con il suo vestito. Per carità, era il vestito più bello che avesse mai visto, ma non era certo il più bello sulla faccia di Evesaje e probabilmente quelli delle altre dame, quella sera, superavano di gran lunga il suo.
    Poco male..eviterò gli sguardi pensò uscendo nel giardino e prendendo ad ammirare le bellissime decorazioni che rendevano l'atmosfera davvero piacevole.
    "Accidenti.."
    Inevitabilmente le mani corsero alle ciocche scure che improvvisamente le erano parse come più disordinate.
    Le sembrava di essere appena tornata da una cavalcata sfrenata nel bosco e si sentiva piuttosto "selvaggia" nonostante il bell'abito che indossava.
    Una bella contraddizione.
    Sapeva che probabilmente non doveva aver niente fuori posto e che i partecipanti non erano interessati a lei e al suo aspetto apparentemente inaccettabile. Doveva essere soltanto una sua impressione e una sua mania temporanea.
    Prese ad allontanarsi ..un passo dopo l'altro, il giardino era grande in fondo.
    Passo dopo passo si trovò infine sola in un angolo poco più in là della festa, leggermente appartato.
    Cominciamo bene...pensò scuotendo leggermente la testa.
    Proprio nel suo reclinarla, scorse con lo sguardo, proprio al suo fianco, una bella pianta di Camelie. Belle, grandi e fiorite, avevano un intenso color rosso.
    Sembravano fare proprio al caso suo.
    Si guardò per un attimo attorno facendo attenzione di non essere troppo vista e si chinò leggermente sulla pianta, scostante appena il vestito ampio, per cogliere con attenzione una bella camelia in fiore.
    Per quella sera avrebbe dovuto durare e probabilmente avrebbe risolto anche la questione "capelli", visto che andò a sistemarla proprio dietro l'orecchio destro, sperando di risultare meno inaccettabile di quando le pareva essersi già dimostrata.

    Razza: Mezzosangue. Classe: Maga Bianca. Numero stanza: 120 Ametista. Fama: //



    Edited by .:Kym:. - 18/7/2014, 15:16
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    me si iscrive con la sua unica piccina u.u (Jeremiah Horne)
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    ok avverto ora perchè sicuramente me ne dimentico u.u

    dal 10 (ovvero questo giovedì) al 14 sono in montagna u.u

    dal 1 al 5 agosto dovrei tornare al mare

    e a fine agosto-inizi di settembre ripartooooo
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    axyr3Eb
    Jeremiah HorneRazza: Mezzosangue. Classe: Maga Bianca. Numero Stanza: 120 Ametista. Fama: 0 Un leggero sbadiglio, più simile ad un sospiro, le fece dischiudere le labbra ed arricciare il naso per un istante breve, prima di ritornare con la solita espressione composta e graziosa sul viso chiaro.
    Era una bella giornata, soleggiata e con poche nuvole in cielo. Stava arrivando la stagione calda e si sentiva.
    Aveva lasciato la giacca dell'uniforme in camera e a tirare un po' su le maniche della camicia ricamata, anch'essa parte del completo scolastico. I lunghi capelli corvini li aveva legati in una coda alta ma non troppo ordinata e aveva trovato un po' di frescura su una panca in pietra posta appena sotto un albero dalla chioma piuttosto folta e fitta che le offriva una zona d'ombra piuttosto piacevole.
    Una gamba sulla panca ed un altra lasciata a penzoloni giù da essa a dondolarsi tranquillamente e distrattamente.
    Più volte si tirò su le maniche vaporose della camicia, allentando per via del calore il nastro che teneva chiusa al petto la camicia abbastanza da non sembrare scandalosa lasciando vedere ciò che è bene che una donna non mostri così. Ma non pareva esserci nessuno nel giardino e non si pose troppo il problema, ritornando a concentrare la sua attenzione sul libro che teneva appoggiato sulla gamba piegata, e sopra il quale c'erano alcuni fogli bianchi e alcuni scritti, il tutto facendo attenzione a non macchiarsi con l'inchiostro del suo piccolo calamaio portatile le grandi maniche della camicia.
    Cosa scriveva? Al solito "niente di particolare", ma non sarà di certo lei, ne tanto meno io a rivelarvelo...come dice lei "non ha grossa importanza".
    Era tranquilla e serena nel silenzio del giardino soleggiato dove il verde delle piante era più vivo e il colore dei fiori era più acceso: sembrava celebrassero anche loro l'arrivo di quella calura, ancora sopportabile per Jeremiah che non accennava al volersi muovere da lì e a godersi quell' apparente solitudine mattutina.


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    *fa la hola per il ballo* condivido quello che ha detto in ultimo kym **
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    Ahah graccie :3 andrò a spulciare spulciare in giro e a farmi qualche idea per i PG u.u
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    *sbuca dal suo cappello magico * zaaalve *esce da cappello *
    Dunque dunque sono una schiappa con le presentazioni ma farò del mio meglio o.o
    Per chi non mi conosce (perchè vi ho viste signorine Kym, Beja e Demons <.< <3) Sono Jyn (si pronuncia Jane u.u lol) ma potete chiamarmi come vi pare.
    Studio architettura al liceo e passo le nottati in bianco a fare progetti lol.
    A parlarmi del GDR è stata la cara Yuna u.u che mi ha incuriosito parecchio e mi son lasciata convincere facilmente alla fine nonostante ultimamente il tempo sia poco e io sia sempre a studiare o__o
    Cooomunque nonostante non sia una tipa tanto dolce e amorevole (conoscerete il mio carattere cinico XD) il tutto mi ispira parecchio.
    E poi... e poi non so' più che dire. Bye :*
11 replies since 26/1/2012
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